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Marzo pazzerello, news pazzerelle per me

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La Primavera sta per arrivare, almeno secondo il calendario, e io non vedo l'ora.
Primavera, risveglio.
Due notizie per me.


Proprio il 21 ci sarà l'inaugurazione della Vernice Art Fair a Forlì e io ci sono!!!!!!!!!!!!!!

Espongo!!!!!!!!!!!!!!

Com'è successo?
Allora un pomeriggio di qualche settimana fa si stava discutendo in macchina riguardo ai miei dipinti, a cosa si potrebbe fare.
Io? Ascoltavo.
Ritorno a casa, accendo Internet, guardo le e-mail e ne vedo una che porta come oggetto "SPECIALE EMILIA ROMAGNA"
La controllo e non sto più in me dalla gioia, ma prima preferisco controllare che chi mi ha mandato l'e-mail non sia una che abbia cattive intenzioni.
Controllo e no... non trovo niente.
Okay, dentro di me posso urlare dalla gioia.
In pratica si tratta di partecipare a un'esposizione di artisti emiliani-romagnoli dentro la fiera di Forlì con un mio quadro.
C'è anche la possibilità di essere sulla rivista.
Non ho mai visitato la Fiera, ma quando l'ho letta ho capito di cosa si tratta.
E' una fiera italiana sull'arte contemporanea (qui il sito) e si tiene dal 21 al 23.
Io ci andrò proprio il primo giorno.
Le ho mandato alcuni link dei miei dipinti e alla fine ecco qua:



Tutti mi ammireranno, tutti dovranno sottostare al mio splendore!
Buahahahahaha




Stai calma perché tanto sulla rivista ci sarò io



I due quadri sono Ninfa e Psiche.
Sul primo non ero molto sicura perché la mia intenzione è quella di non venderlo.
Così come per il manifesto al mio spettacolo L'eretica mi sono affidata a un quadro, stessa cosa per il mio secondo progetto teatrale (ancora da finire). Quindi potete capire che il quadro non sia in vendita.
Però poi, pensandoci, nulla mi vieta di esporlo anche se non in vendita.


La seconda notizia è che il 25 e il 27 andrò alla Fiera dell'Illustrazione a Bologna.
La mia prima e unica volta, per ora, che ci sono andata è stata quattro anni fa e l'impatto non fu decisamente allettante per me.
Partecipai alla selezione, non fui presa (e ci credo, mi sono ridotta all'ultimo e ho mandato degli abbozzi) e ricevetti il pass gratuito.
Riguardando le cinque "illustrazioni" che ho mandato (illustrazioni tra virgolette perché non possono definirsi tali) beh... mi sto davvero chiedendo: Davvero ho mandato quegli obbrobri?
Già mi facevano pena perché era proprio una cosa ridotta all'ultimo momento (letteralmente) ma adesso, dopo quei workshop che ho fatto, dopo aver conosciuto un po' meglio il mondo dell'illustrazione...
Aaaargh!!!!!!!! Bruciateli!!!!!!
(Non li butto via solo perché sono un ricordo legato alla mia Bonnie ma di sicuro non faranno parte del mio portfolio)
Ecco qui le impressioni che ho avuto dalla visita della Fiera.
Eh, sono stata abbastanza critica.
A ripensarci adesso e a distanza di tempo posso dire che il parere può essere quello di una che si sentiva un'estranea, in qualche modo.
Non so come sarà il mio parere quest'anno, ma di sicuro non mi sentirò un'estranea o almeno non come quattro anni fa.
C'è anche da dire che, non avendo partecipato alla selezione, non ho diritto al pass gratuito e quindi ho chiamato per avere quelli scontati.
Chi mi ha risposto è stato gentilissimo e mi ha detto, come avevo letto da altre parti, che la Fiera d'Illustrazione è per gli addetti del mestiere.
Gli ho spiegato che in questi mesi ho partecipato a workshop e sono sinceramente interessata a questo mondo.
Così mi ha detto a che e-mail devo scrivere e ho cercato di sfoderare tutta la mia capacità persuasiva.
Beh, ho scritto quello che avevo detto all'operatore inserendo anche i post sui workshop e l'attestato di frequenza di quello fatto a Noventa Padovana, il più recente, giusto per far capire che non mi stavo inventando tutto.
E quindi non vedo già l'ora!!!!






P.S.: Carissima Primavera, ti sono veramente grata per queste opportunità, ma dimmi. Non è che poi non succede più niente, vero? Non farmi questo scherzetto. Taci? Devo vedere da me? D'accordo, ma sappi che ti tengo d'occhio.
 


Indossare la maschera di Aulonia

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un sogno di Aulonia


L'altro ieri sera mi sono unita a un corso di teatro e il bello è che stato tutto una sorpresa nel senso che quel pomeriggio non mi sarei aspettata ciò.
Uno degli esercizi che ci hanno fatto fare è stata quella di camminare indossando la maschera di un mestiere o di un personaggio, esistente oppure da film ecc...
Io ho pensato "Potrei impersonare Aulonia nella fase iniziale della storia."
E così ho fatto.
Ho indossato la sua maschera.
Finora non l'avevo mai fatto, la sentivo dentro di me e questo mi bastava. La disegnavo, scrivevo di lei sentendola dentro di me.
Ma la curiosità di indossare davvero le sue "vesti" ed esternarla agli altri è stata quasi una funzione catartica.
Abbiamo avuto del tempo per pensare a come dovevano essere le braccia, le mani, lo sguardo... Tutto.
Piano piano dovevamo indossare la sua maschera, a fasi.

Prima c'era il viso e così ho pensato a occhi spalancati. 
Niente deve sfuggire al suo sguardo e la bocca tenuta molle.
Poi c'era la parte superiore del corpo.
Ho pensato alle sue braccia, corte prime del gomito e poi lunghe. Allora le ho tenute attaccate al corpo con gli avambracci davanti.
Inoltre, poiché non può smettere di districare i fili, ho pensato che le braccia ce le ha sempre in continuo movimento anche quando guarda altro.
Devo essere sembrata proprio una schizzata agli altri, una da internare
Si è passati poi alle gambe.
Ho pensato che, avendo i fianchi grossi e le gambe sottili, lei camminasse a gambe distanziate.
Infine, al segnale, dovevamo dare la mano a chi incrociavamo e ho sempre travolto quello a cui davo la mano prendendogliela con tutte e due.
Ho immaginato che Aulonia è un personaggio solitario che lavora molto sugli altri (districa a loro i fili)
Quindi per lei, è sempre un piacere conoscere nuove persone e quando capitava che nello stringere la mano non trovavo nessuno, Aulonia guardava in giro per trovarne uno e, non trovandolo, se ne andava un po' sconsolata.
Infine dovevamo dire il proprio nome e ho immaginato che lei avesse un filo di voce.
Penso che nessuno che mi abbia visto si aspetti che in questo personaggio ci sia un'essenza divina.
Ma non è nel suo aspetto che sta quest'essenza, bensì in quello che fa.
Infatti l'atto di districare i fili che compongono i corpi delle creature può essere un vero atto creativo.
Magari ci saranno delle cose da perfezionare, da pulire (prima si ha la materia e poi la si ridefinisce)... Questo non lo escludo.
Comunque indossare la sua maschera mi ha permesso di capire ancora meglio il suo peso.

Ogni personaggio ha un suo peso in rapporto con il mondo.

 
Alla prossima.



P.S.: Per quanto riguarda le foto della Vernice Art Fair di Forlì e quella della Fiera di Illustrazione di Bologna purtroppo c'è ancora da attendere.
Appena riesco a metterle su computer, preparo i due post.

 

Esposizione mio quadro al Vernice Art Fair di Forlì

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Premessa: Innanzitutto mi scuso per il ritardo colossale, non dipeso da mia volontà. 
Il mio computer ha deciso di proibirmi alcune cose tra il quale scrivere post e guardare serenamente su Youtube.
In questo momento sto scrivendo dalla biblioteca.
Non so quando le cose si aggiusteranno.
Forse quando riuscirò a convincere il computer che l'ha vinta lui, ma forse mi sto imbattendo contro un discendente di HAL 9000.




E così il 21 marzo sono andata all'inaugurazione della Vernice Art Fair di Forlì dove, come avevo già preannunciato qui, un mio quadro è stato esposto.

Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


Dire che ero in fibrillazione per la felicità è dire poco.
Magari non avrò saltellato lungo la fiera come una vispa Teresa (ci mancava poco) però dentro di me sì!!!

La mia mente era già andata a mille ancora prima che fossi arrivata a Forlì e quando sono andata alla fiera in taxi, mi sono sentita tanto diva in una limousine!
Giusto per dire come ero messa.

Comunque eccovi le foto










i compagni di parete (il mio quadro in mezzo)
 (quelli a sinistra sono di Francesca Panico)




"Inginocchiati. Buahahhahahaha"





altri quadri della mostra




quadri di Margherita Rancura




ancora quadri di Margherita Rancura







statue di Ermes Ricci







lo stand della mostra




"Cucù"




Installazione Cenere di  Ingnazio Fresu







"C'è nessuno???"



Andando a vedere la mostra, gli altri quadri esposti, ho avuto una bella botta di autostima.
Ho visto diversi modi di esprimersi e dico che sono molto felice dei miei quadri.
Ovviamente ci sarà una crescita e magari qualcosa cambierà (infatti ho cominciato da poco a usare anche l'acqua per le parti in profondità prospettiva) comunque adesso posso dire di essere felice dei miei quadri.
Ci sono dipinti nei quali non condivido molto la loro visione e non parlo solo dell'Iperrealismo.
Comunque, è chiaro che in una Fiera di Arte Contemporanea ci si trova quello che c'è adesso e alcune cose si possono condividere o meno. 
Alla fine quello che ho potuto vedere da questa fiera e da quella di Bologna per l'Illustrazione è che un posto c'è anche se magari sono pochi, i posti ci sono che uno faccia opere mainstream o no, che uno faccia Iperrealismo o Espressionismo, c'è un posto. 


Comunque permettetemi questa nota di vanità nel dire questo: "Il mio quadro è fichissimo!"
(A casa la ripetevo sempre :D)

E ovviamente ringrazio l'Artantis per avermi contattato.



NOTIZIA SPLENDIDISSIMA!!!!!!!!!!!!!!!!
Parteciperò a una collettiva a Udine alla Galleria Art Time in vicolo Pulesi, 6 dal 26 aprile.
Io purtroppo non ci sarò alla serata di inaugurazione.
Comunque... sono felicissima!!!!!!!!!!!!!!!


P.S.: Se per caso qualche artista si riconosce nelle opere fotografate e non c'è il suo nome, non se ne abbia male. Neanch'io sapevo quali artisti esponevano e ho messo i nomi dove mi è stato indicato. Quindi me lo dica e io inserisco il suo nome se desidera.


Fiera dell'Illustrazione per l'Infanzia di Bologna 2014

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Se vi chiedete perché questo ritardo leggete la premessa di questo post



Il 25 marzo sono andata a Bologna per la Fiera di Illustrazione ed eccomi qua!!!







La mostra sulle illustrazioni di Ugo Fontana.
Quelle qui fotografate sono quelle che ho viste nella fiaba de Il principe rospo delle Fiabe Sonore.
Quando le ho viste a dicembre ero rimasta sbalordita "Chi è? Devo saperlo!"
E poi vedo che è segnato come Una.
Così quando ho visto il cartellone della mostra con un'illustrazione proveniente proprio da questa fiaba ho gioito tantissimo!!!





Amo le espressioni della principessa. Perplessa, schifata (come volta la testa è fantastico) e impaurita.
Sarei stata lì per ore con il naso schiacciato.
C'erano anche altre illustrazioni anche non legate all'infanzia, ma forse perché l'ho scoperto con questa fiaba, queste illustrazioni mi sono rimaste più dentro.
Comunque non è che gli altri lavori siano meno meritevoli. Anzi, c'è proprio da perdersi.
Mi dispiace solo per il riflesso.






Una delle illustrazioni segnalate che più mi sono piaciute.
Questa è di Kazuhisa Uragami
Amo l'istante nel quale la bambina prende la stella o pulviscolo.
Per quanto riguarda l'intera mostra devo dire che c'erano delle diversità tra gli illustratori selezionati.
Spesso c'è stata una polemica riguardo a quelli selezionati e finalmente quest'anno si è potuto vedere qualcosa di diverso (riporto quello che mi hanno detto poiché per me questa è la seconda fiera e della prima visitata quattro anni fa non ricordo niente il che non vuol dire che siano stati belli o no)
Io ero molto incuriosita di vedere quali erano le illustrazioni scelte assieme a Nadine Touma, non riuscita a venire perché non le hanno concesso il visto (viene dal Libano)
Ecco sarei stata curiosa per vedere quali differenze avrebbe apportato.
Comunque la fiera di quest'anno mi piace tantissimo.
Anche se ho fotografato solo quella, non vuol dire che le altre erano da meno.
Molte mi hanno lasciato una sensazione che continua, un modo di vedere.



La mostra di Satoe Tone "Il viaggio di Pippo"





La sua dolcezza mi piace tantissimo.
Mi piace molto il respiro delle sue illustrazioni che lo trovo molto orientale (anche se ho letto che in Giappone è considerata molto occidentale)

Inoltre ci trovo una leggera malinconia.
C'era anche un video dove la si vedeva lavorare con una precisazione totale e la musica era quella di un carillon.
L'ho trovata adattatissima.
Inoltre è quel tipo di illustrazioni che non lo trovo troppo kawaiiiiiiii (in pratica cariiiiiiiiiiiino).
Può sembrare stucchevole eppure io non lo trovo così.
Anzi.



Conferenza di Oliver Jeffers




Quando al pranzo con Roba da Disegnatori dove ho rivisto con piacere Monica Forza, Daniela Volpari, tante altre illustratrici e conosciuto dal vivo Valentina Scagnolari (alias Fantasvale), si parlava della conferenza di Oliver Jeffers, io nella mia perfetta ignoranza ero là a dirmi: "E chi è?" (ho ancora delle lacune da colmare ;) )
Così che faccio? Ho seguito la processione verso la sua conferenza.
Era già cominciata e ho seguito soprattutto le domande.
C'è una risposta sua che mi è piaciuta soprattutto. Il fatto che non ci pensa troppo a quello che fa.
Troppe volte si è bloccati da un'aspettativa superiore mentre magari proprio il non aspettarsi permette all'opera di realizzarsi anche mille volte migliore.


A proposito di Roba da Disegnatori, nel blog avevo letto un post sulla Fiera dicendo di non preoccuparsi e prendere dei trolley se si ha intenzione di comprare molto.
L'ho fatto, ho preso un trolley e la mia impressione è stata che se qualcuno d'estraneo venisse alla Fiera e ci vedesse penserebbe che siamo dei turisti in attesa che il nostro treno o il nostro volo debba partire.
Siamo lì solo di passaggio.


Infatti l'aria che si respirava era quasi frizzantina, aperta e spontanea.







alcuni maghi. Si saranno persi?



La Fiera è andata splendidamente e anche se mi dispiace di non aver incontrato Anna Castagnoli (illustratrice e blogger de Le figure dei libri) e Monica Barengo (illustratrice di Polline), ho avuto l'immenso piacere di incontrare Beatrice Alemagna e farmi firmare I cinque malfatti.



foto fatta mentre aspettavo


Alla fine della Fiera, le mie caviglie gridavano pietà mentre gli occhi sorridevano: erano pieni di colore.
Inoltre ho preso dei libri.
Sono tornata a casa stanca e felice.
E a chi dice che eravamo troppo spensierati per una fiera vorrei ricordare che anche la spensieratezza, anche il gioco, anche il sorriso sono cose serie, anzi serissime.
C'è differenza tra l'essere serio e l'essere serioso.
Inoltre come ho detto nel post della Vernice Art Fair, un posto c'è.
Quattro anni fa mi sono sentita più estranea, ma adesso mi sento più coinvolta.
Quello che succederà non so, ma di sicuro non considero i workshop fatti, le conoscenze fatte, queste visite come tempo perso se per caso non sarò un'illustratrice.
Mi permettono di crescere come persona, di ampliare le mie vedute e questo è già tantissimo.
Inoltre anche se non sarò illustratrice (parlo sempre per "se") questo non vuol dire che smetterò a prendere libri illustrati.
Le immagini mi hanno aiutato tantissimo nella mia vita.
Mi hanno protetta e permesso di farmi crescere.
Spero che in un futuro quando io vado in una libreria e chiedo libri illustrati, non mi si chieda se lo voglio d'arte o di fotografia e per far sapere che cosa desidero debba specificare "libri per l'infanzia".




.S.: Per il prossimo anno partecipo anch'io ;)


Dalle mani di Maria Lai

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Tanti mi dicono "Ma perché tu fai queste cose assurde?" 
Perché l'arte fa sempre cose assurde... 
Non c'è un perché... 
Per esistere.




Quando ho visto questa foto, mi sono concentrata molto sul suo sguardo e non potevo fare a meno di pensare che quelle sensazioni che lei mi dava, l'attenzione e la cura che ha... Beh, ho pensato subito ad Aulonia.
Vedendola mi sembra di vederla bambina.
L'ho scoperta qualche settimana quando è stato comunicato il primo anniversario della sua morte.
Nata in Sardegna nel 1919, è morta l'anno scorso il 16 aprile.
Credo che non riesco a raccontare della sua vita.
Di sicuro mancherei qualcosa quindi preferisco che sia lei a raccontare di se stessa.




C'è grande umiltà e saggezza non solo nelle sue parole, ma anche nelle sue mani come se fossero unite in una preghiera arcaica.
Quindi rendo grazie a lei non solo per Aulonia bensì per me stessa.





P.S.: Giuoiamo!!!! Il computer miha concesso di scrivere.
Per ora.

Auguri a tutte le Madri, non solo di bambini

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E così oggi è la Festa della Mamma.
Questa volta voglio dedicare un post a tutte le Madri anche quelle che non hanno bambini.
Perché il fatto è che una Madre lo si è.
Si è Madri dei propri sogni, dei propri oggetti, delle proprie idee e si ha cura verso questi come se fossero nostri figli.
Li facciamo crescere.
Perché il concetto di procreazione è molto più ampio di quanto lo si voglia immaginare.
Quante volte parliamo della creazione di un'idea parlando in termini di "concepimento", "travaglio", "parto"?
Non credo che li usiamo così a sproposito.
Magari qualcuna dirà che sentire un piccolo calcio dentro la tua pancia è molto diverso che "partorire" un'idea e che sto parlando così perché non sono una madre.
Il fatto che poi una non voglia diventare madre non vuol dire poi che sia una persona egoista, totalmente irresponsabile, che non si preoccupa degli altri.
Però così vorrebbe dire relegare qualcosa di così potente e immenso a una sola cosa.
Poi si è Madri anche di se stessi.




di Pawel Jonca


Chi non è madre, per sua decisione o no, non si deve per niente sentire una donna mancata.




Vivi e crea te stessa.
Indipendentemente se tu abbia un bambino o no.





Intervista a Letizia Telesforo, Coreografa di immagini e musica

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Più volte ho inserito qui nel blog i video di Letizia Telesforo che realizza su Youtube (questo il suo canale) dedicandole anche un post tutto con suoi video.



 
Non mi ricordo la prima volta che ho visto un suo video, quanto tempo sia passato però mi ricordo come mi sentivo.
I suoi video parlano della Natura e non solo.
Prendendo pezzi da documentari e unendoli alla musica, riesce a creare qualcosa che ti tocca profondamente.
All'attivo, nel momento in cui scrivo, ha 124 video e ognuno è un pezzo di vita diverso dall'altro.
Dopo un po'è nata una bellissima amicizia e sin dall'inizio sentivo come eravamo vicine, affini.
Sono nati degli scambi tra lei e me (uno di questi è l'averle parlato dell'Effetto farfalla e lei crea un video stupendo) e io affettuosamente la chiamo Coreografa proprio per la sua capacità di creare un'armonia tra musica e immagini come se insieme danzassero mentre lei mi chiama Artista.
Beh, neanche lei scherza.




A lei poi ho affidato due video che mi riguardano: uno sulle mie opere e l'altro sul mondo di Aulonia.
Le ho dato carta bianca perché avevo (e ho!) fiducia assoluta in lei.
In più desideravo che lei si esprimesse come meglio voleva.
Da parte mia, le ho voluto regalare un ritratto (lo potete vedere qui).
Poi qualche giorno fa, mi venne in mente di intervistarla e così gliel'ho proposto.
Eccola qui.



Sono qui con Letizia Telesforo, ragazza venticinquenne. 
Letizia, tu ami fare video che racchiudono il tuo amore per la musica e per la natura. Come è nata questa passione?


Grazie Artista per questa tua intervista (fa anche rima!), mi sento davvero onorata. Dunque... Tutto è iniziato all'età di circa 6-7 anni, quando mi divertivo a registrare tutto ciò che mi circondava con le audiocassette. Inventavo storie, con gli amici o da sola, e il tutto era accompagnato da sottofondi musicali che facevo partire da un registratore vocale nel quale avevo registrato musiche o stralci di pezzi sonori di film, effetti sonori come scrosci d'acqua e cose simili che accompagnavano i nostri racconti. Col passare degli anni il tutto si è trasportato nel magico mondo delle videocassette e della telecamera! Fu un gioco in particolare, Final Fantasy X che mi ispirò ad iniziare un maniacale lavoro di editing. Registravo con la telecamera i filmati del gioco dalla tv e poi li travasavo sul videoregistratore. Poi mi mettevo le cuffie e facevo partire un pezzo musicale e, pezzo per pezzo seguendo la musica, creavo un piccolo video su nastro. Ovviamente la musica era scollegata dal registratore, dovevo premere io a tempo per farla combaciare col pezzo video. Insomma un lavoro da ore e ore, in quanto tutto era separato! E poi, un bel giorno del 2007, mio fratello mi installa un programma sul computer. Da lì si è spalancato un mondo! Dai primissimi video, sempre su Final Fantasy, mi sono aperta al mondo dei documentari, sempre di più, fino ad ampliare anche il mio modo di creare video. Di collegare le scene l'una a l'altra con un significato. Il tutto non doveva solo trasmettere emozioni, ma anche avere una storia al suo interno. Le stesse storie che mi creavo nella testa da piccolina.

Questo è il suo primo video, un video trailer:





Quando fai un video vengono prima le immagini o la musica?
 
Prima viene la musica. Sarà proprio che fin da piccola registravo tutti gli audio possibili e quindi mi sarà rimasto impresso più il suono dell'immagine. Praticamente, ascoltando una musica, è come se iniziassi a vedere dei flash in mente. Immagini in movimento, a seconda del timbro della musica, del tipo di strumento ecc iniziano a formarsi immagini diverse. Magari il suono di un campanellino mi fa venire in mente della neve che cade, il suono invece di un tamburo mi fa vedere il fuoco che si accende, e così via... La musica crea la storia. 


Confermo che i tuoi video raccontano storie. Più volte ho visto su Youtube video che sono collage. Si pensa soltanto a far sì che le immagini e le parole combacino perfettamente non pensando al video nella sua totalità. Ci puoi dire come lavori dopo che sai che video realizzare?

Beh, c'è comunque da dire che il mio stile nel creare i video può piacere come può non piacere. Una volta che so quale video fare, inserisco la traccia audio e poi la spezzetto o la mixo a modo mio (generalmente questo primo passaggio mi porta via 1-2 ore) poi inizio ad inserire le scene che avevo visualizzato nella mente (e anche qui ci impiego dalle 5 alle7 ore). Infine inserisco delle tracce audio ed effetti sonori mixandoli a tempo di musica (altre 2 ore se non 3). Il giorno dopo lo riguardo e modifico i passaggi che per me stonano e il video è pronto!


Nei tuoi video non si può fare a meno di notare come la natura sia presente nelle sue forme e nei suoi aspetti sia quelli più delicati e teneri come un cucciolo sia in quelli più terribili come il vulcano in eruzione o la tempesta. Si percepisce come questi due aspetti non siano in contrapposizione, ma perfettamente armonici. Questa tua considerazione sulla natura come è nata?

Questa domanda è molto interessante. Grazie per averla proposta. Beh io sono dell'idea che tutto quello che c'è nel mondo esterno, nella Natura e nelle sue molteplici sfaccettature, non sia altro che il riflesso di quello che è nell'animo umano. Noi tutti abbiamo un cucciolo tenero dentro di noi, che vuole essere nutrito, accolto ed amato. Così come in noi c'è un vulcano pronto ad esplodere, la passione, l'energia, la forza la creatività. Tutto scorre dentro di noi e la Natura lo riflette. Il più sta nell'accettare dentro di noi sia la piccola goccia d'acqua, o il fiore che sboccia, sia un violento tsunami o un incendio, disposto ad abbattere tutto e distruggere ogni cosa.  


Ultimamente ti sei cimentata anche in video che possono sembrare lontani dal tuo solito per esempio i video sui sette peccati capitali. Hai sentito comunque qualcosa che accomunava questi video a quelli sulla natura?

E' vero, ultimamente ho seguito anche strade diverse e temi differenti. Ad essere onesta no. Ho solo voluto creare qualcosa che appartenesse all'animo umano, a quando questo oltrepassa i limiti. Volevo creare un qualcosa che spezzasse in un certo senso quella ricerca dell'equilibrio che trovavo nel fare video sulla Natura. Qui ho voluto mettere in evidenza gli eccessi dell'uomo, quando sono portati all'esasperazione. Poi qualche mese dopo ho creato anche un video sulle virtù, per far emergere invece quelli che sono gli aspetti migliori e sacri di ognuno di noi.




I due protagonisti del video personificano i 7 vizi capitali al maschile e al femminile. Essi ci conducono nel percorso della conoscenza e la comprensione degli aspetti peggiori dell'animo umano, quando sono portati all'eccesso e all'esagerazione. Ci faranno così entrare in ogni stanza per poi, infine, ricondurci fuori più consapevoli di noi stessi in ogni nostra sfaccettatura
(dalle sue annotazioni)





L'uomo e la donna sono qui i protagonisti del video, intenti a suonare la loro musica basata sulle 7 Virtù. Il direttore d'orchestra è un bambino, come simbolo del ritorno all'innocenza e alla spontaneità. Tutti suoneranno insieme nell'intento di trasmettere il loro messaggio d'amore e di armonia al mondo intero.
(ibidem)


Quale pensi essere il fil rouge dei tuoi video? Anche nei video sulla natura si sente come l'essere umano ne sia parte.

Credo che il fil rouge dei miei video sia la danza. Un'altra passione che ho sempre avuto e coltivato fin da piccola. In tutti i miei video parto dalla musica, come dicevo prima, per poi tramutare la nota musicale in un' immagine. E' come se l'immagine stessa, in un certo senso, fosse un passo di danza per me. Quindi tutto il video assume il movimento di una coreografia di un ballo, le scene seguono il ritmo della musica, ognuno danza per creare un'emozione. Ecco, penso che attraverso la danza, l'uomo possa sentirsi ancora più vicino alla Natura stessa e farne parte. I video che creo, spero trasmettano proprio questo senso del movimento, che genera un'emozione, così come fa la danza.


Si potrebbe quasi parlare di una danza della vita. Tu pratichi anche la danza del ventre. Nel danzare trovi le stesse sensazioni di quando crei i video?

Sì ormai sono due anni che pratico questa disciplina. Una danza che mi ha davvero cambiata nel mio modo di sentirmi donna, nel mio credere in me stessa e nel mio potenziale femminile. Una danza che sto apprezzando tantissimo, grazie alla guida della mia insegnante. Una danza fatta anch'essa di elementi. Alcuni movimenti intensi e "bassi"collegati all'elemento fuoco e terra, altri più morbidi e fluidi e "alti" come l'acqua e l'aria. Le sensazioni che provo sono differenti, in quanto nel creare i video è la mia mente che mi fa muovere tutto, mentre nella danza è il mio corpo che si muove al ritmo della musica. Entrambe però sono passioni che faccio col cuore, e in cui cerco sempre di dare il meglio per poter trasmettere un'emozione, un messaggio.
  

Ultima domanda: che cosa ti piacerebbe fare "da grande"?

Beh indubbiamente mi piacerebbe tanto potermi inserire nel lavoro dell'editing. Ho seguito anche un corso all'Accademia del Cinema di Bologna 2 anni fa per poter approfondire questa passione attraverso la tecnica. Il mio sogno sarebbe poter creare video trailer per film, documentari, oppure anche per i video-clip musicali. Certo ora è un po' difficile poter trovare un lavoro simile, per cui questo rimane il mio sogno. Spero comunque di poter trovare un lavoro in cui io possa esprimermi, in cui possa metterci del mio. Lo spero tanto  



E io lo spero tanto perché se lo merita ampiamente. 
Ringrazio Letizia per le sue risposte e spero inoltre di avervi incuriosito. 


Stage di e con Alejandro Jodorowsky a Milano Marittima sulla Metagenealogia

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E così ieri sono andata a Milano Marittima (provincia di Ravenna) per partecipare a uno stage condotto da Alejandro Jodorowsky.
Chi è Alejandro Jodorowsky?




Anima eclettica, sfaccettata e controversa, è noto per la Psicomagia, il Teatro Panico, la lettura dei Tarocchi e per alcuni suoi film come La montagna sacra e El topo (io ho visto il primo).




Mi è capitato di leggere di questo Jodo Tour su Facebook per puro caso e mi sono detta: "Ok, ci devo andare."
E così, invece di andarci per feste vip, sfrenato lusso e goduria, sono andata a Milano Marittima per qualcosa di spirituale.
Dopo aver mostrato il biglietto, entro in questa stanza piena di libri da comprare e io ho pensato: "Meno male che mi sono portata dei soldi in più."
Così passo in rassegna i diversi stand e prendo un po' di libri.
Entro poi nella stanza dello stage e quello che vedo mi fa restare delusa.
Io pensavo che si lavorasse a diretto contatto con lui e con tutti gli altri mentre quello che vedevo erano un palco e delle sedie, tantissime sedie.
Infatti eravamo in tanti, troppi.
250 circa da quanto mi hanno riferito.
Comunque ho sperato che almeno mi sarebbe servito questo stage.
E così è stato.
Anche se seduti, eravamo partecipi dell'altro.
E poi ci faceva fare degli esercizi.


Il tema dello stage era sulla metagenealogia, sulla quale ha scritto un libro, ovvero di come il nome che ci viene dato possa influirci, di come scelte e aspirazioni che i genitori non hanno potuto fare ci possono influire.
Mi è venuto da pensare a quello che si dice nella religione cristiana (alla quale non credo) quando nasciamo con il peccato originale.
Magari non proprio con il peccato però spesso alla nostra nascita ci viene già dato un bagaglio con vestiti alla quale ci si deve adattare.
Spesso cresciamo come proiezioni e non come autentici esseri umani e anche quando si cerca in tutti i modi di non trasmettere il nostro passato e di fare altro, allo stesso modo trasmettiamo le nostre paure inconsce, le nostre catene...
Il primo esercizio era quello di raccontare noi stessi, il nostro vissuto a una persona estranea.
Già io ero come "Che cosa? Io dovrei raccontare me stessa, le mie paure, le mie speranze ad un estraneo?!?"
Infatti ci ho messo un po' per sciogliermi, ma poi ce l'ho fatta.
L'esercizio è stato fatto per altre due volte con altre persone e con durata sempre minore.
Ed era in coppia. Mentre noi raccontavamo, l'altro ci ascoltava. Poi alla fine ci diceva che ci ha ascoltato, ci ha capito (questa cosa del capito mi ha lasciato un po' titubante perché io posso ascoltare una persona, ma capirla, almeno per me, significherebbe comprendere cosa abbia vissuto e quali siano i suoi sentimenti. Vabbé). E poi ci abbracciavamo.
Non so neanch'io quante persone io abbia abbracciato ieri.
Ogni volta era un abbraccio sentito, di quelli "Ci sono io con te... Affidami le tue paure, le tue ansie... Abbi fiducia in me..."
La stessa cosa poi era da fare viceversa ovvero tu ascoltavi e l'altro parlava.
Non è la prima volta che partecipo a un gruppo dove ci si confidava e una volta ho detto "Venendo qua, stando qua, sento di essere protetta e allo stesso tempo di proteggere."
In più l'esercizio della metafora ovvero due persone interpretavano i genitori e tu dicevi a loro cosa ti hanno fatto di male e come li vorresti.
Magari uno può dire che avere i genitori veri davanti è un'altra cosa, ma a livello inconscio funziona perché accetta le metafore.
In più che fare quando uno o entrambi i genitori sono morti? L'esercizio perde di significato?
No perché soprattutto si parla di presenza (non inteso i fantasmi), quella che ti lasciano e tu continui a portare avanti dentro di te anche se non te ne rendi conto.
Ci ha anche parlato delle parole.
La parola "cane" non morde.
La parola non morde, ma può farlo se noi diamo questo potere, se glielo concediamo.
Ci ha parlato della felicità che non è soddisfazione.
La felicità non dipende da quello che tu hai fatto, da quello che si ha, ma da quello che sei.
Quindi anche nella disgrazia, felici di essere come si è.



Pausa pranzo
Mangio e poi mi avvicino a parlare con delle persone.
Una delle cose belle di questi incontri è proprio il voler sentirsi vicino agli altri.
E poi gli esercizi fatti prima credo ci abbiano sciolti un po' tutti.
Una ragazza concorda con me per l'iniziale delusione delle sedie, del palco (e tanti altri poi la confermeranno). Inoltre mi dice che si aspettava, leggendo anche Psicomagia, qualcosa di più strong (un po' come il Teatro Panico) e un po' lo temeva.
Prendo un altro libro.


Sono le 15 ed è ora di ricominciare.
Questa volta si parla dei quattro stadi: intellettivo, emozionale, sessuale e corporeo.
L'anima è ciò che li collega, ciò che comunica tra di loro.
Provate a pensare questi quattro stadi come le quattro dita (indice=intellettivo, medio=emozionale, anulare=sessuale e  mignolo=corporeo). L'anima è il pollice, che tocca ogni dito.
Che cosa vogliono questi stadi? L'intellettivo di essere visto, l'emozionale di essere amato, il sessuale di essere desiderato, il corporeo di saper stare.
Per i primi due stadi ci sono stati delle persone che sono salite sul palco tra le quali anch'io.
Desideravo tantissimo poter lavorare direttamente con lui e che lui mi guidasse (come penso tutti quelli che hanno partecipato). 
Quindi ho preso la palla al balzo e ho alzato la mano.
Salgo sul palco e tremo già.
Sono davanti a tantissime persone che non conosco e sto raccontando la mia vita, la mia esperienza.
Alla fine Jodorowsky chiede a delle persone di sollevarmi e io sono stesa.
Sentirmi così, sollevata, mi ha fatto uno stranissimo effetto.
In più mi ha detto di cantare e io ho cantato La donna cannone.
Alla fine la voce non mi tremava più così tanto.
Vedevo le persone davanti a me che mi applaudivano, esultavano... 
E' stata un'emozione incredibile non per vanità da palcoscenico (ero pur sempre su un palco che stavo cantando ad un microfono), ma semplicemente perché mi sentivo sommersa da loro.
Era proprio come se tutti mi stessero abbracciando allo stesso momento.
Tornata al mio posto, ho guardato gli altri e vedevo come erano vulnerabili, coraggiosi nel mostrarsi.
Pensavo a quanto siamo abituati ormai a quelle storie che per forza ci vogliono emozionare insistendo su alcuni momenti topici e spesso sono tutte storie decise a tavolino. Così abituati che spesso non ci fanno nessun effetto.
Quelle persone erano lì davanti a me e non dubitavo su quello che dicevano.
Nella pausa, e anche dopo che era finito lo stage, alcuni si sono complimentati con me, per come ho cantato, per il coraggio di essermi "denudata" così davanti a tutti, per la mia voce e io, come sempre come quando faccio teatro, ringrazio.
Mi stringo tra le spalle facendomi piccola e con un sorriso ringrazio.
Anche se ormai sono alcuni anni che salgo sul palco, ogni volta che ci salgo è come se stessi rievocando l'emozione della prima volta, come se rinnovassi una promessa fatta a me stessa.
In più non sapevo che mi avrebbe chiesto di cantare. Avrebbe potuto dirmi anche altro.
Inoltre che noi non siamo le emozioni, noi non siamo i pensieri, i desideri, il nostro corpo, il nostro sesso.
Questi elementi ci percorrono.
Percorrono il nostro stato essenziale che non ha lingua, identità, nazionalità.

Finito lo stage mi dirigo con una ragazza conosciuta lì ad un tendone dove c'è un concorso di bodypainting. Vado lì e vedo altri mercatini.
Ecco, dovevo portare altri soldi :)
Prendo alcune cose, guardo la sfilata, la premiazione e a poi casa.


In più mi faccio firmare da Jodorowsky un suo libro preso là ovvero La danza della realtà








Venerdì c'era anche il film in prima mondiale tratto dal libro, ma alla fine ho preferito fare una scelta ovvero solo lo stage.
Ecco il trailer:





Altri libri che ho preso:




Le fiabe rilette in chiave astrologica. Potevo non prenderlo?




Ovvero le dee originarie intese nel mondo pre-olimpico. Per esempio, Pandora in realtà dispensava doni.




Amo la danza del ventre e quindi questo libro mi ha colpito




Beh, mi sento legata alla luna e quindi mi sono sentita di prenderlo.


L'avevo detto che ho fatto rifornimento!
Mi sa che per un po' sono a posto.


Com'è stata l'esperienza? 
A parte quella cosa "no", mi è piaciuta e mi ha dato alcuni spunti sui quali puntare.

Com'è Alejandro Jodorowsky?
Non posso dire di averlo compreso in quel poco tempo.
Quando lo guardavo mi sembrava davvero come una creatura neutra.
Non so se è una mia impressione, se è così e magari se è così se è proprio lui oppure è così perché sta conducendo lo stage.
In pratica, l'ho trovato un mistero.
Comunque si vede che ha fatto teatro, che è una persona che usa i sensi anche il tatto.
Dimenticavo poi di dire che lui poi parlava in spagnolo e la traduzione veniva fatta da Antonio Bertoli con il quale collaborano da anni e insieme hanno fatto altri incontri su altri argomenti.






Ecco invece un esercizio che ha fatto anche con noi, quello del battito del cuore preso dal canale youtube dello Jodo Tour




Vedendolo magari vi sembrerà strano, ma quando c'è una persona che non chiede altro di essere accolta, che non chiede altro che per un minuto di essere bambino e di essere cullato, allora lo stato emozionale diventa immenso.
Perché magari uno può anche fare il gradasso ma quando si troverà da solo con le sue paure, anche la persona più strafottente trema come un bambino spaventato.

Anzi, forse sono proprio loro quelli che ne hanno più paura.



Comunque se volete sapere qualcosa di questo Jodo tour credo che la miglior cosa sia proprio di tenersi informati.
Basta cliccare appunto "Jodo Tour" su Google e verrete condotti. Poi magari informatevi, anche fra un po' di tempo.
Spero anche che quello che scritto vi possa essere utile in qualche modo.



Le mie risposte sul teatro

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Maschera tragica e comica (mosaico romano della Villa Adriana)


Da un po' di tempo non accetto più i premi legati ai blog.
Se guardate in fondo ne potrete vedere alcuni.
Perché non ho più continuato?
Perché l'accettare il premio significa dire a tua volta quali blog tu premi e per me era sempre difficile scegliere poiché mica potevo premiarli tutti (Il numero è indicato nel regolamento del premio)
Quindi mi sono detta Vabbé, preferisco non accettare più e se per caso qualcuno me lo consegna, io rifiuto ringraziando anche di aver pensato a me.
E infatti quest'ultima cosa è successa.
Ora però faccio un'eccezione.
Nel senso, non accetto il premio ma rispondo alle domande sul teatro (come mi è stato chiesto e devo dire che sono contenta che me l'abbia chiesto) che Drama Queen ha stilato nel suo post.
Quindi ecco a voi, se vi può interessare, le mie risposte alle sue domande.


1. Soffri di "panico da palcoscenico" quando devi parlare in pubblico o partecipare ad un'esibizione di qualsiasi genere?
Più che panico da palcoscenico, mi sento sempre molto emozionata prima di salire su qualsiasi palco, anche solo parlare davanti a un pubblico. Non mi fa male sentire questo, anzi mi piace. Non cerco di combattere quello che sento. Anzi, sto in una fase di quiete prima di salire sul palco per uno spettacolo ed è falsa. In realtà sto radunando tutte le mie forze, tutto quello che posso sentire e le mie sensazioni si ampliano poiché il palcoscenico amplia tutto e alla fine uso queste forze. Le mie guide del passato mi dicevano che allo spettacolo ero sempre di più, più intensa, più decisa che alle prove (e io mi impegno tanto anche nelle prove). L'adrenalina del palco è una forza micidiale e immensa.


2. Riesci ad immedesimarti facilmente in una situazione diversa dalla tua?
Più che altro faccio maggior fatica quando certe situazioni sono più simili a ciò che ho vissuto perché ho questo riserbo verso me stessa, questa volontà di proteggermi dagli sguardi degli altri. Può sembrare strano visto che sono perfettamente consapevole di come funziona l'attore ovvero il suo esporre agli altri. Comunque è una cosa sulla quale mi sto impegnando ovvero ad abbandonare questo pudore.


3. Ti piacerebbe di più interpretare un personaggio buono o cattivo? Perché?
Non mi importa tanto se il personaggio sia buono o cattivo. Mi importa che sia un personaggio completo, con le sue paure, le sue ansie, le sue speranze ecc... Inoltre dire che un personaggio sia buono o cattivo lo trovo piuttosto riduttivo: una persona, e così anche un personaggio, non è un monolite granitico. Comunque sono interessata ad interpretare personaggi che mi attirano, che sono quasi una sfida per me indipendentemente dal loro carattere.


4. In che epoca e in che luogo ti piacerebbe ambientare uno spettacolo?
Mi piacerebbero tanto Europa del Fine Ottocento-Inizio Novecento con tutte quelle donne un po'femme fatale. Oppure la Grecia Classica o anche il Giappone sempre Fine Ottocento, Inizio Novecento.
Ma soprattutto sono interessata ai non-luoghi senza tempo tipo un bosco sacro, una sorgente che era prima una creatura mitologica e simili. Questo per me sarebbe il massimo.


5. Sceglieresti un nome d'arte? Se sì, quale?
Ahhahaha!!! Per questo ho già fatto ;) Infatti AlmaCattleya non è solo un nickname ma è stato pensato prima come nome d'arte. Perchè? Non perché pensavo "Per essere una vera artista ci vuole un nome d'arte". Bensì perché desideravo essere altro e manifestarlo tramite un nome che per me rappresentasse l'arte. Alma deriva dal latino "almus" e significa "che nutre, che dà vita" e in spagnolo significa "anima". La Cattleya invece è un tipo di Orchidea che in Fine Ottocento/Inizio Novecento fu portata in Europa e ci fu un'esplosione di delirio per le orchidee (appunto l'Orchidelirium) e le donne si appuntavano la Cattleya nella scollatura vicino al cuore.
Qualcosa che mi nutre, che mi da l'anima, da portare vicino al cuore... E poi mi piace tantissimo come suona.
In più ho scoperto poi che esiste una Cattleya Alma Kee





gialla e rossa, i colori di Ravenna


Questo nome mi porta a pensare che non sono semplicemente Elena Vignoli, ma posso essere benissimo altro.
In più l'ho fatto diventare il nome del mio account su Facebook (vedi qui) e quindi le persone, miei amici hanno iniziato a chiamarmi così anche al di fuori di questo mondo virtuale e questo mi fa davvero piacere.



6. Tragedia o commedia?

Non ho preferenze. Quando dico che faccio teatro, spesso l'altra persona mi chiede Tragico o comico? Credo che un vero attore debba riuscire a giostrarsi bene in entrambi i generi. Poi non dimentichiamo quanto a volte il comico e il drammatico siano in realtà così vicini e non sto parlando solo del tragicomico. Anche nel tragico ci può essere una punta di commedia e così viceversa.


7. Preferiresti fare il doppiatore o il mimo? Tradotto: se ti dicessero che devi usare solo la voce oppure solo i movimenti del corpo per esprimerti, che cosa sceglieresti?
Dipende da alcune cose: dal testo, dal personaggio, dai personaggi intorno, da come si ha intenzione di far sviluppare lo spettacolo, dalla sua chiave di lettura...
Sia la voce che il corpo sono strettamente legati e se per uno spettacolo si da preferenza a un solo aspetto non vuol dire che sia la mia scelta assoluta ma solamente che per quello spettacolo era la scelta migliore.


 8. Copione già scritto nei minimi dettagli o improvvisazione?

Preferisco un copione che sia scritto nei dettagli essenziali e che dia possibilità di improvvisare. Insomma, una via di mezzo. Anche perché come attrice posso avere una sensibilità diversa (non migliore sia chiaro) rispetto ad altre ed io posso dare, posso prestare la mia voce, il mio corpo, il mio modo di essere per quel ruolo e per quello spettacolo. Ovviamente questa cosa riguarda anche i registi. Preferisco che sia uno che mi dia fiducia, che sa quello che posso dare e allo stesso tempo che mi modelli come lui desidera. Non si tratta qui del mito di Pigmalione ma semplicemente accetto che un regista mi cambi per quel ruolo secondo la sua idea di base. E' una questione di fiducia reciproca.


9. Quale sarebbe il tuo gesto portafortuna prima di entrare in scena?

In realtà non è un gesto, ma una frase ovvero "Spacca, spacca, spacca" (sembra tanto Hulk-esca :D )
Sul palco posso permettermi di essere una forza della Natura come io mi sento dentro. Posso essere sia una furia pazzesca che gentile e soave.
A volte poi questi elementi li faccio alternare in uno stesso pezzo e la gente spesso rimane costernata perché non sa cosa aspettarsi.
Quella frase vuol dire anche per me "Dai tutto quello che puoi, dai più del 100%"


10. Con quale attore famoso ti piacerebbe recitare?

Al momento non saprei dire.
Potrei magari dire qualche attore o attrice che sono miei idoli, ma questo non mi basta.
Quindi non so come rispondere alla domanda.
Però c'è da dire che ci sono degli attori ai quali ho detto che mi piacerebbe recitare con loro, ma non lo dico per scaramanzia ;)




Grazie mille.   

Maleficent, la recensione senza spoiler

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E così ieri pomeriggio sono andata a vedere Maleficent, il film diretto da Robert Stromberg con Angelina Jolie.




  Aurora, bambina mia, dove sei?



La mia curiosità verso questo film era immensa come altrettanto era la voglia di vederlo correndo anche il rischio di prendere una cantonata colossale.
Come avrete capito ormai dagli ultimi anni, le fiabe attirano sempre di più al cinema e prossimamente si prospetta una Cenerentola (a vedere il teaser dove compare solo la scarpetta di cristallo) e anche di una versione de La Sirenetta interpretata da Emma Watson. 
Ma le cose possono cambiare così come lo sono state per questo film.
All'inizio si parlava che a raccontare La Bella Addormentata (versione Disney 1959) dal punto di vista di Malefica ci fosse Tim Burton e la cosa mi entusiasmava. Dopo aver visto il "suo" Alice (Tiiiiiiim, come hai potuto farmi questo?!?), non più di tanto. Anzi per niente! Poi si parlò tra i diversi registi di Guillermo del Toro (regista de Il labirinto del fauno, un film che amo molto e l'unico suo che ho visto).
Infine la scelta è andata a Robert Stromberg, per me totale sconosciuto ma leggendo su Wikipedia ha vinto l'Oscar per la scenografia per l'Alice timburtoniano.
Un brivido ora si fa a sentire (Quel film è una persecuzione).
Prima ancora ne aveva vinto uno per Avatar (film che amo e al saperlo non mi meraviglia: alcune scene del suo ultimo film lo richiamavano) e qui siamo al suo primo film da regista.
Piccolo appunto per Marco Goi: mi sa che sarà difficile che tu vada a vedere il film visto che c'è l'Angelina Jolie ma se ci vai, stai tranquillo che non compariranno Puffi giganteschi dagli occhi di gatto.
Scusate, ritorno con la recensione.


 
Innanzitutto una precisazione: come ho scritto e come avrete certamente capito sin da quando si sono viste le prime foto e poi i primi trailer, questo film, a differenza de La Bella e la Bestia uscita qualche mese fa, non si basa sulla fiaba originale (qui la mia analisi) ma sulla versione disneyana del 1959, quella dove compare appunto Malefica.
Un'altra precisazione: questo film si ispira a quella versione disneyana.
Non solo ci mostra il passato di Malefica (che magari uno può pensare vedendolo: "Perché si chiama già Malefica? Non si poteva chiamare dopo?"), ma anche il procedere della trama cambia.
Quindi stiamo parlando dell'interpretazione di un'interpretazione.
Ora uno magari potrebbe pensare: "Cosa diavolo andrò a vedere?" ma in un certo senso è meglio così perché sai che non ti aspetti la versione originale e sai che non ti aspetti la versione del 1959.
Ovviamente la Malefica di questo film non è la stessa di quella della Disney anche se verso la metà si vede comparire Angelina Jolie che ha un vestito simile a quello della Malefica originale.






Come ho accennato prima, Malefica attraversa una trasformazione (non dico nient'altro per non spoilerare) ed è appunto dopo questa prima trasformazione che avrei visto meglio il nome in lei. Magari che lei decidesse di abbandonare il nome d'origine per darsi un nome nuovo.
La trasformazione (inteso adesso come il confronto tra i due film) la si può vedere molto in una scena dove le frasi all'inizio sono le stesse (o quasi) del film animato, ma alcune reazioni si differiscono così come il finale (capirete di che scena parlo appena andrete a vedere il film) e non poteva essere altrimenti.
Non credo di spoilerare qualcosa visto che compare anche nel trailer, ma in alcune scene si vedono Malefica e Aurora insieme che parlano e questo mi aveva incuriosito.



Già da questo avrei dovuto capire che il film si differiva dalla versione animata.
E infatti un punto a favore per il film è la relazione tra Aurora e Malefica.
Inoltre qui non si parla di strega, ma di fata e pensando alla loro relazione così come al ruolo che Malefica ha nel film, mi viene da pensare al significato originario di fata.
Non si conosce molto, ma si sa che il termine fata derivi appunto da fato ovvero destino.
In antichità le fate seguivano il destino degli uomini.
Il termine "fata madrina"è ancora familiare, ma non dobbiamo pensare all'aspetto smieloso arrivato sin da ora e non sto neanche a colpevolizzare la Disney: in passato persino i Grimm stessi hanno rieditato da loro le fiabe raccolte e cambiato alcuni aspetti quindi le fiabe arrivate a noi non sono esattamente come loro hanno scritto alla prima edizione. In più diversi aspetti pagani sono stati edulcorati e inoltre non bisogna dimenticare di come anche Andersen stesso abbia reso la figura della sirena, terribile e portatrice di morte, come una dolce fanciulla adolescente. E nell'Ottocento non era l'unico: il Romanticismo ha fatto dei cambiamenti simili.
Quindi perfavore non stiamo sempre lì a puntare per esempio verso la Disney solo perché è una colossale azienda.
Inoltre anche le parole stesse nel corso dei secoli (e millenni) hanno cambiato significato.
Per fare un esempio: con "fortuna" non s'intendeva solo il buono ma anche la malasorte. Insomma, si intendeva qualcosa di talmente volubile. (Non vi fa venire in mente O Fortuna di Carmina Burana?)


Quindi alla fine come mi è sembrato?
Meno peggio di quello che avevo pensato all'inizio.
Anzi devo dire che mi è piaciuto e io adoro il film originale.
Ci sono stati anche dei punti negativi.
Uno è stato per me il character design. Perché, come per la Bella e la Bestia, mi devono insistere su dei personaggi che non vogliono essere altro che graziosi??? Li vedi con queste teste enormi, gli occhi enormi e dalle pupille giganteschi e questi corpi piccoli.
Non li sopporto.
Inoltre Elle Fanning non so. L'ho trovata acerba. Avrebbe potuto essere un punto a suo favore visto che parliamo di una fanciulla ma interpretare l'innocenza non è affatto facile.
E poi c'è Angelina Jolie. Lo ammetto: quando era agli inizi, mi piaceva un sacco. Era tra le mie attrici preferite. Non solo mi era piaciuta ne Ragazze Interrotte, ma anche in Gia un film per la tv sull'omonima modella. Poi c'è stato Tomb Raider e da lì iniziò a cambiare qualcosa in lei.
Lei prima ribelle, diventata materna collaborando nel sociale e diventando madre adottiva e biologica (curiosità: una delle sue figlie Vivianne interpreta Aurora da piccola mentre corre). Ora però la vedo smagrita e spero sempre che si riprenda.
Qui mi è piaciuta. Innanzitutto, non pensate che sia la stessa Malefica del film originale (ormai credo che l'avrete capito) se no rischiate di avere delle delusioni.
Sebbene c'è un atteggiamento altero, poi i comportamenti sono diversi e così devono essere. Come ho già detto, la trama si discosta, Malefica ha un passato che non è presente in quella del 1959 e perciò questo influisce sui comportamenti futuri.
In più qui c'è più la volontà di far vedere dietro a Malefica, un personaggio vendicativo sì, ma anche che è stato offeso.
Compaiono anche alcuni dei personaggi originali (il re Stefano e il principe Filippo) ma sebbene hanno lo stesso nome, sono personaggi diversi così come anche le tre fate (loro hanno anche cambiato il nome)
I costumi mi sono piaciuti e devo dire che il costume di questa Malefica (quello iconico nero con le corna) mi è sembrato ben fatto.
Mi è anche piaciuto che non le abbiano colorato di verde il viso. 
Mi sarebbe parso troppo.


Anche in questo film ci sono dei combattimenti, ma questo l'avevo tenuto già da conto.


Insomma, non sarà un film da dieci e lode ma l'ho trovato ben fatto e realizzato meglio de La Bella e la Bestia che, ricordo, l'ho trovato un nobile tentativo, ma lungo la strada si è perso.
Ditemi voi cosa ne pensate.

 
P.S.: Mi sarebbe tanto piaciuto ascoltare la canzone Once upon a dream (So chi sei), interpretata da Lana del Rey, all'interno del film e non nei titoli di coda.








Urban Pub Cabaret: da New York a Ravenna

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Immaginatevi una stanza vuota con dei tavolini, sedie e un bar là in fondo.
Immaginatevi di sedervi chiacchierando tra di voi e prendendo qualche drink
Sembra un normale pub.
Ma immaginatevi che davanti a voi ci sia un palco.
Che cosa vi aspettate?
Del teatro? 
Della musica? 
Magari qualcuno patito di danza classica dirà appunto danza.
Ebbene non troverete l'una o l'altra cosa, ma tutte.
Avete voglia di satira?
Bene.
Avete voglia di cabaret?
Bene.
Immaginatevi non solo questo.
Immaginatevi creature circensi, giocolieri e anche pittori che dipingono dal vivo.
Immaginate tanto altro.





23 maggio
Urban Pub Cabaret
Tre parole per racchiudere il tutto.
Tre parole per portare in Italia un tipo di spettacolo che parte da New York dei primi anni del Novecento, da Londra e sono state due persone in particolare a fare ciò ovvero Cristiano Caldironi, attore e direttore artistico del Circolo degli Attori, e Deda Fiorini, direttrice operativa di tale circolo.
A completare il tutto c'è Francesco Arcozzi che ha fatto da pierraggio.
Eccoveli qui Cristiano Caldironi, Deda Fiorini e Francesco Arcozzi.



(foto presa da qui fatta dopo la conferenza stampa)



Com'era strutturata la serata?
Si partiva alle 21 con un pre-show con alcune performances tra il pubblico e anche tra le persone che stanno aspettando di entrare. 
Ma invece di raccontare mi affido alle foto che sono state fatte
(Piccola premessa: le foto appartengono ai rispettivi autori. Quelle firmate in alto a sinistra appartengono a Sara Tantaro. Le altre non firmate appartengono a Gianfranco Garroni e poi c'è l'unica in bianco e nero che è di Marco Marquete)
Mi rendo anche conto che raccontare tramite foto non rende totale giustizia a ciò che c'è stato.
Considerate tutto ciò come un assaggio di quello che c'è stato e spero che sia sufficente per immergervi in quell'atmosfera.
 




Vicino al palco ci sono Laura Berardi e Mauro Benedetti...






(No. Non le ha dato uno schiaffo)






...intrattengono le persone che stanno arrivando




Paolo Baldassarri sta ritraendo alcune persone del pubblico









Intanto si guarda lo spettacolo come dietro dalle quinte.
Le prime due persone sono del pubblico.
Quella coi palloncini è Luana di Iacovo. Poi Isabella Catalano e Patrizia Messere.



C'è la giocoliera di anime ovvero Paola Vanella.
Alcuni personaggi come questo provengono da uno spettacolo precedente del Circolo degli Attori ovvero L'opera da tre soldi di Bertolt Brecht.






Ed eccomi qua.
Il tema della serata era la libertà quindi ho voluto fare qualcosa in linea e perciò ho pensato a un viso di donna a sinistra e poi partivano delle farfalle.
Ancora però non sapevo che colori avrei usato e come avrei impostato il quadro.
Mi sarei lasciata guidare da tutto.


Io e Sara Tantaro





Luca Berardi al piano









Sta per incominciare la seconda parte della serata, lo spettacolo vero e proprio.
A dare il via a tutto c'è il duo Pamela e Michela ovvero



Pamela Fabbri


e Michela Camporesi


  

C'è anche il giocoliere Davide Minetti






  


Pamela e Michela cantano un classico del Trio Lescano





 

E a corredare il tutto c'è anche il corpo di ballo dell'Accademia Rhytmic Ravenna con le coreografie di Valentina Graffiedi














Arriva il Giudice ovvero Paolo Zanzi







che si segna ogni cosa





Ora il palco comincia ad animarsi sulla libertà
Marco Grilli











ed ecco i Camillas ovvero 



Ruben Camillas


e Zagor Camillas




 





 Al Giudice non sfugge niente



Altri componenti del gruppo assistono 
Luana di Iacovo, Isabella Catalano e Laura Berardi



 Adele Contarini


e Thomas Cicognani




 ed ecco Mauro Benedetti in un intervento dissacratorio






e Adele Contarini nella sua interpretazione di Jenny dei Pirati anche questo tratto da L'opera da tre soldi di Brecht








a sinistra Cesare Bertini e Christian Cres
Dietro a Cesare, Thomas Cicognani





















Il mio quadro sta andando avanti




Ed ecco Francesco Giorda del Teatro della Caduta di Torino che fa la Stand Up Comedy ovvero un tipo di spettacolo come George Carlin e Bill Hicks per dirne alcuni.
In pratica l'attore si presenta in piedi e inizia ad affrontare temi tra i quali la satira e coinvolge anche il pubblico.



Ecco infatti qui che ha coinvolto due del pubblico e li prende anche in giro bonariamente.
Questo in realtà sarebbe il suo secondo intervento sul palco.











E qui invece inizia a prendere di tema l'attualità parlando di malattie, di satelliti che ti possono piombare da un momento all'altro in testa e poi si gettano in una costa deserta, il tutto con una vena ironica












Siamo alla fine e il Giudice inizia a sentenziare




Gli attori raggiungono il palco e cantano la canzone della libertà 

 Signori che pensate d’insegnarci
Qual è la strada della libertà
Dovete prima darci da sperare
Allora solo si ragionerà!
O voi che fate i vostri porci comodi
E poi parlate tanto di onestà
Queste parole non scordate più
Prima la trippa e poi vien la virtù!
E sia possibile ai derelitti
Mangiar quel pane ch’ora è sol dei dritti
Di che cosa vive l’uomo?
Di cosa vive si possiam vederlo
Uccide e spoglia e ruba e strozza e cos’altro fa!
E’ molto facile star bene al mondo
Se tu dimentichi d’essere un uomo
Signori è sacrosanta verità
Che l’uomo vive (solo) se ha la libertà






A sinistra Laura di Iacovo, Thomas Cicognani, Isabella Catalano, Patrizia Messere e Adele Contarini
In basso Sara Tantaro




a destra Paola Vanella, la giocoliera di anime







Christian Cres e Cesare Bertini




Lo spettacolo è finito












Ed ecco le due persone che hanno portato qui l'Urban Pub Cabaret: Deda Fiorini e Cristiano Caldironi



















Ed è con questa immagine che si chiude questa serata: con l'immagine di Ravenna2019.
Guardare avanti puntando al presente.



Com'è andata la serata?
 E' stata un successo in piena regola!!!!!!!!!!!!!!
Molte persone non sono riuscite ad entrare perché avevamo fatto il tutto esaurito.
Alcuni erano seduti per terra e rimanevano lì, ridevano.
Io spero che con le foto vi abbia fatti incuriosire un attimo, immergervi per un po' nell'atmosfera.
Posso dire che io sono stata felicissima di esserci stata, di aver partecipato a questo evento.
Il 23 maggio c'è stata l'inaugurazione, ma si ritorna dopo l'estate e si spera in una sede vera e propria che non è questa.
Anche di questo spettacolo si può dire che è stato un assaggio e, quasi come da tradizione, ci sono stati dei contrattempi ma nel mondo del teatro non si è quasi mai del tutto immuni a quello che va storto.
Anzi, l'aver avuto qualche contrattempo all'inizio fa capire su cosa bisogna stare attenti.
E poi l'importante è andare avanti.
Non so se il pubblico se ne sia accorto. 
Comunque è rimasto lì.
Alcuni se ne sono andati  per il caldo, ma verso la fine c'era ancora una marea di gente che si faceva fatica a passare.
Poi vai a sentire i pareri e li trovi entusiasti.
La serata però non era ancora finita perché c'era anche un dj-set con Francesco della Torre.
Altre persone non sono comparse qui, altre persone che hanno reso possibile questa serata come il tecnico Paolo Baldini e Laura di Natali che ha intrattenuto con l'ukulele le persone all'ingresso.






Ecco il mio quadro che ho fatto e regalato poi al Circolo degli Attori (foto di Deda Fiorini)
Me l'ha fatta poco prima che andassi via ovvero erano passate di poco le 3.
Ero particolarmente stanca e in più ci sono queste ombre che incupiscono.
Ma sapete? Si tratta di quella stanchezza che poi ci pensi e sei felice.
Poi ho trovato questo modo di fare non in lotta con il teatro e nemmeno con la musica. Sono diversi modi di fare.
L'importante è che la persona torni a casa consapevole di aver trascorso una serata differente dagli altri, dove sembrava che il tempo non esistesse e se torna a casa con una sensazione, qualcosa, una domanda, un'impressione che gli rimane anche dopo qualche giorno è fatta.
Perché vedete, siamo come creature della notte e voi siete gli avventori di un bosco.


Se noi ombre vi siamo dispiaciuti, immaginate come se vedutici aveste in sogno, e come una visione di fantasia la nostra apparizione.
Se vana e insulsa è stata la vicenda, gentile pubblico, faremo ammenda; con la vostra benevola clemenza, rimedieremo alla nostra insipienza.
E, parola di Puck, spirito onesto, se per fortuna a noi càpiti questo, che possiamo sfuggir, indegnamente, alla lingua forcuta del serpente, ammenda vi farem senza ritardo, o tacciatemi pure da bugiardo.
A tutti buonanotte dico intanto, finito è lo spettacolo e l'incanto.
Signori, addio, batteteci le mani, e Robin v'assicura che domani migliorerà della sua parte il canto...

(monologo finale di Puck ne Sogno di una notte di mezz'estate di William Shakespeare)


R.I.P. Mandiaye Ndiaye

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E' morto ieri nella sua terra d'origine, il Senegal, Mandiaye Ndiaye, attore del Teatro delle Albe.
E' morto per un arresto cardiaco.
Partito dal Senegal, finito come vù cumprà, incontra poi Marco Martinelli, regista, drammaturgo e uno dei fondatori della compagnia.
Un incontro che sembrava segnato da una scoperta che le Albe avevano fatto ad una conferenza tenuta dal geologo dell'Università di Bologna, Franco Ricci Lucchi
Ecco cosa racconta Marco Martinelli (citazione presa dal loro sito)


Nel settembre 1986 le Albe hanno fatto una scoperta decisiva. Hanno scoperto che la Romagna è Africa. La Romagna è un pezzo di Africa andato alla deriva nella notte dei tempi, una zattera nera che ha veleggiato fin quassù, e si è venuta a incastrare tra le nebbie europee. Questa è scienza, non fantascienza, è qualità costante nel tempo, è un dato geologicamente dimostrabile, rilevato da diversi studiosi: il sottosuolo, lo strato più profondo che regge le città romagnole, è africano. Quando abbiamo rivelato questa scoperta a Bagnacavallo, piccolo centro della Bassa Romagna a 20 km da Ravenna, all’interno del progetto "Romagna mia", realizzato insieme alla Società Raffaello Sanzio e al Teatro Due mondi, le facce dei romagnoli in platea erano perplesse. Scure. Siamo tutti marocchini? Si, siamo tutti marocchini. Il razzismo nei confronti dei vu cumprà è forse espressione dell’odio verso i padri che ritornano, tornano alla loro terra. Non c’è niente da fare, il nord sta cambiando colore: il processo è irreversibile.
(...) 


 La Romagna come un frammento di Africa. 

E così, ispirati da questa scoperta, andarono nelle spiaggie e presero con sé alcuni griot senegalesi che portarono in diversi spettacoli della compagnia atmosfere della loro terra.
Tra le persone assunte si distinse Mandiaye Ndiaye: sembrava che il teatro gli fosse familiare.
Nacquero spettacoli come Ruh. Romagna più Africa uguale del 1988 e soprattutto l'Ubu roi di Alfred Jarry (considerato uno dei capisaldi del teatro moderno)  dove Mandiaye interpretava Padre Ubu accompagnato da Ermanna Montanari che interpretava Madre Ubu.va,
Lo spettacolo fu un successo e le Albe lo replicarono per diversi anni.
Inoltre qualche anno fa, lo spettacolo fu portato in Senegal come Ubu buur




Ideazione, immagini e regia: Alessandro Renda
Montaggio: Giovanni Belvisi e Alessandro Renda

Nel 2003 decise di ritornare nella sua terra d'origine e fondò il Takku Ligey Theatre. Le prime due parole in lingua wolof significano "Darsi da fare assieme" (preso da qui)
Così come Pablo Picasso portò la raffigurazione delle maschere africane nei suoi dipinti così la terra africana si poteva sentire in diversi spettacoli per esempio dirigendo questo spettacolo presentato anche al Ravenna festival 3 anni fa.




Ieri era l'ultimo giorno a Ravenna del Festival delle Culture.
Mandiaye è morto nel suo villaggio d'origine Diol Kadd
Quando muoiono persone così (io non lo conoscevo bene, a tratti ho parlato con lui) si può solo semplicemente dire grazie soprattutto per averci ricordato la nostra origine ancora più arcaica, il nostro antico canto.




P.S.: Il suo spettacolo da lui diretto Opera Lamb sarà messo in scena il 23 maggio a Ravenna alle Artificerie Almagià (zona Darsena) in occasione del Ravenna festival.
Più informazioni le potrete trovare qui.


Venerdì 13 giugno 2014

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E così oggi, venerdì 13, io compio 31 anni.
Il numero 13...
Credo che sia un numero perfetto per il segno del Gemelli essendo così controverso.
Infatti se andate su Wikipedia potete vedere che è un numero fortunato, felice, idoneo, omirp, quadrato centrato, stellato centrato e questi sono solo alcuni (vai qui per vederle tutte).
Ma di sicuro il 13 è oggetto di pregiudizi e superstizioni tanto che alcuni avvallano prove che dovrebbero confutare il suo portare sfiga.
Come non dimenticare il 13 all'Ultima Cena? Ci sono davvero persone che non si siedono se sono in tutto 13.
Oppure il guasto che subì l'Apollo 13 diventato poi famoso con Houston, abbiamo un problema (anche se sembra che la citazione Houston, we have a problem sia riportata sbagliata)
Tanto che esiste la fobia per questo numero ovvero la trisdecafobia.
Da noi in Italia è più il 17 a essere considerato un problema, ma anche il 13 (o meglio la paura verso di esso) ha i suoi seguaci.
Quello che poi vorrei parlare meglio è l'Arcano XII ovvero La Morte chiamato anche l'Arcano senza nome perché a volte non compare.









Carta temuta in realtà per chi conosce i Tarocchi, è una carta benefica.
E' come se fosse un memento mori ovvero Ricordati che devi morire.
Ricordati la fugacità della vita e non renderla vana.
Vivi intensamente prima che un colpo di falce ti porti via.
Ma non agire per paura, agisci per amore.
Vivi!

Inoltre la carta indica la trasformazione, la fine di un ciclo, la necessità di porre fine a qualcosa che sta andando avanti da troppo tempo come una situazione stagnante.
Questo quando è dritta. Quando è rovesciata indica tutt'altro (la carta rovesciata nel linguaggio dei tarocchi non è portatrice di buone cose)
Che ci si creda o no, comunque questa carta rappresenta alla perfezione il concetto di morte che non è inteso solamente come fine della vita.
A volte per rinascere nella propria vita, è necessario far morire tutto ciò che ci ostacola, tagliare i nostri rami morti per far sì che nascano nuovi boccioli.


Qualche giorno fa poi ho scoperto che proprio oggi ci sarebbe stata la Luna Piena.
Ogni mese la Luna Piena cambia il nome e quella di giugno è la Luna del miele.
Viene anche chiamata La Luna delle fragole e La Luna delle rose...




Cosa sta a significare?

E' una luna di trasformazione così come lo si vede nella natura: i frutti iniziano a germogliare.
Inizia un periodo di abbondanza.
Il miele poi veniva considerato un nettare divino e le api erano considerate messaggere delle Muse.
Se siete interessati vi mando a questo link


Inoltre il mese di giugno è il segno dei due mondi: quello visibile e invisibile.
Infatti nella mitologia greca, il segno dei Gemelli è collegato a Castore e Polluce, i Dioscuri nati da un uovo dopo che Zeus, trasformatosi in cigno, copulò con Leda. (piccola nota: da un altro uovo nacquero Elena e Clitemnestra).
Sembra però che Polluce fosse figlio diretto di Zeus mentre Castore era mortale poiché in realtà figlio di Tindaro.
Nacquero però dallo stesso uovo.
I due gemelli, inseparabili, erano diversi. Castore era quello più calmo, amava la poesia e i cavalli mentre Polluce era quello più dinamico, amava il combattimento
Quando Castore fu ferito a morte, Polluce implorò il divino padre di concedere al fratello l'immortalità, ma Zeus fece altro: gli fece ricongiungere poiché Polluce ebbe metà della sua immortalità quindi metà nell'Ade e l'altra con gli dei nell'Olimpo.


Castore e Polluce di Giovanni Battista Cipriani, 1783


Sempre parlando di cavalli, il 13 giugno è sacro a Epona, la loro dea celtica



Nel mondo antico romano poi oggi era il Templum Iovis Invicti, una festa in onore di Giove che non da sconfitte e si da inizio al Quinquatrus Minores, festa in onore della dea Minerva che dura fino al 15 giugno.

(vai qui per vedere il calendario completo delle festività romane)






P.S.: A proposito di Lune e del numero 13 esiste la tredicesima luna ovvero quando nello stesso mese ci sono due lune piene. E' considerata una luna potente proprio per la sua particolarità. Ovviamente il termine blu non sta ad indicare il colore della luna.
La tredicesima luna sta per la tredicesima fata, quella non invitata, nella fiaba de La bella addormentata nel bosco.


P.P.S.: Secondo alcuni fonti che ho trovato in giro, oggi dovrebbe essere anche un giorno sacro per Epona, la dea celtica dei cavalli.


Se si bada  la sua festa dovrebbe essere il 2 novembre (wikipedia italiana)
Altre fonti (tipo questa) lo rimandano al 18 dicembre e anche per la wikipedia inglese (insomma mettetevi d'accordo)



P.P.P.S.: Tanti auguri a moi e non vi preoccupate. Non sarà qui che festeggerò il mio compleanno.







W.I.T.C.H.

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Qualche settimana fa trovo su Internet un sito dove sono scansionati i numeri di Witch fino al numero 128.
Sono in inglese però meglio di niente.
Cosa sono le W.I.T.C.H?
Fumetto nato nel 1999 (e uscito in edicola due anni dopo) da un'idea di Elisabetta Gnone con la collaborazione di Alessandro Barbucci per il character design e Barbara Canepa per il colore.
Era un mensile che durò fino al 2012 con il numero 139.
Chi sono le W.I.T.C.H.?
Il nome racchiude le cinque protagoniste Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay-Lin.
Un giorno scoprono di non essere ragazze come tutte le altre e ognuna possiede un dono elementale: Irma ha il potere dell'acqua, Taranee quello del fuoco, Cornelia quello della terra e Hay-Lin quello dell'aria.
Will, che si può considerare il capo, è la guardiana del Cuore di Kandrakar che unisce i quattro elementi.
Rispondono all'Oracolo che risiede a Kandrakar, una fortezza che è esistita prima di ogni cosa.
Il primo compito delle Witch era quello di riequilibrare l'ordine a Meridian, capitale del Metamondo, uno dei tanti mondi che sono sotto la supervisione dell'Oracolo.
La storia di cinque ragazze normali che scoprono di essere speciali sembra riecheggiare il mondo dei manga e degli anime, Sailor Moon per esempio.


In seguito, visto il successo riscontrato (all'inizio ci doveva essere una prima serie quella dei Dodici Portali), il fumetto continuò con altre stagioni e furono realizzati dei manga basati sui primi numeri.
Confrontando l'originale con il manga, si possono notare delle differenze come che per raccontare alcuni fatti (per esempio la sera di Halloween) nel manga ci sia molto più spazio.
Purtroppo il successo non durò molto.
Era il 2002 quando ho iniziato a leggerlo, all'ultimo anno delle superiori, e mi piaceva un sacco.
Mi piaceva come erano rappresentate queste cinque ragazze tutte diverse non solo per carattere, ma anche per la rappresentazione grafica.




In alto Taranee, poi Will e Hay-Lin, infine Irma e Cornelia


Si potrebbe dire che nel gruppo ci sia una diversa caratterizzazione per Taranee e Hay-Lin visto che la prima è di colore e la seconda è di famiglia cinese.
Ma se proviamo a confrontare le altre possiamo notare quanto abbiano una tipologia di corpo differente. Basti guardare Cornelia e Irma: la prima è più alta e magra dai capelli lunghi e biondi mentre Irma è un po' più robusta e un po' più bassa rispetto a Cornelia.
Ovviamente non sto qua a discutere su chi sia la più bella.
Semplicemente volevo farvi notare questa ricchezza e diversità.
Inoltre nel carattere si possono riscontrare delle qualità che risiedono nel proprio elemento, ma non solo.
Per esempio Taranee, detentrice del potere del fuoco, è a volte impulsiva, ma più che altro non ama essere troppo al centro dell'attenzione e un po' timida.
A volte succede che è lei a fare da paciere quando spesso ci sono delle liti facendo ragionare le altre ragazze ed è anche la prima a ribellarsi chiaramente all'Oracolo quando sente di essere sfruttata.
Anche dietro la loro superficie delle altre (l'esuberanza di Irma, la solidità di Cornelia e la spensieratezza di Hay-Lin) si nascondono le indecisioni.
Will è la Guardiana del Cuore di Kandrakar e il suo potere è l'energia. Non un elemento fisico come gli altri, ma indispensabile. 
Di carattere è chiusa, timida e sensibile. Il suo essere capo la fa diventare più decisa oppure lei lo era già e non se ne era ancora accorta?
Infatti il potere permette alle ragazze di esplorare se stesse e vedere dove può portare.
Inoltre già da un po' di tempo hanno consapevolezza del proprio potere anche se non se lo spiegano finché arriva la nonna di Hay-Lin (a sua volta Guardiana quando era giovane) a spiegare tutto.
Bisogna ricordare che hanno sui 13-14 anni (la stessa età di Bunny/Usagi Tsukino quando incontra Luna), un'età di mezzo tra l'infanzia e l'adolescenza.
Dopo qualche anno che lo seguivo (e compravo gli speciali, i libri a loro dedicati ecc...) smisi di prenderlo.
Ero arrivata all'inizio della settima stagione.
Perché?
Non riconoscevo più in quel fumetto quello che mi piaceva sin dall'inizio.
Non sto parlando di cambiamenti che ci devono essere, ma di modifiche che per me snaturavano il prodotto.
L'albo non era solo composto dal fumetto.
C'erano anche delle rubriche, test, la posta...
Più si andava avanti più stava diventando uguale a un Cioé.
Inoltre le copertine (elemento da non sottovalutare) stavano diventando più simili a scatti di una sfilata di moda.
La moda c'era anche all'inizio, soprattutto per quanto riguarda Cornelia, ma era vista più spensieratamente anche nelle rubriche.
Inoltre ogni ragazza aveva il proprio stile e quindi chiunque avrebbe avuto qualcuno a cui ispirarsi.
Nelle prime copertine si potevano vedere le ragazze insieme che si relazionavano oppure un accenno della storia dell'albo.
Ecco una copertina quasi un anno prima della chiusura




Queste pose così ammiccanti...
E' un po' come vedere le Principesse Disney trasformate in questo obbrobrio




Per non parlare di quello che hanno fatto a Merida




Si parla tanto dei messaggi subliminali nei film, ma quali messaggi traspaiono da questi rifacimenti?


Comunque tornando a Witch c'è da dire che non so bene quando le vendite siano calate e se queste copertine siano state realizzate per incrementarle oppure no.
Però non posso parlare delle Witch tralasciando le Winx.
Credo che queste ultime non abbiano bisogno di presentazione.
Delle ragazze di 16 anni dai corpi fatti a stampino e nessuna caratterizzazione fisica.
Del carattere cosa si può dire?
Lascio a voi la parola.
Una cosa intelligente e furba l'hanno fatta: partire con una serie televisiva e così conquistare una bella fetta di pubblico soprattutto prima infanzia.
Anche le Witch hanno debuttato in tv con una serie di due stagioni che non si può certo dire all'altezza del fumetto degli origini. 





Curiosità: La sigla è cantata dalle Lucky Star e nel gruppo c'è una cantante che diverrà poi famosa, Emma Marrone. La si può sentire a partire dal minuto 0:15.

Hanno reso le ragazze quasi uguali.
Inoltre l'inserimento dell'inutile spalla comica Blunk è pressoché... inutile.
Non so se era nei loro programmi oppure se è una loro risposta alle Winx, comunque quello che sembrava a molti era che le Witch avessero preso dalle Winx quando invece sono state pubblicate nel 2001 e le Winx approdano alle tv nel 2004 (sì, sono già passati 10 anni).
Inoltre ci sono state delle polemiche per quanto riguarda il nome così simile.

Comunque, ho letto tutte le storie che si trovano nel sito linkato all'inizio, dall'inizio fino all'ultimo (che ricordo attualmente non coincide con la fine del fumetto) e cosa posso dire?
Io l'ho abbandonato prima, ma si vede che qualcosa era cambiato.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il cambiamento incomprensibile, almeno per me, di Matt, il ragazzo di Will.
All'inizio è attirato da lei anche perché alcuni suoi comportamenti (dovuti al fatto di tenere un segreto) gli sono incomprensibili, poi viene a sapere del suo potere, le dà una mano, viene coinvolto e poi alla fine diventa il loro coach in un modo che ancora mi scervello per capire. In pratica è stato spedito da Kandrakar.
Nella storie non c'era più quella voglia iniziale di raccontare.
Gli episodi erano diventati autoconclusivi, non si riconoscevano più le protagoniste dell'inizio ecc...
Potete capire meglio leggendo la descrizione di questa petizione e protesta.
Inoltre da questo forum si legge che il calo delle vendite è iniziato proprio con il cambiamento delle storie.
Ma questo cambiamento da cosa è causato?


Ci sarebbero molte altre cose da dire, sui personaggi tipo Elyon, Orube e Caleb, sulle famiglie delle ragazze dove ogni ragazza può riscontrare una similitudine.Will è figlia di genitori divorziati, vive con la madre che si sposa poi con l'insegnante di storia della figlia e dopo nasce un fratellino. Irma ha la madre che è morta quando era piccola, suo padre si risposa e nasce un fratellino. Taranee ha un fratello più grande e scopre di essere adottata. Poi ci sono Cornelia e Hay-Lin che loro vivono coi loro genitori (Cornelia ha anche una sorella più piccola), ma anche qui ci sono liti e riappacificamenti come in ogni famiglia.


Ma ditemi voi se l'avete mai letto anche una sola volta, quali ricordi avete, se vi piaceva o no?
Ditemi pure.




P.S.: Come mi è stato comunicato poi, gli autori principali hanno abbandonato il progetto poco dopo le prime uscite. Mi sembra, se qualcuno vuole confermare, che non era riconosciuta a loro la paternità del progetto.


Aggiornato

Live Painting

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Un brindisi alla pittura e a tutte le arti



La pittura è un momento intimo, in solitaria ma cosa succede quando dipingi a degli eventi dove c'è la musica, ci sono persone che ti guardano?
Mi è capitato di dipingere dal vivo (o live painting come si dice) e sono state quattro (per ora) le occasioni, degli eventi.
La prima volta è stata quattro anni fa.
Ero stata invitata all'Almagià (un locale di Ravenna per eventi culturali).
Si poteva dipingere quello che si voleva basta che sia qualcosa accaduto nel primo decennio del 2000.
Così ho voluto dipingere quella che chiamo una Guerra del Golfo ovvero il disastro ambientale del Golfo del Messico.









Quando si dipinge o si disegna, spesso si preferisce mettere la musica preferita, quella che ci aiuta a creare. A volte è un'altro tipo di musica, il silenzio.
Ma qui non sei tu che decidi che musica scegliere.
Inoltre le persone attorno, l'atmosfera che si coglie possono incidere e che cosa fare?
L'approccio con il quale si dipinge è essenziale.
Quando sono là davanti alla tela, ho un'idea che può essere modificata come se fosse un canovaccio.
Se sono là davanti a tutti è che mi sento pronta per cogliere tutto ciò che mi circonda e portarlo sulla tela.
Non le sento come intrusioni.
Anzi, faccio lo stesso lavoro di una lente col sole: porto tutto sulla tela.
Proviamo a immaginare che io abbia un'idea e venga invitata a due eventi diversissimi per ambiente e musica.
Il quadro finale sarà diverso perché appunto risentirà di questa differenza.



Anno scorso, un altro evento sempre all'Almagià organizzato dai volontari di V!RA2019
(leggi qui)





Questa volta si voleva creare un'unione tra diverse arti ovvero musica, scultura, mosaico, pittura, installazioni video...
Il tema era assolutamente libero e questa volta ho pensato di creare un dipinto che sia un manifesto teatrale come ho fatto con L'eretica, la mia prima drammaturgia.
Ma anche qui il risultato finale è qualcosa che non sapevo.
Al minuto 1:42 potete vedere come io inizio a muovere il pennello seguendo il ritmo della musica.
E' un ritmo che piano piano aumenta.
E anche il fatto di mettere tutto quel rosso nella figura è dovuto proprio a una musica martellante.




La terza volta è stata il 6 ottobre 2013 per il primo compleanno della sede Arcigay (vedi qui)
Il tema era la Gioia e quindi ho voluto dipingere una mano da dove escono delle farfalle.
Anche lì la musica, tutto l'ambiente mi ha portato a realizzare questo.



foto di Noanda Tania Moroni




L'ultima volta (per ora) è stata non molto tempo fa in occasione dell'Inaugurazione dell'Urban Pub Cabaret (leggi qui)
Questa volta anch'io facevo parte dello spettacolo perciò, anche se magari nelle foto seguenti non si vede tanto bene, sono truccata tutta di bianco con le labbra rosse e anche gli occhi erano segnati dal rosso.








Il tema era la libertà e pensavo al volto di una donna a sinistra dove si liberano delle farfalle.
E' strano come nella mia mente il pensiero sia più dettagliato mentre poi all'opera, il colore si fa predominante come se disintegrasse i confini di quelle figure.




                                                               foto di Deda Fiorini



La cosa essenziale è che quando guardo il risultato finale, non lo guardi delusa come per dire: "Uffa, non è come lo immaginavo." ma "Caspita, non è proprio come lo immaginavo ed è bellissimo."
Inoltre vedere gli sguardi delle altre persone che guardano il mio dipinto, vedere la loro felicità e...
Come posso non essere felice di ciò?
Inoltre, tranne il secondo quadro che è rimasto a me, gli altri gli ho regalati alle associazioni che mi avevano contattato o nei quali ero dentro.



Quello che il corpo e le cicatrici raccontano...

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Ieri vedo su Facebook questa statua che si trova a New York e ne rimango incantata.





Quindi mi informo e scopro che l'artista è Paige Bradley e la scultura si intitola Expansion (vedi qui nel suo sito).
Andando a cercare ne vedo alcune che sono nella stessa posizione, ma non hanno le crepe e sono proprio quelle ad intrigarmi.
Guardandole poi mi viene da pensare al Kintsugi (o Kintsukuroi) ovvero a quella antica pratica giapponese dove per riparare un oggetto in ceramica, lo si fa con l'oro.





Questo perché le ferite rendono unici chi le porta e la bellezza qui equivale all'imperfezione.
Anche se sono diversi (nella statua la luce scaturisce dall'interno mentre nel Kintsugi l'oro viene aggiunto) c'è però questa concezione del corpo non come materia intatta e perciò incorruttibile ma come di qualcosa che si modifica con il passare del tempo.
Soprattutto la concezione di queste crepe o cicatrici come portatrici di bellezza.
Ogni cicatrice che portiamo racconta una storia, racconta che siamo ancora qui e vivi.
Per non parlare di quelle cicatrici che ci portiamo dentro.
Ma così come dall'esterno così anche l'interno...




 da Mars (immagine presa da qui)


Kira (lei) e Rei hanno appena fatto l'amore e qui Kira chiede a Rei (nella pagina precedente) sulle cicatrici che lui si è procurato in un incidente di moto.
Da destra a sinistra: (mia traduzione) I corpi delle persone si rigenerano sempre quando vengono feriti. Magari non saranno belli come prima, ma nuova pelle cresce e copre la ferita. Le persone sono davvero straordinari. E' grandioso... essere vivi.
Ed è con questo spirito che ho voluto realizzare questo mio quadro Survivor




Magari alcuni direbbero che avrebbe un bel decolleté se non fosse per quella cicatrice.
Eppure la cosa più essenziale è il suo sorriso.
Tutto di lei si espande!


Alcuni vedendo la statua che sta facendo yoga e il kintsugi potrebbero pensare che, essendo pratiche orientali, sono lontani dal nostro modo di vivere eppure il corpo è uno solo.
Anche attraverso popoli, culture, ideologie, teorie... alla fine il corpo è uno solo nonostante le differenze.
E se per caso ci sono delle mancanze (tipo arti, organi ecc...), la base è sempre la stessa, la vera essenza del corpo.
Poi è chiaro che ci sono persone che col proprio corpo possono fare meraviglie ma non ci sarebbe differenze se le stesse le pratica un orientale o un occidentale.
Guardate queste meraviglie:





Lei si chiama GuiGui Zheng e fino al 2008 non ha mai suonato il piano. Il video è del 2011.






Ritornando alle cicatrici, posso comprendere che quelle che custodiamo all'interno siano difficili da far guarire, ma in voi sta questa forza.
Abbiate cura delle vostre cicatrici.
Se noi stessi ci possiamo fare del male, possiamo anche farci altrettanto del bene.

Confido nella forza che si può trovare anche quando ci si sente così male che si desidera solo morire.
Forza che non è prepotenza o arroganza, ma è la vita stessa.
Forza che non è il contrario di fragilità, ma la accompagna.


Siete delle meravigliose creature anche con quelle cicatrici dovunque esse siano.
La vostra bellezza è la stessa della vita.


E se per caso quelle cicatrici ve le procurate, ricordatevi che in realtà non vi rappresentano e sono sicura che siete molto altro e che quella rabbia con la quale si marchia la pelle potete trasformarla in qualcosa che vi faccia del bene e che dopo l'atto non vi sentite in colpa.





Freedom di Paige Bradley




P.S.: Andando a cercare per il post trovo questo post. Evidentemente non sono stata l'unica ad aver associato la statua con il Kintsugi.

La Luna delle Ninfe

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Domani c'è la Luna Piena, La Luna delle Erbe o delle Ninfe.
Volevo già da tempo pubblicare queste foto e penso che con questa luna siano adatte.



















Il fotografo è Neil Craver e le foto fanno parte del progetto OmniPhantasmic.

This photographic series is visual voyage of metamorphosis; into the Subconscious waters of the mind. The ultimate metaphysical quest into the undercurrent of consciousness.
(dal suo sito)



Ho scoperto queste foto in questo poste dire che mi hanno catturato è veramente poco.
Mi sono sentita davvero immersa in queste acque, leggera come non mai come se camminassi su un altro pianeta.
Ma il punto, come dice il fotografo nella presentazione, è un viaggio visuale di metamorfosi, nel Subconscioquindi questo "pianeta"è molto più vicino di quanto si pensi.
Perché ho voluto associare queste foto alla Luna delle Ninfe?
Non è perché "belle donne nude in acqua" = ninfema il fatto perché in acqua il tempo si arresta, anzi potrebbe anche indietreggiare.
Adesso siamo nel periodo del Cancro, un segno che guarda molto al passato e meditativo.
E' quasi un tempo d'arresto prima dell'esplosione e del raccolto.
Non solo il tempo indietreggia ma incomincia a dilatarsi.
E' davvero un periodo di ascoltoquesto.


Immergersi nelle acque e sentire di stare sprofondando per poi ritornare su e rinascere.
Sentire il respiro e farselo interno.









Buona immersione nel vostro Subconscio non solo per domani.



Buon compleblog Romina!!!

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Il blog di Romina Tamerici ha compiuto da poco 3 anni e per l'occasione ha pensato a diverse cose tra le quali un giveaway. (qui il post di compleanno e qui quello del giveaway).
Ma chi è Romina?
Giovanissima (compirà fra qualche mese 23 anni), ha la passione della scrittura (vai qui per leggere meglio il suo curriculum) sin da bambina ed è di questo che il suo blog si occupa.
Grammatica, sintassi, figure retoriche (e alla fine scopri di usarle più di quanto pensi), scrittura corretta delle parole, dubbi...



Inoltre ha anche un canale Youtube e vi invito a esplorarlo.
E' davvero ammirevole vedere un blog così e spero davvero che continui.
Inoltre lei è una di quei blogger ai quali sento più che vicina.
Mi ha davvero commosso l'affetto che prova per la mia Aulonia e anche se non ha vinto quei due giveaway che ho fatto sulla mia piccola creatura, di sicuro sa quanto le devo molto. Almeno lo spero.
Intanto vi consiglio di leggere attentamente le istruzioni del suo di giveaway ovvero scrivere in quel post specifico un racconto anonimo di massimo 300 parole (non caratteri).
Nel post trovate le indicazioni.
Tanti auguri per il tuo compleblog Romina.



La canzone del bambino nel vento

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La guerra che succede in Palestina riempie le bocche di tutti e infatti come si può rimanere indifferenti?
Parlando poi di Israele, c'è una particolare invettiva e alcuni lodano Hitler per aver creato i campi di concentramento (che ricordo non c'erano solo gli ebrei).
A volte nel passato mi sono chiesta: "Siete stati perseguitati, imprigionati, mandati nei campi di concentramento, perché fate questo?"
Si dice che non si impara mai dal passato, ma forse si vuole imparare quello che uno desidera imparare.
Ho sentito molte volte storie di italiani o altri popoli che venivano accusati: Tu hai fatto questo al mio popolo! L'hai reso schiavo! L'hai sterminato! Hai ucciso bambini, stuprato le donne e poi le hai ammazzate!... (scegliete una delle frasi). Poi magari si scopre che lo stesso popolo che accusa ha fatto precedentemente al popolo accusato.
Ma io cosa c'entro?
Non c'ero quando è successo tutto questo!
E' davvero questo il mio peccato originale?
Sarebbe a questo che conduce il mio karma?
Io non credo tanto a queste cose del peccato originale e del karma di vite passate.
Se qualcuno mi dicesse Vedi questo luogo? Tu li hai sterminati io risponderei Veramente non ero ancora nata e se mi dicessero Sono stati i tuoi antenati io ancora risponderei Veramente non lo so. Magari i miei antenati combattevano contro quelli che sterminavano e poi io non sono loro.
Non si tratta de Me ne frego totalmente.
Quello che vorrei è che si spezzasse questa catena.
La Storia, tutta la Storia, è piena di genocidi, di privazioni della terra, di stermini e spesso attraverso questi è arrivata una certa cosa chiamata Civiltà.
Questo ci giustifica?
Non direi proprio.
Non sto parlando di antisemitismo, ma di tutta la Storia. Si tratta di dare la responsabilità a chi sta facendo in questo momento.

Vi sembra stupido quello che dico?
Beh io in realtà non sto vivendo quella guerra. Posso vederla dalla tv o vedere le foto. E inoltre non sono una sopravvissuta dei campi di concentramento però, vedete, oggi sento una canzone e non trovo nessuna differenza tra il titolo della canzone e quello che sta succedendo adesso.





Davvero notate qualche differenza?











Attenzione: Purtroppo sto vedendo quanto l'industria delle bufale e del fake colpisce anche quest'ultima guerra facendo passare bambini di altri nazioni per bambini palestinesi. Oppure bambini morti per cause naturali o incidentali per morti di guerra.

L'isola delle pescatrici, di Fosco Maraini

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Era da tempo che volevo sapere delle pescatrici Ama.
Chi sono? Gli Ama sono un popolo giapponese che vivono sulle coste e da tempi antichi le donne vanno a pescare in apnea vestite solo di uno slip o di un perizoma.
Così un po' di tempo fa ho comprato L'isola delle pescatrici di Fosco Maraini, scrittore, etnologo, orientalista, fotografo, alpinista e poeta italiano (da wikipedia)
Essendo il libro fuori catalogo, l'ho cercato su Internet e l'ho trovato in una biblioteca (non mi ricordo il nome).
Un passo indietro prima...
Quando si parla delle pescatrici Ama si pensa soprattutto a giovani fanciulle che pescano in apnea le perle, sirene dalla vita breve.
In realtà questa visione romantica va a scontrarsi con l'effettiva realtà.
Il fatto di pescare perle è una leggenda recente portata avanti da Mikimoto Kokichi (il cognome è messo prima), colui che ha ideato la coltivazione perlifera.
Mentre lo leggevo, mi sembrava sempre di più un diario di viaggio ed è stato proprio come immergermi in quei luoghi sperduti e si avverte anche di come diverse tradizioni vengono mandate avanti solo per moda.
Le difficoltà iniziali per trovare ciò che è rimasto come era nell'antichità e poi il riserbo iniziale degli abitanti verso questi stranieri, ma soprattutto lo scontrarsi con una cultura differente dalla nostra ribadendo come noi siamo figli della cultura e non della natura.
L'Italia (riporto le sue osservazioni) è un lembo di terra situato sul Mediterraneo eppure figli del mare lo siamo ben poco vista anche la poca presenza di pesce nella nostra alimentazione.
Tranne rare eccezioni, siamo stati invasi più attraverso il continente. La differenza di come la terra continentale sia più prevalente la si può riscontrare anche nei modi di dire. Se dai noi il cielo è a pecorelle, da loro è a squame di pesce.
In più riporta la sua esperienza in Sicilia dove ha risieduto dopo la guerra. Ricorda donne vestite tutte di nero, lavoratori stanchi e il mare viene vissuto come una minaccia, come un dio temibile.
E leggendo questo mi ha fatto pensare alla canzone Pescatore con Pierangelo Bertoli e Fiorella Mannoia.
Inoltre il rapporto diverso col mare lo si ha anche con la concezione del sacro.
Ne avevo già accennato qui quando parlavo delle polemiche dovute allo spettacolo "blasfemo" (così veniva chiamato) di Romeo Castellucci ovvero Sul concetto di volto nel figlio di Dio.
Dopo diversi giorni, finalmente Fosco Maraini e i suoi collaboratori riescono a vincere il distacco degli Ama.
Grazie a questo stratagemma (che vi invito a leggere se lo trovate), possono seguire il lavoro delle donne e i visi prima indifferenti ora si mostrano con gioia.
Donne che vanno avanti con gli anni, anziane che non ce la fanno a stare ferma e cercano in tutti i modi di pescare le alghe...
Sì perché in realtà le Ama pescano le alghe e tutto ciò che può servire di sostentamento.
Perché solo le donne?
Perché come viene riportato da un anziano del luogo "... le donne sono molto più resistenti di noi! Se noi uomini stiamo in acqua due ore moriamo dal freddo; loro no, sono rivestite di grasso come le foche. (Tipo le selkie?) Poi hanno più fiato. E sono più tranquille. Anticamente si tuffavano anche gli uomini, ma tutti sappiamo che rendevano, e renderebbero, meno delle donne...".
Inoltre assistono alla festa dei morti, da loro in agosto e vengono accolti direttamente nelle case per tre giorni. Vengono cucinati i loro piatti preferiti, messi a disposizione tutti gli oggetti dei quali erano appassionati.
In quei giorni c'era grande burrasca e la cosa sensazionale è che viene accettata così com'è.
Vi lascio con le foto che ha realizzato Fosco Maraini




il ferro serve per estrarre le alghe







gli occhialini hanno due perette per regolare la pressione quando vanno in profondità














L'oceanografo Jacques Cousteau chiamò il mondo sottomarino come Il mondo silenzioso (titolo della sua autobiografia dove racconta le sue prime esperienze) e immagino che immergersi a tal punto dopo un po' ti sembra di essere cullato come se fossi nel ventre materno.
Non so, non ho mai provato l'esperienza. Per ora.



Che cosa posso dire del libro?
Se anche se voi siete affascinati come me delle altre culture, delle altre tradizioni, delle storie ambientate nel mare e oceano credo che non dobbiate perdere questo libro.
Come ho già accennato, è fuori catalogo. Provatelo a cercare in Internet. 
Il libro che ho trovato non ha la stessa copertina di quello che ho riportato.
C'è anche da dire questo.
Dopo che ho finito la lettura, mi sono chiesta E ora? Come sono là?
Guardando le foto mi sembrava che appartenessero a un Paradiso Perduto.
Certo, esiste la fatica, ma viene stemperata dal sorriso.
Vedi i bambini che camminano sugli scogli completamente nudi.
Spero che quegli stessi bambini e le bambine abbiano continuato queste tradizioni perché poi di questo Occidente imperante non è che vengano solo belle cose.
Immagino che neanche l'Oriente sia perfetto. Non so.
Una cosa che spesso i giapponesi accusano è di come la loro terra venga considerata come un luogo onirico e non reale.
All'inizio si percepiva la minaccia della perdita delle loro tradizioni.
Magari le compiono ancora, ma non sanno veramente il motivo.
Oppure lo fanno per attirare turisti e magari si alimentano i loro stessi desideri.
Il pensiero di una donna che pesca le perle magari è più affascinante e onirico di una che pesca alghe eppure immagino, da quello che ho potuto leggere, l'incanto che ha subito Fosco Maraini nel vederle nuotare come se davvero appartenessero all'acqua.
In una pagina diceva che come sembrava che i bambini nascessero direttamente dall'acqua, i vecchi sembravano dissolversi in essa.
Hanno acquisito una tale padronanza, una tale lungimiranza che ormai erano diventati parte del mare stesso.


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