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Il potere dell'immaginazione

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Venerdì sera ho visto Miss Potter, il film biografico sull'illustratrice Beatrix Potter interpretata da Renee Zellweger e devo dire che ho amato particolarmente i momenti nei quali il mondo reale e quello fittizio si influenzano a vicenda.


una scena del film


Mi sono sentita vicina a lei quando parla ai suoi personaggi come se fossero veri e nel vedere la sua infanzia passata a creare storie, a immaginarle e a raccontarsele.

Nell'immaginare delle storie non voglio affatto scappare dalla realtà come spesso si dice in questi casi. 
Infatti non considero l'immaginazione come una scappatoia dalla "dura realtà" anche perché così sarebbe solo sterile.
La mia immaginazione influenza la mia vita di tutti i giorni e non è affatto vero che l'immaginazione non sia qualcosa di reale.
Spesso nei confronti di chi usa molto l'immaginazione si dice che sia un visionario, un malato, che esageri, che non abbia contatti con la realtà, uno svagato, uno su cui non ci si può affidare.
Insomma, non una persona concreta.
Eppure non potete neanche immaginare quanto molte persone che usano molto l'immaginazione, che creano e inventano storie siano persone assolutamente concrete.
Con leggerezza, viaggiano da uno stato all'altro.
E non potete neanche immaginare quanto i più importanti strateghi, i leader sappiano usare l'immaginazione a loro favore.
Non riesco poi a capire perché ci debba essere per forza una dicotomia tra due opposti come se fossero una coppia in crisi per incompatibilità di carattere.
Perché si debba scegliere per forza qualcosa rinnegando l'altra perché se no, non si può essere coerenti.
Continuo a pensare all'essere umano come ad un albero con le radici per terra e i rami in cielo. Non credo proprio che le radici e i rami siano in lotta tra di loro discutendo su chi è più importante.
Ogni parte ha il suo compito, si influenzano a vicenda e insieme fanno una forza.

Nel film poi mi è piaciuto come un evento tragico influenzi non solo la vita di Beatrix Potter, ma si possono vedere gli effetti nella sua immaginazione, turbandola.
Così come il mondo dell'immaginazione è legato a noi, altrettanto noi ci sentiamo legati.
E' come una sorta di specchio nel quale ti rifletti completamente nudo.

E' fantastico poi quando nella tua mente si sta creando tutto un mondo.
E' come una sorta di illuminazione, un'eccitazione continua, uno stato simile all'effetto di una droga.
L'immaginazione è la miglior droga, la miglior medicina, è un'infinita risorsa.



It's a kind of magic 
It's a kind of magic 
A kind of magic - no way 
One dream, one soul, one prize 
One goal, one golden glance of what should be 
It's a kind of magic 
One shaft of light that shows the way 
No mortal man can win this day 
It's a kind of magic 
The bell that rings inside your mind 
Is challenging the doors of time 
It's a kind of magic 
The waiting seems eternity 
The day will dawn of sanity 
Ooh ooh ooh ooh 
Is this a kind of magic ? 
It's a kind of magic 
There can be only one 
This rage that lasts a thousand years 
Will soon be done 
This flame that burns inside of me 
I'm hearing secret harmonies 
It's a kind of magic 
The bell that rings inside your mind 
Is challenging the doors of time 
It's a kind of magic 
It's a kind of magic 
This rage that lasts a thousand years 
Will soon be, will soon be, will soon be done 
This is (this is) a kind (a kind) of magic (yeah) 
There can be only one one one one 
This rage that lasts a thousand years 
Will soon be done - done 
Magic - it's a kind of magic 
It's a kind of magic 
Magic magic magic (magic) 
Ha ha ha haa - it's magic 
Ha haa 
Yeah yeah 
Wooh 
It's a kind of magic 






Creare, raccontare storie, immaginarle...
E' qualcosa di straordinario, un dono molto più vicino di quanto si pensi se uno lo desidera.
Un mondo da esplorare e tu stesso sei la chiave.



di Christian Schloe


Basta lasciarsi condurre anche nel mondo reale.
Immaginazione non come scappatoia, ma come traiettoria e il mondo reale si aprirà in infinite possibilità



La magia del Natale

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Non ho intenzione di fare chissà quale discorsone.
Voglio solo chiedervi di riportare alla mente il ricordo di quando eravate piccoli e aspettavate il Natale, della meraviglia che avevate negli occhi.



E' come se si sentisse un'aria frizzantina che ti solletica il naso, l'ansia dell'attesa e poi ecco.
La gioia pervade.
Spesso quando si parla della magia del Natale ci si ricollega a quando si era bambini.
Si pensa con nostalgia a quei tempi dove tutto era più semplice.
Ognuno di noi ha un proprio bambino interiore che ci accompagna dolcemente come se fosse la nostra ombra.
E quando si parla di ascoltare il proprio bambino interiore, non si intende essere sciocchi e puerili.
Si intende avere occhi nuovi. Il mondo sembra aver acquistato una luce sottile, i profumi solleticano...
Ognuno ha il suo bambino interiore e quindi mi sembra davvero sciocco che ci sia una formula magica per entrare in contatto.
Basta solo esserne consapevoli e rendersi conto che i bambini vivono nell'adesso, non quando tutto sarà finito.
Solo una cosa: non è che il bambino interiore ci sia solo a Natale.


Vi auguro tanta felicità.

Non solo a Natale




                                   















Le immagini provengono da I am a bunny di Richard Scarry. La disposizione delle immagini nel post non segue quello del libro 


P.S.: Presto vi parlerò di un'iniziativa in particolare che appunto mi ha fatto sentire questa magia.

Andare per vie traverse (Auguri di buon anno)

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(immagine presa da qui)


E così domani è l'ultimo giorno dell'anno.
Com'è stato il 2013 per me?
Beh, non è stato così di merda come dice l'immagine sopra.
Devo dire però che ci sono state delle cose che mi hanno fatto soffrire molto e altre invece nelle quali ho gioito molto.
E sapete una cosa? Molte delle cose nelle quali ho gioito sono tutte cose che io non avevo previsto.
Avete presente i buoni propositi che si fanno all'inizio dell'anno nuovo?
Ebbene, da diversi anni ce li ho e più o meno sono sempre gli stessi e più o meno continuo a rinnovare l'intenzione ogni anno.
Si tratta di cose per me essenziali, non qualcosa nella quale posso farne a meno.
E non si tratta nemmeno cose tipo "Da ora in poi sarò brava... Devo correggere il mio carattere... ecc..."
All'inizio dell'anno mai mi sarei immaginata, per esempio, che mi sarei iscritta a Facebook e a Pinterest e questo è niente.
Mai avrei pensato che avrei cominciato a usare la macchina da cucire (vedi qui in fondo il mio primo lavoro) oppure che avrei partecipato a dei laboratori di illustrazione (qui quello con Simone Rea a Macerata e qui quello con Morena Forza e Alessandra Fusi a Bologna). 
E queste cose mi sono piaciute che nell'anno prossimo continuerò a farlo.


Inoltre in casa si sono aggiunti due nuovi membri: il gatto Totoro che fra un po' compie 8 mesi.










Di lui ne avevo già parlato, ma l'altro membro di cui non avevo parlato è un cane che si chiama Kai. Anzi il suo nome originario è Kay, un nome molto artistico (vedi qui).
Kai è un cane che fra poco compie 3 anni e l'abbiamo preso da un canile.




canile


balcone

E mai mi sarei immaginata che ci sarebbero stati nuovi animali assieme a Chicco e a Pepe.

Delle amicizie si sono guastate, ma altre ce ne sono state e altre ancora sono state approfondite.
Che cosa ho potuto vedere e sentire da tutto questo? 
La bellezza di fare cose che mai ti saresti aspettato.
All'inizio ero presa da ansie e comunque sono andata avanti.
Inoltre anche di fare le cose quando mi sentivo di farle io.
C'è un tempo giusto per ogni cosa o meglio per molte delle cose che farai nella tua vita.
Se dovessi pensare "Ah, se l'avessi fatto prima chissà quante cose avrei fatto. Chissà dove sarei adesso." non finirei mai di pensarci. In realtà, soprattutto quando mi sento giù, ci penso però dopo mi viene in mente che, seguendo quel pensiero, vivrei quello che io chiamo il fantasma di un passato.
Quindi cosa accadrà nell'anno nuovo?

Eccheneso!

Di sicuro fiduciosa verso qualcosa che non saprei definire.

Le cose brutte, orrende succedono eppure se mi concentrassi troppo su queste, non vedrei la bellezza che mi potrebbe inebriare, che mi risollevi e che mi guidi.

Mondo di sofferenza:
eppure i ciliegi 
sono in fiore.

(Kobayashi Issa)


Lasciatevi sorprendere...


Questo è il mio augurio di buon anno per tutti voi.


Che sarà,
che sarà,
che sarà,
che sarà della mia vita
chi lo sa?
So far tutto
o forse niente.
Da domani si vedrà.
Che sarà.
Sarà quel che sarà.


Un grande artista può celarsi in chiunque

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Avvertenza: Questo post è tratto dalla visione del film della Pixar Ratatouille perciò, se qualcuno non l'ha visto, avverto che ci sono SPOILER!!!





Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco, pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio; prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere il nuovo. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al nuovo servono sostenitori! Ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo, un pasto straordinario di provenienza assolutamente imprevedibile. Affermare che sia la cena, sia il suo artefice abbiano messo in crisi le mie convinzioni sull'alta cucina, è a dir poco riduttivo: hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere! In passato non ho fatto mistero del mio sdegno per il famoso motto dello chef Gusteau "Chiunque può cucinare!", ma ora, soltanto ora, comprendo appieno ciò che egli intendesse dire: non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque.È difficile immaginare origini più umili di quelle del genio che ora guida il ristorante Gusteau's e che secondo l'opinione di chi scrive, è niente di meno che il miglior chef di tutta la Francia! Tornerò presto al ristorante Gusteau's, di cui non sarò mai sazio.

(l'articolo di Anton Ego, preso da wikipedia)


E così ieri sera è stata un'occasione per rivedere il film Ratatouille della Pixar, un film assolutamente magico, una computer grafica sopraffina e devo dire che ti tiene in pugno. Almeno per me è stato così.
Cosa dire poi del messaggio finale di Anton Ego? La prima volta che l'ho visto mi sono commossa e ancora nel rivederlo e questo suo articolo fa nascere in me delle riflessioni sull'arte.


All'arte non interessa quali siano le tue origini.
Potresti aver vissuto in una completa agiatezza oppure nella più completa povertà. All'arte non importa.
Nella versione originale viene poi sottolineato la non importanza della provenienza.
La parte del discorso che ho sottolineato, quella che per me sottintende tutto, in originale è così: "Not everyone can become a great artist, but a great artist can come from anywhere."
Si può pensare che l'arte abbia bisogno di essere nutrita di altrettanta arte e questo può essere vero, ma spesso è qualcosa che viene dopo la scoperta.
Nel discorso di Anton Ego viene parlato del nuovo, viene sottolineata l'importanza che venga sostenuto.
E' come se fosse una pianta sbocciata.
E' forte, talmente forte che può sbucare dal cemento, ma all'inizio non può farcela da solo.
Ha bisogno di qualcosa che lo sostenga e soprattutto di chi lo osservi.
Diversi artisti nascono nella più completa povertà ad esempio Arthur Rimbaud ma lui sin da bambino aveva dimostrato una grande passione e interesse per le attività letterarie e così un suo maestro lo ha sostenuto.
I Maestri possono essere anche morti ed il bello è che non ti diranno di no. Ti accoglieranno sempre se tu li senti affini.
Leggendo poi diverse autobiografie di artisti, anche di persone che conosco personalmente, ho potuto constatare che anche loro hanno avuto i miei stessi dubbi, le mie stesse paure, i miei stessi momenti di indecisione e a volte anche di sfiducia.
Se io adesso li vedo così come sono adesso è perché sono andati avanti.
Tutti i grandi hanno cominciato dal piccolo.
Inoltre mi piace come Anton Ego dica a Rémy di stupirlo.
Il nuovo ha sempre bisogno di essere rinnovato.


Ho sempre avuto cura di quando dicevo di essere un'artista. 
Se a qualcuno posso essere sembrata presuntuosa e arrogante, io invece mi sentivo responsabile. (A tale proposito, vi consiglio di leggere questo  post di Roba da disegnatori).
Poi l'estate scorsa un poeta che conosco ovvero Franco Costantini, e che vi consiglio di leggere le sue opere, dice a me e ad altri ragazzi: L'artista ha bisogno di essere arrogante e umile.
Non mi ricordo se così l'ha detta la frase comunque il senso è che l'arroganza e l'umiltà sono due caratteristiche che devono accompagnare l'artista, a pari passo.
Di solito si pensa che un artista sia o arrogante o umile e magari si pensa anche che queste due caratteristiche non possano coesistere perché totalmente opposte.
Eppure, come opposti, queste due caratteristiche sono complementari.


Uno dei momenti più topici del film è quando Anton Ego assaggia la ratatouille del titolo.




Un piatto appunto umile eppure capace di scuotere un integerrimo critico.
E' particolare come questo critico sembra portare con sé un'aura mortifera.
Eppure quel piatto lo scuote a tal punto che tutto sembra riprendere vita persino i colori divenuti caldi.
Non si tratta solo di un ricordo dovuto alla nostalgia di un momento del passato, ma il rimembrare qualcosa che aveva dimenticato.
Come mai Rémy ha deciso di cucinare quel piatto? Nel film non viene spiegato.
Si arriva a un punto del film dove un piatto può decidere la sorte.
Magari alcuni decideranno di creare piatti sontuosi e appariscenti proprio per stupire.
Eppure Rémy decide di fare quel piatto e di non seguire la ricetta che gli viene data.
All'inizio del film possiamo vedere Rèmy che cresce in campagna e nonostante sia nato in una famiglia di ratti comuni, lui possiede un olfatto sviluppatissimo.
Lui è quello diverso e guidato dal suo olfatto si fa condurre nel ristorante di Gusteau, il suo maestro talmente personale che è frutto della sua immaginazione e in più gli parla.
Ma in realtà quello spirito, che ha assunto le sembianze di Gusteau, rappresenta quello che Rémy sa e che ha bisogno di essere detto per far sì che il topo se ne renda conto.
In quel piatto così decisivo ci sono tutte le origini di Rémy, il suo sapere, c'è tutta la sua passione!
Solo un piatto così avrebbe potuto scuotere il critico.
Solo qualcosa di così sincero e onesto riesce a raggiungere le persone e a conquistarle.
E' davvero poi particolare come qualcosa che viene fatto secondo un intento, per chi lo guarda o lo sente può rappresentare tutt'altro.


Io qui ho finito.
Lascio a voi la parola, se volete.



Piccola nota: A ripensarci, io nel film avrei inserito "Un artista può celarsi in chiunque". Il fatto che uno sia grande o no non so, per me viene dopo. E poi è sempre un giudizio sul suo valore. Non so.

Super 8 di Anna Castagnoli

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Anni Settanta. Venti di libertà soffiano sul mondo, accendendo nelle persone nuove speranze, idee, emozioni. Ma anche paure, inquietudini, disagi prima del tutto sconosciuti. La piccola Anna è figlia della sua epoca: pronta ad affrontare ogni avventura con passione ed entusiasmo, trascinata da un istinto vitale e da un'immaginazione che paiono senza limiti. E d'altra parte fragilissima, delicata, esposta alle intemperie e ai colpi di un mondo adulto pieno di misteri, contraddizioni, reticenze. Perché se sei un bambino la libertà può essere il più meraviglioso dei doni, ma anche il più pesante dei fardelli, a portarlo tutto da solo.

(dalla quarta di copertina)


Da quanto tempo ormai leggo il blog di Anna Castagnoli, autrice e illustratrice?
Non lo saprei dire e non mi ricordo neanche come ci sono arrivata.
So solo che appena letto, me ne innamorai.
Mi piace un sacco la sua acutezza, la sua intuizione, il suo modo di vedere le cose.
Così quando lessi che in un libro aveva raccontato della sua infanzia, mi dissi subito che dovevo leggerlo.
Edito da Topipittori, rappresenta per Anna il suo debutto nella narrativa, un'autobiografia.

Quando si tratta di leggere un'autobiografia, la mia curiosità freme ma allo stesso tempo, mi sento come se quella persona abbia deciso di rivelare a me alcuni suoi ricordi, che abbia deciso di confidarsi.
Quindi mi sento sempre di leggere come se camminassi in punta di piedi.
Proprio come il Super 8 del titolo (formato della Kodak introdotto nel 1965 usato ampiamente per i video amatoriali e anche per alcuni professionali), si hanno come diversi filmati, ma c'è soprattutto un paragone che mi viene da pensare riguardo al libro ed è vedere la luce di una stella.
Leggere il libro, leggere le sue impressioni ancora vivide è stato come vedere la luce di una stella.
La luce è il ricordo che quella stella ci lascia e non sai se sia viva o morta.
Tutto nel libro sembra acquisire vita soprattutto la natura.
Non più natura matrigna come viene vista da chi ha così tanta esperienza da sentirsi intrappolato, ma amica, compagna, custode.
Tutto è vivo, tutto la sta aspettando, lì in attesa di qualcosa di grandioso, e Anna adulta ci guida a conoscere Anna bambina, la sua famiglia, i suoi amici, le sue avventure e le sue marachelle.
Inoltre nel libro si parla della morte dell'infanzia, dell'accorgersi che qualcosa sta cambiando, di essere a contatto con la morte, una cerimonia di gesti rituali, una lenta danza racchiusa in se stessa.
Dov'è la spontaneità in quella danza?
E come si potrà conciliare questa danza con quella che Anna, come qualsiasi altro bambino, sta sentendo?
E come si potrà armonizzare la danza di un bambino con quella degli adulti?
Il libro si chiude con alcuni piccoli avvenimenti, anche di non grande importanza se visti con la mentalità di un adulto, e alla fine una nota di amarezza.
L'infanzia, quest'età dolce e amara, dove si assaggia per la prima volta la vita e ci si scontra con gli adulti.
Cerco di ricordarmi il viso di Anna come lo vedevo prima di leggere il libro.
Tutto sembra aprirsi in una nota di spontaneità.
L'ho vista ancora tra gli alberi, l'ho vista in una risata cristallina.
Che abbia visto la luce della stella?
Non lo so, ma se avessi conosciuto Anna quando era bambina le avrei chiesto di insegnarmi ad arrampicarmi sugli alberi.
Si tratta di un libro che fortemente consiglio, di facile lettura, estremamente evocativo e in qualche maniera familiare anche se non si sono vissute le medesime esperienze.


Qui intervista di Anna Castagnoli sul libro 

Acting History, un laboratorio teatrale sui personaggi storici

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Prima o poi un attore, che sia cinematografico e/o teatrale, dovrà affrontare un personaggio storico o comunque legato al passato.
La sua recitazione dovrà innanzitutto non essere solo credibile come personaggio, ma anche tenere conto che non è coevo agli spettatori.
Ogni persona è figlia della sua epoca e ogni persona è contemporanea al suo periodo.
Anche se sono personaggi legati al passato, questo non vuol dire che siano lontani da noi.
Alcune cose al giorno d'oggi saranno inconcepibili però alla fine sono sempre persone.
Sono quelle piccole differenze ad essere sostanziali.
Vengo a sapere oggi di un laboratorio teatrale qui a Ravenna chiamato Acting History, l'interpretazione di personaggi storici tra cinema e teatro

Non so bene cosa ci sarà, ma vedendo il programma (vai qui) c'è da chiedersi "Perché no?"
Io sono curiosa.

Il laboratorio si terrà al Centro Valtorto (via Faentina 216, Ravenna) ed è dal 6 al 9 marzo, impegno tutto il giorno con finalizzazione di uno spettacolo estivo.
Bisogna candidarsi mandando curriculum (breve), foto e/o video presentazione (link) a info.pandaproject@gmail.com con oggetto: Acting History
Si selezioneranno i partecipanti (max 10)
costo: 150 euro
sconto B&B per chi viene da fuori e per gli under 30




CoglioneNO... Cos'altro dire?

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Il Creativo... 
Razza aliena di età indefinita.
Parla per concetti astrusi e spesso non segue un filo logico.
Il suo manto è spesso variegato in diversi colori e trame spesso contrastanti tra di loro.
La sua vita non segue un ordine prestabilito
Ma soprattutto è un parassita!



I tre video sull'iniziativa CoglioneNO sono diventati pressoché virali e molti hanno commentato, molti hanno detto la loro.
In particolare i tre video si focalizzavano su chi è giovane, chi è creativo e chi è freelance facendo una semplice domanda: a un idraulico, giardiniere o antennista direste magari "Il progetto non ha budget?" anche magari a fine realizzazione, ma in compenso c'è la visibilità.
Ho subito condiviso i video pensando soprattutto che chi fa un lavoro, dà un servizio e perciò deve essere pagato quanto gli spetta.
Bada bene che nella frase non sto facendo nessuna distinzione se uno sia creativo o no.

Eppure...

Eppure sta venendo fuori chissà cosa.
Soprattutto un fraintendimento su chi sia un creativo.
Chi può dirsi di essere un creativo? Sostanzialmente chi fa lavori creativi.
E quali sono questi lavori?
Soprattutto si ha uno stereotipo su chi sia un creativo e più o meno corrisponde a quello scritto all'inizio.
Insomma, una persona talmente piena di sé che ha deciso di snobbare lavori umili perché crede di essere superiore agli altri, perché ha studiato ("ha fatto le scuole alte" come si dice) sborsando soldi e così pretende di essere pagato in corrispondenza agli studi.
Inoltre è uno fa che solo presenza alle feste per fare pierraggio e stalkerare ogni possibile acquirente (questo soprattutto in caso di freelance)

Mi sembra una visione alquanto distorta e priva di fondamento e se per caso ha anche un solo fondamento beh siete cascati male.
E poi scusate: non ditemi che non vi siete mai imbattuti nei classici lavori di artigianato (antennista, giardiniere, idraulico per citare quelli menzionati nei video ma non solo questi) e siete cascati male?
Il lavoro non era come quello prestabilito, vi hanno fatto pagare più del dovuto ecc... Tutti guai che possono capitare in qualsiasi lavoro.
E ovviamente non sto dicendo che in TUTTE le categorie citate ci siano solo dei grandi furbi e delinquenti. Ci mancherebbe!!!

Li ho letti e devo dire che nella maggior parte dei post contrari a questa iniziativa (tipo il primo link) si ha una sola idea del creativo appunto uno stereotipo.
C'è chi dice che in un mondo competitivo come appunto questo, bisogna eccellere, differenziarsi.
Una cosa per me è certa: questa cosa dei lavori non pagati o poco non è un problema sorto grazie a questa campagna diventata virale.
Già prima di questi tre video, era per me chiara la situazione che solo con la visibilità non si viene pagati. Basta andare a cercare e troverete post altrettanto significativi, video sul perché non ci si deve essere ingannati dal fattore della visibilità.
In questi anni ho conosciuto diversi creativi di diverso tipo e l'idea che un creativo sia un lavativo beh l'ho riscontrato minimamente.
Il più delle volte hanno un tale rispetto per il lavoro, una tale dedizione.
In più credo che un grande fraintendimento sia la possibilità del lavorare in casa o comunque in qualsiasi altro post e totale libertà degli orari.
In realtà per cercare di fare il lavoro al meglio possibile, gli orari se li impongono quasi.
C'è una tale meticolosità che forse non vi aspettereste da chi fa un lavoro creativo. Chi più chi meno, comunque non si tratta di persone che quando hanno un lavoro da rispettare dicono "No, domani no. Stasera poi ho un aperitivo..."
E' solo una diversa maniera di lavorare per non parlare del processo creativo che è molto più concreto di quanto possa sembrare (vedi qui una visualizzazione di quello che può sembrare).
Inoltre anche il fatto che se indossa abiti vistosi è solo per fare scena. Oppure è come si dice un poser.
Mi sembra un giudizio piuttosto affrettato e magari dietro a quella veste da pavone, c'è l'acutezza di un'aquila.
Inoltre non dimentichiamo che il più delle volte si fanno altri lavori e che magari si trasloca all'estero o si lavora più con editori esteri (tipo la Francia) perché c'è più rispetto per il lavoro.
Magari allora qualcuno chiederà: Perché se sapete che c'è tutto questo casino, lo fate?
Perché è più forte, perché quando vedo una cosa che attira la mia attenzione penso già a come trasformarla in un'idea, in un progetto, perché ogni cosa mi rimanda a quello, perché per me poche cose sono belle come vedere una mia opera finita e perfetta così com'è.
Ovviamente qui parlo per me, ma credo che molti altri si riconoscano in quello che dico.


Insomma, cos'altro dire?
Personalmente, direi di andare più in profondità, di non fidarsi di stereotipi perché sostanzialmente non dicono praticamente niente.
Vogliono solo ribadire un concetto, un loro concetto che non corrisponde a realtà e se per caso corrispondesse, vi faccio una sola domanda: una sola persona, una sola esperienza negativa può davvero presentare un'intera categoria?


Come sempre, vi invito a dirmi la vostra e come sempre vi chiedo di esprimere le vostre opinioni (anche contrarie) in maniera costruttiva se no state certi che non la pubblico.
Intanto vi lascio con l'intervista agli autori della campagna video (che ho particolarmente apprezzato e mi piacerebbe, come dice in un link che ho inserito, di farlo dal punto di vista dei creativi ovvero non più vittime).


P.S.: Cercando su Google ho trovato questo su chi è freelance


R.I.P. Claudio Abbado

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Era solo qualche giorno fa quando guardavo su Rai5 la Quinta Sinfonia di Beethoven diretta da Claudio Abbado con la Berliner Philarmoniker



Cercavo di imprimere nella memoria i suoi gesti e le sue espressioni, studiavo le sue mani.
Tutto il corpo era preso da una vibrazione interiore, da un'ondata di energia.
Così quando ieri ho appreso della sua morte per me è stato un duro colpo.
80 anni, da tempo conviveva con una grave malattia.
Non l'ho mai visto dal vivo però da tempo sapevo del suo grande impegno di introdurre la musica classica ai giovani, ai lavoratori, di far capire che questo tipo di musica non è qualcosa di elitario, non è solo roba da salotti.
Guardando il suo curriculum si possono vedere premi, riconoscimenti, tutte cose che possono fare onore, ma credo che ciò più gli fa onore è il suo impegno per quanto riguarda la cultura, un impegno costante per svecchiarla, per toglierla dalla polvere come è successo per la riapertura del Teatro Massimo di Palermo da anni chiuso.



Articoli su di lui: qui, qui e qui


Documentari e interviste










E poi... come dimenticare Pierino e il lupo di Sergej Prokofev con la collaborazione di Roberto Benigni?





Grazie Maestro.



Nel mondo del teatro con Il grande sogno di Maya (terza e ultima parte)

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Scusate se in questi giorni non ho postato niente, ma sto lavorando a una cosa che riguarderà tutti voi.
Intanto ho ripescato questo post lasciato incompiuto.
Per chi non avesse letto le prime due parti (qui la prima parte e qui la seconda), da tempo mi sono accorta quanto nel manga Glass no kamen (conosciuto anche attraverso la trasposizione anime anni Il grande sogno di Maya), ci fossero delle indicazioni sul teatro.
Cercando di spoilerare il meno possibile, ecco ciò che ritengo importante.
In quest'ultima parte, il sogno di Maya di interpretare la Dea Scarlatta diviene più palpabile.
Cos'è la Dea Scarlatta? Per chi non la conosce si tratta di un'opera (fittizia) scomparsa dopo che la protagonista, Chigusa Tsukikage, rimane ferita in un incidente che le sfregia metà viso durante lo spettacolo.
Passano gli anni e lei trova due possibili candidate: Maya Kitajima e Ayumi Himekawa, rivale e coetanea.
Di cosa parla quest'opera? E' ambientato più di 600 anni fa in Giappone e c'è una guerra. Si vede apparire nel cielo la Dea Scarlatta, lo spirito del susino. Per fermare la guerra sarà coinvolto uno scultore ed ex brigante Isshin. Successivamente Isshin perde la memoria e sarà curato da Akoya. I due s'innamorano, ma lui non sa che Akoya è una delle forme della Dea Scarlatta e in più teme che acquistando la memoria, lui la perderà. Infatti tutto quello che deve fare è intagliare una statua votiva con il legno del susino.
Passiamo adesso al post. 
A differenza dei due precedenti post, in questo non ci saranno le pagine.
Motivo? Non erano segnate.



"Maya è difficile e tu lo sai, ma come sempre insisterai..."
Io insisto, ma la Miuchi è una zuccona.
Neanche a me vuole dire niente.



Volume 33

Presidente dell'Associazione Nazionale dello Spettacolo: (guardando la seconda versione di Lande dimenticate) Ho capito. L'intera sala funge da spettacolo... (...) Senza rendersene conto, anche il pubblico diventa parte dello spettacolo. (...) All'inizio gli spettatori sono stati gli ospiti del ricevimento che ha visto la discussione tra il barone e Stewart. Poi sono diventati i muri della stanza di Jane. In seguito gli osservatori nell'ombra della ragazza lupo Jane...
In questo modo gli spettatori non se ne andranno mai a spettacolo in corso perché ne fanno parte.

P.A.N.S.: (sempre riferendosi alla versione appena vista) Il pubblico è stato assimilato allo spettacolo. Attori e pubblico condividono le stesse scene, respirano la stessa aria, provano le stesse emozioni... Senza rendersene conto, gli spettatori hanno l'illusione di far parte del dramma! Niente di più efficace per sviluppare un senso di vicinanza e forte collaborazione... Diversamente dalle immagini di tv e cinema, il teatro è vivo. L'aria che respirano gli attori è la stessa che respira il pubblico. Lande dimenticateè uno spettacolo che dà il senso del reale.



Volume 35

Maya ed Ayumi vengono condotte dal Presidente dell'Associazione Nazionale dello Spettacolo nella vera valle dei susini, luogo che ha dato ispirazione ad Ichiren Ozaki per scrivere la Dea Scarlatta. Il mattino dopo, seguendo il suono di uno strumento (lo tsuzumi), trovano Chigusa Tsukikage provare le battute della Dea Scarlatta. 

Chigusa Tsukikage:



(dopo che Ayumi le ha chiesto se viene spesso a provare) Sì, Ayumi. Ogni giorno da quando sono arrivata... E' insolito, vero? Anche se un tempo l'ho interpretato a lungo, ogni giorno scopro qualcosa di nuovo in questo ruolo... I gesti, le espressioni, il mutamento del cuore della Dea Scarlatta... Un perfezionamento che certamente non avrà mai fine...
Ma voi avrete la vostra Dea Scarlatta. Non stancatevi mai di provare. Aspirate alla perfezione.

P.A.N.S.: (Chigusa ha chiesto a Maya ed Ayumi di assumere la forma di un albero. Maya è in una posizione molto statica mentre Ayumi assume una posizione molto complessa. Passano diversi minuti. La signora Tsukikage chiede allora al Presidente una sua opinione) La posizione di Ayumi era bella. ma difficile da mantenere a lungo. Purtroppo ha rivelato la fatica di un essere umano. Al contrario, Maya ha scelto una posa estremamente semplice e comune ma col passare del tempo è sembrata immedesimarsi sempre di più nell'albero e ne ha dato la sensazione.
Ma sul palcoscenico non starebbe immobile tanto a lungo. In questo senso mi è sembrata più rispondente la performance di Ayumi.

Maya ed Ayumi devono preparare quattro interpretazioni: vento, fuoco, acqua e terra ovvero i quattro elementi della Natura. E' questo l'addestramento per saper interpretare la Dea Scarlatta.

C.T.: (Ayumi ha appena finito la prova del vento) Ottimo. La lunga mobilità iniziale ha fatto risaltare il movimento. Con il piccolo gesto di scostare i capelli hai attirato gli occhi di chi guardava su quel punto. Un alito di vento che accarezza la nuca, un minimo movimento di spalle e collo, un'espressione ridotta al minimo... Un'interpretazione di alto livello che esclude il superfluo. Sei stata impeccabile.

C.T.: (Maya ha appena finito la sua immedesimazione del vento) Maya! Io vi ho detto interpretate il vento e non immedesimatevi nel vento! 
Un attore deve recitare! Recitare! Per chi? Per se stesso? Per il pubblico che viene a vedere il suo spettacolo! Senza un pubblico, recitare non ha senso! Non dovevi diventare il vento! Dovevi interpretare il vento!
Per questo avresti bisogno di studiare di più danza classica! Così saresti in grado di esibirti davanti ad un pubblico! i tuoi attuali movimenti non sono all'altezza di una professionista
Maya, ricorda bene le mie parole! Che cosa significa recitare? Diventare il personaggio, a prima vista può sembrare una cosa meravigliosa, ma in realtà è una grave mancanza perché si finisce per dimenticare che si sta recitando. Non si nota il pubblico e si ha solo la vaga consapevolezza interiore di essere se stessi, Per quanto uno sia bravo, se dimentica che sta recitando non è un attore.Ayumi ha interpretato il vento. Tu sei diventata il vento. Ayumi ha fatto l'attrice mentre tu hai solo cercato di diventare un vento mancato. La capisci la differenza, Maya?


Ayumi Himekawa:




(pensando) Diventare il vento... Maya... E' vero che i tuoi movimenti sono stati rozzi e infantili, ma... io non ci avevo pensato! La signora Tsukikage ha ragione... ma Maya ha colto più di me l'essenza del ruolo... l'essenza del ruolo...

M.K.: (pensando a quello che le ha detto la signora Tsukikage) Interpretare il fuoco senza diventare il fuoco. E' difficile! Come posso fare per esprimere il fuoco...?

Volume 36

C.T.: (a Maya dopo la sua prova del fuoco) Negli occhi della tua Oshichi mancava la follia d'amore! Fra una recitazione impeccabile e una recitazione affascinante c'è una bella differenza! Anche se non perfetta, una recitazione affascinante attira la gente! Perché ha un profumo autentico! E il pubblico lo sente!

Volume 37

A.H.: (dopo aver visto la prova dell'acqua di Maya) Lei recita d'istinto! Non si accorge nemmeno di quello che fa! E' stata a guardare la mia interpretazione sorridendo, nonostante io fossi la sua rivale! Come fa a essere così innocente? Non riesco a capacitarmene! Le mie interpretazioni non le danno alcun pensiero? No! Qui ti sbagli, Ayumi! Tu lo sai! Lei ama davvero recitare! Per questo quando assiste a un'interpretazione, ne è talmente assorbita che dimentica se stessa! Anche se si tratta della competizione per aggiudicarsi la Dea Scarlatta...
Lei comprende l'intima essenza del recitare! Come fa? Non ha nemmeno bisogno di grandi sforzi! E' dunque questo il suo talento?! (...) A ben guardare, la mia recitazione è frutto di tutti i miei sforzi e della tecnica acquisita! E poi... di quella trascurabile distinzione che può farmi spiccare sulla gente! Non è talento! Né tanto meno istinto!

Genzo (assistente della signora Tsukikage):


(Chigusa Tsukikage gli ha appena chiesto le sue impressioni sulle due interpretazioni dell'acqua) Vediamo... Lo Ryujin (nota: dio drago dell'acqua) di Maya è stato estremamente semplice, ma anche attraente. Ma per capacità espressiva, la Sirenetta di Ayumi gli è stata superiore.
C.T.: Dimmi allora, quale ti ha impressionato di più?
Genzo: Impressionato? Vediamo... Credo lo Ryujin di Maya.
C.T.: Maya è una ragazza interessante, vero? Lei sa come recitare d'istinto... L'interpretazione di Ryujin è stata essenziale! Maya sapeva che troppi movimenti avrebbero nuociuto al suo mistero e alla sua solennità! Così ha alzato le braccia solo una volta... In questo modo ha mostrato un gesto di grande minaccia esprimendo la grandezza e il potere di Ryujin!
Ayumi è meravigliosa! Nonostante sia così giovane, ha un tale carisma, una tale espressività, una tale distinzione. E' un'attrice sorprendentemente completa. E poi è così bella! E' un fiore impareggiabile. Basta il suo apparire sul palcoscenico perché lo sguardo di chiunque sia catturato da lei. Sembra essere nata per fare la protagonista. Ora come ora, Ayumi vince su ogni aspetto. Però Maya ha il dono di attrarre chi la guarda! E di lasciare in esso una forte impressione anche dopo che è calato il sipario...

Le quattro prove sono finite. Ora alle ragazze verrà consegnato il copione della Dea Scarlatta

Giornalisti:
Presto cominceranno le prove per la Dea Scarlatta.
Avrà meglio l'interpretazione minuziosa e calcolata di Ayumi Himekawa o quella istintiva e ispirata di Maya Kitajima?
Vedremo chiaramente quale delle due sarà la più adatta alla Dea Scarlatta.
Vincerà comunque la raffinata forza recitativa di Ayumi Himekawa. Anche solo per la sua bellezza. Non c'è interprete migliore per un personaggio dalla bellezza incomparabile!
Se così fosse, Chigusa Tsukikage non avrebbe mia preso in considerazione Maya Kitajima!
Già! E' vero.
E' vero che le è superiore per tecnica, ma Maya Kitajima talvolta ha dimostrato di avere una presenza scenica tale da superare Ayumi Himekawa. E' una ragazza piuttosto temibile! Tanto da essere stata definita, un tempo, rovinaspettacoli. Non vedo l'ora di vedere cosa sapranno fare le due ragazze.
Anch'io.

Volume 38

C.T.: Volete parlarmi dei vostri risultati nelle prove di oggi? A cosa avete lavorato? Ayumi?
A.H.: Ah... Io ho pensato a come interpretare le battute che lei ci ha consegnato ieri. Mi sono interrogata sulla voce del cielo, la voce della terra, su cosa significhi che l'albero è lo spirito o sulla forza come spirale della Dea Scarlatta... Ci ho pensato mentre camminavo per le montagne. Perché se non si capiscono le battute, non si può recitarle... 
C.T.: E dunque? Le hai capite?
A.H.: No, non ancora...
C.T.:  Capisco... E tu Maya?
M.K.: Anch'io... ho pensato alla Dea Scarlatta... a con quale stato d'animo avrebbe pronunciato quelle parole...
A.H.: (pensando stupita) Lo stato d'animo della Dea Scarlatta!
C.T.: E quindi?
M.K.: Ehm... Non l'ho ancora afferrato...
pag.126
C.T.: E la comprensione delle battute?
M.K.: Ehm... non ci ho nemmeno pensato. Figuriamoci comprenderle...
C.T.: Vuol dire che non hai pensato a niente?
M.K.: Già... mi scusi.
C.T.: Allora prova a rispondere... Cosa ti suggerisce la battuta iniziale "Chi mi sta chiamando?"
M.K.: Ehm... Penso che significhi esattamente quello che dice...
C.T.: Quello che dice?
M.K.: Immagino che sia chiamata da qualcosa...
C.T.: Qualcosa?
M.K.: Sì, qualcosa (Ayumi ride)
C.T.: E tu Ayumi?
A.H.: Chiamata dal mondo degli spiriti! Dall'odore del sangue del mondo degli uomini.
(seguono altre pagine con la signora Tsukikage che chiede il significato di altre battute, Maya sembra essere ingenua e Ayumi fa difficoltà a capire il senso delle battute)
M.K.: Ehm... veramente non saprei... Penso esattamente sia la voce del cielo e della terra.
C.T.: Come dice la battuta?
M.K.: Sì.
C.T.: Non ti poni nessun dubbio?
M.K.: No...
C.T.: Perché?
M.K.: Non so bene... solo perché sono le battute della Dea Scarlatta. Io penso che... la Dea Scarlatta sentisse la voce del cielo e la voce della terra (Ayumi non ride più)
C.T.: (a Maya) Vuol dire che non hai fatto nessun sforzo per capire le battute?
M.K.: Già... Ho solo pensato in che modo esprimerle.
(...)
A.H.: Io ancora... non sono riuscita a capire bene in che modo "lo spirito degli dei della terra" sia albero. E nemmeno come la forza diventi spirale...
C.T.: E' per farvelo capire che vi ho fatto interpretare i temi di vento, fuoco, acqua e terra, Ayumi. Tornate ad osservare la Natura.
C.T.: (a Genzo) Ayumi ha preso le battute come attrice. Maya come la Dea Scarlatta. Sta venendo fuori la differenza tre le due... Domani le prove saranno interessanti...

C.T.: (guardando Ayumi e Maya fare una prova interpretando la Dea Scarlatta prima del segnale del suo risveglio) Sono una l'opposto dell'altra... Guarda Maya ha un'espressione indifesa... Con il passar del tempo, Ayumi comincia ad ascoltare schiettamente il suo cuore mentre Maya lo dimentica... 

Volume 39

C.T.: (dopo aver fatto camminare Maya ed Ayumi a piedi nudi su travi di legno con campanellini alle caviglie) Immagino sia chiaro che il modo di camminare di Ayumi ha un bel ritmo e quello di Maya è cacofonico. Il cigolare del pavimento ne è stato la dimostrazione. La Dea Scarlatta non è umana. Dovete cercare di migliorare anche la vostra andatura. Se si cammina come una persona normale, il pavimento cigola. Il modo di camminare, di muoversi, di parlare, l'atteggiamento, l'espressione non devono essere assolutamente gli stessi di una persona. Per quanto possiate comprendere la Dea Scarlatta con la testa e il cuore, sul palcoscenico poi dovete esprimerla. Il pubblico deve capire a colpo d'occhio di trovarsi di fronte alla Dea Scarlatta, lo spirito dell'albero di susino
La vostra recitazione deve convincere chi vi guarda.

A.H.: (pensando mentre guarda Maya che scende un torrente come la Dea Scarlatta goffamente ) Ecco! E' esattamente quello che pensavo. Anche se ha capito la Dea Scarlatta, non riesce a muoversi come lei. La sua capacità espressiva non ne è all'altezza. (...) Non ha mai affrontato un ruolo come questo! Anche se ha potuto comprendere il personaggio con la testa e con il cuore, non le è bastato per interpretarlo!
Esprimere una dea con un corpo di carne! Per questo ci vuole tecnica! Tecnica artistica! Ho trovato... il punto debole di Maya

(Dopo essere scesa goffamente saltando sulle rocce del torrente, Maya cade in acqua. Ayumi le porge la mano e Maya scappa dalla vergogna per la brutta figura. Gli attori della compagnia Unicorno e Tsukikage discutono sulla prova di Maya)
Maya si è comportata in modo diverso dalla valle dei susini.
Già. E' troppo difficile scendere le rocce di questo torrente mentre si recita.
Un adeguato addestramento fisico e capacità espressiva sono indispensabili.
Ayumi ha la preparazione di una danzatrice professionista! In balletto classico, danza moderna e giapponese tradizionale.
Salta agli occhi di tutti che quanto a forza espressiva Ayumi è superiore a Maya.
Per quanto il suo cuore si sia immedesimato nella Dea Scarlatta, il suo fisico rimane umano... Maya ha una rivale molto difficile...

Volume 41

Masumi Hayami: (Nel volume precedente si è assistito alla Dea Scarlatta di Chigusa Tsukikage, la sua ultima performance. Eisuke Hayami chiede a Masumi di raccontargli le sue impressioni) ...Innanzi tutto l'ambientazione naturale nella valle dei susini è stata meravigliosa. Non ci poteva essere scenografia migliore. Poi la musica...  Penso che, nella loro semplicità, le voci, il suono del flauto e del piccolo tamburo si adattassero alla perfezione a quel scenario naturale. L'eco della valle, poi, accresceva l'effetto arcano.
Il mormorio dell'acqua... Il fruscio delle cime degli alberi... Il colore del cielo al crepuscolo. Il fuoco a illuminare il buio della sera... E poi la nebbia... Il vento... Per questo dramma non ci poteva essere un palcoscenico di maggior effetto. E poi l'interpretazione dei  due soli attori è stata buona e di respiro. Tensione senza eccessi... Aspettativa... Anche la maschera che Chigure Tsukikage ha indossato per nascondere le cicatrici del volto è stata di effetto. Entrambi hanno abbondantemente espresso nel dramma la loro autentica forza artistica. Ma la cosa più bella è stata che il palcoscenico e il pubblico si sono fusi nella storia de La Dea Scarlatta in un'emozione irripetibile. E' stato proprio come se il pubblico fosse testimone di una storia e la condividesse assieme ai personaggi. E parliamo di un pubblico con una vastissima esperienza di spettacolo.

Volume 42

Ryuzo Kuronuma:



Sarà la vostra recitazione il ponte che porterà il pubblico nell'arcana valle dei susini. Se non sarete convincenti, non porterete mai il pubblico nella valle della Dea Scarlatta. Lo lascerete sulla riva opposta. (...) Nessuno di voi qui ha mai visto un tengu, Ryujin, uno spirito o una dea. Non crediamo all'esistenza di ciò che non vediamo con i nostri occhi! Ma se non crediamo a ciò che interpretiamo, come possiamo pretendere che lo faccia il pubblico?
Come potete interpretare esseri che non esistono nella realtà? Inventandoli. Per questo esiste l'immaginazione! Se li create, almeno voi potete crederci! Poi sul palcoscenico diventeranno reali! Date la precedenza all'immaginazione (...) Quello che volete interpretare, prima dovete immaginarvelo! Nella testa, nel cuore, dovete rivedere la sua immagine infinite volte! Quando l'avrete fatto, il passo successivo sarà usare l'immaginazione per renderlo reale! E questo si fa a una sola condizione!
(Ryuzo Kuronuma dice a  Maya di camminare su un pavimento bagnato come fosse la Dea Scarlatta, ma non ci riesce) Allora Kitajima, hai capito? Tu hai camminato come un essere umano. Il pubblico, che è sensibile, se ne sarebbe accorto! Espressività! E' questa la condizione.
(...) Fatevi l'immagine del vostro personaggio! Quello che immaginate, esprimetelo sul palcoscenico! E' l'espressività che convince il pubblico!

Volume 43

R.K.: (Maya ancora non riesce a capire il ruolo di Akoya, la fanciulla che è in realtà la Dea Scarlatta così chiede a Kuronuma di portarla in un posto all'aperto. Dopo Kuronuma le dice di abbracciare un albero) Allora, Kitajima? Hai parlato con l'albero?
M.K.: No...
R.K.: Ho capito. Allora non hai altra scelta che immaginare che cosa ha provato e come ha vissuto quest'albero! Esprimilo tu al posto suo attraverso la tua interpretazione ricorrendo all'immaginazione. Se la tua interpretazione risulterà persuasiva, chi la guarderà distinguerà l'animo dell'albero! Questa volta il tuo ruolo è quello di parlare per conto della Dea Scarlatta. Attraverso la tua interpretazione, dovrai trasmettere agli spettatori che cosa sente, pensa e cerca di fare lo spirito della Dea.

Volume 44

C.T.: (dopo aver assistito a una prova della Dea Scarlatta di Maya) E' stata migliore di quanto immaginassi. Naturalmente ci sono ancora delle imperfezioni da sistemare nell'interpretazione di Maya... Si nota ancora una certa rozzezza... Rappresenta un problema pure il fatto che i suoi sentimenti sono talmente intensi che gli altri attorno non riescono a starle dietro. Ma è solo che, anche durante le prove, lei cerca di vivere come Akoya. Che sorpresa scoprire che Maya mira a raggiungere l'autenticità della Dea Scarlatta!
P.A.N.S.: (guardando la prova di Ayumi) Guardate! Si è fermata! Grazie a quell'attimo di pausa, la sua figura ricorda proprio un susino. Se fosse durata di più, sarebbe risultata innaturale e se fosse stata troppo corta, non avrebbe dato agli spettatori il tempo di far lavorare l'immaginazione... I suoi tempi sono perfetti
Peter Hamil (fotografo francese e innamorato di Ayumi Himekawa)


(Ayumi ha notato che non la fotografa più come prima e gli chiede il motivo) Io non fotografo le bambole. Non scatto le foto a qualcosa che non ha un animo! Non mi interessa la sola forma della Dea Scarlatta!
Ayumi, tornerò di nuovo per fotografare la Dea Scarlatta viva!
A.H.: (pensando) Vorrebbe dire che la mia recitazione è priva d'animo... Che la mia è una Dea Scarlatta senz'anima?
Alcuni teatranti compagni di Ayumi: Ayumi! Magnifica interpretazione! La scena in cui hai saltato è stata spettacolare! Maya Kitajima non potrà mai eguagliarti! Già! Lei è in grado di diventare la Dea Scarlatta solo interiormente!
A.H.: (tra sé e sé) Interiormente?
Più di chiunque altro, lei ha afferrato l'intima natura della Della Scarlatta! A prescindere dalla ragione! La differenza tra lei e me sta proprio qui... E questo mi spaventa!

Volume 45

R.K. (Maya pronuncia le battute della Dea Scarlatta ma sono molto complesse e difficili per questo il regista la interrompe)Tu, mentre recitavi, pensavi che fossero battute difficili, vero? La tua interpretazione è superficiale! (...) La tua Dea Scarlatta non è ancora completa! Direi che, pur avendo afferrato qualcosa che si avvicina all'essenza fondamentale , non hai ancora capito appieno
Non hai ancora capito il significato delle parole della Dea, giusto? (Maya annuisce) Bé del resto, non lo capisco nemmeno io... Eppure se le ascolto svuotando la testa dal buon senso e dai pregiudizi, incomincio ad aver l'impressione di riuscire a intuirne vagamente il senso... Questo vuol dire che c'è ancora una distanza da colmare tra te e la Dea Scarlatta. Ogni battuta della Dea Scarlatta ha un certo peso! Non si può interpretarla contando solo sulla sensazione! Se non ne comprendi tu il senso è impensabile che tu possa persuadere gli spettatori. Tra la Dea Scarlatta che hai tu in testa e quella descritta nel copione, c'è una differenza dal punto di vista dello spessore (...) Intendo lo spessore come Dea. Sicuramente, ne ha uno più grande e profondo di quanto immagini.
Ho una cosa da dire anche a te, Sakurakoji. Non esagerare! La tua voglia di recitare con il massimo impegno trapela all'esterno ma non devi sforzarti eccessivamente! So che è la prima volta che reciti in un'opera di ambientazione storica ma non devi far troppo caso a questo aspetto! E' vero che Kei Akame, che sarà Isshin nel gruppo rivale, è un grande veterano dei drammi storici ma tu sarai quell'Isshin che Kei Akame non potrà mai interpretare. Devi pensarla così! Questa deve essere la tua forza! Ascoltatemi bene anche voi altri! Questa è una storia ambientata nel periodo delle corti del Nord e del Sud, circa 650 anni fa, ma non dovete pensare soltanto a interpretare degli uomini di quell'epoca! Prima di recitare un dramma di ambientazione storica, cercate di capire i sentimenti dei personaggi! Concentrate la vostra attenzione sulle emozioni!
(...) Uno spettacolo che si discosta dai sentimenti del pubblico è come un fiore ornamentale... E' semplice da guardare...! Gli spettatori non si sentiranno mai avvinti dalla storia raccontata! Dovete vivere la vita dei vostri personaggi! Questo è l'unico modo per trasmettergli la storia!
(Kuronuma porta Maya e Sakurakoji assieme a un altro attore, Tobe, in un bar e ordinano qualcosa) Ora provate qui. Recitate i dialoghi come appaiono al copione. E fatelo con naturalezza in modo che nessuno vi trovi strani, capito?(stupore dei ragazzi) Che c'è? Fate come se i vostri personaggi vivessero al giorno d'oggi.
Voglio vedere fino a che punto riuscirete ad essere spontanei... Se parlerete a mo' di recita, la gente attorno vi osserverà considerandovi dei tipi strani!
M.K.: (pensando) Recitare qui...? E' vero... Se saremo troppo teatrali, attireremo subito l'attenzione della gente...!

M.K.: (tra sé e sé mentre sta recitando come ha indicato Kuronuma) Che mi succede...? Le frasi mi escono con estrema naturalezza ... Con tale fluidità e facilità...

R.K.: (dopo che tutti e tre i ragazzi hanno recitato) Quali sono le vostre impressioni su queste prove?
Tobe: Bé... Sento di essere riuscito a recitare con molta semplicità. Mi sembra di aver colto i sentimenti del mio personaggio... battuta per battuta...
Yu Sakurakoji:


Anche a me pare di essere riuscito a immedesimarmi di più nel mio personaggio. Proprio come ha detto Tobe. E' come se avessi afferrato maggiormente i sentimenti di Isshin. Eppure abbiamo semplicemente spostato l'ambientazione nell'epoca moderna... Com'è possibile...?
R.K.: Ci siete arrivati! E' questo il punto! Qui la vostra recitazione risulta molto più realistica. Anche i tre personaggi dell'opera teatrale sono degli esseri umani che vivono la loro epoca chiamata Periodo delle Corti del Nord e del Sud. Naturalmente si tratta di un mondo diverso da quello di adesso... Bisogna giustamente considerare anche le caratteristiche di quell'epoca ma tutti e tre vivevano in quello che era il mondo attuale. Dovete capire questo! Non dico che sia da apprezzare solo la recitazione realistica, ma è sempre meglio che trascurare lo stato d'animo del personaggio che si deve interpretare e dare importanza solo alla forma. Così la vostra interpretazione risulterà persuasiva. Non vi chiedo di recitare alla stessa maniera sul palco, ma voglio che teniate ben presente ciò che avete provato oggi.
M.K.: (tra sé e sé) Finora ho cercato di recitare un personaggio sentendo che apparteneva ad un mondo lontano... Per questo non riuscivo a immedesimarmi completamente nella parte...!

R.K.: (girando per la città) Vediamo una moltitudine di linee nella vita quotidiana, ma in mezzo a uno spazio così enorme, composto da queste linee particolari, riusciamo a capire bene le loro caratteristiche e il modo in cui condizionano la psiche umana. Anche il palcoscenico è uno spazio artificiale. Cosa creare su quello spazio dipende dal lavoro congiunto tra gli attori e il regista. Ciò che voglio dire è che lo spazio è vivo. Quando ci si interviene con la creatività, lo spazio muta come un essere vivente!
Voi dovete acquisire familiarità con le caratteristiche e le influenze che può avere uno spazio perché gli attori hanno la possibilità di modificarlo grazie al loro atto che è la recitazione

Utako Himekawa




(ad Ayumi)Anche se prendi in mano un accendino, se ti comporti come fosse un barattolo di marmellata, esso sarà considerato tale! Il mondo del teatro è fatto così, lo sai! Se lascerai che l'illusione venga meno anche solo per un attimo, la maschera che porti s'incrinerà!

U.H. (tra sé e sé)Brava! Per la recitazione l'importante è l'intesa!

Volume 46

R.K.: (sta parlando di Maya) Per un'attrice qualunque emozione non è mai inutile. Un giorno, quando avrà assimilato questo shock, le servirà per la recitazione. Per ora è meglio che la lasci stare.
Qualunque avvenimento, per quanto sgradevole, doloroso o triste per un attore è un'esperienza preziosa. Custodiscila nel cassetto del tuo cuore! Un giorno ti sarà utile.

M.K.: (tra sé e sé) Qualunque esperienza è preziosa... Sì... I sentimenti che ho provato in quel momento si sono espressi tramite le parole di Akoya... Quell'amore ardente che mi scaturiva dal cuore... Akoya vive dentro di me...Il suo sentimento è il mio! Terrò cara quest'esperienza!
R.K.: Recita, Kitajima! Fa' tesoro di ogni esperienza che vivi...! Doneranno alla tua interpretazione un realismo impossibile da ottenere contando solo sull'immaginazione! Ognuna di esse sarà un arricchimento per la tua Dea Scarlatta...!

Volume 47

R.K.: (a Yu Sakurakoji) Una situazione difficile. a seconda di come si supera, a volte può aprire la strada per un successo inaspettato. Perciò proprio nei momenti di maggior difficoltà, bisogna pensare che si è presentata un'occasione unica. Mai rassegnarsi.

Volume 48

R.K.: (dopo aver visto le nuove prove e il cambiamento della recitazione di Maya e di Sakurakoji) Lei s'impegna sempre per assecondare il partner. Finora non si è mai trovata in una situazione inversa. L'unico difetto di Maya è che s'immedesima talmente nel suo ruolo che il partner finisce per perdersi, trascinato da lei. Perciò sul palcoscenico lui non ha altra scelta se non adattarsi a lei. Di conseguenza, anche se ha soltanto una parte insignificante, nel momento in cui entra in scena, Maya diventa la protagonista indiscussa! E' per questo che gli attori la tengono a distanza... Una volta è stata definita una rubascene! Ma il teatro non è fatto di una sola persona. E' importante scambiarsi la palla con i propri compagni. In che modo lanciarla, come riceverla, come rilanciarla...! In base a ciò anche la recitazione del proprio partner cambia. E' questo il fascino del teatro.

Hajime Onodera (regista della Compagnia Ondine della Daito Art Production e rivale di Kuronuma)


(dopo aver visto le prove del nuovo modo di recitare di Ayumi)Non ha fatto quei movimenti dinamici che ci aspettavamo ma ho avuto l'impressione che ora abbia una maggior misticità.


R.K.: (dopo aver scoperto che il luogo dello spettacolo è in uno spazio in mezzo alle macerie)In un luogo inusuale fino a che punto sarà persuasiva una recitazione che non conta su scenografia e illuminazione...? Le vostre abilità da attori verranno messe a dura prova.  Come starete in quel contesto? Anche questo fattore verrà esaminato. Avete capito?!


Volume 49

R.K.: (Dopo un "gioco" con una palla) Anche una semplice palla da baseball, se la immaginate come il prezioso tesoro di un re vi induce un comportamento rispettoso. Invece se diventa una bomba, genera in voi tensione e paura. Questo è il potere dell'immaginazione! Una rappresentazione teatrale è come un grande gioco d'imitazione. Possiamo creare un mondo che appartiene solo a noi, a nostro piacere! Tra le macerie nelle quali verrà ricavato il palcoscenico per La Dea Scarlatta questa volta non c'è niente ma c'è anche tutto...! Basta usare l'immaginazione! Dovete divertirvi a immedesimarvi nei vostri ruoli! Dovete divertirvi a fare seriamente dei giochi come i bambini!



E questi sono tutti i volumi usciti fino ad ora.
Perdonatemi per questa lunga attesa e se in questi giorni non posterò qualcosa. Non so quando.
Spero che la sorpresa che sto preparando vi piaccia.
Intanto ditemi voi di questo post.
Qui è Kuronuma a farla da padrone. Immaginazione ed espressività. Un attore ha bisogno di entrambe.
A voi la parola e chissà se Suzue Miuchi ci farà il dono immenso di mettere fine a questo manga senza tirarlo troppo per le lunghe e senza affrettare troppo.





Che cosa ne pensano? Doppiaggi italiani femminili Disney visti dall'estero (1° parte)

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Il doppiaggio italiano...
Quante volte avete mai sentito la frase: "Noi abbiamo il doppiaggio migliore del mondo. Tutti ce lo dicono." ?Io l'ho sentita e vista scritta un migliaio di volte anche in alcuni pezzi che erano doppiati male. E se lo facevi notare, trovavi scritto: "Epperò noi abbiamo il doppiaggio migliore del mondo."
A questo punto mi chiedo una cosa: che cosa ne sappiamo noi degli altri doppiaggi? Al massimo guarderemo i film in inglese, francese, spagnolo, tedesco se qualcuno studia queste lingue, ne sentiremo i doppiaggi, ma delle altre lingue che ne sappiamo?
Sappiamo qualcosa delle altre sonorità?
E poi: sono diversi anni che si doppiano i film. Quindi è presumibile che il doppiaggio si sia evoluto.
Così ho preso ispirazione dal post dove prendevo i doppiaggi dai film Disney nella lingua originale del luogo d'ambientazione e ho trascritto i pareri di ognuno riguardo al doppiaggio italiano e a quello che per loro è il migliore in quel film.
Il punto d'inizio con il quale sono partita in questa ricerca è: "Che cosa ne pensa chi è straniero del doppiaggio italiano? Davvero è implicito che il nostro doppiaggio sia il migliore del mondo? E qual è la voce che per loro ritengono migliore in quel ruolo? Perché?"
Quindi sono partita alla ricerca delle classifiche, quelli coi commenti proprio per capire cosa ne pensavano.
Se ho scelto i ruoli femminili e Disney è perché sono più facili da trovare. Inoltre si giudicheranno soltanto le parti cantate.
Il punto  fondamentale della questione è: quanto quella voce riesce a interpretare il personaggio? Infatti non basta che una voce sia piacevole da sentire, ma deve essere adatta al personaggio.
Molte critiche riguardano appunto la non compatibilità col personaggio anche se è una bellissima voce.
Una cosa importantissima: nessuno intende attaccare nessuno.
Anche se diversi pareri che ho riscontrato danno un giudizio severo, non si intende attaccare la persona (la doppiatrice) in sé, ma solo in base a quello che si sente. Così come io non sono qua per attaccare chi ha scritto quel parere. Se li ho trascritti non è per dire: "Oh ragazzi, sentite cos'ha detto questo."
Così come non si intende attaccare chi l'ha scritto.
Capisco che poi uno non sia d'accordo perché quella versione appartiene alla sua infanzia e ci è affezionato, lo comprendo perfettamente.
Vi chiedo soltanto di estraniarvi un attimo e guardare il tutto con un pizzico di curiosità, di slegarsi un attimo da questo attaccamento.
E' con questo spirito che sono partita in questa ricerca.
Inoltre troverete anche chi non è particolarmente pazzo per il doppiaggio italiano. Va benissimo!
Qui non si tratta di una competizione, ma di un confronto.
Prima del riassunto dei commenti trovate la canzone e nella versione Best, trovate il link (basta cliccare sul nome) di quella canzone in quella versione.
Se desiderate cercare anche voi basta digitare su Youtube "personal ranking" più il personaggio.


Partiamo con i primi doppiaggi.
Ci sono Biancaneve, Cenerentola, Alice e Aurora
E qui la questione è ardua: questi doppiaggi quanto sono invecchiati? In più il modo di cantare quanto è adatto al personaggio? Come ho accennato prima, non basta che una voce sia bella deve essere adatta al personaggio.
In questi anni poi si tendeva molto all'operistica. Davvero si può dire che una voce così imponente e maestosa sia adatta a delle ragazze?


Biancaneve 

Lina Pagliughi, 1938
(Un giorno qui verrà)


Abbiamo qui la prima doppiatrice per la prima protagonista femminile del primo film animato. Siamo quasi negli anni '40 e si sente. Non solo per la qualità video (che comunque in quello linkato si sente benissimo), ma anche per il modo di cantare.
Di sicuro c'è qualcuno che è affezionato senz'altro alle prime versioni doppiate e le considera un patrimonio inestimabile. Senz'altro!
Ma qui stiamo soprattutto ad esaminare la voce e come si sposa col personaggio.
Innanzitutto, una voce operistica non sempre è la più adatta. Ha sì potenza, espressione ma spesso sono qualità che risaltano troppo e rendono Biancaneve troppo vecchia di quel che è.
Le danno troppo spessore.
C'è anche chi la considera migliore del ridoppiaggio, ma un tantino disturbante.
Per quanto mi riguarda trovo disturbante, e non riesco a capirne il senso, quando a volte parla in un misto cantato. E' qualcosa che si fa molto nella lirica ma in Biancaneve non afferro molto. In più trovo la voce troppo ingombrante per Biancaneve.
Le versioni migliori per Biancaneve nelle classifiche che ho visto sembrano essere d'accordo all'unanimità per quella bulgara Ventsislava Stoilova

Ma la Biancaneve, come accennato, è stata ridoppiata. Cosa ne pensano?

Gianna Spagnuolo, 1972
(Un giorno qui verrà)

Non molte classifiche coi commenti ho trovato su Biancaneve. In quelle riscontrate sembrano essere d'accordo nel riconoscere una voce bella e magica. C'è chi dice che forse se avrebbe cantato con meno vibrato, sarebbe stato meglio. Però comunque una voce piacevole da sentire.


Cenerentola  

Non ho trovato la versione del 1950 perciò prendo in esame solo il ridoppiaggio.

Maria Cristina Brancucci, 1967




La voce di Maria Cristina è melodica forse un po' troppo. Niente da dire sulla qualità della voce però a qualcuno sembra essere addormentata.
Le versioni migliori sono quella olandese(Joke de Kruijf), francese 1991 (Dominique Poulain) e messicano 1997 (Natalia Sosa)




Alice - Vittoria Febbi



Neanche qui ho trovato molte classifiche e posso comprendere che qualcuno trovi fastidiosa (leggermente come sostiene qualcuno e tremolante) la sua voce.  Eppure nel parlato è già un po' meglio. C'è anche chi dice che la voce è adatta ad Alice ma manca qualcosa.
Le versioni migliori sono quella bulgara (Ĭoana Padeshka) e ungherese (Bernadett Tunyogi)


Aurora – Tina Centi




Versione combattuta questa di Tina Centi: chi la ama e chi no e davvero mi sorprende che nelle classifiche le abbiano messe allo stesso posto: due al 27esimo posto e due all'ottavo. Si saranno messi d'accordo?
Chi dice che sia all'ottavo posto sostiene che (uno) il suo canto sembra leggera come il passo di una ballerina e si sposa con la musica in un modo speciale e (due) che è tra la giovinezza e la maturità, molto musicale e anni '50.
Chi invece non è molto d'accordo è perché (uno) semplicemente non poteva metterla più in alto e (due) la trova un po' troppo graziosa.
L'unica cosa che mi disturbava è che prima di dire Vedete in realtà... si sente quel vocalizzo di Mary Costa e c'è uno scarto enorme tra questo e il canto della Centi.
Versioni migliori quella di Mary Costa (l'originale anche se non a tutti piace), due classifiche puntano su Hua Wang Li (cinese mandarino) e  Limor Shapira


Salto di trent'anni per passare ad Ariel e a una nuova concezione di protagoniste.
Quindi anche la parte vocale dovrà adattarsi.


Ariel – Simona Petitucci

 


La voce di Simona Petitucci incontra molte persone. Riconoscono la briosità di questa adolescente, ma alcuni sostengono che manchi una qualità essenziale ovvero non è molto da sirena. Com'è una voce da sirena? 
Per una sirena ci vuole una voce che incanti nel vero senso della parola senza dimenticare il brio da adolescente. Anche se vuole andare sulla Terra, è nata sirena e qualcosa rimane.
Versioni migliori: Marie Galey (Francese europeo 1999), Vesela Boneva (Bulgaro), Shlomit Abaron (Ebraico), Jodi Benson e Sissel Kyrkjebo (Svedese/Danese/Norvegese)


Belle – Marjorie Biondo




Sembrano quasi tutti concordi nel dire “Sappiamo benissimo quanto ci sia di dolce e di cristallino nella voce di Marjorie Biondo, è un piacere sentirla, ma non afferra completamente il personaggio di Belle. Manca qualcosa.”
C'è anche chi sostiene che tra i tutti i suoi ruoli questo sia quello dove lei sia stata meno potente di voce e che è troppo graziosa. Questo credo sia stato anche il suo primo ruolo importante.
Versioni migliori: Alzbeta Bartosova (Slovacco), Sofia Kallgren (Svedese), due per Jana Werner (Tedesco), Yordanka Ilova (Bulgaro) e Paige O' Hara, una delle versioni originali meno amate perché la si trova una voce comune, ma chi l'ha scelta sostiene che Belle è una ragazza della porta accanto.


Jasmine – Simona Peron

 



La voce di Simona Peron sembra accogliere molti consensi come Jasmine tanto che c'è chi la considera la migliore o comunque tra le migliori. Ma come sempre c'è l'eccezione alla regola. Infatti c'è anche chi sostiene che la sua voce è troppo materna e non adatta a Jasmine che è un po' maliziosa. Modi differenti di vedere uno stesso personaggio.
Versioni migliori:  Lea SalongaOtilia Spek (Turco), Myrra Malmberg (Svedese), Renata Sabljak (Croato) e Nabla al Malwani (Arabo)


Pocahontas – Manuela Villa





E arriviamo alla Pocahontas di Manuela Villa, una delle versioni italiani meno apprezzate. C'è chi sostiene che non fa pensare a una ragazza che corre per le foreste, che è troppo metropolitana. Forse il fatto che sia proprio la versione italiana fa sembrare ancora più strano il posizionamento basso. Nelle classifiche che ho visto, non è mai all'ultimo posto però proprio il fatto che sia italiana fa quasi gridare allo scandalo. Nessuno dice che sia una pessima cantante, soltanto che la trovano fuori luogo per Pocahontas almeno i più. In effetti, il ruolo di Pocahontas è forse uno dei più difficili riguardo alle Principesse Disney. E' un personaggio reale anche se la Pocahontas rappresentata non è quella che è vissuta veramente. Comunque ci si deve trovare a che fare con un personaggio non da fiaba. E' una delle più mature, non ha quel guizzo fanciullesco che hanno altre Principesse. Inoltre è potente, ha personalità, è stabile, concreta, terrena e allo stesso tempo quasi sovrannaturale. In una canzone dice “Sai cantare come cantano le montagne, pitturare con il vento e i suoi color...”. Ecco, a parer mio, bisogna far credere che lei abbia davvero ascoltato il canto delle montagne, che abbia davvero pitturato con il vento e nella sua voce si devono trovare sia il canto delle montagne, sia i mille e più colori del vento.
Inoltre concordo quando si dice che la sua recitazione sia povera.
Quando canta appunto “Tu credi che ogni cosa ti appartenga” non la trovo molto convinta. Mi sembra molto vaga.
Nelle voci che si preferiscono si riconoscono l'imponenza, la maestosità
Versioni migliori: Gema Castano (Castigliano), Susanne Elmark (Danese), due per Alexandra Wilcke (Tedesco) e due per Laura Mayne (Francese)


Esmeralda – Mietta




Esmeralda... Passionale, decisa e insieme sofferente.
Cos'altro dire di lei e della sua versione di Mietta?
C'è anche chi dice che lei abbia fatto una Esmeralda completamente diversa dalle altre.
Versioni migliori (tra i quali appunto quella italiana):  Lara Fabian (Quebec), Sharon Dyall (Svedese) e Edda Heidrun Backmann (Islandese)




Finita la prima parte.
Come sempre siete liberi di commentare, ma ricordatevi che non accetto insulti. In questo sono intransigente. Anche perché se intendete scrivere insulti, allora non avete capito perché io abbia deciso di scrivere questo post.
Ovviamente questo non vuol dire che non potete esprimere un parere contrario. E' solo il modo in cui si scrive. Di certo non eliminerò un parere contrario se è ben motivato.

A presto con la seconda e ultima parte.

Che cosa ne pensano? Doppiaggi italiani femminili Disney (e non) visti dall'estero (2° e ultima parte)

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E dopo la prima parte, ecco la seconda su che cosa ne pensano sul doppiaggio italiano, se veramente è sempre il migliore con uno sguardo anche alle versioni migliori così da esplorare diverse sonorità.
Ripeto: io non sto scrivendo per attaccare né l'artista, né chi scrive i commenti.
Il mio è solo un tentativo di confronto, uno spunto di riflessione anche perché va benissimo tifare per il doppiaggio italiano però con questo non bisogna tapparsi le orecchie di fronte alle altre versioni solo per un senso di nazionalismo.
Inoltre, si considera anche quanto quella voce sia adatta al personaggio. Non basta che una voce sia piacevole da sentire poiché non è che si sta solo cantando, si sta anche interpretando.
Come funziona?
Per chi non ha visto la prima parte, prenderò in esame solo i ruoli cantati poiché le classifiche puntano su quelli, femminili perché sono di più e Disney perché si trovano meglio anche se stavolta aggiungerò anche dei ruoli non Disney.
Accorperò i loro commenti in un unico riassunto e metterò anche la versione migliore di quella canzone.
Capisco che qualcuno possa sentirsi colpito dritto nella sua infanzia, ma vi chiedo di continuare con uno spirito di curiosità.
Se anche voi volete guardare le classifiche basta digitare su Youtube "personal ranking" più il personaggio.


Megara – Barbara Cola



Una delle più perfette combinazioni. Mi pare che Meg sia una delle più adulte (intendo d'età) delle protagonisti Disney e inoltre è disillusa, ha perso ogni fiducia nell'amore. E' sprezzante, sarcastica, ma proprio per difendersi. Nella voce di Barbara Cola credo che si sentano molto bene queste qualità.
Versioni migliori: Kika Tristao (Brasiliano), Evridiki (Greco), Natalia Kukulska (Polacco)


Mulan – Marianna Cataldi



Molti riconoscono nella voce di Marianna Cataldi il conflitto di Mulan, il suo voler onorare la famiglia e allo stesso tempo realizzare qualcosa per sé.
C'è anche chi la sente formale e non molto emozionante e chi che la sente come se lei non portasse niente di originale
Versioni migliori: Anabela Pires (Portoghese), Lea Salonga (originale), due per Dina Nadzir (Malesiano) e 
Yie Bei (Cinese Putonghua)
nota: L'ultimo video comprende tre versioni del cinese. La prima è in cantonese, la seconda in mandarino (1:36) e la terza in putonghua (3:13)


Tiana – Karima Ammar



Pareri positivi per la prova di Karima, raramente lei è fuori dalla top 10. 
Di sicuro è stata una scelta perfetta per questa donna sognatrice e allo stesso tempo concreta. L'ambientazione a New Orleans aveva bisogno di una voce naturalmente jazz e si sente che Karima ha una predisposizione naturale. Cantare in quel doppiaggio per lei era semplice come respirare.
Versioni migliori: Nancy Fortin (Francese Canadese: il video è la classifica. Trovate la versione francese canadese al minuto 8:10) e Sandrine Van Handenhoven (Fiammingo: non ho trovato il video della versione fiamminga però potete trovarne uno stralcio nel video linkato al minuto 2:04)


Rapunzel – Laura Chiatti



La versione di Laura Chiatti sembra non riscontrare molti consensi e in altre classifiche è messa tra le ultime. Quello che viene notato è la bellezza e il ritmo delle parole (anche se a parer mio alcune canzoni come Il mio nuovo sogno sono state adattate davvero male) e l'energia messa da Laura nella voce, alcuni dicono un po' troppo. C'è chi la trova fresca e chi invece dice che è rozza nel modo di cantare.
Certo una versione così sarebbe stata improponibile per una Biancaneve, Cenerentola e Aurora proprio perché i personaggi sono completamente diversi, i tempi sono completamente diversi e Rapunzel porta una ventata di musica pop. Alcuni hanno detto che anche la voce di Mandy Moore è troppo moderna eppure questa è una principessa figlia di questi tempi. 
Vedremo col tempo.
Versioni migliori: Alzbeta Bartosova (Slovacco), Kim Lian van der Meij (Olandese), due per Mandy Moore (originale) e due per Molly Sanden (Svedese)

Di Frozen non ho ancora trovato classifiche coi commenti ma se le trovo aggiornerò il post.
Avrei voluto anche fare la stessa cosa per Giselle di Come d'incanto (anche se il film non è un Classico Disney) però ho trovato una sola classifica coi commenti quindi il confronto è impossibile.


Intanto ecco a voi dalla Pixar, Merida - Noemi di The Brave - La ribelle (film che non ho visto, ma prima o poi lo vedrò)


Versione amatissima tanto da essere nella top 3 in una anche in prima posizione (ex aequo con la versione castigliana di Russian Red)
Riconoscono nella voce di Noemi la tenacia, la prorompenza, anche un po' di arroganza, la passione, la spensieratezza... Insomma, per dirla in breve, li ha completamente convinti!
Credo che una voce così sarebbe impensabile non solo per le prime protagoniste, ma anche per un personaggio come Ariel. Entrambe seguono la loro passione a dispetto di ciò che viene detto dai loro genitori eppure fondamentalmente sono diverse.
Se si guardano bene, diverse caratteristiche ricorrono in loro eppure questo non vuol dire che siano delle copie.
Versioni migliori: Marieke Dollekamp (Olandese) e Isabel Jacobetty (Portoghese Europeo)


Ma le protagoniste non ci sono nei film Disney.
Passiamo a quelli che non sono Disney e quindi ecco a voi Odette – Marjorie Biondo da L'incantesimo del lago


Marjorie... Marjorie...
Come già accennato per Belle nella prima parte, alcuni amano la sua dolcezza nella voce, altri invece pensano che proprio questa sua qualità non sia niente di speciale forse perché è solo dolce, cristallina e non ha altre qualità che rendono decisa la voce. E proprio come per Belle (anche se non ne ho accennato), la protagonista sembra molto più giovane rispetto a quello che è.
Non ci sono molte variazioni e per chi è straniero può sembrare unilaterale.
Versioni migliori: Rasha Rizq (Arabo), Tatjana Mikhalevkina (Russo), Sofia Kallgren (Svedese), Choi Deuk Hui (Coreano)
E' anche significativo ciò che viene detto riguardo alla versione svedese: Non mi importa se la voce di Sofia non è così speciale o qualcosa di simile: il suo canto è magnifico, elegante, intelligente ma anche innocente, lei mi tocca il cuore, s'adatta completamente a Odette, la sua pronuncia, le parole e le liriche sono bellissime. Niente da dire per il parlato, la migliore per Odette a mio parere. Sofia ha doppiato anche Belle perfettamente. Quando ascolto Sofia come Belle, ascolto Belle e quando ascolto Sofia come Odette, ascolto Odette (se avete capito cosa intendo)... Una fantastica attrice vocale.

Ecco, un'attrice vocale. Perché i doppiatori sono davvero degli attori vocali
Se provate a guardare un doppiatore all'opera (per questo vi consiglio il canale di Ciccillovich), li vedrete all'opera, muoversi, fare dei gesti proprio come se stessero recitando.
O anche solo il viso. Tutto il viso recita.
Personalmente, non so se succede anche a voi, quando ascolto Belle e Odette, ascolto Marjorie Biondo non Belle e Odette. 
Nel doppiaggio di Rapunzel alcuni dissero che in sostanza Laura Chiatti è un'attrice e non una cantante eppure...
Eppure se c'è una cantante che doppia una parte cantata (alcuni come Mietta hanno fatto anche la parte parlata), credo sostanzialmente che deve rendersi conto che presta la sua voce a quel personaggio e letteralmente!


C'è anche una questione di "La tua voce è adatta per questo personaggio. Se fosse un personaggio reale, canterebbe (o parlerebbe) come te" però tenendo conto di questo, bisogna interpretare il personaggio perché di sicuro (o molto probabilmente) avrà delle parti dove il personaggio e il doppiatore non coincidono.
La stessa cosa è valida per qualsiasi attore.
In più, ci tengo a specificare una cosa.
Quando si realizza un film d'animazione, il doppiaggio è tra le prime attività che si fanno.
Vengono filmati e gli animatori assistono.
Non è un caso se nei personaggi animati c'è qualcosa del doppiatore: un gesto, uno sguardo particolare anche un tic.
Non soltanto venivano usati dei modelli dal vivo per vedere come un personaggio si muove, ma anche dai doppiatori.
Animazione deriva da animare "dare vita" e la voce può dare vita.



Ritorniamo ai personaggi e passiamo a un ruolo di Marjorie Biondo ovvero


Pollicina



Qui le considerazioni sono già migliori forse perché tra tutti i suoi ruoli questo viene indicato come tra i più adatti.
Versione migliore: due Susanne Elmark (Danese)


Passiamo a un altro ruolo e a un'altra cantante


Anastasia – Tosca

 


Doppiaggio molto discusso quello di Tosca per Anastasia.
Alcuni sono concordi nel dire: “Sì, ha cantato molto bene e in alcune parti è davvero grandiosa, ma in altre, specialmente in Quando viene dicembre, è debole, manca qualcosa.” Altri invece: “Ma no cosa dite? Tosca dà una sua impronta personale ad Anastasia. E' così.” tanto che in una classifica lei è prima
Ed è per questo che ho voluto inserire proprio quella canzone. Perché alcuni la considerano il suo punto debole e altri invece no.
Chi ha ragione? E chi lo sa? Quando l'opinione si divide in maniera così netta è difficile dare ragione. Io di sicuro non mi ci azzardo e al massimo potrei dare una mia opinione. E' chiaro che ognuno, oltre al personaggio che è nella storia, ha una sua visione personale del personaggio, un suo modo di interpretare le cose.
Di sicuro nel doppiaggio di Anastasia la versione in assoluto meno amata è quella albanese di Alma Koleci. In tutte le classifiche che guardavo era sempre all'ultimo posto e non sto parlando delle top 10 o delle top 15 dove non se ne parla. Sto parlando di quelle classifiche che comprendono più di 25 versioni differenti.
Versioni migliori: Tuba Onal (Turco), due per Svala Bjorgvinsdottir (Islandese) e Virginia Martinez (Spagnolo Castigliano/Catalano)


Kayley - Renata Fusco




C'è chi trova la sua prova molto buona, pensa sia un po' troppo perfetta e gentile nella voce anche se le note forti sono buone e piene. Però c'è chi ne è rimasto conquistato e in ben due classifiche! Trovano in lei un mix di dolcezza e ribellione e la voce pura e cristallina, ma anche potente (così ha scritto uno) li ha incantati.
Versioni migliori: Natalia Kukulska (Polacco)
(Un piccolo accenno alla madre doppiata da Marjorie Biondo. Devo dire che qui per me ha superato se stessa. Qui ho sentito davvero una madre che prega.


Il confronto finisce qui.
Degli aggettivi che spesso ho riscontrato è graziosa e piacevole anche nei pareri negativi.
I più che ho riscontrato sono amanti della lingua italiana. Pochi ne sono in genere indifferenti o comunque non entusiasmati e va benissimo: non si deve mica avere l'obbligo di piacere tutti anche perché magari questi preferiscono altri suoni.
Comunque in genere viene riconosciuta la profonda sonorità della lingua italiana che sa essere soave e aggressiva. Provate a sentire questi due aggettivi, a tenerli dentro la bocca come se li mangiaste per sentire il loro sapore.
Però a volte mi chiedo: la bellezza della lingua italiana può essere un handicap?
Per la precisione, a volte, facendo i laboratori teatrali, mi è stato detto di lasciare che le parole parlino e come ho potuto poi verificare negli anni questo non significa semplicemente dirle, ma farle risuonare. farle vibrare.
Faccio un esempio: se Mia Martini viene chiamata come una delle più grandi interpreti e non come una delle più grandi interpreti ci sarà pure un motivo.
Solo la bellezza della lingua italiana, il suo ritmo e la sua dolcezza non basta perché un vero attore (qualsiasi) con la sua voce può fare quello che vuole, può dare un senso anche dove non c'è.




Inoltre non dimentichiamo che una stessa frase ha una miriade di possibilità di interpretazione.

Quel graziosa o piacevole nei pareri negativi mi sembra tanto "Sì carina, bella da sentire, ma non mi impressiona".
Assai di frequente, in questi pareri negativi, ricorre "manca qualcosa" e a volte non serve chissà cosa.
Basta anche un po' di più.

Dire poi frequentemente "Il nostro doppiaggio è il migliore in tutto il mondo. Tutti ce lo dicono." quando poi lo senti e ti chiedi "Cosa diavolo hanno fatto?" mi sembra tanto di non ascoltare, di campare delle scuse o giustificazioni.
Anch'io riconosco che abbiamo un ottimo doppiaggio quando viene fatto.
Ovviamente non sto qui a dire la verità assoluta e quello che ho desiderato fare in questi due post è un confronto.
Non studio doppiaggio, ma mi piace anche perché riguarda un aspetto della voce e chi mi legge da tanto, sa quanto ci tengo alla voce.

Ditemi voi cosa ne pensate anche critiche anche negative.
L'importante è che siano costruttive.

Curiosità: la lingua della versione migliore più ricorrente è lo svedese.


Aggiornamento 7 febbraio 2014:
Mi sono chiesta infine quali sono le doppiatrici che ricorrono più spesso nelle versioni migliori, quali sono state a conquistare in più ruoli.
Eccole qua:
Lea Salonga (Originale) per Jasmine e Mulan
Sofia Kallgren (Svedese) per Belle e Odette
Alzbeta Bartosova (Slovacco) per Belle e Rapunzel
Susanne Elmark (Danese) per Pocahontas e Pollicina
Natalia Kukulska (Polacco) per Megara e Kayley

Se cliccate sui loro nomi troverete delle loro canzoni ma non dai film qui elencati. Troverete altre loro performances.
Precedentemente ho detto che una voce operistica può caricare troppo un personaggio.
Susanne Elmark è davvero una cantante soprano e si può sentire nelle prove doppiate una nota operistica, ma non ha esagerato.
Non dico che loro 5 sono le migliori doppiatrici in assoluto, ma di sicuro sono duttili, una qualità indispensabile se si vuol fare il doppiatore: essere adattabili al proprio personaggio.

Workshop di illustrazione con Daniela Volpari a Noventa Padovana

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E dopo il corso con Simone Rea sull'acrilico e quello con Morena Forza e Alessandra Fusi sullo stile continua la scorribanda nel mondo dell'illustrazione con un nuovo workshop che si terrà a Noventa Padovana e tenuto da Daniela Volpari.
Onestamente, io prima non la conoscevo.
Guardo le illustrazioni nel volantino, leggo quali sono le intenzioni.
Dal suo post sul workshop dove è presente anche la locandina:


Il corso verrà diviso in due fasi, la prima di studio e caratterizzazione dei personaggi e dell'ambiente.
Un primo approccio allo stile e al confronto 
che faccia intraprendere un percorso ricco di stimoli visivi per il corsista.

Verrà prodotta un'illustrazione del tutto personale 
che miri soprattutto a soddisfare se stessi ed il proprio tratto.

L'importanza di fidarsi del proprio gusto e del proprio giudizio;
la fondamentale percezione individuale della realtà. 


Nella seconda fase verrà introdotto l'uso della tempera a completamento del proprio schizzo,
rivelando al corsista vari trucchi e consigli propri del metodo dell'insegnante.

Il corso è dedicato a chi sta muovendo i primi passi nell'illustrazione 
e ha voglia di intraprendere un percorso lavorativo,
e anche a chi è già nel campo ma ha voglia di migliorarsi ed evolversi.



Beh, che dire?

Appena l'ho letto, mi sono detta: "Eccomi!!!"
Purtroppo non si ha la possibilità di poter fare tutti i corsi che si vorrebbero fare e quindi è sostanziale scegliere.
Mi ha conquistato il fatto dello studio e caratterizzazione personaggi e ambiente e soprattutto la parte de L'importanza di fidarsi del proprio gusto e del proprio giudizio.
Troppo spesso si pensa che quello che facciamo non abbia importanza e questa paura è in lotta con la smania di far vedere quanto si è capaci al grido di "Guarda! Guarda! Guarda cosa sono in grado di fare!"


Stare in ascolto.


Proprio oggi poi leggo su Roba da Disegnatori questo post sulla curiosità e nel post c'è questo video appunto sulla curiosità e sullo stare in ascolto




Devo dire che questo video e questo corso vengono in un momento dove forse sto ascoltando troppo, dove sto accumulando troppo.
A volte si sente il bisogno di una piccola spinta, di un qualcosa che faccia "Su." e smuova le acque stagnanti che si sentono. Credo non ci sia niente di male se a volte si sente il bisogno che qualcosa ci smuovi dall'esterno anche perché non sono andata da loro a fargli o chiedergli: "Eddai, dammi una scossa, dammi una scossa, dammi sta benedetta scossa."
Semplicemente, sono arrivati.

E' come un voler zittire tutto il rumore che c'è attorno e ascoltare essenzialmente quello che ci interessa davvero ed essere proprio come la canna di bambù del video.


Quindi il 15 mattina parto e torno lunedì e ovviamente ci sarà il mio resoconto.


Clicca qui per il blog di Daniela Volpari

Workshop di illustrazione con Daniela Volpari a Noventa Padovana (resoconto)

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E così sono tornata da Noventa Padovana proprio qualche ora fa.
Ci sono andata per fare un corso di illustrazione (il terzo), stavolta con Daniela Volpari come ne parlavo qui prima della partenza.


una sua illustrazione
questo il suo blog


Il tema del corso era di realizzare dei personaggi seguendo il proprio gusto.
Due parole chiave sono importanti per lei: condividere ed evoluzione.
E proprio su questi due concetti, si è basato un esercizio, come se fosse un gioco, di disegnare un personaggio a sinistra del foglio poi di passarlo al proprio compagno che lo realizza secondo il proprio gusto e infine di passarlo all'ultima persona che prenderà il meglio dei primi due disegni per creare una nuova versione.
Io purtroppo non sono riuscita a farlo perché mi ero talmente convinta che il corso iniziasse alle 15.30 e quando arrivo alla sede del corso (e della Bottega del Cigno), riprendo il foglio con tutte le note e leggo inizio 15.00.
Perfetto! Bel modo per cominciare il corso :)
Ok, entriamo e ovviamente è tardi per me visto che sono già passati alla seconda fase del gioco.
Lo faccio con Daniela Volpari. Disegno una persona e vedo come lei l'ha fatto secondo il suo gusto.
Questo gioco serviva per introdurre il vero esercizio e quello che si basa.
Con le references (termine che ormai ho preso come proprio dal corso sullo stile a Bologna) di illustratori che abbiamo portato, abbiamo preso ciò che più ci piaceva, ciò che appunto incontrava il nostro gusto e così impegnati non solo a guardare ma di più. Ad osservare come se avessimo la vista a 10 decimi corredata di microscopio potenziato.
Via a riprendere i più piccoli particolari come se fosse una questione di vita o di morte.
Non bisogna avere paura di prendere questi particolari anche perché se si prende un solo artista sei un suo plagio, se ne prendi di più sei originale (citazione presa dal libro Ruba come un artista di Austin Kleon che mi ero prontamente presa da casa).
Il punto è che poi questi particolari si mischiano.
Già quando scegliamo, già quando mescoliamo, stiamo già facendo il nostro stile.
Il nostro gusto appunto.


Così ho preso dei particolari ed ecco lo schizzo del mio personaggio


(chissà perché non riesco a far entrare il sedere nella scansione. 
Maledetta stampante/scanner che decide cosa prendere e cosa no)


Ma la prima giornata è già finita qui.
Quindi via a mangiare la pizza con le tre ragazze che alloggiano al mio stesso bed&breakfast.
Chiacchierata e infine a letto che ci dobbiamo svegliare un po' dopo le 7.

Arriviamo a domenica e rifacciamo l'esercizio. 
In seguito alle istruzioni del giorno prima di prendere i particolari siamo ben più concentrati.
Io sono tutta contenta perché finalmente lo faccio e tento un azzardo. Almeno per me.
Come personaggio realizzo Aulonia nel suo aspetto iniziale ovvero quello della bambina ragno.
Ero davvero curiosa di vedere come la interpretavano, ma soprattutto di come la vedevano chi non conosceva la sua storia.
E... sono rimasta sorpresa.
All'inizio viene esaltato il suo aspetto lacero e povero però viene esaltata una certa presenza e nell'ultima interpretazione la posizione delle braccia sui fianchi mi fa pensare a una versione di Peter Pan con l'aria anche spavalda e il sorriso beffardo.





Alla fine ci sono riuscita ad inserire le immagini.
La stampante/scanner HA deciso di suddividerle così
Contenta lei


Dopo la seconda parte del gioco, Daniela ci illustra alcuni suoi trucchi per dipingere a tempera e anche sui pennelli.
Si passa al momento clou: c'è da realizzare un'illustrazione.
La carta che avevo era telata.
Non si è imbarcata a contatto con l'acqua (ovvero che fa delle onde) però è davvero come se stessi dipingendo.
Poi c'è anche da dire che ho cercato a resistere al richiamo pittorico ed è stato arduo, ma almeno ho usato l'acqua (io sono solita a dipingere con colori puri. Ultimamente ho usato l'acqua per realizzare le farfalle in lontananza in un dipinto proprio perché gli elementi in lontananza sono più chiari e meno spessi rispetto a quelle in vicinanza).
Mi sono dovuta fermare dopo un po' perché più non potevo fare.
Almeno non avevo quell'ansia del Oddio, devo fare questa cosa assolutamente. Gliela devo consegnare!!!!!!!  E' terribile quando stai facendo qualcosa per qualcuno, sta venendo male e non sai come porre rimedio.

Ecco il risultato finale



Se questa era la mia idea iniziale? Per niente!
Sì una delle mie idee era quello di suddividere il disegno in settori e di usare una sfumatura blu/azzurra predominante, ma visto come stava reagendo il colore con la carta (e ripeto che ho usato l'acqua!!!) , ho dovuto modificare la mia idea iniziale.

Decido di provare con la carta specifica consigliata (Arches liscio, 300 gr/mq)
E beh... lascio che siate voi a notare la differenza.




Volevo fare una palla (e infatti l'ho fatta) ma viste le sfumature e le forme che stavano venendo fuori, ho deciso di farle risaltare.
Mi è anche servito vedere la vedere la differenza coi due supporti e devo dire che l'effetto finale mi piace.

Mi riconosco!



Il corso è finito. Di già.
Infatti per me è stata questa la cosa negativa del corso: una durata di soli due giorni e anche il non aver potuto parlare con tutti i compagni di corso che erano un bel po' (poco più di 20 e anche stavolta, 2 soli maschi. Che strano, vero?!)
Mi sarebbe piaciuto sentire loro, le loro ambizioni, la loro voglia di conoscere, di sapere, le loro passioni.
Comunque è stato tutto molto rilassato (anche se abbiamo vissuto momenti di tensioni nel realizzare l'illustrazione), mi ha dato delle indicazioni, dei suggerimenti utili che prima non usavo e adesso spetta solo a me metterle in pratica.

E' quello che fai che ti rende quello che sei.

Se per cominciare ad "essere creativo" avessi aspettato di essere quello che sono o a cosa sono destinato, starei ancora lì seduto a cercare di comprendermi invece di fare cose concrete. Per quanto ho potuto constatare, è nell'atto di compiere azioni e sviluppare la propria opera che si arriva a scoprire quello che si è.

Sei pronto. Comincia a produrre qualcosa.

Magari si ha paura di iniziare: è naturale...

(...)

Se si chiede a qualunque persona che faccia un lavoro creativo da dove arrivano gli spunti validi, la risposta sincera sarà... che non ne ha la minima idea: è semplicemente questione di mettersi ogni giorno al lavoro per realizzare un'opera.

(sempre da Ruba come un artista)


Cosa dire?
Sono rimasta pienamente soddisfatta!
Ringrazio Daniela e anche l'associazione Bottega del Cigno dove si è tenuto il corso e...



L'acqua l'ho usata!!!!!!



Aggiornamento:
Ecco il post che Elena Della Rocca ha scritto sulla sua esperienza al workshop. Io ce l'avevo accanto e guardarla mentre realizzava l'illustrazione finale era uno spettacolo. Spero tanto di vederla finita.
Ed ecco qui un altro resoconto

Se puoi sognarlo, puoi farlo

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"Se puoi sognarlo, puoi farlo"

Era questo il motto di Walt Disney, una frase che ha cercato in ogni modo di trasferirla nei suoi film.
Inizia tutto con un sogno e la canzone When you wish upon a star (canzone cantata anche poi da Louis Armstrong) ne è diventata un simbolo






A molti sembra che questo messaggio sia del tutto ingenuo e superficiale riguardo la vita.

Io invece trovo che in quel messaggio si nasconda un'amarezza inanerrabile, qualcosa che ti porta a voler credere a tutti i costi che prima o poi qualcosa cambierà, che solo continuando a resistere, alla fine ti sentirai vivo perché non basta essere vivi per sentirsi così.
Quando poi ho saputo di ciò che aveva vissuto Walt Disney e della sua completa ostinazione, quel messaggio mi è parso giusto un po' più chiaro.
Nessuno dice che per realizzare un sogno, le cose siano facili.
Anzi il più delle volte incontrerai degli ostacoli e allora cosa vuoi fare?
Rinunciare perché è troppo difficile?
Pensare che le cose ti siano facili, che tutto il mondo sia gentile con te questo sì che è ingenuo.
Eppure, se si continua a cercare la gentilezza, prima o poi vedrai che il mondo ti sorriderà.
E' facile essere gentili d'animo quando le cose ti vanno bene, c'è sempre il sole e tutto il mondo sembra essere creato apposta per te, ma quando invece le cose ti vanno storto, che fai?
Rinunci a quella disposizione di animo?
Lo shock enorme, il passaggio da uno stato all'altro è terribile quasi quanto il passaggio dal grembo al venire al mondo.
Eppure siamo qui e anche in questo mondo possiamo gioire.
Trovo davvero degradante pensare che la vita sia solo sofferenza.
E' chiaro che bisogna farci i conti con la sofferenza soprattutto quando qualcosa in cui speravi non va come credi.
E allora bisogna rimboccarsi le maniche, cambiare le carte sul tavolo, prendere altre strade... Una soluzione si trova.


Un sogno da solo non basta. 
E' una scintilla ma non ha quella forza necessaria per andare avanti.
Tutto sta in voi.


Da parte mia so che la leggerezza ha un suo specifico peso, che a volte si nasconde dietro sfarfallii e porta così tanto sulle spalle, che sotto le sue vesti setose può nascondere un baratro così come può essere per il sogno.
Eppure vola e alla fine bisogna essere capaci di lasciar andare quel peso. 
Quanta forza ci vuole in quel volo leggero, quanto ha dovuto impegnarsi per togliere la fatica in quello che fa?
La farfalla per essere capace di volare ha bisogno di compiere da sola l'uscita verso il passaggio.



Bozzolo di Catriz Welz-Stein (Catrin Arno)

Se quel passaggio viene allargato, per rendere più facile la sua uscita, le sue ali non si sviluppano e non sarà capace di volare.


Alla fine quando moriamo, che cosa rimane?
Il nostro sogno o quelli che abbiamo realizzato e magari anche condiviso?



Finisco dicendo che vi consiglio di vedere il film Saving Mr. Banks (esce domani) sulla trattativa dei diritti di Mary Poppins e sullo "scontro" tra Walt Disney e Pamela L. Travers dove vengono rivelati alcuni retroscena dei due protagonisti.








Io l'ho già visto in streaming e per me è da vedere.
Di sicuro lo andrò a vedere anche in italiano.



P.S.: Di solito quando si guarda un film Disney si pensano o alle sciocchezzuole frivole o a grandi tragedie e lutti. Eppure in ogni suo film (quasi) ci sono sia la sofferenza sia la gioia.
E in molti la forza di un sogno, la voglia di realizzarlo e di mantenerlo anche nelle situazioni più disparate e disperate.

Nonostante tutto...


P.P.S.: Come avrete capito, mi piacciono i film Disney. Non tutti magari. Hanno fatto parte della mia infanzia e continuano a essere parte della mia vita. In più non capisco questa lotta tra chi sostiene Disney e chi Miyazaki. Sono diversi sì, provengono da realtà e culture diverse e li amo così come sono.
In più lo sappiamo tutti che Disney ha reinventato le fiabe, ma sentite lo hanno fatto tutti secoli fa. Le fiabe non sono mai state le stesse per tutto questo tempo finché è arrivato Disney.
Persino i Grimm hanno rieditato le fiabe raccolte e alla sesta edizione erano già modificate.
Anche Andersen ha preso alcune fiabe dei Grimm e le ha reinventate secondo il suo gusto.

Frozen - Il regno di ghiaccio

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No, non l'abbiamo mai sentita.
Perché?


Ieri ho rivisto Frozen, l'ultimo film della Disney e ho pensato che era una buona occasione per scrivere la recensione anche se mi rendo conto che è un po' tardi, ma vabbé.
Essendo la recensione venuta un bel po' dopo il film, credo mi possa concedere qualche spoiler, ma prima una piccola parentesi
Quando ero bambina, andare a vedere i film della Disney in festività natalizie era una festa. Ci andavo con mia nonna, ci portavamo dietro i succhi di frutta, le merende e via a vedere il film.
Il mio "battesimo"è stato con La Sirenetta, il film che ha dato il via al "Rinascimento Disney" e così via per alcuni anni. 
Poi ho smesso di andare al cinema vuoi perché ormai la nonna non ce la faceva più e vuoi che ormai diversi film non mi intrigavano. Un film per cui ho fatto eccezione è stato Il pianeta del tesoro, ingiustamente dimenticato secondo me.
Con La principessa e il ranocchio si è ritornati alla fiaba e anche all'animazione tradizionale, ma evidentemente non deve aver convinto questo secondo ritorno che l'anno dopo esce  Rapunzel. 
Grande successo, il più grande finché è arrivato Frozen.
All'inizio ne avevo sentito parlare per una petizione nel voler mettere il titolo della fiaba originale di Andersen ovvero La regina delle nevi. 


(io avevo letto che si era più propensi per La regina delle nevi ma qui vedo anche Il regno di ghiaccio ed evidentemente alla fine si è voluto accontentare visto che il titolo completo del film in italiano è Frozen - Il regno di ghiaccio)


Poteva essere un buon titolo però dopo averlo visto, posso dire che della fiaba originale ha davvero ben poco.
Lo sappiamo benissimo di quanto la Disney modifichi le fiabe eppure qualcosa rimane. Per esempio, le lacrime che versa Rapunzel alla fine del film non sono un'invenzione ma provengono dalla fiaba originale anche se hanno un effetto diverso, ma davvero restituiscono qualcosa che era perduto (Ricordiamo poi che stiamo parlando di una fiaba, non di un fatto vero quindi i personaggi non vanno mai presi alla lettera)
Arriviamo a Frozen, successo enorme, stravincitore degli Annie Awards, premi dedicati all'animazione e molto probabilmente vincitore dell'Oscar per film d'animazione dove abbiamo anche l'ultimo film di Miyazaki ovvero Si alza il vento, non ancora uscito in Italia.
Ora, non voglio stare a fare una polemica su una battaglia tra Disney e Studio Ghibli. (L'unica cosa che mi scoccia è che un film come Wolf Children non sia entrato nelle nomination e nemmeno nella lista dei candidati. Eppure mi sembrava che fosse uscito in tempo)

Che cosa posso dire di Frozen?
Ho sentito pareri entusiastici sul film e posso capire il perché ma secondo me ci sono dei punti a sfavore.
Innanzitutto mi sembra che anche la Disney abbia voluto rivedere la figura del cattivo. 
Sembra sempre di più che si voglia raccontare le fiabe dal punto di vista del villain e capire cosa l'abbia reso così come è successo con Biancaneve e il cacciatore e presto anche con Maleficent, il film con Angelina Jolie.
Lodevole cosa ma spesso si finisce nell'andare sul banale e il tentativo di dare un passato, un background, di non farlo sembrare uno stereotipo, lo fa scadere comunque in uno stereotipo.


Un grande villain disneyano è senz'altro Frollo de Il gobbo di Notre Dame. Non conosciamo il suo passato, non sappiamo niente di lui, non sappiamo neanche perché odia così tanto gli zingari, ma percepiamo le sue contraddizioni (il sentirsi al di sopra di tutto nonostante quello che fa), veniamo a sapere i suoi pensieri, i suoi tormenti (grazie alla fantastica canzone da brividi Fiamme d'Inferno).


Questi elementi non ci fanno tifare per lui, ma lo rendono più umano. 
Vediamo in lui una persona che si può incontrare

Per quanto riguarda invece Elsa, una delle protagoniste del film, possiamo intuire con quale tormento lei debba crescere, lei solo una bambina a dover controllare un potere più grande di lei (dominare il ghiaccio) e la paura di far del male soprattutto ad Anna, la sua sorella più piccola, che questo potere le sfugga di mano come è già successo.


Anna ed Elsa

Possiamo comprendere anche la decisione dei suoi genitori di lasciare all'oscuro tutto Anna per proteggerla e proteggere Elsa anche se magari non la condividiamo, ma si tratta di quelle decisioni dei genitori che, presi alla sprovvista, fanno qualcosa che non porta altro che aumentare le paure dei figli.
I genitori muoiono e le due sorelle si trovano sole con Anna che non capisce perché Elsa l'abbia esclusa dalla sua vita ed Elsa che non sa più cosa fare adesso affranta dal dolore per la perdita dei suoi genitori.
Ma non c'è tempo perché Elsa deve prendere responsabilità del ruolo, ovvero diventare regina di Arendelle
E già qui succede qualcosa che potrebbe cambiare le carte in tavola dei prossimi film e non solo d'animazione.
Se ormai il titolo di Principessa Disney è diventato ormai pari a "Fanciulla che desidera sognare sul suo futuro" per non parlare di "Principessa che non vuole prendere il titolo di Regina (anche se il padre è scomparso) perché Principessa è più bello e più cool", la Disney stessa fa una svolta ulteriore ovvero l'incoronazione (o il matrimonio) non avviene a fine film e neanche a metà.


Le donne applaudono!!!!
In più dopo un (a parer mio, ma ci ritorniamo meglio dopo) dimenticabile duetto tra Anna, ragazza ingenua e briosa, e un principe bellimbusto di nome Hans e la (ovvia) proposta di matrimonio, sentiamo Elsa dire che non si può sposare subito un ragazzo appena incontrato.



Le donne in sala svengono, alcune si togliono la maglietta. 
Persino i ragazzi esultano!!!! Ecchecavolo, finalmente un film Disney lo dice se no alcune donne poi crescono con strani termini di paragone :)


Aurora/Rosaspina si è già addormentata per il troppo dispiacere


Su questo che sembra essere una svolta per i film Disney, vorrei ricordare che già il film Come d'incanto faceva dubitare che uno che appena ti incontra ti dice "Oh Giselle, ci sposeremo domattina" sia un buon partito se non lo conosci bene e la cosa buffa è che questo film voleva essere una parodia. Sarebbe stata una parodia geniale se il film fosse uscito molto prima dell'avvento delle nuove Principesse Disney, non più passive e reattive, ma decise a prendere in mano la loro vita.
Inoltre anche il rapporto tra sorelle era già raccontato in Lilo & Stitch e anche in quel film la situazione famigliare non era delle migliori con genitori morti e la sorella più grande che deve fare da madre a Lilo seppur con fatica.


La voglia di sapere di Anna perché Elsa sia sempre così chiusa in se stessa alla fine porta quest'ultima a rivelare, senza volerlo, i suoi poteri.
Facendola in breve, Elsa scappa e si rifugia in montagna dove costruisce il suo castello di ghiaccio e inconsapevolmente provoca un inverno ancora più lungo su Arendelle.
Anna decide di andare da Elsa per scusarsi, farla ritornare a casa e far finire così l'inverno e si farà accompagnare da un venditore di ghiaccio incontrato per caso ovvero Kristoff.


Una piccola rivoluzione in alcuni dei film Disney è che hanno voluto abbandonare gli innamoramenti a colpo di fulmine. Lo vediamo a partire soprattutto e chiaramente (anche se lo si vede ne Lilli e il Vagabondo) da La Bella e la Bestia (anche se ne La Sirenetta c'era un accenno di interesse non diventato subito palesamente amore almeno non da parte di Eric). 
Il rapporto d'amore matura col tempo e magari nasce anche da una presunta antipatia.
Lo vediamo con Rapunzel dove all'inizio Flynn Rider si vede costretto a seguire la fanciulla per un tornaconto personale (la corona) così come qui con Kristoff (la slitta).
Ora, non credo che la Disney voglia dire alle ragazze: "Ehi, se desiderate un uomo, fate che lui abbia un debito nei vostri confronti e partite all'avventura. Lui alla fine si renderà conto di quale meravigliosa fanciulla voi siate e si innamorerà di voi anche se all'inizio vi era antipatico, "
Intanto Hans rimane ad Arendelle come gli è stato detto da Anna.
Nel viaggio verso la montagna, Anna e Kristoff (assieme alla renna di lui, Sven) incontrano un pupazzo di neve, Olaf, realizzato da Elsa al quale piacciono i caldi abbracci e il sole, così allegro e spensierato.



Viene l'incontro tra le sorelle, ma la paura di Elsa di non riuscire a dominare il suo potere e il sapere che ha prolungato l'inverno la portano ancora a farle sfuggire i suoi poteri colpendo Anna al cuore.
Anna era già stata colpita quando era bambina da Elsa (sempre senza che quest'ultima lo volesse) ma alla testa ed era stata portata dai genitori dai troll per farla curare.
Il re dei troll (no, non è Jareth) disse che finché era la testa poteva curarla, ma non se ad essere colpito il cuore. Tolse il ricordo dei poteri ad Anna, lasciandole la ciocca bianca (una ciocca di color diverso come a Rapunzel). Inoltre disse ad Elsa che avrebbe dovuto imparare a controllare il suo potere e che la paura sarà sua nemica. Da qui la decisione di tenere separate le due sorelle.
Kristoff porta Anna, ormai mezza congelata, dai troll, i suoi genitori adottivi
Già la prima volta che li avevo visti ero rimasta allibita. 
Stiamo parlando di creature quasi mistiche e me li riducono come dei Puffi rocciosi.


Posso capire il character design di Olaf poiché tutto in lui deve suscitare ilarità, ma mi sarei aspettata qualcosa di più dignitoso per i troll non delle macchiette.
Per non parlare della loro canzone.
Ecco, parliamo delle canzoni del film.
Let it go (in italiano All'alba risorgerò) è stata candidata agli Oscar come miglior canzone e se la merita. E' una canzone piena di vita, grandiosa e molto simbolica dove Elsa, dopo essere scappata, si toglie i suoi orpelli (il guanto rimasto, il mantello e la tiara), si spettina un po' e trasforma quel vestito castigato in un sensuale abito. Non è più una brava ragazza, non si deve più nascondere.  
In più è la canzone che ha fatto cambiare completamente il carattere di Elsa.
Originalmente lei era proprio una cattiva al 100%, molto più simile alla regina della fiaba originaria.


ecco i concept art iniziali

La canzone iniziale Cuore di ghiaccio, dove vediamo un Kristoff bambino e Sven da cucciolo, mi ha colpito e le parti vocali all'inizio, sarà per mia ignoranza dei canti del luogo, mi hanno ricordato troppo l'inizio de Il re leone.
Poi abbiamo la tenerissima Do you want to build a snowman? ovvero Vuoi fare un pupazzo di neve? (frase che nell'adattamento italiano ricorre molto meno) con Anna che cerca, inutilmente, di convincere negli anni Elsa ad uscire dalla stanza fino alla morte dei genitori.
Canzone anche questa, come All'alba risorgerò, molto parodiata. Guardate per esempio questa.
C'è poi Oggi per la prima volta. Ok, fa capire le ansie di Anna ed Elsa
E poi abbiamo La mia occasione (Love is an open door)
Ok, altri l'avranno amata ma la mia faccia era stata devastata. Mi sembrava uscita dal nulla, la parodia di un'operetta.
Se già mi volevi far intuire qualcosa film, ci sei riuscito alla grande.
C'è l'incontro tra Anna ed Elsa e si canta la ripresa di Oggi per la prima volta (stessa musica, parole diverse). Eh, il dialogo non mi sembra gestito molto bene.
Abbiamo la canzone di Olaf. Divertente, godibile, ma era proprio necessaria?
E infine abbiamo la canzone dei troll che vorrebbero far sposare il loro figlioccio Kristoff con Anna.
Allora, ho provato molto pena per i troll e non mi ricordo niente, neanche una frase. Anzi molte frasi non le ho neanche capite e questo mi succedeva anche da bambina, ma questa canzone era così veloce che molte parole non riuscivo ad afferrarle. Le ho trovate confusionarie.
In più... Anna sta morendo congelata!!!!!!!!!!
Ora, so che nel mondo dei musical, le canzoni sono qualcosa di assurdo perché tutto ad un tratto tutti si mettono a cantare. E poi qui siamo nel mondo Disney (con qualche rara eccezione come ne Taron e la pentola magica, Bianca e Bernie e la terra dei canguri e Atlantis e altri) dove ci deve essere almeno una canzone o meglio tutti devono una loro canzone.
Sì anche tu Flynn Rider.



Ma così come aveva detto Howard Ashman, paroliere che ha portato La Sirenetta e La Bella e la Bestia al Rinascimento Disney, l'uomo chiave detto da tutti i suoi collaboratori anche dal compositore e amico Alan Menken, dagli animatori, anche dai dirigenti Disney e purtroppo morto di Aids prima di sapere che La Bella e la Bestiaè stato il primo film d'animazione a essere candidato come miglior film...
Ecco lui sosteneva che la canzone doveva portare avanti la narrazione e fare ciò che con la parte parlata non si riusciva a fare.
Quella canzone non mi porta e non porta a niente, per me. Anzi per me fermava la narrazione
E io dentro di me chiedevo che Anna dicesse: "Ehm scusate l'interruzione, ma io starei morendo."
E poi cosa mi dovrebbe far capire? Che Anna e Kristoff si stanno innamorando? Se togliamo quella canzone, non l'avrebbe notato nessuno, mi pare. 
Se si toglievano canzoni come Vuoi fare un pupazzo di neve? o All'alba risorgerò, si sarebbe sentita la mancanza di qualcosa che approfondisse le emozioni anche a costo di rallentare la narrazione.
La mia occasione, seppure mi ha fatto cascare un po' le braccia, in un certo senso è utile. 
Anzi, se volevano realizzare la parodia di un duetto Disney, complimenti! Ci siete riusciti alla grande!

Comunque ritorniamo alla narrazione della recensione.
Solo un atto di vero amore può scongelare un cuore ghiacciato, così dice il re dei troll e quindi via ad Arendelle da Hans che ha fatto in tempo ad andare da Elsa, catturarla e ritornare ad Arendelle e io sin dall'inizio mi sono chiesta come ha fatto ad essere così veloce.

Ma ahimé, il tanto amore sperato si rivela essere un approfittatore, uno che voleva usare Anna per i suoi interessi.
Le deluse e i delusi dal primo amore esultano dalle poltroncine.
Finalmente qualcuno che dice che i primi amori non sono tutti rose e fiori.
Ormai è diventato un tifo da stadio.


Quindi via, con fatica, da Kristoff (e meno male che l'aveva conosciuto. Pensate se ci era andata da sola.) ma anche in questo caso non c'è il classico bacio riparatore e svegliatore di fanciulle addormentate (in questo caso ghiacciate)
Un atto di vero amore. Il re dei troll ha detto così.
Non ha detto: "Fanciulla, devi farti baciare sulla bocca da chi ami"



Anche il cuore di Elsa si è scongelato


Che la Disney stia evolvendo?????????????????????



Il lieto fine c'è sempre...
Sì Pocahontas, ci hai provato e alla fine ti hanno ridotto in un inutile sequel a lieto fine.



... e i cattivi sono stati sistemati.



Cos'altro dire di questo film?
Di sicuro ha voluto porre la questione che non sempre una donna deve essere salvata da un uomo e non necessariamente ne ha bisogno (come in Mulan e Brave - La ribelle
Quest'ultima faccenda ha fatto nascere anche questioni su donne che non si innamorano perché è da deboli. Più che altro mi sembra più la questione sul diritto di scegliere chi ami (e questo ce l'avevano già anche le prime principesse), ma soprattutto di non focalizzarsi immediatamente sulla persona da cercare tanto sarà la vita a portarti chi desideri.
Tranne quelle mie questioni sui troll e su alcune canzoni (che vedo non condivisibili da molti ma va benissimo così), penso che questo film abbia fatto un ulteriore passo in più cambiando alcuni suoi stereotipi.
E' un film rivoluzionario? Vedremo in futuro, che cambiamenti porterà.
Quindi io lo consiglio e, per la prossima Principessa (o Regina?) Disney, bisogna aspettare il 2018 per...






Dal ghiaccio al tropico?!




L'eretica (mio spettacolo teatrale)

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(il quadro che uso come manifesto)


FINALMENTE!!!!!!





L'ereticaè il mio primo spettacolo teatrale da me ideato, scritto, interpretato e diretto, portato la prima volta in scena nella rassegna teatrale Ravenna viso-in-aria il 22 maggio del 2010 filmato dal "Progetto Cavur" (grazie Bruno Moroni!) per il Ravenna Studenti.
In più ringrazio Federica Maglioni per il mixaggio musica e voce.
L'inizio è un po' interrotto se notate bene.
Al testo ho poi apportato qualche leggera modifica che, a detta di chi l'ha vista tutte e due le volte, hanno apportato dei miglioramenti.
Al momento sono in preparazione con il mio secondo progetto teatrale e spero di poter replicare ancora questo spettacolo.
Ovviamente, anche fuori Ravenna.


Questo spettacolo è nato in me come un'esigenza, come un qualcosa che voleva essere lasciato libero di volare e di esprimersi. Da sempre sono innamorata del colore come manifestazione e potenza della luce e guardo incantata il mondo che ho davanti a me immergendomi nelle sensazioni che i colori mi suscitano. Questo spettacolo vuole essere una dichiarazione d'amore verso il colore eppure qualcosa inquieta ancora la ragazza protagonista, l'eretica, il tramite tra gli spettatori e il colore, perché la presenza di un colore è quasi asfissiante ed è il bianco, non più colore della purezza, ma colore che può annientare tutto e non lasciare più traccia


Interpretare una persona cieca non è facile come potete immaginare.
Quello che ho potuto fare è stato di sperimentare da me e, soprattutto, di osservare le persone che lo sono, di vederne i loro gesti.
Ho potuto vedere che l'immagine della persona cieca con la testa per aria e le mani davanti è solo uno stereotipo.
Inoltre ci sono alcuni che muovono le pupille come se stessero guardando in una parte precisa. Non sono fisse.


Una piccola curiosità: quasi un mese dopo lo spettacolo mi è stato detto del libro Cecità di José Saramago dove all'improvviso ci fu quest'epidemia di cecità e le persone vedevano bianco. E io non l'avevo mai letto prima!!!!
Il giorno dopo è morto lo scrittore.


P.S.: Sull'apparenza innocente e terribile del bianco ne avevo parlato qui in uno dei miei primi post.

Leonardo di Caprio e... Quanto può valere un premio?

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Io sono una leggenda.
Con o senza Oscar


L'anno scorso realizzai un post omaggio per Leonardo di Caprio in virtù della sua mancata nomination e parlavo dei suoi film che ho visto.
Quest'anno ha ricevuto la sua quarta nomination dopo quella da attore da non protagonista per Buon compleanno Mr.Grape (1993), quelle da miglior attore protagonista per The Aviator (2004), Blood Diamonds (2006) e appunto per The Wolf of Wall Street (2013) senza contare che in quest'ultimo film, lui era candidato anche per il miglior film visto che ne era il produttore.
Come saprete tutti, lui non ha vinto e oltre al grido di Ecchecavolo! La maledizione continua, il web si è sbizzarrito nel produrre dei meme (qui ne potete vedere alcune), delle immagini sulla sua mancata vittoria dove lo si vede sofferente per questo amore a lungo agognato e lui viene visto solo come un amico.
A parte le risate, c'è da chiedersi se DiCaprio sia diventato lo zimbello con quelle immagini che dicono "Poverino, poverino, l'Oscar non glielo danno."
L'ironia ci sta. 
E' solamente il giorno dopo e si sa quanto il web ami sbizzarrirsi però, come spesso si è visto, a diversi utenti del web ci vuole poco che prendono la mano e quindi non ci vuole niente che Di Caprio diventi uno zimbello. Onestamente trovo che questa figura da Calimero degli Oscar non credo che gli calzi.
Anch'io concordo che lui se li merita ampiamente però quanto può valere un premio?
Davvero un premio può stabilire quello che siamo?
A Stanley Kubrick, uno dei più grandi registi che ci siano mai stati, non hanno mai dato un Oscar per il miglior film o miglior regista e gli hanno persino dato un Razzie Award come Peggior Regista per Shining.


Mmmh... 
Vedo che mi rifileranno una cazzata.
Che importa? Io sono Dio.


Tantissime personalità non hanno ricevuto l'Oscar per le loro opere migliori.
Martin Scorsese ne ha ricevuto uno per la miglior regia per The Departed quando negli anni precedenti ha realizzato opere anche migliori.


Leo, ho vinto!!!!!!
E non è neanche quello alla carriera!!!!

Orson Welles non vinse mai un Oscar per Quarto Potere (il film vinse per la miglior sceneggiatura originale che non era sua), Charlie Chaplin vinse degli Oscar onorari assieme a quello per la colonna sonora mai come regista o per il miglior film, Hitchcock ne vinse uno alla carriera.
I premi possono far piacere ma non sono tutto, non sono un metro di giudizio.
Si realizzano opere per esprimere se stessi, non tanto per un agognato premio.
Quello viene dopo se viene e se non viene, non vuol dire che si ha fallito.
Di Caprio non sarà un attore inferiore e di certo non è un fallito.
La vita non può basarsi su una corsa ad ostacolo, non è un acchiapparello per i riconoscimenti.
Purtroppo nel mondo dell'arte e dello show business non si viene giudicati per l'opera in sé, ma per quanti premi si sono vinti, quanti soldi sono stati fatti (quante volte ho sentito di un artista che non mi piace al quale si risponde che ha fatto tali soldi, ha vinto tali premi come appunto se fossero il solo e unico metro di giudizio).
Uno dei ruoli più amati di Di Caprio è quello del ritardato mentale Arnie Grape dove lui prese, a 19 anni, la sua prima nomination. 



Sentiranno ancora parlare di me.
Buahahhahahah


Era così convincente che alcuni credettero che non stesse recitando. Quel film non fu un gran successo come molti suoi prima di Romeo e Giulietta eppure sono tappe importanti che l'hanno portato a farlo conoscere come attore.
Pochi possono dire di essere sopravvissuti a un film evento. 
Pochissimi possono dire di essersi scrollati i panni del ruolo che lo ha portato alla fama.
E lui, in questo caso, ha già vinto.
E con questo non sto dicendo che i premi, se capitano, bisogna rifiutarli.
Solamente di avere una tale fiducia nei propri confronti, la consapevolezza di aver creato, realizzato qualcosa di grandioso che un premio non te la fa smantellare. 
Anche perché non è che ricevere un premio, o comunque realizzare un successo, sia una cosa facile. Si può vivere nell'ansia di fare qualcosa che lo eguagli o anzi lo superi.
Si vive con l'ansia di superare se stessi.
La voglia di crescere è pressoché positiva se non diventa un'ossessione.
Quest'ansia può portare ad un'esagerazione, a un sovraeccitamento e il risultato può essere anche contrario a quello che si aspettava.
Oppure anche l'ansia di voler accontentare quelli che ti guardano e ti scrutano con il risultato che si può agire proprio per loro e non per se stessi.
Cosa succede il più delle volte?
Il prodotto finale non è all'altezza delle aspettative.
Io davvero non riesco a capire quando si chiede a tutta forza a un qualsiasi autore di qualsiasi campo di realizzare per forza un'opera e magari che sia all'altezza di un suo grande successo.
E a tutti quelli che ormai credono che lui sia diventato un zimbello, io dico soltanto che desidero vederlo recitare nel suo prossimo film, voglio davvero vedere l'attore che è in lui come ha sempre fatto, non solo la star
Spero che lui continui a fare film non tanto per vincere l'agognato Oscar, ma solo per se stesso come attore.
Spero che negli anni dia performances ancora migliori, che scelga ruoli coraggiosi come ha fatto.

E alla fine vediamo chi ride.




Ti do la mia benedizione

La Bella e la Bestia (2014): recensione e analisi della fiaba

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Ho l'impressione che qui non si parlerà solo di noi.
Che ci volete fare, Bestia? Questa qua è una patita delle fiabe


La prima volta che conobbi la fiaba de La Bella e la Bestia, a quanto io mi possa ricordare, fu con la versione delle Fiabe Sonore, molto attendibile, ovviamente escludendo le canzoni, alla fiaba originaria.
Ricordo ancora adesso l'enorme e profonda tristezza che mi provocò il grido di dolore della Bestia quando, per l'ennesima volta, Belle rifiutò di sposarlo.
Se il russare del lupo de Cappuccetto Rosso nelle Fiabe del Beccogiallo, dopo che lui aveva mangiato nonna e nipotina, mi faceva sentire paura, quel ruggito così potente della Bestia mi faceva sentire triste.
Poi ovviamente, ci fu l'uscita della versione disneyana che andai a vedere al cinema.
La cosa che più mi piacque in assoluto è il tempo, la concezione del tempo tra Belle e la Bestia nel conoscersi.
Infine trovai la fiaba originale, quella arrivata da noi ovvero la versione di Madame Jeanne-Marie Leprince de Beaumont che, tra tutte le versioni di tale fiaba, si parla anche di Giambattista Basile, è la più nota.
E infine guardai la versione cinematografica di Jean Cocteau (potete vederla anche voi qui con la prima parte).



Inoltre non bisogna dimenticare il mito greco Amore e Psiche al quale questa fiaba, e non solo, deve molto.
Insomma, con tutto questo bagaglio di versioni, come mi sono approcciata all'ultima?
Innanzitutto, so perfettamente che qualche "tradimento" ci sta bene se è in linea con tutto il resto.
A differenza di Maleficent (film che dovrebbe uscire a breve in Italia con Angelina Jolie che interpreta Malefica, la stessa della versione disneyana de La Bella Addormentata nel Bosco), questa versione de La Bella e la Bestia sembra occhieggiare alla versione originale.
Vedendo il trailer italiano alcune settimane fa, alcuni sembravano dire "Ohhh, finalmente avremo la versione originale" e "...Ma Belle non è bionda!!!"
Oddio mio, la Belle di questo film è bionda?!? 
Siamo perduti, rovinati, bruciamo il film, questo film è indegno di esistere!!!
Nella versione originale della fiaba, niente fa presupporre che Belle sia castana o bruna. Si sa soltanto che era bella e gentile a differenza delle sue sorelle che erano belle sì e tremendamente invidiose, gelose e che si lamentavano per ogni cosa.
Inoltre, un'altra cosa estremamente affascinante della Bestia è che non viene mai descritto il suo aspetto. 
Non si sa che animale sia. Si sa solo che è una Bestia mostruosa.
La fantasia degli illustratori, di fronte al dare un aspetto a questa Bestia, si è sbizzarrita.






di Angela Barrett





di Galya Zilko



di Walter Crane



di Edmund Dulac



di Anne Anderson



 di Gabriel Pacheco


di Hilary Knight



di Anne Romby

... e non sono mica finiti.


Immagino che per realizzare la Bestia, si sono affidati al loro immaginario (scusate il gioco di parole), al loro bagaglio culturale.
Ognuno ci mette il suo per interpretare una fiaba dove spesso molte cose non vengono spiegate proprio per lasciare che siano i lettori a dare un contributo.



Ed è proprio con dei piccoli lettori che si apre il film.
(Avvertimento: ho cercato di spoilerare il meno possibile o almeno evitando le cose che mi sembrano fondamentali.)
Una piccola delizia che sin da subito mi ha conquistato.
Andiamo avanti.
La storia sta per incominciare.
L'inizio sembra davvero rivolgersi alla versione originale con il padre, ricco mercante che, dopo la sventura delle sue navi, è costretto ad andare in campagna con i suoi tre figli e le sue tre figlie.

Appena vediamo Belle, eccola presentarsi con un abito rosso.




Perdonami, figlia mia, ma stiamo facendo La Bella e la Bestia o Cappuccetto Rosso?
La Bella e la Bestia, padre.
Oh, grazie. Con tutte queste fiabe al cinema, credevo di essermi confuso.



Così presentata, sembra che Belle sia la fanciulla destinata ad un sacrificio, che con la sua vita dovrà riporre rimedio a un grave atto.
Il colore rosso ricorre molte volte in questo film e non solo per quanto Belle.


Inoltre ho notato come in diverse versioni cinematografiche delle fiabe, si dia un'enorme importanza ai colori e questa è una buona cosa, ma diventa solo un fattore estetico se dietro ai colori non c'è niente che li supporta.
Andando avanti, il film si stacca sempre di più dalla versione originale dandoci sempre un'occhiata.
Uno degli strappi alla versione originale è la presenza maggiore dei tre fratelli che delle due sorelle.
Nella fiaba originale, le due sorelle si contrapponevano a Belle. 
Tutte e tre sono evidentemente belle, ma la sorella minore (Belle) ha con sé la gentilezza e la disponibilità d'animo che la rendono ancora più bella.
Invece le altre due sorelle hanno dalla loro gelosia, invidia. Seppure questi sono sentimenti comunemente umani, messe assieme con voglia di approfittarsi delle situazioni a loro più congegnali e superbia, le due sorelle sembrano delle persone da non voler incontrare mai.
Belle, da parte sua, non è perfetta. E' ancora una fanciulla inesperta, desiderosa di amore paterno e non ancora pronta a staccarsi del tutto. 
In quel senso, non è ancora matura.
Molte fiabe parlano di uno sposo animale come Il principe ranocchioA est del sole a ovest della luna.
Lo sposo animale rappresenta all'inizio la difficoltà di abbandonarsi all'altro, la paura di un predatore. 
Solo abbandonando la voglia di protezione, tipica dell'infanzia, la fanciulla sarà pronta ad essere donna.


Il padre, dopo aver saputo dell'arrivo della sua nave alla quale vengono presi tutti i tesori, infine si perde nel bosco arrivando al castello della Bestia e avviene quello che succede esattamente nella fiaba: una vita in cambio della rosa.
Una cosa che si può notare è come nel castello non sia arrivata la neve, un'eterna primavera.
Eppure, seppur la primavera sia la stagione del risveglio della natura, tutto in quel castello sembra essere addormentato, fermo a un tempo che non c'è più.





Il castello in rovina lo trovo semplicemente stupendo, con tutte le rose che hanno preso possesso degli ambienti, statue che chissà da dove vengono e cani dal character design che ho trovato estremamente irritante, con lunghe orecchie che mi chiedo come facciano a non cadere.
Questi cani non portano niente alla fiaba.
Almeno i servitori trasformati in oggetti della versione disneyana realizzavano il tipico ruolo degli aiutanti che si riscontrano spesso nelle fiabe, ma questi cani che ci fanno? 
Andando avanti si capisce cos'erano prima dell'incantesimo, ma almeno potevano essere utilizzati meglio se volete che partecipano alla fiaba.
Li vediamo servire alla cena quando arriva il padre di Belle eppure già nella fiaba, così come nel mito greco di Amore e Psiche vediamo come bastava chiedere e tutto veniva pronto.
Nel mito si parla addirittura di voci che non si vedono mai, li si può solo sentire.
E' come se ci fosse una separazione tra il mondo umano e quello divino.
L'unica cosa che mi è piaciuta di questi cani è proprio la loro ritrosia nel farsi vedere e mi sarebbe piaciuto molto di più se la loro presenza fosse stata ancora più nascosta (non solo per nascondere quel character design).


Infatti, proviamo ad immaginare come si deve sentire Belle.
Decide di abbandonare la sua casa per sempre, la sua famiglia per salvarli (quel suo Non dimenticatemi quando si rivolge ai suoi fratelli per andarsene l'ho trovato davvero significativo) soprattutto perché la richiesta della rosa, il dono proibito, era sua (nella fiaba lei dice che tanto la vita non le importa più ma molto probabilmente lo dice perché non desidera rattristarli ancora di più).
Parte con il pensiero che verrà uccisa e appena arriva, vede i vestiti più belli e le si dice che dovrà cenare con la Bestia.
A che gioco stiamo giocando? 
In più la casa esaudisce ogni sua richiesta (questo nella fiaba)
Belle all'inizio si è trovata a lasciare la casa, quella ricca e sfarzosa, per una casa di campagna. L'ultima rispecchia di più il suo modo di essere, semplice e umile, ma soprattutto ha con sé la sua famiglia.
Avrebbe affrontato chissà quale cosa pur di stare assieme.


Una delle cose che più mi piacciono di questa fiaba è la sottigliezza, l'inquietudine iniziale proprio come quando si entra a contatto con una Bestia, un mistero inspiegabile, una paura che ti fa tremare e nel contempo cerchi di trattenerti, ma è più forte di te.



E' un momento carico di pathos e tutto deve essere soppesato.
E' come qualcosa che ti serpeggia intorno e lo senti a pelle.


Una delle cose che il film cerca di spiegare, o almeno di dare un senso, è il motivo perché quella rosa sia così preziosa, qual è il mistero dietro quella rosa che vale una vita.
Anche in Raperonzolo succedeva qualcosa di simile dove dei raperonzoli vennero scambiati alla fine con la bambina che sarebbe nata così come nella fiaba di Tremotino dove venne scambiata la sua abilità di tramutare la paglia in oro per il primogenito che sarebbe nato.
La facilità con cui viene chiesto simile scambio può far vivere uno sconcerto a quella persona che, per paura, accetta.


Nelle fiabe spesso vengono narrati di misteri che per l'uomo sono inspiegabili e che li deve accettare così come sono (basti pensare alla fiaba russa Vassilissa la Bella dove la protagonista incontra Baba Jaga)
Attenzione, non sto parlando di misteri legati alla religione, ma di qualcosa ancora più sottile.


Il mistero legato alla rosa può far pensare al passato della Bestia del quale nella fiaba si sa ben poco solo quello che dice alla fine ovvero che una cattiva fata l'aveva condannato in quelle sembianti, ma di più non si sa e magari il bambino si chiede quale orribile cosa abbia fatto quel principe per essere condannato con quell'aspetto.
In questa versione cinematografica si parla di una grave offesa che il principe, seppur inconsapevolmente, ha fatto e c'entra anche il mondo soprannaturale.



Questa versione mi ha fatto pensare in qualche maniera a La Sirenetta, la cecità di fronte a tali comportamenti che magari più di un bambino si è chiesto "Come ha fatto a non accorgersene?"
Il mondo soprannaturale, seppur oscuro e misterioso, è trasparente e credo che sia anche per questo che è connesso al mondo del bambino.


Personalmente ho trovato il motivo di tale mistero dietro la rosa (lascio a voi la scoperta) possibile.
Personalmente, non ho percepito una rottura.


La conoscenza tra i due è travagliata: qualche attimo di fiducia e comprensione, poi qualche passo indietro.
In più Belle, piano e piano e in diversi punti, viene a conoscere il passato della Bestia.
Ma l'imminente ritorno a casa sta per arrivare e qui arriviamo a un punto del quale parlavo prima.
Lo sviluppo maggiore dei fratelli rispetto alle due sorelle porta a una sottotrama che, personalmente, faceva meglio a non esserci togliendo del tempo ai due protagonisti, il tempo per far sì che la conoscenza sia più approfondita.
Inoltre mi chiedo a cosa voglia portare quella sottotrama? Alla sete di potere, alla cupidigia tipica dell'uomo? Che novità!

Andiamo avanti e, dal mio punto di vista, sta diventando decisamente ridicolo che facevo fatica a trattenermi e stiamo parlando di scene di battaglie.
Mi chiedo sempre perché ci debbano essere sempre delle scene di battaglie.
Quando si parla di fiabe, spesso si parla della lotta del Bene contro il Male eppure leggendo le fiabe, questa lotta non è così palese, anzi non ci sono!!!!!
Il più delle volte le battaglie sono ridicole (quella invece finale della Bella Addormentata della Disney no, quella è fighissima oltre ogni misura!).

Inoltre, c'è una cosa che non capisco. 
Sin da quando si entra nella foresta, si capisce che questa è viva.
Andando avanti, si sentono le manifestazioni di rabbia della foresta.
Più si va avanti, più non capisco perché sia così necessario palesare le presenze della foresta (sto parlando di quelle che si vedono durante la battaglia e già si era accennato quando è stata presa la rosa)
Dare un aspetto a uno spirito o dio della natura è qualcosa di molto arduo perché è molto facile è entrare il ridicolo.
Miyazaki l'ha fatto splendidamente ne Princess Mononoke e da lì ha segnato la fine di tutti i film successivi che hanno cercato di dare un aspetto animistico alla foresta (vedi Biancaneve e il cacciatore) come se l'avesse inventato lui quando l'aspetto animistico della foresta è presente da secoli e lo è in diverse fiabe.


Una cosa che più mi straziava il cuore nella fiaba originale è il fatto che la Bestia, così mostruosa, fosse in realtà così buona e gentile e tremendamente sola.
Ed io, piccola bambina solitaria, avrei tanto voluto abbracciarlo, avrei tanto voluto farlo sentire meno solo.
Quando poi, fuorviata dalle sorelle, Belle rimane a casa qualche giorno di più e sogna della Bestia morta, lì allora Belle arriva a capire di più il suo sentimento che prova per la Bestia.
All'inizio sembrava che la Bestia ricavasse qualcosa di più dalla presenza di Belle, dalle cene che passava con lei, ma con il passare del tempo, anche lei, nonostante i ripetuti rifiuti alla proposta di matrimonio, capisce di non poter fare a meno della Bestia, ma ancora il suo essere acerbo non le fa vedere in modo chiaro il sentimento.
La Bestia che si lasciava morire per me bambina era davvero un'immagine forte.



di Gabriel Pacheco



di Warwick Goble


di Arhur Rackham



di Edmund Dulac


di Walter Crane



di Angela Barrett


Gli eroi tutti d'un pezzo, quelli così duri da non mostrare le proprie emozioni perché sono dei duri non mi hanno mai intrigato.


L'incantesimo si è spezzato, la Bestia ritorna al suo aspetto di principe.
Tutto va a finire bene.

E il film?

Devo dire che non tutto il finale è da buttare.
Il dialogo tra Belle e la Bestia prima che quest'ultima si trasformi l'ho trovato significativo così come alcune corrispondenze tra l'acqua e la musica.
In più il racconto della fiaba finisce e i due bambini chiedono cosa è successo poi.
Per un bambino, la fiaba non finisce con la parola "fine". Continua a vivere e continuerà fino a chiedere la lettura della fiaba ancora e ancora.


Giudizio finale?
Nobile tentativo, almeno lontano da Hansel e Gretel che vanno a caccia di streghe (da quel film mi sono tenuta ben lontana e se mai lo vedrò, sarà soltanto per la curiosità di vedere come hanno ridotto la fiaba).
Sarebbe potuto essere un film migliore se si fosse concentrato sui due protagonisti.
Tutta la faccenda legata ai fratelli l'ho trovata dispersiva.
Inoltre credo che il character design dei cani, degli spiriti della foresta siano tutti da rivedere perché li trovo molto kitsch.
La colonna sonora mi è piaciuta in diversi punti tipo quando il padre vede il castello per la prima volta e si sente come una presenza pesante dell'organo (almeno mi sembra che sia l'organo).
I costumi sono splendidi e sontuosi anche se ammetto che non sono molto ferrata in questo. Non so se sono attendibili secondo quell'epoca. 
Léa Seydoux l'ho trovata incantevole e ho trovato credibile la Bestia.
Potrebbe piacere?
Ho trovato diverse critiche che lo stroncano, ma secondo me il film non è così brutto come lo si vuol far sembrare.
Inoltre, credo che molto dipenda dal rapporto che si ha con le fiabe.
Personalmente non sono una purista assoluta (il passato della Bestia l'ho trovato, in qualche maniera, attendibile) però quando qualcosa mi disturbava, il mio pensiero andava alla versione della fiaba.
In questo senso, trovo che la versione disneyana, in tal senso, sia migliore appunto perché si vede come il rapporto tra i due cambia.
Anche in questo film si vede però, appunto come ho detto prima, se si fosse concentrato un po' di più sarebbe stato meglio.
Così sembra che tutto sia a scatti, si vede solo qualche accenno.
Inoltre, avrei preferito anche che si fosse concentrato sulla Bestia. Siamo venuti a conoscere sul suo passato, ma come ha vissuto?  Lo si vede sempre come un estraneo eppure come dice il titolo, riguarda tutti e due.
Non lo vediamo mai da solo, ma solo in rapporto a Belle. 
E, anzi, la sua fragilità non credo sia stata ampiamente mostrata.
Queste sono mancanze che per me sono gravi.


Comunque non lo stronco del tutto e forse potrebbe piacere qualcuno.
Prendete queste mie osservazioni come quelle di una patita delle fiabe, poi sappiatemi dire.
Sono curiosa di sapere le vostre considerazioni.


Intanto...




Oddio, ha finito.
...
Credo proprio di essermi persa



I cinque malfatti di Beatrice Alemagna

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Personalmente, non avevo mai letto niente prima di Beatrice Alemagna, autrice e illustratrice.
Avevo letto di lei diverse volte sul blog di Anna Castagnoli Le figure dei libri e notavo quanto colore c'era, quelle forme così piene e gioiosamente infantili.
Ma attenzione, perché si potrebbe cadere nel malinteso che quel modo di essere
Leggendo di lei, guardando le sue illustrazioni sul bambino mi sembrava di conoscerla.
Poi ho visto questa foto di lei e bum! E' stato innamoramento a prima vista.


(vista anche qui assieme ad un'intervista)


Quello sguardo così lieve e tutto sembra essere sostenuto da un filo leggero, senza alcun sforzo.
Così, semplicemente così.

Quando lessi due giorni fa qui sempre su Le figure dei libri del suo nuovo libro, I cinque malfatti edito da Topipittori, e vedendo le illustrazioni beh mi sono detta che non potevo aspettare. Dovevo prenderlo, assolutamente.
Così oggi, anche se mi sentivo che tutto il mondo stesse girando al contrario di come lo sentivo io, anche se c'era già un sole primaverile e mio sentivo ancora rinchiusa in inverno, sono andata a prenderlo.
Avete guardato le illustrazioni del post?
Fatto?

Che cosa posso dire?
Che l'ho abbracciato, ho abbracciato il libro ritornando quella bambina malfatta che ero, perfettamente malfatta, che arrivava sempre tardi sulle cose, che non capiva, che si sentiva un'aliena, perfettamente diversa, estranea agli altri.
Ho pensato che se avessi avuto questo libro nella mia infanzia, mi sarei sentita rincuorata, non mi sarei sentita fuori posto.
E' come se volesse dire "Non ti preoccupare. Non c'è niente che non va in te."
Ed è riuscito a parlare con me anche adesso che sono cresciuta.
Mi sono davvero commossa alla fine tanto che la mia vista si è offuscata.
Il mondo di Beatrice è fatto di elementi fragili, di sorrisi che fanno tremare la bocca in un sussulto e di risate consulte, sguaiate e impertinenti.
Avevo già visto la rappresentazione del Perfetto nel post. 
Vederlo dal vivo con le due pagine tra le mani è stato ancora più intenso.
Con quei capelli che sembrano un grosso gomitolo di lana, una piramide per naso... A vederlo non mi sembrava troppo perfetto eppure quell'atteggiamento di superiorità così plateale fa ridere. Non si può resistere.
E la fine è assolutamente deliziosa tanto che ho voltato pagina e non ho trovato più niente e mi stavo dicendo "Cosa?!? Io ne voglio sapere di più!"
Ho riletto la pagina finale più attentamente e alla fine mi sono detta che andava bene così, che non c'era nient'altro da dire.
Insomma, un libro che consiglio altamente!!!
E poi dovevo capire di che libro si trattava, di cosa voleva dirmi perché poco prima di rientrare in casa...


E' un segreto :)



Vi lascio però con questo video:




Un bacio a tutti voi, a tutti quelli che si sentono malfatti, dei "cosi" perché ancora non sono riusciti a darsi una definizione.
E sapete una cosa?
Di darmi una definizione precisa non ne ho la benché minima idea.

5° compleanno di Farfalle eterne (+ giveaway)

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11 marzo.
Sono cinque anni ormai che questo blog è vivo.
E' un piccolo blog questo.
A volte guardo altri blog e ammetto che certe volte ne sono invidiosa, di quante persone li seguono, di quanti commenti ci sono.
Poi c'è chi mi scrive, chi mi ringrazia, chi mi chiede com'è successo recentemente.
C'è anche chi mi dice che ha trovato utile il mio blog per la sua tesi (per esempio sulle fiabe).
C'è anche chi mi ha chiesto di usare delle mie frasi per degli interventi universitari.
C'è chi ha chiesto informazioni sulla mia tesi perché era interessato sul rapporto pittura-teatro.
E allora, come faccio a non volergli bene?
Quell'invidia iniziale sparisce e diventa più che altro voglia di raggiungere più persone e di essere raggiunta.
Quindi c'è una piccola sorpresa per i miei lettori per questo quinto compleanno.
Ebbene, il 28 gennaio 2014 Aulonia ha compiuto 3 anni e proprio nel momento del compleanno stava per arrivare alle 5000 visualizzazioni (il mio piccolo grande blog di Aulonia)
Quindi pensavo di realizzare qualcosa, un'illustrazione.
Solo che il punto della questione è "Cosa fare?"
Sono davvero andata in tilt tanto che le settimane si sono prolungate.
Qualche giorno fa mi sono detta "Ohi Elena, fra un po' si avvicina il quinto compleanno di Farfalle eterne. Uniamo i due compleanni."
E così sono andata avanti finché ho iniziato un'illustrazione.
Ma mi sono resa conto di essere indietro quindi ho pensato di fare un semplice ritratto di Aulonia/Zoe.




Non pensiate che sia stato facile. Non tanto il disegno, ma il come dovevo realizzarlo, che viso darle.
Comunque ecco il mio giveaway.

Lascia un commento al nuovo post di Aulonia, il cinquantesimo.

Scadenza: 24 marzo alle 19


Farò un'estrazione e il vincitore riceverà il ritratto di Aulonia/Zoe con dedica.

Vi prego di diffondere questo giveaway. Grazie mille.




Studio surrealista con mani e farfalla di Peter Rose Pulham, 1930s



Grazie mille a tutti voi, grazie infinite. 
Sono sincera.
Spero che mi seguirete ancora e spero che altre persone ci saranno vogliose di entrare tra le farfalle.
Come dico sempre "Siete i benvenuti."

Elena


P.S.: C'è stato anche uno che mi ha mandato un'e-mail dicendomi che non era d'accordo con me per quanto riguarda la canzone "Romagna mia" (per farla in breve: non mi piace). Gli ho rinnovato i miei motivi e l'ho ringraziato l'e-mail.

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