Quantcast
Channel: Farfalle eterne
Viewing all 367 articles
Browse latest View live

Un anno con Pinterest

$
0
0
E ormai è quasi passato un anno da quando ho aperto Pinterest.
Da quando per via di un corso d'illustrazione mi è venuta voglia di iscrivermi.
Più che voglia, febbre visto che Pinterest stesso mi raccomandava all'inizio di non pinnare troppe immagini nonostante apprezzasse il mio entusiasmo (come ho raccontato qui all'inizio).
E un anno dopo?

Beh, questo è un invito alle mie 39 bacheche.
Ecco la mia board
Ma vediamo una bacheca per una con l'immagine che è stata più condivisa.




Alchemical Illustrations 
37 Pin, 46 Followers


Le illustrazioni alchemiche hanno un grande fascino per me per il loro profondo significato.
Mi piacciono per come le creature appaiano così fantastiche come se non ci fossero confini.



Madre Terra che allatta il Lapis da Atalanta fugiens di Michael Maier, 1618





Alice in Wonderland 
54 Pin, 36 Followers

Sia chiaro che non troverete immagini del film burtoniano (aaargh!!!!), ma foto di Carroll, foto ispirate al romanzo, immagini di film, illustrazioni.
Un mondo stralunato.



arte concettuale di Mary Blair del film disneyano



Amazing landscapes and skies
73 Pin, 36 Followers


Mai dimenticare la Natura, la prima maestra degli artisti.
Quindi foto di paesaggi e cieli davvero spettacolari.
Ma il punto è: quanto di queste foto sia vero?
In realtà la foto più condivisa è un'altra, ma è stata modificata al Photoshop. Si tratta di questa foto.
L'ho voluta mantenere e commentare con il link dove veniva segnalata la modifica alla foto.
Perciò l'altra foto più condivisa è questa e anche in questo caso sembrano esserci dei dubbi.




Qui la storia della foto


Animate fairytales
0 Pin, 35 followers

Eh, prima di dire qualcosa devo premettere qualcosa. In realtà c'era qualcosa prima, ma li ho dovuti tutti cancellare per un semplice motivo: i video erano stati chiusi, cancellati.
Rischi nel prendere un video, soprattutto se si tratta di un filmato e mi dispiace perché c'erano davvero delle delizie animate come quei filmati d'animazione russi.
Vabbé!


Art counsels
9 Pin, 35 Followers

Pochi pin, ma consigli preziosi sull'arte.
E continueranno ad arrivare.






Beauty gestures
37 Pin, 36 Followers

Alcuni sono rimasti sorpresi quando hanno visto che leggo anche riviste femminili. Forse si aspettano che da alcuni miei interessi, tipo l'arte, l'esoterismo ecc... io non sia interessata a queste frivolezze.
Poi non è che mi trucco tutti i giorni, ma vedete rimango incantata a vedere queste immagini (dipinti, foto e pubblicità vintage)
Ho preferito concentrarmi in quelle immagini dove il soggetto non sia troppo concentrata nell'obiettivo come se stesse guardando lo spettatore.
Ho preferito le immagini dove i soggetti erano concentrati su se stessi, sul loro gesto.




Lady Lilith di Dante Gabriel Rossetti



Blue and white hair
30 Pin, 35 Followers


Ancora bellezza? Ancora frivolezze?
Diciamo che le frivolezze racchiudono in loro momenti profondi.
Capelli blu e bianchi.
Per ora, nonostante la foto più condivisa, vedrete più immagini con capelli bianchi e sarei felicissima se da anziana io avessi capelli bianchi, totalmente bianchi. Qualche anno fa poi vidi un capello perfettamente bianco in testa. Lo presi tra le dita ed esclamai: "Ma è stupendo!!!" Era bianco come la neve.
Magari uno che mi legge da tanto tempo mi chiederà: "Ma come? Tu non avevi fatto uno spettacolo sulla pericolosità del bianco?!?! Sul suo essere minaccioso?!?!?!?"
Beh, in realtà, se avete avuto questo pensiero, ogni colore ha una sua duplicità e in questo spettacolo volevo far notare che non è solo un colore candido e virginale.
Può anche essere il colore della fine.
Per quanto riguarda il blu, ci sono momenti nei quali mi sento affine a questo colore e da bambina lo temevo (adoravo il giallo). Adesso invece lo sento più mio e diciamo che le sfumature del blu che mi piacciono sono il blu della Farfalla Morpho. Andate a vederla perché è spettacolare.
E poi c'è l'uovo di pettirosso (sì, esiste una gradazione di tale nome).
Comunque non accontentatevi di un solo colore. Non esiste un solo rosso, un solo giallo, blu ecc... così anche come coi non-colori. Ci sono così tante gradazioni di bianco e nero che chiamarli non-colori, non so.
E poi non dimentichiamo la relazione che si crea tra i colori.
Ok, andiamo avanti.
 


                                       Léa Seydoux ne La vita di Adele di Abdellatif Kechiche




Colours of Mary Blair 
39 Pin, 36 Followers


E a proposito di colore, che dire di Mary Blair?
Che dire del suo modo di usare i colori, totalmente personale?
Ci sono dei suoi studi preparatori dove il colore sembra studiato appositamente eppure non c'è traccia di sforzo.
Sembra così semplice da far venire invidia. E' poi è un colore emozionale.
Intanto adorazione totale.




arte concettuale di Cenerentola


Deer, my dear 
110 Pin, 38 Followers

Il cervo, uno dei miei animali preferiti in assoluto come potete vedere da questo post. In questa mia bacheca vedrete tante altre immagini sul cervo, tantissime altre.
Inoltratevi pure nel bosco e state attenti a non far rumore.




La Duchessa di Chevreuse come Diana la Cacciatrice di Claude Deruet (attribuito)


Delice 
31 Pin, 34 Followers


Delizia.
Com'è nata questa bacheca?
Diciamo che in realtà all'inizio ero ispirata da alcuni frame del film "L'amore che resta" dove la protagonista indossava deliziosi completi.
Alla fine il tema si è spostato sulla delizia della coppia, sulla gioia di piccoli momenti su sguardi, tocchi, presenza e assenza come si può vedere questo frame da "Espiazione".




da Espiazione di Joe Wright



DoItYourself and Beauty
29 Pin, 34 Followers


In pratica unire l'utile e il dilettevole. Comunque sempre un piacere.
Visto che il pin è piuttosto lungo, per vederlo meglio andate qui



Drawing and Art tutorial
128 Pin, 65 Followers


Una volta esistevano i manuali, adesso si può usare Internet anche per prendere references (infatti credo che il mio intento di ritagliare immagini da riviste si sia accantonato perché posso trovare qui o su Google)
Anatomia, composizione, modi di usare tecniche tra i quali l'acquarello... E vedrete che ci sono molte immagini che riguardano le mani (chi disegna sa il perché)
E proprio per gli stessi motivi dell'immagine precedente, andate pure qui



Eastern Illustrations
100 Pin, 39 Followers



Altro tipo di illustrazioni che mi suscitano fascino sono quelle orientali sia del passato sia del presente.
Coreane, giapponesi, cinesi ecc... Mi piacciono come gestiscono lo spazio, il vuoto e come ci sia respiro.
L'immagine più condivisa è quella riguardo al Piccolo Principe che senz'altro deve aver conquistato questo popolo lontano.





Il Piccolo Principe by Kim Min Ji



Enchanted World
142 Pin, 39 Followers


Una delle mie bacheche in assoluto preferite.
Il mondo incantato e mi fa davvero piacere che come immagine più condivisione ci sia questa foto macro di un occhio come proprio se tutto il mondo dell'incanto partisse da quella fonte.
Ma non parte solo dagli occhi.
E' tutto il corpo che vibra.
E' un attimo di grazia.




Faces
79 Pin, 37 Followers

La ricchezza dei visi attraverso i popoli e il mistero delle bellezze di una volta e di adesso senza dimenticare i segni sul viso come rughe e cicatrici.



Mary Nolan



Form of the Scent
76 Pin, 36 Followers


Come dare forma al profumo? Che forma ha?
Anche più dei "gesti di bellezza" il profumo, materia così evanescente, così volatile... Come far percepire la sua presenza?
Spero che queste immagini ve la diano.
Nota: ci sono anche alcune pubblicità e sì sembra che vogliano dire: "Vi stiamo vendendo un sogno."




da Polline di Davide Calì, illustrazione di Monica Barengo




Free butterflies inside you...  ...and you will create immense gardens
170 Pin, 38 Followers



Potevo non dedicare una bacheca alle mie amate farfalle?
E spero di aver tradotto bene la mia frase così citata.
L'immagine poi più condivisa è perfetta per questa frase.
Libera le farfalle che hai dentro e creerai giardini immensi



 Risveglio di Primavera di Catrin Welz-Stein

Hidden Beauty
25 Pin, 37 Followers


La bellezza nascosta.
Mi intriga il non detto, il non completamente rivelato (e vedrete anche in altre bacheche)
In poche parole il mistero.



di Brian Froud


Humans with feathers
98 Pin, 38 Followers


Piume bianche e nere, piume colorate, ibridi.
Messaggeri.



dal film Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki



I must be a mermaid... ...I have no fear of depths and a great fear of shallow living (Anais Nin)
258 Pin, 54 Followers



Desidero essere acqua.
Intanto illustrazioni di sirene, foto, sirene alchemiche...
Immergetevi pure


da La Sirenetta illustrata da Vladimir Nenov



Illustrations and Fairytales
222 Pin, 56 Followers


Una delle mie prime bacheche. Anzi, la prima in assoluto.
Dopotutto ricordo che se ho deciso di iscrivermi su Pinterest è stato dopo un corso di illustrazione .
E come vedrete, l'immagine più condivisa è una copertina.
Beh, una signora di copertina.



Per chi è incuriosito dal libro, vi dico che è scritto da Mrs. Rodolph Stawell.



Inspiring Photos
43 Pin, 36 Followers


Foto che possono essere ispiratorie in un modo o in un altro ed è una della mia adorata Bjork ad essere la più condivisa





Japanese Dream
92 Pin, 34 Followers

Amo il Giappone, i suoi contrasti e magari mi rendo conto che il Giappone che mi piace, i ciliegi, le terme esistono ma magari li esalto così tanto da essere come un sogno come diceva Oscar Wilde: "L'intero Giappone è una pura invenzione.". E credo che la stessa sensazione l'abbia avuto all'inizio Fosco Maraini quando è andato a vedere le pescatrici Ama (vedi qui)



 Samurai



Lotus Om mani padme hum (Saluto il gioiello nel loto)
52 Pin, 38 Followers

Il fior di loto.
Un fiore d'incanto. Un fiore dal significato da scoprire per farsi ispirare


 Fiori di loto al tempio Mimurotoji in Kyoto



Love for Nature
19 Pin, 36 Followers

Potrebbe sembrare quasi una bacheca trascurata, ma se avete presente le altre vedrete quanto è presente questo amore e rispetto.
Per non parlare di quello che c'è in quelle segrete.




di James Fodor


Miyazaki's world
65 Pin, 41 Followers


Come non amarlo?
Come non amare i suoi film, il mondo che ha creato? I suoi personaggi e sfondi?
Qui poi abbiamo un'immagine tratta dal manga di Nausicaa e ve lo consiglio altamente.
Il film si ferma molto prima.



dal manga Nausicaa della Valle del Vento


Muse
6 Pin, 33 Followers


Dire qualcosa sulle Muse è difficile e nessuna immagine è condivisa né segnata come piaciuta.
A voi la scelta.


Orchidelirium
29 Pin, 35 Followers


Avendo la seconda parte del nome AlmaCattleya con il nome di un'orchidea, potevo non dedicare una bacheca alle orchidee?
E l'immagine più condivisa è quella dell'orchidea nera.
Sembra davvero di un altro mondo.





Painting about Fairytales
8 Pin, 36 Followers


Anche alcuni pittori si sono dedicati alle fiabe e quindi eccole qua.
Non tante, ma ne valgono la pena.
E poi immagino che non ci siano ancora tutte.


L'uccello azzurro di Frank Cadogan tratto dall'omonima fiaba di Madame d'Aulnoy
(potete trovarla qui la fiaba)



Peter Pan 
74 Pin, 37 Followers


Con tutto lo spazio che ho dato a Peter Pan nel mio blog (Peter Pan in canzoni, Peter (il) Pan, L'ombra di Peter Pan e Peter Pan e l'assenza), sarebbe sembrato strano se non avessi dedicato una bacheca a questo personaggio, in realtà più malinconico di quanto si potrebbe pensare
La più condivisa è un frame dal film disneyano, ma troverete altro.
Curiosità: c'è un'illustrazione che ho inserito anche se ho scritto che non mi piace per niente (e troverete anche il motivo). Perché l'ho inserita lo stesso? Per ricordarmi. Dopotutto la bacheca di Pinterest, come il blog, è uno spazio personale.



dal film disneyano



Pre-Raphaelite Art
18 Pin, 37 Followers

I love this art!
"E se la ami così tanto perchè ci sono così pochi pin?"
Ma vedete, se andate in altre board, ne troverete anche lì.
Nella board sulle sirene ce ne sono tantissime.



Flora di Edward Burne-Jones



Simply Disney
67 Pin, 41 Followers


Ora, non è che se ho dichiarato il mio amore per Miyazaki, mi fa schifo ciò che ha creato Disney. Sono due mondi completamente diversi e va bene. Sono modi diversi di intendere l'animazione e va bene.
In questa bacheca poi ho voluto racchiudere curiosità, storyboard, arte concettuale come era pensata originariamente (e vedrete che ci sono dei cambiamenti), versioni alternative, scene cancellate, il dietro le quinte ecc...
E' anche per questo che amo prendere i dvd: amo vedere tutto quello che c'è dietro!



arte concettuale di Kay Nielsen per Biancaneve e i sette nani
(Kay Nielsen aveva lavorato anche per una versione de La Sirenetta poi mai realizzata.
Qui puoi vedere i suoi bozzetti)



Sculpture
18 Pin, 37 Followers


Spesso ritenuta un'arte inferiore, in realtà un altro modo nel quale specchiarci.




 dal cimitero di Staglieno



Spider and spider-webs
61 Pin, 34 Followers


Beh visto la presenza della mia piccola Aulonia (no, non è morta) ecco una bacheca ai cari ragni e no, non tutte le immagini sono come questa che per alcuni sarà come un incubo.



di John Kenn Mortensen



Symbolism (Art)
20 Pin, 41 Followers


Un'altra corrente artistica che amo.
Delle donne di Klimt ne ho parlato
Andiamo avanti.



di Gustav Klimt, 1913



Unicorn and Pegasus
72 Pin, 40 Followers



di Norman Lindsey


Momento confidenza sull'infanzia.
Quando ero bambina di elementari disegnavo degli unicorni con dei corni lunghissimi e no, non credo stessi pensando al pene o all'invidia per esso. Lo dico per i sedicenti Freud.



Veiled women
88 Pin, 40 Followers


Delle donne velate ne avevo parlato recentemente qui e se non l'avete fatto, vi invito a leggerlo.
Intanto in questa bacheca vedrete altre immagini e foto che non ho inserito nel post.



Athenais di John William Godward




Water is my element
122 Pin, 44 Followers

IT'S MINE!!!!
P.S.: Una delle mie bacheche preferite.




                                               La perla di William Adolph Bouguereau, 1894




Wild Wolf
24 Pin, 35 Followers


Perché il lupo? Segreto segretuccio.
Intanto le mie bacheche sono finite ed è con questo ululato che vi saluto.



dal film Wolf Children by Mamoru Hosoda
(qui tutta la sequenza. Guardatela perché è splendida.
Io ho le lacrime agli occhi dall'emozione ogni volta che la vedo)






Alla scoperta di Samhain e della Wicca (intervista doppia)

$
0
0
 trovata su Pinterest



Si sta avvicinando il 31 ottobre e, come ogni anno, ci sono polemiche per quanto riguarda Halloween, se è da considerare una festa propria, se davvero sia satanica.
Ecco, stavolta invece di scrivere un post (i link li trovate sopra), mi affido alle parole di due persone che ho intervistato e non solo su Samhain, ma anche sulla Wicca... Dubbi che ho trovato in giro e alcuni anche miei.
Tutto ciò che trovate in corsivo è una mia nota aggiuntiva.
Non si tratta di due persone a caso.
Da un po' di tempo sono iscritta a un gruppo sulla Wicca. L'intervista è stata fatta ad un admin di tale gruppo e alla sua fondatrice.


Premessa: so che nei post sopra posso aver avuto un tono polemico, ma davvero sono stanca che si cerca un dialogo e l'altra persona (una a caso) continui imperterrita per esempio a dire che sia una festa satanica.
Sono però anche stanca che si creino ogni volta delle polemiche anche perché si tratta di discorsi che vanno a girare su se stessi e non portano a niente. Polemiche così sono sterili.
Quindi ora vi chiedo, se volete continuare bene.
Magari alcuni si sentiranno toccati perché si parla anche della Chiesa, ma qui non si tratta di essere blasfemi solo di fare constatazioni di fatto.
Se in passato si sono commessi degli errori (chiamiamoli così) non vuol dire che debbano continuare.
Leggete e accettate.
Non si tratta di stabilire quale ego sia il più forte, quale credenza sia la più veritiera.
Si tratta solo di capire che non c'è un solo cammino, un solo modo di sentire.




1) Mi trovo qui con Lòrd Alkemyos e Cristina Giampieri. Parlatemi un po’ di voi, del vostro percorso.
L.A: Essendo cresciuto in una famiglia avvezza a pratiche così dette “non-normali”, non so indicare esattamente quando sia iniziato il mio percorso.. infatti sin da molto piccolo per me era normale dialogare, ad esempio, con il Piccolo Popolo (termine con il quale si indicano fate, folletti ecc...)
Se però per percorso intendiamo la consapevolezza di voler studiare ed approfondire argomenti esoterici, direi intorno ai 20 anni.
C.G.: Innanzitutto grazie per avermi posto queste domande, poiché danno modo di riflettere un po' e fare una ricerca interiore. Il Mio percorso consapevole e' iniziato all'incirca 8 anni fa.. Semplicemente girando in una libreria il mio sguardo si è' soffermato su un titolo.. Wicca di Cunningham.. L'ho preso in mano e ho iniziato a leggere le prime righe... E' stato come se mi si fosse tolto un velo dagli occhi... Sapevo di aver trovato la mia strada...
Ho specificato "consapevole" all'inizio perché in realtà sin da bambina avevo sempre sentito una forte connessione con la natura che mi portava nelle notti di luna piena ad osservare rapita la luna ed a sentirmi a casa....



2) Ditemi. Perché la festa di Samhain è così importante per i pagani? E perché non si dovrebbe aver paura?
L.A.: La festività di Samhain appartiene al paganesimo celtico e, con i secoli, ha dato origine ad Halloween ed alla festa cristiana di Ognissanti.
A differenza della religione predominante, per i pagani c'era un culto molto sentito verso i propri avi ed infatti proprio per i Celti, tale festività rappresentava il Capodanno ed era considerata “fuori dal tempo” ovvero non apparteneva né all’anno vecchio né all’anno nuovo ma era un momento in cui i vivi potevano accedere al regno dei morti.
Come è ben risaputo, le religioni monoteistiche hanno teso a demonizzare tutte le festività pagane. Quindi Samhain, o Halloween, viene descritto dagli stessi come un modo pagano per festeggiare divinità diverse dal loro Dio. Guarda caso però, festeggiano la nostra stessa identica festività ma sotto un altro nome. È evidente da quanto detto che è assolutamente insensato averne paura.
C.G.:  La festa di Samhain e' importante poiché segna la fine è l'inizio di un anno... Del ciclo della natura ed anche del proprio percorso personale che ognuno di noi si prefigge... È la festa in cui si celebrano le persone care che hanno terminato il loro viaggio in questo mondo... Ed è  anche il nostro "capodanno". È' il momento di fare un bel viaggio introspettivo e di cercare di capire se si è fatto un buon lavoro con se stessi e di prefiggersi un nuovo obiettivo... Insomma.. È un periodo molto delicato e pieno di energie ..
Di cosa si dovrebbe aver paura??? Assolutamente di nulla.... Anzi... Tutti questi bimbi che si vedono in giro vestiti da spiritelli e non secondo me servono a farli avvicinare a queste figure e farli conoscere anziché demonizzarli e farglieli temere!
Il mio bimbo per esempio sarà un bellissimo vampirello!



3) Le streghe sono sempre quasi viste come adoratrici del Diavolo, arcigne e megere, portatrici di disgrazie. Che cosa avete da dire a proposito?
L.A.: Qui vale lo stesso ragionamento fatto sopra: tutto ciò che è al di fuori del loro Dio, è accostato sistematicamente a Satana.
Le streghe, essendo rimaste legate verso le antiche usanze delle campagne e confidando più nelle loro doti che nella preghiera rivolta al Dio cattolico/cristiano, furono indicate come adoratrici di Satana.
Diciamo che la Chiesa è stata più “generosa” verso le antiche religioni come quella greca, romana, egizia e quant’altro, indicando i loro racconti come “miti”. Non dimentichiamo infatti che la Chiesa indicava come mito tutto ciò che era al di fuori dei due Testamenti.
C.G.: Diavolo???? Chi è costui????? Di questa figura dovrebbe parlare con qualche cristiano, sono loro a saperne molto di più....


4) Nel Paganesimo viene celebrata la Grande Madre nei suoi vari aspetti. Qualcuno potrebbe pensare che il maschile non venga contemplato o considerato invasore. E’ così?
L.A.: Assolutamente no! La Wicca è la ricerca e il risveglio, dentro di noi, del divino nel suo aspetto duale espresso dai principi maschile/femminile.
Quindi se ci si concentra solo su uno di essi, si perderà l’equilibrio naturale delle cose: se nel macrocosmo viene trascurato uno di questi due aspetti, allora irrimediabilmente ne risentirà anche il microcosmo e di riflesso la nostra vita terrena, nel suo vissuto, sarà sempre in bilico.
Non dimentichiamo mai che ciò che è in alto è come ciò che è in basso e ciò che è fuori è come ciò che è dentro: dobbiamo lavorare per ridare il giusto equilibrio, in noi e fuori di noi, a questi principi duali.
C.G.: Dunque.. Indubbiamente il paganesimo è molto più matriarcale rispetto alle religioni a cui siamo abituati dove l'uomo è il re e la donna una semplice succube.. Invece per noi la Grande Madre è il tutto, è in ogni dove, è colei che ci ha donato la vita.. In alcune correnti, le dianiche, il dio non viene quasi mai menzionato, in altre invece hanno lo stesso valore. Io trovo che debba esserci equilibrio anche in questo, femminile e maschile devono coesistere. Sono essenze inscindibili... 



di Helena Nelson Reed



5) “Tutti i Wiccan sono pagani, ma non tutti i pagani sono Wiccan” E’ una citazione che ho trovato spesso. Ditemi. E’ così? E se sì, qual è la differenza tra essere pagano e essere un/a Wiccan?
L.A.: Con il termine "pagano" si tendeva ad indicare un vastissimo insieme di culti, differenti tra loro, che non fossero riconducibili alla religione monoteistica.
Abbiamo ad esempio il paganesimo norreno, quello celtico, gallese, romano, greco, egiziano.. fino ad arrivare alla Wicca.
Da qui è facilmente deducibile che un wiccan è anche pagano ma di certo chi segue, ad esempio, la Via Romana degli Dei o il Mitraismo non è certo wiccan.
La Wicca, inoltre, non deve esser confusa neanche con chi si avvicina alla Natura vivendola esclusivamente in base ai suoi ritmi, le stagioni e via discorrendo: la Wicca è fondata sulla magia naturale, ha i suoi misteri iniziatici, ha basi di stregoneria tradizionale e di magia rituale, è una religione che fa di tutto ciò una perfetta sintesi che le dona una sua peculiare identità.
C.G.: E' vero. Il termine pagano si riferisce a colui che segue il culto dell'Antica Madre, la Vecchia religione se vogliamo chiamarla così.... La wicca è nata più recentemente e wiccan appunto solo coloro che seguono questo filone, con le loro regole e i loro schemi.
Io personalmente non mi sento di chiudermi in una singola definizione..


6) Nella Wicca si parla molto del Rede. Di cosa si tratta?
L.A.: Il Rede, introdotto da Gardner, deve esser inteso più come un consiglio che come un dogma: ciò di cui si parla spesso è la sua parte finale in cui dice “Fa ciò che vuoi se non nuoce nessuno”.
Questo assunto però ha un’ origine antecedente infatti ne parlano sia Sant’Agostino, sia Pierre Louys (Le avventure di re Pausole) sia Aleister Crowley anche se ognuno ne da’ una sua personale interpretazione.
Spesso è stato messo in discussione da parte degli stessi wiccan o almeno da parte di alcuni suoi esponenti dato che si tende a razionalizzarne il significato senza comprenderne il significato più profondo. Ad esempio non tutti condividono la Legge del Tre (ovvero tutto ciò che fai, sia nel fare del bene che nel fare del male, lo ricevi tre volte. Non bisogna però agire bene solo per aspettarsi la ricompensa) così come ognuno cerca di dare una propria interpretazione del “Fa’ ciò che vuoi..”.
C.G.: Il Rede wiccan è un insieme di "regole" di cui bisogna tener conto nel proprio percorso.. Trovo che la più importante da seguire sia " fai ciò che vuoi se non fa del male a nessuno"
E dovremmo farlo tutti.. Wiccan e non..
 


7) Mettiamo che uno sia incuriosito da questa via. Quanto lo studio è importante e quanto è importante quello che sente dentro?
L.A.: Direi che fondamentale è “ciò che si sente dentro” inteso come una scintilla che ci spinga a cercare oltre il conosciuto.
Una volta sfruttati questi stimoli, che comunque devono sempre accompagnarci per non rischiare di regredire, bisogna necessariamente studiare per venire a conoscenza di quelle nozioni accumulate nei secoli da importanti autori.
Noi abbiamo una sola vita ed è abbastanza limitata come durata: non riusciremmo mai a vivere la somma di tutte le esperienze di chi ci ha preceduto, dobbiamo quindi farne tesoro per poter proseguire i loro stessi studi ma basandoli, ovviamente, sul nostro vissuto.
Non dobbiamo però cadere nella tentazione di leggere un’infinità di libri con lo scopo di “collezionare” conoscenza. Sarebbe un errore gravissimo.
Così come per la coppia duale maschile/femminile, anche per la coppia sentimento (emozione)/intelletto (razionale) è necessario trovare un equilibrio: chi agisce e vive eccessivamente di sensazioni, di intuito, finirà per perdere il senso del discernimento, dell’obiettività, così come il troppo intelletto razionale ci porterà all’egocentrismo e al pregiudizio, bloccando di riflesso lo svilupparsi dell’empatia.
C.G.: E' FONDAMENTALE quello che si sente.. Non si decide così a priori di essere un figlio della Dea.. È' come.. Una chiamata.
Lo studio è' comunque molto importante, non bisogna mai e dico mai pensare di sapere tutto, bisogna leggere leggere leggere...
Il mio amico Lord Alkemyos su questo punto avrà sicuramente molte più cose da dire!
E si, si può essere wiccan anche senza congrega.. Non è facile trovare persone con cui connettere la propria energia.. Purtroppo in giro ci sono anche tanti e troppi esaltati.
Quando la Dea deciderà metterà sul mio cammino le persone giuste!





8) Possono esistere wiccan che non hanno una coven (congrega) perché la sentono come un cammino solitario?
L.A.: Certo.. ma vanno ben chiarite alcune cose.
Chiunque può decidere di seguire il sentiero wiccan ma come ho detto poco fa, la Wicca ha una sua personale ritualità, ha i suoi misteri, ha i suoi riti che appartengono a chi ha accesso ad una coven regolare ovvero una coven in cui si possa risalire al lignaggio del suo sacerdote e della sua sacerdotessa.
Chi non ha la possibilità di poter entrare in una coven regolare può comunque far parte di una coven di non iniziati o esser solitario/a.
In questo caso, però, più che essere wiccan, sarebbe più corretto dire “seguire una filosofia wiccan”.



9) Quanto nella wiccan c’è di religione e quanto di spiritualità?
L.A.: Intanto capiamo qual’è la differenza tra i due termini. La religione è costituita da una serie di credenze e di riti che mirano a mettere in relazione una persona con ciò che lui ritiene sacro come ad esempio le divinità o i dogmi/leggi ad essi riconducibili. La spiritualità è basata sostanzialmente sul riconoscimento dello Spirito nella realtà, consentendo all’individuo di superare i limiti dell’esperienza sensibile o, più semplicemente, si da’ più importanza al mondo spirituale e non a quello della mondanità.
Tornando alla domanda, una religione ha comunque un suo lato spirituale ma una spiritualità non sempre è una religione e quindi la Wicca è in tutto e per tutto una religione con la sua spiritualità.
C.G.: Il termine religione a me sta proprio stretto.. La wicca non è solo questo, è uno stile di vita, è un modo di essere e vedere le cose. Lo spirito è fondamentale.. È ciò che ti lega al tutto, senza non potremmo "sentire nulla" di ciò che la Dea ci dona.



trovato su Pinterest



10) Avete dei libri da consigliare per chi intende iniziare o anche per far capire a chi è incuriosito se è questo il suo cammino? (introduzione sui nomi in fondo al post)
L.A.: Qualche tempo fa è uscito un libro molto interessante “I poteri della Wicca” di Vivianne Crowley che andrebbe letto un pò per volta per darsi modo di acquisire e far propri i concetti in esso espressi.
Consiglio comunque di leggere libri scritti non da solitari ma da Sacerdoti o Sacerdotesse come ad esempio Gardner, Buckland, Valiente, Curott , Farrar e via dicendo. In seguito si potrà leggere ciò che si vuole avendo oramai acquisito le giuste conoscenze per discernere le nozioni corrette da quelle un pò fantasiose.
C.G.: Non ho un libro preferito in realtà. Il consiglio che posso fare è di leggere tutto.. Dalle basi come wicca di Cunningham a libri anche più " pericolosi".. Sono sempre stata dell' idea che bisogna conoscere ogni tipo di energia che ci circonda.




11) Come ultima domanda vi chiedo un vostro consiglio assolutamente personale sempre per chi intende iniziare e se ha qualcosa da dire che le preme.
L.A..: L’unico consiglio che posso dare è essere onesti con se stessi senza fossilizzarsi su personali idee atrofizzate. L’avvicinarsi alla Wicca non deve essere un modo per apparire agli altri ma deve essere il sentiero che vi risveglierà, Dovrete passare dallo stato di sonno in cui attualmente siete ad uno stato vigile e ciò avverrà se terrete a freno il vostro lato egoico.
Non abbiate timore di tornare indietro perchè se proseguite con idee sbagliate arriverete a qualcosa anch’esso sbagliato se invece avrete l’umiltà e l’onestà intellettuale di cambiare idea, allora farete molta strada.
C.G.: Sembrerà sciocco ma la prima cosa che mi viene da dire è ascoltate voi stessi, nessun altro sa meglio di voi cosa il cuore ci dice, e soprattutto non fate del vostro percorso solo un numero di libri da leggere, di altari pieni di oggetti e di Libri delle Ombre (quaderni personali dei Wiccan)  immensi.. Ma uscite, vivete nella natura.. Osservate i doni che quotidianamente ci vengono regalati... È' quella è solo quella la strada che porta alla Grande Madre.



Spero che questa doppia intervista vi sia piaciuta.
E ora, se siete ancora interessati, eccovi un documentario e un'introduzione ai nomi citati nelle decime risposte.



Nella Wicca ci sono diverse tradizioni ma le due fondamentali sono quella gardneriana (da Gerald Gardner) e quella alexandriana (da Alex Sanders). Attualmente si è però arrivati alla fusione delle due tradizioni dando vita alla Wicca Gardneriana/Alexandriana. 







Vivianne Crowley: (nessuna parentela con Aleister Crowley) saggista, psicologa, sacerdotessa Wicca e docente universitaria. Iniziata prima da Alex Sanders, si è avvicinata poi a Gardner. 

Raymond Buckland, prima seguace della Wicca gardneriana poi fondò una sua tradizione ovvero la Wicca Sassone. 

Doreen Valiente, britannica, iniziata da Gardner poi Sacerdotessa ed importante scrittrice e saggista.

Phyllis Curott, avvocato e saggista statunitense e fondatrice e Sacerdotessa del Tempio di Ara .

Janet Farrar, saggista britannica, Grande Sacerdotessa Wicca e madre del concetto filosofico della Progressive Wicca.


Scott Cunningham: Saggista e autore di diversi libri sulla Wicca 




P.S.: Se poi qualcuno desidera raccontare il proprio percorso o anche rispondere a tutte le domande o ad alcune, è il benvenuto.


Tesi: pittura-teatro (interviste e bibliografia)

$
0
0



Mi è capitato più volte in questi anni che mi si chieda della mia tesi sul Teatro e sulla Pittura, scrivendomi anche tramite e-mail dopo aver letto questo post che include il sommario della tesi, le interpretazioni dei dipinti che ho realizzato (uno è appunto qua sopra), qualche ricordo e infine l'epilogo della tesi.
Ovviamente questo mi riempie di orgoglio.
Ed è successo anche recentemente con due richieste a breve distanza e, con vero piacere, rispondo a loro.
Così, dopo aver trovato la chiavetta USB che custodisce la tesi, ho deciso di ritornare sull'argomento riportando le due interviste che ho fatto all'attrice Ermanna Montanari e al pittore Gianni Plazzi.
C'è un motivo perché ho scelto loro. Ermanna ha studiato in passato pittura e Gianni Plazzi è anche attore presso la compagnia Societas Raffaello Sanzio




foto di Lidia Bagnara



ELENA VIGNOLI: Sono le 18.30 di lunedì 7 maggio del 2007 e mi trovo con Ermanna Montanari, attrice italiana, una delle più importanti del teatro italiano.
ERMANNA MONTANARI: Buongiorno.
ELENA VIGNOLI: Innanzitutto le volevo chiedere qual è il suo pittore preferito?
ERMANNA MONTANARI: Allora…E’ difficile perché non c’è uno preferito. Però ultimamente al Museo d’Arte Contemporanea di Napoli ho visto un’opera di Anish Kapoor che mi ha così sconvolto come ogni volta che vedo le sue opere perché i pigmenti che lui usa sono talmente abissali che mi scalfiscono ogni volta. Oggi direi Anish Kapoor.
ELENA VIGNOLI: Grazie. La pittura l’aiuta nel suo lavoro di attrice?
ERMANNA MONTANARI:  E’ quotidianamente presente. Non riesco a pensare a nulla  se non relazionandomi alla pittura.
ELENA VIGNOLI: Lei ha la possibilità di interpretare un personaggio di un quadro. Quale sceglierebbe?
ERMANNA MONTANARI: L’ho già fatto. In Rosvita ero abbigliata allo stesso identico modo della figura nel quadro La Sinagoga di Konrad Witz. Adesso non ho più l’età per rifare Rosvita, ma lo rifarei.
ELENA VIGNOLI: Da quale pittore vorrebbe farsi dirigere per uno spettacolo teatrale?
ERMANNA MONTANARI: Per uno spettacolo teatrale farsi dirigere da un pittore? Non so bene cosa voglia dire. Forse mi potrebbe piacere un’installazione con la… C’è qualcuno che non esiste più. Allora potrei prendere un’installazione di Gina Pane di moltissimi anni fa che s’innestò una rosa nel braccio. Potrei rifare la sua installazione.
ELENA VIGNOLI: Grazie, ultima domanda. Quale pittore/pittrice vorrebbe essere?
ERMANNA MONTANARI: (risata) Questo non lo so però devo dire che per moltissimo tempo ho sostato quotidianamente sui dipinti di Sandro Botticelli perché m’interessava il suo disegno e come questo disegno, e la sua pittura, richiamasse lo stile cioè una vita infernale e questo mi corrisponde. Ha risuonato in me per molti anni dell’adolescenza e della maturità.
ELENA VIGNOLI:  Grazie e con questa risposta è finita l’intervista a Ermanna Montanari, una donna sicuramente di poche parole, ma sostanziali.




Gianni Plazzi è l'uomo a sinistra. 
Non trovando la foto che avevo messo nella tesi, ho inserito questa prendendo da qui




ELENA VIGNOLI: Sono le 14.52 di venerdì 27 aprile del 2007 e mi trovo con Gianni Plazzi, pittore, scenografo teatrale e anche attore della compagnia Raffaello Sanzio. Buongiorno. Innanzitutto le volevo chiedere: qual è il suo attore teatrale preferito?
GIANNI PLAZZI: Attore teatrale preferito? Dipende dal lavoro che fanno. A livello alto penso a Franco Branciaroli di qualche anno fa e penso sia stato un grande attore ancora oggi non raggiungibile, non superabile.
ELENA VIGNOLI: Grazie. Il teatro l’aiuta nel suo lavoro di pittore?
GIANNI PLAZZI: Il contrario. E’ la pittura, che fa parte della nostra cultura, che mi aiuta in teatro. E’ tutto basato su un’immagine forte e questa non è solo un lavoro per il corpo nello spazio, ma anche un’immagine di colore. Le luci aiutano, i costumi aiutano… E’ tutto qui quello che sto facendo. La pittura mi aiuta nel teatro. Nella tua domanda specifica, il teatro nella mia pittura… No, è proprio il contrario. Forse incapperei in qualcosa di carino e grazioso. Tutto quello che nella pittura non voglio. “E’ bello, è piacevole”. Io subito ci dipingo sopra. La mia intenzione non è quello di scioccare, ma fare qualcosa che sento io poi se alla fine il prodotto è grazioso , lo distruggo perché vuol dire che non sono arrivato quindi rifaccio qualcosa che deve essere più mio. Non deve essere immediato. Quel quadro che vedi lì…Che è stato premiato a Bologna… I critici ci hanno visto una grande ironia sul Rinascimento, il profilo del Pollaiolo… Alcuni critici hanno visto dell’antipittura nei pois della veste, fatti meccanicamente, nelle braccia la tecnica dell’affresco e questa ironia sul profilo della ragazza. Questo è un quadro che è così sofferto e voluto però l’ho mantenuto fresco e il fatto che sia così contemporaneo, di questa grande ironia, di questa reinvenzione… io non ammetto per esempio un discorso “Non è moderno.” oppure “Questa cosa è moderna.”. A me non dice niente, Sembra che una cosa del passato fatta oggi non sia moderna. Certo che se è copiata, non è moderna. Ma se è una reinvenzione di tante cose, c’è da dirsi “moderno, non moderno”… Io non lo so. Io non faccio queste cose.
ELENA VIGNOLI:  Grazie. Lei ha la possibilità di interpretare un personaggio di un spettacolo teatrale. Quale sceglierebbe?
GIANNI PLAZZI:  Se avessi la possibilità di interpretare… Io?
ELENA VIGNOLI:  Sì.
GIANNI PLAZZI: Faccio l’attore da alcuni anni alla compagnia Raffaello Sanzio e sto girando il mondo con due spettacoli di un progetto loro. Loro ovviamente non mi conoscevano. Hanno chiesto al teatro Rasi se c’era una persona con certi connotati e loro hanno fatto il mio nome. Li ho incontrati, ho cominciato a lavorare con loro e c’è stato subito un grande feeling. Io suggerivo a Romeo Castellucci, il regista, delle figure di Piero della Francesca e lui, che è un uomo che ama molto la pittura e che fa molto riferimento nelle sue opere, è rimasto entusiasta. La tua domanda specifica… Non credo che ci sia un personaggio particolare da affrontare o meno. L’importante per me entrare non tanto in quel personaggio, ma entrare nelle caratteristiche di questo personaggio. Non interpreterei mai una cosa classica o fare un’interpretazione in modo classico. Io credo che la mia energia e credo in quello che sono io sia tirar fuori le parti nascoste di me che possono andar bene per quel personaggio e che io riesca a sentire più una cosa mia quindi non c’è personaggio. C’è forse un modo per essere presenti in quella scena. Quindi è Gianni Plazzi, diverso, Non migliore o peggiore nella sua quotidianità, ma un Gianni Plazzi diverso, una parte di Gianni Plazzi che non tutti conoscono.
ELENA VIGNOLI:  Grazie. Da quale attore vorrebbe farsi dirigere, da chi vorrebbe farsi consigliare?
GIANNI PLAZZI: (in tono perentorio) Un attore consigliare me per un dipinto mio?
ELENA VIGNOLI: (risata) Magari…
GIANNI PLAZZI:  Non capisco la domanda. In quello che voglio dipingere, nessuno mi deve dar consigli. O ce l’ho dentro di me o lascio perdere. Non ho mai fatto personali per paura di perdere la mia autonomia, la mia indipendenza. Quando ero un ragazzo, avevo venti anni, ho conosciuto Casorati tramite un grande pittore, Folli di Massa Lombarda, suo amico. Andammo a casa sua e il colloquio tra loro due era questo “Come stai, cosa fai?” e Casorati dice “Sono disperato.”. “Ma perché?” chiede Umberto e lui risponde “Non riesco più a fare che niente che tutto quello che tocco e che faccio me la portano via. Se per caso mi cade una goccia di colore sul pavimento, mi tolgono la piastrella e me la portano via.” Lui aveva fatto un contratto, aveva dato tutta la sua produzione in mano ad una società. “Non sono più io, non posso fare assolutamente niente” continua Casorati “Mi rimane solo il suicidio.” Forse nessuno sa di questa cosa ed io che ero un ragazzotto di vent’anni, rimasi sconvolto. Quindi per tornare a noi, io voglio la mia autonomia e se mi va una cosa, la faccio. Mi fai per esempio un cavallo in corsa? Non lo faccio. Un grande amico mio mi ha chiesto: “Ho fatto il salotto nuovo con parete rossa e divano bianco. C’è un quadro che sta bene con  questi due colori?” e io gli ho risposto “Ma cosa sei matto?”. Lui non ha voluto più nessun mio dipinto. Qualche dipinto l’ho donato a una persona perché ne era totalmente innamorato e l’ha custodito come doveva essere. I quadri sono miei figli. Sono stati partoriti con tanto dolore e possono averli solo persone che ne sono convinte per qualche motivo. Non conosco le loro motivazioni, ma so che i quadri sono andati a finire in buone mani.
ELENA VIGNOLI: Grazie. Ultima domanda, se fosse un attore/attrice, quale le piacerebbe essere?
GIANNI PLAZZI:  No, non vorrei essere né un attore né un’attrice. Voglio essere solo Gianni Plazzi. Poi se qualcuno lo vuole mettere in scena, lavorerò soltanto di essere onesto e non voglio dar ad intendere. Non ho invidia per nessuna persona bravura, non bravo per quello che fa. Posso anche condividere, ho un grandissimo rispetto però non vorrei imitare nessuno.
ELENA VIGNOLI:  Grazie e così è finita l’intervista con un pittore, un uomo che sicuramente è fedele solo a se stesso.
GIANNI PLAZZI:  E’ l’unica maniera per essere veri.       



Il legame tra pittura e teatro, Ermanna lo richiama nel libro Ermanna Montanari: fare, disfare, rifare nel Teatro delle Albe di Laura Mariani (Titivillus Edizioni)
Inoltre mi ha fatto un certo effetto scoprire che Gianni Plazzi è stato allievo di Umberto Folli.
A Gianni poi ho espresso la mia totale solidarietà quando è scoppiato lo scandalo dello spettacolo Sul concetto di volto nel figlio di Dio (come ho scritto qui e qui) dove lui recitava.


Ed ora ecco l'elenco dei libri, riviste che ho utilizzato per la tesi.



BIBLIOGRAFIA

Bauhaus, di Marco De Michelis e Agnes Kohlmeyer, Art e Dossier, inserto redazionale allegato al n. 19, gennaio 1997;
Caravaggio, a cura di Mina Gregori. catalogo Electa, Elemond Editori Associati, 1994;
Cinema e pittura, di Pier Marco De Santi, Art e Dossier, inserto redazionale allegato al n. 16, settembre 1987;
La Danza delle Avanguardie: dipinti, scene e costumi, da Degas a Picasso, da Matisse a Keith Haring, a cura di Gabriella Belli e Elisa Guzzo Vaccarino, edizione Skira, dicembre 2005;
Educazione visiva e incontro con l’arte, di Maria Carla Prette, ed. Giunti, 1993;
Enciclopedia del teatro del '900, a cura di Antonio Attisani, ed. Feltrinelli, prima edizione: ottobre 1980;
Fussli, pittore di Shakespeare: pittura e teatro 1775-1825, a cura di Fred Licht, Simona Tosini Pizzetti, David H. Weinglass, catalogo Electa, Elemond Editori Associati, 1997;
Libretto “Caravaggio” redatto dal giornale L’Unità, testi di Stefano Zuffi, Arnoldo Mondadori Arte, 1991;
Picasso Teatro, testo di Douglas Cooper, Jaca Book, 1987;
Rembrandt, di Denny Daniel van Dongen e Maurizia Tazartes, Art e dossier, inserto relazionale allegato al n.65, febbraio 1992;
Rembrandt: catalogo completo, di Leonard J. Slatkes, Gruppo d’Adamo Editore, 1992;
La scenografia, di Maurizio Fagiolo, Sansoni, 1973;




Spero che vi faccia piacere e se c'è qualcosa che volete chiedermi, fate pure.

Gli esami non finiscono mai. Neanche quelli teatrali

$
0
0

il manifesto
In alto: Erika Leonelli, Mauro Benedetti, Isabella Catalano, Adele Contarini, Christian Vicari e Simona Melandri
In basso: Paolo Zanzi, Leonardo Ciavattone, Sara Tantaro, Marco Malefora e io.
Nel manifesto non è presente Laura Solla perché lei è stata aggiunta a metà mese e il manifesto era già stato fatto.




Da un mese ormai ho ricominciato con Il Circolo degli Attori, il laboratorio di teatro che seguo per il secondo anno.
E proprio il mese scorso abbiamo preparato uno spettacolo con testi di Achille Campanile (alcuni già affrontati in uno spettacolo a giugno) diretti dall'insegnante teatrale e attrice Alessandra Frabetti.
Il 30 ottobre abbiamo messo in scena questo spettacolo all'Osteria I Passatelli (c/o Mariani Lifestyle).
Com'è andata?
Vi lascio prima con alcune foto realizzate da Cristina Tedioli che ringrazio sentitamente così come chi ci ha ospitati.



Cristiano Caldironi, il nostro insegnante e direttore artistico






Adele Contarini e Paolo Zanzi


All'inizio c'è un monologo interpretato da Alessandra Frabetti ovvero Le disavventure di un polpo.




E infine eccomi con La rivolta delle sette.
Il pezzo è stato arrangiato e ridotto per l'occasione



Leonardo Ciavattone e...



...Simona Melandri ne La "o" larga




Ecco come eravamo
(nota: il ragazzo riccioluto che si vede sulla sinistra è Lando il nostro fonico al quale vanno i nostri ringraziamenti)





Sara Tantaro era la figlia di Alessandra Frabetti ne Il telegramma, una versione ridotta de Visita di condoglianze




Mauro Benedetti e Alessandra Frabetti ne Povero Piero trasformato in un dialogo tra moglie e marito.








Si passa poi a Il cagnolino









qui la formazione al completo: Adele Contarini ne la contessa Mabel, Paolo Zanzi ne il marito della contessa, Marco Malefora ne il falso veterinario e Alessandra Frabetti che fa da narratrice.






Laura Solla




Isabella Catalano che interpreta le parti recitative de Lord Brummel e Alessandra Frabetti fa da narratrice




Paolo Zanzi e Christian Vicari



E rieccomi qua ne Il suicida gentile




Christian Vicari è... lo potete vedere voi che parte fa



E Marco Malefora è l'altro ruolo maschile



(Sono qua che fulmino il tentato suicida perché mi ha dato della retorica. Io cerco di aiutarlo e lui mi dà della retorica :D )



Sara Tantaro




Spettacolo finito





Con una piccola sorpresa per la nostra insegnante, un mazzo da fiori (portato da Cristiano Caldironi) offerto da tutti noi.





Altri monologhi, dialoghi ecc... che qui non sono presenti sono La moglie nervosa con Simona Melandri e Mauro Benedetti che fanno moglie e marito e Christian Vicari che fa da cameriere, poi Paganini non ripete con Erika Leonelli che fa Paganini e Laura Solla ne la marchesa Zanoni. Poi L'amnesia del celebre Gambardella, monologo interpretato da Alessandra Frabetti che come pezzo finale interpreta anche La quercia del Tasso.
(Se verranno fuori altre foto con questi pezzi, le inserirò)



Cosa dire dello spettacolo?


Intanto facciamo alcuni passi indietro, alle prove.
Sono state dure un po' per tutti perché Alessandra Frabetti ci costringeva a cercare altro, a non affidarci agli stereotipi che sentivamo, ai barocchismi (per esempio usare le braccia come sventolare, ampliarle per dire una battuta ecc...). Inoltre, anche il modo di dire le battute. Sciolte, fluide, ma non troppo tremolanti. Non recitare in maniera troppo pomposa. Sii in quel momento e non vagheggiare troppo.
Erano dure sì, ma sin dall'inizio abbiamo subito apprezzato quello che ci diceva anche perché quando riuscivamo a fare quello che ci diceva, capivamo la differenza col prima. Sentivamo di aver fatto quel passo in più.
Con durezza poi non intendo, come spesso si sente dal di fuori, con l'essere arcigno ma più con l'essere diretto.
Era come se sentivamo lo sguardo penetrarci e non potevamo tornare indietro.
Anche durante le prove di quel giorno, alcuni si sono sentiti in maggior difficoltà e sono stati grandiosi perché sono rimasti lì senza fuggire da alcuna parte.
Inoltre, c'erano due fatti che ci giocavano contro ovvero il pubblico potevamo guardarlo negli occhi (molti si sentono imbarazzati per questo) e, cosa ancora più ardua, non eravamo in un teatro dove gli occhi degli spettatori sono comunque puntati su di noi.
Avevamo davanti gente che mangiava!!! Era uno show-dinner.
Vi riporto ciò che è stato per me.
Al primo pezzo ovvero La rivolta delle sette mi ero un attimo incantata. 
Il fatto è che l'ho quasi imparato a memoria. Solo le parti dove il sette e le sette si ripetono no. 
Ogni tanto guardavo il pubblico perché appunto è importante non stare troppo incollati sul testo.
Ritorno sul testo e non mi trovo più.
Momento di imbarazzo totale.
Rimango un attimo sul "Dove sono?"
Poi sento un'amica che fa un attimo di applauso.
Lo sento, mi ritrovo e parto con un'ulteriore spinta.
Sono stati pochi secondi, ma per chi è sul palco sono interminabili.
Comunque sono andata avanti e alla fine ero più sul "Sì, mi è successo. Si sarà notato un po' ma non è la fine del mondo." (piccola nota: incidenti simili accadono anche ai più grandi. L'importante è mantenere il sangue freddo, andare avanti e non commentare di fronte agli altri. Si va avanti)
Poi c'era Il suicida gentile.
Come avrete notato da alcune foto, chi non era coinvolto in un monologo era seduto, ma questo non vuol dire "Oh bene, mi posso un attimo rilassare e fare quello che voglio". Sei comunque visibile e quindi l'attenzione deve essere sempre presente.
Questo pezzo era il finale (se escludiamo La quercia del Tasso che è stata fatta come bis) e avevo notato, mentre ascoltavo i pezzi degli altri, che il chiacchiericcio del pubblico stava aumentando proprio come fosse un brusio.
Sin dalle prove sia la Frabetti che Cristiano ci dicevano: "Sappiate che il cappelletto ha la meglio su di voi. Quindi dovete in fare di modo di catturare il pubblico."
Ok, stavo pensando all'inizio del pezzo che dovrò fare.
C'è Christian che si alza dalla sedia e si punta l'indice alla tempia come se avesse appunto una pistola.
Io lo guardo, mi alzo e mentre vado al leggio dico la battuta: "Guardate, un uomo che si sta tirando un colpo di rivoltella."
Quindi dovevo fare qualcosa perché l'attenzione degli spettatori fosse su di noi.
Perfetto, so come fare.
Christian si alza, si mette la mano a mo' di pistola, io lo guardo e...
E grido spaventata.
Poi in preda al panico vado al leggio dicendo spaventata: "Guardate, guardate. Un uomo che si sta tirando un colpo di rivoltella."
E il pezzo va avanti.
Ma c'è stato un altro inghippo. 
Avevamo un solo testo e l'avevo dato a loro due (all'altro leggio) perché erano quelli con più battute.
Il punto è che mi ero dimenticata di una battuta.
Il pezzo presentava un ritmo serrato all'inizio per poi sfumare in una sorta di benevolenza.
Dopo che avevamo in tutti i modi, io e Marco, cercato di convincere Christian che non si doveva suicidare, trovavamo infine dei motivi validi per suicidarsi e la mia battuta era "Per la patria!"
Ma sono rimasta in questo stato diretto e silenzioso coi miei due compagni così che Marco mi ha suggerito a bassa voce la battuta.
Solo che qual era il problema? Essendo passati alcuni secondi, non potevo farla come una battuta repentina quindi l'ho trasformata in una domanda.
"Per la patria?"
E alla fine si è andati avanti.



Ecco perché quel titolo.
Non importa quanti anni sei sul palco, quanti laboratori tu abbia fatto.
Ogni spettacolo è a sé.
Bisogna avere una prontezza di riflessi, ascolto completo con tutto il corpo.
Tutta l'esperienza che hai fatto ti è utile per capire quali possibilità tu possa percorrere.
Inoltre, mai dimenticarsi del pubblico.
Non bisogna essere autoreferenziali in questo.
Non siamo delle "scimmiette ammaestrate" ma neanche dei vanesi che vanno sul palco solo per farsi compiacere e questo indipendentemente se un attore è rinomato o no.



Quindi che altro dire?
Gioia immensa finale per questa esperienza e per averla condivisa coi nostri compagni di avventura.
Grazie mille Cristiano per averci concesso di essere guidati da Alessandra Frabetti alla quale va un ringraziamento enorme- 
Un ringraziamento speciale va poi a Patrizia Messere, parrucchiera. 
Anche lei fa parte del Circolo degli Attori, ma per alcuni motivi non ha partecipato allo spettacolo.
Comunque è venuta non solo a vederci, ma anche ad acconciarci.
Grazie ai miei compagni di avventure e grazie infinite a tutti voi che leggete.


Stai bene nel tuo corpo?

$
0
0
A volte sento dire che il corpo è il tempio dell'anima.
Poi un po' di tempo fa leggo, non mi ricordo chi l'abbia scritto, che un tempio può essere sconsacrato, può essere demolito, può essere dimenticato.


Poco fa ho guardato questo video.
Veniva chiesto loro una domanda: "Che cosa cambieresti del tuo corpo?"
Ascoltate le loro risposte e la differenza tra quelle degli adulti e dei bambini.





Le risposte degli adulti sono dovuti a giudizi, a vedere quanto siano strani, "anormali" quei particolari.
Per i bambini il corpo è ancora una scoperta e quindi perché non può essere questo? O quest'altro?
Non dimentichiamo che per i bambini inizia la scoperta della propria sessualità (una scoperta che va rispettata e assolutamente non maliziosa!)
Per non parlare di quello che si può constatare: il corpo può aiutare nel raggiungere certe esigenze, certe fantasie.


E poi?

 Ci aspetta il risveglio da questo fantastico sonno e vedere che no, la coda di sirena non ti compare. No, la bocca da squalo te la puoi scordare e no, non pensare nemmeno di avere le ali o il teletrasporto.
Sei inchiodato in quel corpo!
Davvero è così?
Non dimentichiamo che poi nell'infanzia non è tutto un girotondo e certi giudizi, certe discriminazioni ce le portiamo dietro dall'infanzia proprio perché dei bambini come noi ce l'hanno fatto "notare".
Non per interesse, non per "Oh guarda, una creatura diversa da me." ma proprio per puntare il dito. Infatti in queste occasioni chi punta, sente il bisogno di avere un pubblico che lo guarda e lo imita.
Non sono un'educatrice, non faccio psicopedagogia, ma mi piace osservare e ricordo ben bene gli effetti di certe occhiate e risate che mi facevano.
Perché?
E vallo a chiedere a loro.
Io però ora non ho il tempo e neanche la voglia.
Se c'è una cosa che ho visto e che fa diversi danni ai bambini è l'eccessivo razionalismo.
Li si priva di un motore indispensabile per la loro crescita.
L'immaginazione, la fantasia sono qualità indispensabili come sapere le tabelline.
Poi sì ci sono bambini che magari preferiscono cose più pratiche e più alla mano, ma questo non vuol dire che non abbiano della creatività.
E vedere che il loro corpo può aiutare a raggiungere determinate cose.
Una delle mie parti preferite è rappresentate dalle mani. Non che siano bellissime, ma con queste posso dipingere, disegnare (e sì ricomincerò a disegnare).
Con la voce posso essere gioiosa come una sorgente ed imponente come un tornardo.
Ho delle difficoltà con le gambe e anni fa avevo pensato di fare basta con il teatro (come ho raccontato qui) però poi mi sono resa conto che ormai il teatro faceva parte di me.
E poi, sempre per le gambe e sempre parlando di teatro, sto cercando un mio modo di muovermi, sperimento con la musica e provo a muovermi come se fosse proprio la musica a muovermi, come se fossi una sua marionetta con tutto il corpo.
E' la mia danza, la mia celebrazione al corpo, alla bellezza, alla vita.
E posso sia volare e sia avere la coda di sirena.



Autore sconosciuto




A dirla tutta, anche per quanto mi riguarda ci sono delle parti che mi piacerebbe cambiare. Un esempio è la rotondità del viso.
E allora a riguardo penso a quest'altro video e a quanto noi abbiamo bisogno di guardarci con occhi nuovi come quelli di uno sconosciuto che ha voglia di conoscerci.




E sono sicura che ciò non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini.

Inoltre, a dirla tutta, non mi piace quando si dice che le vere donne hanno le curve perché conosco ragazze e donne che sono magre e no, non sono malate.
E' il loro corpo.




Quindi state bene nel vostro corpo?
Magari (e capisco) che al 100% sarà no però una cosa è fondamentale: ricordarsi che la percezione di se stessi non è qualcosa che rimane fissa nella vostra mente.




P.S.: Vi faccio una semplice domanda. Se ritornaste allo stato di bambini, e tenendo presente il video iniziale, che cosa cambiereste di voi? E no, non vi chiedo di guardare alla risposta con nostalgia, ma guardatela con gioia.

Essere o non essere femministe?

$
0
0
Se uno mi chiedesse se io sia femminista, ci penserei bene e prima gli chiederei: "Di quale tipo? Quello che inneggia alla supremazia della donna o quello che vuole donne e uomini con stessi diritti?"
Che poi questa parità di diritti sarebbe bene chiedersi per che cosa si intende veramente ovvero che una donna deve avere gli stessi diritti di un uomo e quindi il contrario.
Uno (o più probabile una) dirà che gli uomini hanno già tutti i diritti che vogliono.
Beh, proviamo a sollevare la questione della violenza.
Ci sono alcune donne che ritengono il maschio già colpevole perché ha il pene.
E' chiaro che se una persona qualsiasi viene visto come qualcosa, molto probabilmente questa lo diventerà. Si avvera una profezia autoindotta.
Ma qui stiamo parlando della violenza.
Se da una parte c'è un uomo che violenta una donna e dall'altra l'esatto opposto, che cosa pensereste?
Sono fatti dove bisognerebbe ritrovarsi però scommetto che ci sono persone che vanno subito dalla donna violentata senza pensare all'altra situazione.
Ho letto molti commenti dove davvero si inneggia a una donna che colpisce e violenta un uomo perché finalmente si vede una donna con le palle (che poi che strano, per essere una donna forte ci vuole un attributo maschile) e che non si fa sottomettere.




Si pensa anche che sia una donna che si sta ribellando alle vessazioni del marito o compagno (casi successi nella realtà) ma mai e poi mai (o raramente) che quella donna sia una povera psicopatica, alla quale piace menare forte e che l'uomo non ha nessuna colpa e no, non è diventata psicopatica perché vessata a lungo dagli uomini.
Ebbene, donne così esistono.
Qualcuno (o meglio dire qualcuna) dirà: "Saranno una minoranza!"
Non ho dati alla mano e può darsi di sì però bisogna anche dire che molte violenze vengono taciute. E provate a pensare a un uomo che pensa di essere considerato un debole, uno appunto senza palle, che dovrebbe essere contento di una donna così se viene stuprato in continuazione oppure anche di violenza psicologica, roba da dire: "Che stronza!"
Sì perché essere stronzi, non so dove vedete la bellezza di esserlo.
"La vita è stata crudele con me perciò sarò stronzo (o stronza)"?
Che bella prospettiva di vita, davvero.
"Gli altri sono stati cattivi con me perciò io lo sarò con gli altri"?
E tu pensa a questi ultimi altri che hanno a che fare a te.
Comunque, ritornando a qualche riga più indietro, anche se questi uomini violentati fossero una minoranza, che vuol dire? Essendo una minoranza, il loro dolore è inferiore? Non devono essere ascoltati?
Benissimo!!! Allora tutte le associazioni LGBTQ dovrebbero essere cancellate perché tanto quelle persone sono una minoranza e perciò non c'è bisogno di ascoltarli.
Sono solo parole in più.
Oppure di uomini che non riescono a vedere i loro figli e non perché sono pericolosi. Semplicemente, perché le loro ex-mogli non glielo permettono e magari ne parlano male ai figli. Stiamo parlando di famiglie divise non perché uno dei due è violento, ma semplicemente perché le cose sono andate così.
Ne ho conosciuti due così in questa situazione e non è piacevoli ascoltarli perché appunto si sentono privati di qualcosa di prezioso. Invece dopo essere stati visti come donatori di sperma (perché così erano visti), adesso sono donatori di soldi, tantissimi soldi.
E non importa se vanno al lastrico.
Non importa se quelle donne il lavoro ce l'hanno e tante spese sono inutili.
Perché questa risulterà, per quelle donne, una vittoria dove ci saranno altre donne che le diranno: "Brava! Sei tutte noi!!!!"
La vittoria palese su una guerra inesistente.
O meglio, che non dovrebbe esistere.


Il bello è che poi il femminismo spesso viene collocato negli anni 60 quando le donne bruciavano i reggiseni perché considerati uno strumento di costrizioni.
Ehm, se vogliamo parlare di strumenti costrittivi imposti parlerei dei corsetti o dei loto d'oro, ma il reggiseno?
Semmai il reggiseno servirebbe appunto a reggerlo non a comprimerlo.
Poi ovviamente dipende dalle forme.
Ma prima il femminismo non c'era?
Il diritto al voto per le donne era una quisquilia?
Parliamo di quel video dove la ragazza cammina per diverse ore e viene "molestata" verbalmente.
Considerare molestie verbali e sessuali alcune frasi, mi sembra davvero assurdo.
Ieri trovo questa immagine




L'ho condivisa su Facebook con queste parole
"Ahahha una cosa oscena!!!
E non tanto quello che dice il ragazzo, ma la reazione della ragazza.
Chiamare molestia o stupro una cosa del genere...
Se è insistente ti può dare fastidio, ma non è che in ogni cosa come "Bel tempo vero?" si debba per forza pensare che si riferisca al sesso.
Certo che se uno va in strada sentendosi braccato, anche un "Ciao" lo potrebbe intendere come un "Scopami." e se viene da una ragazza, potrebbe pensare che questa sia lesbica e quindi le faccia delle avances.
Se poi c'è della frustrazione propria, anche un "Scusami, mi sa dire che ore è?" potrebbe essere preso come "Ehi bella, mi interessi e cerco di attaccare bottone con te."
Che poi magari è la sua intenzione vera e propria (anche senza nessuna malizia).
Il fatto è che se qualcuno mi chiede che ore sono, io gli rispondo esattamente dicendogli l'ora.
XDDDD"


E no, non sto prendendo sottogamba la situazione femminile in Italia e nel mondo.
So che in alcune parti del mondo, già essere una donna è considerata una colpa da scontare dove deve stare zitta, considerata un essere debole.

Qualche anno fa ho partecipato ad eventi legati al "Se non ora quando?" (vedi qui e qui) e non rinnego le parole che ho detto e scritto.
Solo cerchiamo di ridimensionare con obiettività questa faccenda.
Perché sì, sono anche consapevole che quando le donne assumono ruoli di capo, vengono viste come delle arpie oppure non degne di essere belle.
Insomma, sempre sotto esame.
Però succede anche questo che un'immagine venga vista come sessualizzata.


Credo che di questo "caso" ne abbiate già sentito parlare.



Alcuni si sono chiesti "Ma quella posizione anatomica è corretta?"
Ma la stragrande maggioranza ci ha visto questo





Ecchiaro!!!
Stiamo parlando di Milo Manara, considerato uno dei maestri assoluti dell'eros.
Vuoi che non le mette a pecorina, lui?


Solo che qua stiamo parlando di una donna che si sta arrampicando e solo perché ha quel sedere sodo così in alto non è che equiparato allo stesso dell'altra immagine.
Mai sentito parlare di contesto?
Comunque, alcune hanno detto che un trattamento simile non è mai fatto ad alcun supereroe.


Ehm...






Tempo fa si discusse molto della scena di nudo integrale di Gabriel Garko nella miniserie dedicata a Rodolfo Valentino.
Molti commenti di donne che protestano contro l'oppressione di questa scena dove si vede appunto il suo pene.
Perché così lui era diventato l'uomo oggetto? Macché!!!
Perché visto che gli uomini hanno a tutte le ore donne svestite, scosciate in tv, allora anche le donne meritano lo stesso.


Sarebbe questa la parità dei diritti???!?!?!?!


Che poi, precisiamo, la sovraesposizione del corpo femminile viene considerata nociva soprattutto in inquadrature che la spersonalizzano, che la mercificano PERO' la stessa cosa non è considerata per gli uomini?!


Allora qui siamo proprio a livelli di ipocrisia incredibile.

Che poi la volgarità non è data solo da alcuni centimetri in più della pelle. C'è anche la volgarità delle idee che magari vengono considerate opinioni sacrosante.


Inoltre visto che un certo modello di bellezza imposto dai media non va bene, imponiamo un altro ovvero non rasiamoci più, non trucchiamoci più, non vestiamoci più elegantemente.
Il fatto è che non si può sconfiggere un'imposizione con un'altra.
E poi il fatto di radersi, di truccarsi, di vestirsi eleganti dovrebbe essere una scelta propria e non perché così è più da donna.



E' anche vero che il dire "non essere una femminuccia" non rende l'idea di una donna, ma solo quella di uno stereotipo.



Esemplare (ovvero da rifletterci bene su) il bambino che a 1:12 dice No, intendo sì... Ho insultato le ragazze, ma non mia sorella


Per non parlare del matriarcato.
Ovvero il patriarcato non va bene, è nocivo. 
Ma ritorniamo al matriarcato ovvero quando dominavano le donne e così molte richiamano i tempi antichi, una sorta di Paganesimo che inneggia alla Grande Madre. 
Solo che come viene detto qua (vedi domanda numero 4), si considerano gli opposti.



E così gli stereotipi non vanno bene né alle donne e né agli uomini.
Dire che gli uomini sono tutti uguali, sicuramente non t'aiuta.
Se una donna attira sempre di sé un certo tipo di uomo, allora ci penserei bene su perché inconsciamente agiamo in una certa maniera.
(piccola nota: non sto giustificando affatto gli uomini violenti)
Ci sono donne (e uomini) che cercano un tipo di anima gemella non rendendosi conto che è quella sbagliata per loro e non aprendosi ad altri generi.



Nell'essere una donna non ci si deve vergognare del proprio corpo (di qualsiasi corpo lei abbia), del proprio sorriso e neanche della propria dolcezza così come un uomo non si deve vergognare delle proprie lacrime, di mostrare le proprie emozioni.


Non si dovrebbe avere paura nel mostrare la propria opinione se fondata.
Non si dovrebbe avere paura di dire "No" temendo che l'altro capisca "Sì".
Non si dovrebbe avere paura di piangere (se se ne sente il bisogno) perché è da deboli.



Non si dovrebbe avere paura di essere quello che si è, di chiedere il permesso di esistere.



Non sono un uccello e non c'è rete che possa intrappolarmi. Sono una creatura umana libera, con una libera volontà
(da Jane Eyre di Charlotte Bronte)



Quindi sono o non sono una femminista?
O meglio... Qual è il vero significato del femminismo?
Credo di avervi fatto capire per cosa intendo sul femminismo e se è quello, allora sì lo sono.



P.S.: Della donna e il velo ne ho parlato qui.
Che poi ripensandoci, Malala ha vinto il premio Nobel per la Pace per la sua lotta ai diritti della donna e porta il velo!!! Per alcuni occidentali potrebbe essere una contraddizione, però come ho voluto sottolineare alla fine del post sarebbe meglio ascoltarle prima che imporci noi.
P.P.S.: Una piccola domanda a voi maschi. Se una donna vi offre da bere o anche una cena, come vi sentireste? A disagio? Oppure vi farebbe piacere?

Intervista a Mirella Santamato, autrice de Le principesse ignoranti

$
0
0
Capitano quegli incontri dove trovi subito affinità.
Così è stato con Mirella Santamato.



Ebbene, appena ci siamo incontrate e strette la mano, abbiamo subito iniziato a parlare delle fiabe.
Avevo sentito parlare di lei prima da un'amica e avevo visto il suo sito.
Vedo che ha fatto tra l'altro un libro sulle fiabe e uno sulle sirene (qui il mio post chilometrico) e quindi... 

Occhi a cuoricini.

Così quando l'ho conosciuta, sono andata subito al sodo.
E credo di averle fatto una buona impressione perché la conversazione è andata liscia.
Questo qualche mese fa.

Parlando qualche giorno fa, una sua frase mi ha incuriosito (ovvero che Andersen avrebbe scritto delle contro-fiabe) quindi qualche ora fa mi è balenata questa idea: "Perché non chiederle di intervistarla?"
E così è stato.



Sono qua con Mirella Santamato, scrittrice, giornalista e poeta (non si tratta di un errore. E' messo così apposta). Uno dei suoi libri si intitola Le principesse ignoranti dove parla delle fiabe. Mi dica, com'è nato questo amore per le fiabe?

L'interesse è sempre stato presente in me, quasi come se la vita mi dovesse in qualche modo rispondere alla fatidica domanda: Perchè non si riesce a vivere felici???? Dopo essermene dimenticata per 30 anni, alla fine questa domanda è di nuovo balzata fuori dall'inconscio e adesso, da adulta, ho cercato di dare una risposta.



E questa risposta gliel'hanno data le fiabe?

Le Fiabe erano le uniche storie antiche che contenevano, in vari modi, la domanda stessa e allora, dopo tanti studi di filosofia, di storia, di letteratura ecc.. sono andata a vedere perchè SOLO queste antiche storie parlavano di felicità...


Una felicità che avviene anche, e nonostante, una vita di privazioni. Rileggendo le fiabe da adulta ha avuto una maggior consapevolezza rispetto a quando era bambina. Oppure è stata una riconferma delle sensazioni che ha avuto allora?

Ho capito che c'è un grande inganno dietro al fatto che queste antiche storie sono state relegate al "mondo dell'infanzia", quasi come se fosse "ovvio" che si può essere felici solo ( e non sempre) da bambini. Poi basta. Stop! Da adulti la felicità viene pensata impossibile e addirittura vengono derise le persone che, come me, la ricercano anche da adulti, anzi, SOPRATTUTTO DA ADULTI!
A cosa deve servire la maggior cultura ed intelligenza, nonchè la maggior esperienza che hanno gli adulti, se non a riuscire a fare una vita migliore????


E così è partita per una ricerca come se fosse un'esploratrice.

Esatto!


E queste ricerche dove l'hanno condotta?

A sorprendenti scoperte!


Me ne può accennare qualcuna?

Ho scoperto che esiste una differenza enorme tra le antiche Fiabe che sono state tramandate ORALMENTE e di cui, quindi, si ignora l'AUTORE e quelle invece che sono state scritte in questi ultimi tre secoli e che hanno un autore.


E quindi parla anche delle fiabe di Andersen.     

Quelle di Andersen ovviamente, appartengono alle Fiabe con autore, quindi non portano NESSUNA COGNIZIONE DI FELICITA'
Anzi, in particolare, quelle di questo autore sono tristissime.



 di Frank Adams



Le fiabe antiche non sono note per il loro essere tutto spensieratezza. Anzi, avvengono degli atti crudeli. Ma quindi anche la fiaba del Brutto Anatroccolo è da considerare con nessuna cognizione di felicità?


 di Gennady Spirin


Bisogna fare un discorso molto accurato e circostanziato. Infatti il gruppo di Fiabe senza AUTORE e la cui origine si perde nella notte dei tempi, hanno immagini archetipiche molto potenti, in cui gli elementi NEGATIVI ( Lupo Cattivo, Strega, Matrigna, Drago ecc) devono essere superati e vinti, solo così si ha accesso alla verità e all'Amore, che sono gli unici elementi che creano felicità. Per questo motivo queste poche Fiabe ( sono una manciata) le ho definite INIZIATICHE, ovvero storie della trasformazione del Male in Bene.
Tutte le altre non sono iniziatiche. Alcune sono piacevoli, ma molte non lo sono affatto.  


Capisco. 
Parliamo delle fiabe e degli adulti. Molti, leggendole, commettono l'errore di prendere quei personaggi come persone reali e così ne vedono i difetti. Che cosa ha da dire su questo?

La differenza è questa: L'Archetipo è sempre uguale a se stesso, attraversa i tempi e li travalica. Quello che per un bambino del 1700 era il "Lupo Cattivo" lo è anche per un bambino del 2000. Tutti i bambini della area culturale occidentale ( quella a cui noi apparteniamo) sanno a che cosa mi riferisco se dico " Strega". 
I Personaggi, invece, son come persone reali, con pregi e difetti, che si muovono nel mondo in modo diverso a seconda del'epoca e del luogo.


Non dimentichiamo che, per esempio, la fiaba di Cenerentola non appartiene solo alla nostra cultura, ma è nota in tutto il mondo con modifiche dovute al luogo in cui viene raccontata. La sostanza però rimane intatta. La fiaba è come una lettura a più strati?



di Daniela Drescher
versione dai Fratelli Grimm


Cenerentola è la Fiaba più iniziatica di tutte, perchè appartiene ormai a TUTTE LE AREE CULTURALI del Mondo. E' l'unica ad avere questa caratteristica. E' importante capire che esistono molte differenze tra le Fiabe di aree culturali diverse. Quelle di cui mi occupo io sono solo quelle appartenenti all'area culturale occidentale. cioè la nostra.



di Edmund Dulac
versione da Perrault (quella più nota)

 
La Fiaba è una lettura a molti strati. Io ne ho scoperto semplicemente uno nuovo.


Quello dell'Iniziazione?

Sì. Esatto.
Solo alcune portano a questo percorso, appunto, iniziatico.
Sono Fiabe spiritualmente molto potenti


C.S. Lewis (autore de Le Cronache di Narnia) disse "Un giorno sarai cresciuto a sufficienza da poter ricominciare a leggere le fiabe". Immagino che così sia stato per lei e per tutti quelli che desiderano approcciarsi alle fiabe.

Sì, ci vuole un cuore MOLTO adulto per capire le Fiabe da adulti. I bambini le capiscono immediatamente ma poi arriva un triste giorno in cui qualcuno (di solito uno dei genitori, in assoluta buona fede) gli dice "Ma non crederai mica alla Fiabe! Devi diventare un vero ometto adesso!".
In quel momento un pezzo dell'anima del bambino muore. E di solito è morta per sempre.
Quella è la sua parte creativa, quella che sa VOLARE...


Le ali possono ricrescere. 
Bene, penso che l'intervista possa concludersi. Io spero che le sia piaciuta e se desidera dire qualcos'altro, faccia pure.

Sì, infatti. Le ali possono ricrescere ed è per questo che ho scritto i miei libri. Per fare ricrescere la ali a tutti!!! E grazie per la bella intervista. Posso dare anche l'indirizzo del mio sito se qualcuno vuole approfondire e leggere di più?


Certamente.

 


Bene. Intervista finita.
Spero vi sia piaciuta.
Mirella poi desidera far sapere che c'è il modo, spiegato nel sito, per iscriversi alla mailing list così da essere sempre aggiornati.
Inoltre potrete trovare questo libro ed altri suoi.
La questione della felicità poi è essenziale.
Perché volersi tormentare di una vita che non ci appaga?
Perché accontentarsi di una vita dove ci sentiamo meno che niente?
Perché pensare che la vita sia solamente una valle di lacrime?

Certamente ci saranno momenti brutti, non lo si mette in dubbio, ma, come le fiabe insegnano, queste non escludono che ci saranno momenti felici.
E poi ci sono anche le lacrime di felicità.


Non serve cercarla, ma accorgersene che c'è. 

(vai qui e qui)


Le fiabe insegnano la tenacia e la fiducia.
La felicità E' di questo mondo.



Un intreccio d'arte

$
0
0
Non so se capita anche a voi di aver un bel pensiero nel bel mezzo della notte, un'azione da fare e dovete per forza svegliarvi se no non riuscite più a dormire?
Ebbene, a me capita molte volte e ieri notte è successo lo stesso.
Ovvero alle 4 del 26 novembre mi alzo dal letto con questo pensiero: creare un gruppo su Fb.
Se mi sono iscritta è principalmente per lavoro.
Poi ovviamente scrivo pensieri, mi piace condividere... Insomma, anche un po' di svago.
Ma il lavoro è sempre là e allora usiamolo sto social network.
Come si intitola il gruppo?



Una frase che sento e risento quasi alla nausea è che a Ravenna non succede mai niente, che è una città morta ecc... ecc...
Una mia carissima amica qualche settimana fa apre un gruppo intitolato A RAVENNA SUCCEDE DI TUTTO
Ho apprezzato molto il fatto che l'avesse aperto e vedevo in quanto poco tempo il gruppo cresceva di numero e quanti condividevano gli eventi.
Ho pensato un attimo alla situazione.
A volte può capitare che per realizzare un certo progetto, un idea ci manchi un artista specifico ed è proprio a questo ho pensato.
Il gruppo è aperto a ogni tipo di arte e ho chiesto che il lavoro offerto fosse retribuito e non solo con la "visibilità".
Scrivo la presentazione, invito persone...
Okay, posso ritornare a nanna.



Mi sveglio e guardo un po' il gruppo.
Dopo poco tempo, alcuni pubblicano con stati riguardanti le pagine dei loro lavori. 
Insomma, un eccomi qui.
Alla fine ho pensato: "Okay."
Dopotutto rispecchiava l'intento principale ovvero creare un intreccio d'arte.
Come immagine che avevo in mente non mi piaceva l'idea della catena.
Mi piaceva che le informazioni si spargessero proprio come un intreccio che insieme formino qualcosa tipo...

Questo?!





Un po' pretenzioso come intento?
Beh, di sicuro ho aperto questo gruppo non perché volessi dirigere qualcosa, ma appunto fare qualcosa con e per altri quindi non è che si tratta "solo" del mio gruppo.
In più da cosa nasce cosa.

E quindi...
Che intreccio sia!




Vita, vita mia

$
0
0

di Ryan McGinley



Vita, vita mia, che pulsi incessantemente, che fremi come se tenessi in mano una farfalla.
Lo sento quel continuo vibrare come una piccola scintilla che mi fa il solletico, che mi fa ridere anche se tutto continua a crollare.
Vita, dolce e crudele, che fai crollare finte certezze, armature fatte di pensieri.
Ti danno della matrigna solo perché non sei come gli altri desiderano, ma tu vita sei fedele solo a te stessa.


Chi sei vita?
Sei il tempo che va dalla nascita alla morte? Una loro compagna?
O sei molto di più?






Che cosa sono quelle entità che sembrano strapparti l'anima?
Ma l'anima ha la capacità di guarirsi se glielo permettiamo.



Oh, vita, vita mia cercherò il tuo senso...


Vivendoti


A piedi nudi

$
0
0

Non ho bisogno dei tacchi per elevarmi.
Quando posso cerco di togliere le scarpe e muovere i piedi e le dita.
Amo cercare nuovi modi di camminare, farli danzare.
E se percorri una stanza squadrata o rettangolare, puoi rifare il giro camminando all'indietro, senza voltare la testa per vedere dove vai, perché i piedi sanno già istintivamente quando c'è l'angolo. (uno degli esercizi fatti nella danza butoh)
Amo sentire coi piedi nudi il terreno, l'erba, il mare... tutto il mondo che ci circonda e sentire il legame che ho con energie primordiali.
E poi sul palco e nei templi è usanza avere i piedi nudi perché, in entrambi casi, si ha contatto con il principio della creazione.




Florence and The Machine


idem





E non importa se si formeranno calli e vesciche.
Magari mi rallenteranno, ma di certo non fermeranno la mia danza.




 Isadora Duncan


Qual è il libro che avreste voluto leggere da bambini?

$
0
0
Oggi, chattando con un'amica, alla fine le ho parlato di un certo libro linkandole il mio post e quando l'ho riletto, queste mie frasi hanno continuato a risuonare ancora in me, limpide ovvero
"Che cosa posso dire?
Che l'ho abbracciato, ho abbracciato il libro ritornando quella bambina malfatta che ero, perfettamente malfatta, che arrivava sempre tardi sulle cose, che non capiva, che si sentiva un'aliena, perfettamente diversa, estranea agli altri.
Ho pensato che se avessi avuto questo libro nella mia infanzia, mi sarei sentita rincuorata, non mi sarei sentita fuori posto.
E' come se volesse dire "Non ti preoccupare. Non c'è niente che non va in te."
Ed è riuscito a parlare con me anche adesso che sono cresciuta."
 
 
Di quale libro sto parlando?
De I cinque malfatti di Beatrice Alemagna


(ne ho parlato qui)


 
 
E voi, quale libro che avete letto in tempi recenti avreste voluto leggerlo da bambini?
Indicatemi quale e perché.

(Può essere qualsiasi libro, di narrativa, di illustrazione, ecc... Qualsiasi libro che avete letto adesso e che siete sicuri vi sarebbe servito quando eravate bambini.)


Onore a te Cervo

$
0
0




di Nicolas Le Boulanger


Onore a te Cervo.
Creatura schiva e dai passi leggeri come la silenziosa neve.
Gli alberi ora si mostrano esattamente come le tue possenti corna.






Caretaker di Jeanie Tomanek


Permettimi di accompagnarti nel tuo cammino.



Il patto di Beatriz Martin Vidal


Conducimi nel tuo regno





Il 21 dicembre è la festa pagana di Yule.
Nel calendario dà l'inizio al Solstizio d'Inverno.
Dall'oscurità sta iniziando il travaglio per partorire il sole.



Per vedere altre immagini sul cervo potete andare nella mia bacheca su Pinterest

Il dono dei magi, di O. Henry

$
0
0
La prima volta che seppi di questo racconto fu con una trasposizione animata.




Ero bambina e l'ho visto tramite una videocassetta dove c'era anche La Piccola Fiammiferaia
Quindi mi ha fatto ripiacere scoprirlo da grande.


La trasposizione animata riprende quasi fedelmente il racconto che appunto si chiama Il dono dei magi di O. Henry, pseudonimo di William Sidney Porter.

Il concetto finale di questo doppio sacrificio è stato trasposto molte volte e anche parodiato.







Donare la cosa più preziosa per noi per far felice l'altro.

Okay, magari ci sarà qualcuno, con più o meno predisposizione da Grinch, che vedrà in tutto questo una smielataggine e poi penserà che adesso, di questi tempi, sarebbe sciocco fare una cosa del genere.
E infatti mi sono immaginata un dialogo del genere tra i due protagonisti:

Della: "Come... come hai potuto??? Ti rendi conto che mi sono tagliata i miei bellissimi capelli per regalarti quella catena d'oro."
Jim: "Oh sì certo. Adesso fai la drammatica..."
Della: "I MIEI CAPELLI!!!!"
Jim: "I tuoi capelli RICRESCONO!!! Invece il mio orologio è bello e perso."
Della: "Ti rendi conto che ci vogliono anni per farli ricrescere come erano prima?!?"
Jim: "Sì, ma intanto sai che i tuoi capelli ricrescono. Il mio orologio invece era un'eredità. Adesso mi immagino tutti i miei parenti che mi compaiono in sogno a maledirmi."
Della: "Oh sì, adesso il povero Jim..."
Jim: "Ehi, siamo poveri tutti e due!"
Della: "...Adesso il POVERO Jim passerà notti insonni. E io invece ogni volta che mi guarderò allo specchio, saprò che la prossima volta che avrò i capelli così lunghi sarò tanto più vicina alla morte."


Insomma, un dialogo a non finire dove ognuno cercherà di passare per la vera vittima, per quella che ha perso di più.


Ne vale la pena?


Certe volte mi sono presa delle cose pensando prima a me e poi ho pensato a una persona specifica. Oggetti specifici che mi piacevano molto che poi ho donato a queste persone perché sapevo che ne sarebbero stati felici.
Altre volte ho regalato delle mie cose a degli amici perché a loro piacevano molto.
E queste due cose non solo a Natale.
Il fatto è che alcune volte, col senno di poi, mi sono pentita perché poi con alcune di queste persone ho rotto i legami.
Questo però non mi ha impedito di rifarlo però prima ci penso e ripenso.
Ma in quel momento non puoi immaginare cosa accadrà in futuro, se con quella persona sarai ancora amica. (Se poi è la persona con la quale desideri condividere la tua vita, la questione si fa appunto più ardua)
Ovviamente quando ho donato quell'oggetto, non desidero far passare il mio "sacrificio" come qualcosa di dovuto, come qualcosa di cui aspetto qualcosa in cambio.
Si dice appunto "Basta il pensiero." però questo pensiero deve essere sentito e non un "Ti regalo qualcosa così mi libero subito il pensiero."
E poi il regalo natalizio così come quello di compleanno lo vedo come un'ulteriore testimonianza d'affetto, come un "Grazie per essere mio amico."
Infine, quanti hanno fatto dei regali anche senza un'occasione specifica, un regalo che per quella persona è inatteso. Il bello è che poi quella persona a volte pensa: "Che cosa si festeggia?"
Oppure che il regalo inatteso serva solo per scusarsi di qualcosa di sbagliato.


Mi sembra una tale riduzione del concetto di regalo. Anzi, di dono.


Detto ciò vi auguro un felice Natale.




di Lisbeth Zwerger




di P. J. Lynch




di Lisbeth Zwerger



di P. J. Lynch


Un Natale che sia sentito, che lo passiate con le persone più care e con quelle che amate non solo a Natale.


Intervista impossibile a Teodora nel 1998/1999

$
0
0
Se lo avete notato, nel mio blog troverete diverse interviste che ho fatto. Ad artisti, blogger, youtuber... Non importava chi erano o cosa facevano nel campo dell'arte o altro.
Se avevo piacere di fargli o farle un'intervista, lo chiedevo e via.
Pensate che questa cosa dell'intervistare fosse una cosa recente?
E invece no.
Stanotte stavo cercando due libri di Gianni Rodari (uno dei numi tutelari della mia infanzia) e invece cosa ho trovato?
Un fascicolo intitolato "Noi e l'ambiente" fatto in seconda superiore.
Ognuno della classe aveva un compito e la professoressa di italiano me ne ha dato uno ovvero intervistare Teodora.




di Jean Joseph Benjamin Constant


Che cosa c'entra Teodora con l'ambiente?
Niente anche perché ho intervistato Teodora sulla sua vita e non sull'ambiente.
E vi faccio notare che le superiori le ho fatte in un istituto tecnico agrario.

Comunque, eccovi l'intervista.


Pubblichiamo questa intervista postuma in ricordo dell'imperatrice Teodora, che noi definiremmo una donna con i pantaloni, una femminista che ha avuto il coraggio di andare sempre avanti nonostante le difficoltà avute: insomma una donna OK.
Il nostro incontro è avvenuto a Costantinopoli, verso mezzogiorno, pochi mesi prima che lei morisse.

Imperatrice Teodora, buongiorno. Siamo dei ragazzi di Ravenna, curiosi di avere notizie sulla sua vita. Per favore, ce la può raccontare?

Ma certo! Era il lontano 500 d.C. quando io venni alla luce. Mio padre era un orsolaio, un guardiano di orsi. Ben presto tutta la mia famiglia fu coinvolta in questo mestiere: io, le mie sorella Comita ed Anastasia e mia madre, infatti, raccoglievamo i soldi. Mio padre però morì durante il regno di Anastasio ed allora io incominciai ad esibirmi nell'Ippodromo. Vedete l'Ippodromo in Costantinopoli era come il Foro per i Romani: era il nostro centro culturale.

Riscuoteva successo come danzatrice?

Eccome! I ragazzi venivano apposta per me e, durante i miei spettacoli, ridevano quando io fingevo paura oppure quando gridavo, gemevo e scappavo mentre delle oche cercavano di beccarmi. Si divertivano tutti, pure io.

Sappiamo che lei non ha scelto il suo mestiere, vero?

Già. Come mio padre Acacio, non ho scelto il mestiere. Per una donna bizantina l'alternativa era chiara: o il matrimonio o la prostituzione. Io scelsi la seconda: mi piaceva soddisfare uno o più uomini insieme. Ma dopo scelsi un'altra strada, un'altra vita per via di un episodio successo nella costa fra l'Egitto e l'Algeria. Io ero con un ricco mercante e con lui vissi come in una favola, ma purtroppo scoppiò una lite. Io non sono una donna dal carattere facile e remissivo e così lui mi abbandonò nuda e senza un quattrino. Per sopravvivere fui costretta a prostituirmi, ma dopo non lo feci più.

Ci può dire cosa fece dopo, per favore?

La cortigiana! Passavo da una corte all'altra facendo trascorrere ai potenti momenti di pura follia e di piacere. Era un po' come prima, ma venni "ripagata" con il sapere che io apprendevo dai libri. Non durò molto neanche questa vita, però.

E come mai?

Perché incontrai Giustiniano durante le presentazioni degli spettacoli dell'Ippodromo. Io avevo poco più di vent'anni, lui ne aveva appena trentotto. Lo vidi asciutto, in ottima forma e riccamente addobbato. Così mi innamorai di lui. Suo zio era da poco stato eletto imperatore e lui aveva il compito di consigliarlo negli affari e nella politica.

Non era molto ben vista dagli zii di Giustiniano, vero?

Infatti. L'imperatrice Eufemia mi chiamava pubblicamente "la puttana". Ciononostante riuscii a sposare il mio amato nel 527 d.C. dopo che l'imperatore Giustino morì pieno di acciacchi e deriso dai suoi sudditi.

Dopo essere diventata imperatrice cambiò qualcosa in lei?

Mi sentivo per la prima volta davvero importante e felicissima: avevo un compagno che amavo e che amo ancora ed un impero tutto mio. E poi esercitai una decisiva influenza sulla politica e sull'imperatore come durante la rivoluzione di Nika avvenuta nel 532 d.C. Io indussi Giustiniano a "respingere" i consigli di fuga datigli da ministri e generali, urlandogli che preferivo aspettare i miei assassini piuttosto che fuggire da vigliacca. Non l'ho mai fatto e non lo farò mai. Così io salvai il trono.

Mi scusi, ma lei è credente?

Prima no, anche se mi rivolgevo ai patriarchi per conoscere le origini di Dio, ma verso i quarantuno anni ho attraversato una crisi morale e religiosa. Ero presa dal senso di colpa per tutto quello che avevo fatto in gioventù. Ero convinta che le preghiere e la penitenza non mi avrebbero salvato. Così io decisi di liberare le giovani prostitute. Ma era una cosa rischiosa anche per un'imperatrice perché i mercanti del sesso erano appoggiati dagli sbirri. Alla fine trovai una soluzione: far rinchiudere tutte le prostitute nei monasteri. Là avevano trovato asilo, ma alcune ragazze non compresero il mio dono e si buttarono dalle più alte mura del monastero, sfracellandosi al suolo.

Un'ultima domanda: è contenta della sua vita finora?

Sì, anche se qualche volta ho sbagliato, sono più che contenta. Ho avuto dalla vita e poi io... io sono Teodora.


Qui finisce la nostra intervista. Due mesi dopo, Teodora si ammalo e morì di cancro. Tutta la popolazione e l'imperatore erano in lutto: ma qualcosa li angosciò ancora di più: la cupola di S.Sofia era crollata!




Le sole cose che ho modificato riguardano principalmente la punteggiatura. Del resto non ho toccato niente.
Come ho fatto ad avere queste notizie?
Ovviamente leggendo una sua biografia trovata nella biblioteca della scuola e il libro su Ravenna di Dario Fo che la professoressa mi aveva prestato.
Questa versione poi è la seconda che ho fatto.
In origine l'intervista era fatta mentre lei era ammalata. Poi era più lunga e c'erano molti più particolari come lei che raccontava del matrimonio e cosa consisteva appunto nel farsi beccare dalle oche.
In pratica metteva del mangime nella vagina e poi le liberavano.
La professoressa disse che non era il caso di inserire questo pezzo.


Allora come vi sembra questa intervista?


Costruire o creare? Un augurio per il 2015

$
0
0
Un testo anonimo della Tradizione afferma che, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due atteggiamenti: Costruire o Piantare. I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la propria opera. A quel punto si fermano e il loro spazio risulta limitato dalle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.
Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni e raramente riposano. Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l'attenzione continua del giardiniere ma, allo stesso tempo, gli permette di vivere una grande avventura.
I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perché nella storia di ogni pianta c'è la crescita della Terra intera.

(da Brida di Paulo Coelho)


Il 28 novembre c'è stata la seconda parte dell'Urban Pub Cabaret (qui potete vedere la prima) e il tema questa volta era Costruire.
Mentre nella prima puntata si parlava della Libertà, qui si "costruiva" lo spettacolo man mano che si stava andando avanti con Cristiano Caldironi che conduceva lo spettacolo e accanto a lui Mauro Benedetti in veste da critico. (qui potete vedere le foto realizzate da Sara Tantaro)
Ebbene, come l'altra volta, io ho realizzato un dipinto durante lo spettacolo e ho voluto trasformare, per quanto mi riguarda, Costruire in Creare.
Ecco il mio dipinto.





Perché ho voluto cambiare il tema?
Di certo non per ribattere su qualcosa.
Inoltre a noi pittori (eravamo in tre) era lasciata molta libertà di esecuzione.
Quindi ho pensato a che cosa mi suonasse meglio e appunto ho pensato alla parola "creare" perché sì mi sento più una creatrice che una costruttrice.
Ovviamente quando intendo creatrice, dietro non c'è assolutamente un significato religioso.
Inoltre quando penso alla parola creare, non per forza deve entrarci l'arte.
Il fatto è che la parola costruire mi fa pensare sì a un progetto, ma lo sento talmente schematico nel quale niente possa toccarlo.
Lo sento come qualcosa di rigido.
Ecco, io preferisco il guizzo di imprevedibilità, l'inatteso che non vuol dire solo rovina.
Preferisco vedere cosa altro c'è oltre a quello che ho in mente avendo uno sguardo laterale, ampio.
E poi creare... E' come dare vita a qualcosa che andrà avanti e che ispirerà ancora.
Inoltre la modifica è qualcosa con la quale non si può combattere.
Basta vedere le costruzioni reali.
Possono crollare, qualcun altro le modifica, ci va sopra, possono essere distrutte e i luoghi abbandonati diventano un ricettacolo per piante di diverso genere.
In pratica il controllo al 100% a lungo andare può rivelarsi un'illusione.
Ma il fatto del creare ci porta nel territorio dell'incerto e allora si pone una questione fondamentale.
Ormai da qualche mese, a volte scrivo che se qualcuno mi chiedesse se sono ottimista o pessimista, io risponderei: "Fiduciosa."
Ovviamente questo non esclude che possano capitare avvenimenti che ci facciano sentire male.
Non sono così ingenua da pensare che la fiducia sia come uno scudo, che io non soffra ma alla fine mi accorgerò, come è successo di recente, che anche quando la situazione sembra stagnante, in realtà qualcosa si sta muovendo, ma al momento non lo percepivo.
Piano piano in me si fa maggior consapevolezza e visto che la vita non è un percorso lineare, qualche volta ci sarà qualche battuta d'arresto.
Forse farò anche qualche passo indietro, ma appunto sono fiduciosa e confido.
Quindi nonostante tutte le battute d'arresto, tutte le delusioni avute, confido nel creare perché sapete molte delle cose che mi sono successe (come appunto Il Circolo degli Attori) non le avevo mai messe in conto.
Sono avvenimenti che mi sono capitati senza che io ci avessi pensato, senza averci fatto un progetto.
Sono avvenimenti che ho accolto e che sono entrati nella mia vita.

Vi lancio un enorme augurio per il 2015 con questa frase che ho scritto dietro il quadro:
"Crea e sii spontaneo nel farlo."





Qualsiasi sia il tuo campo, sii sincero.


Un bacio a tutti voi.


P.S.: Ovviamente, quando parlo della bellezza degli imprevisti, non parlo di persone che non sono sincere e oneste e aspettano l'ultimo minuto per dire la loro.
Questo, non solo nel campo dell'arte, è una cosa inaccettabile.




Buon inizio di Anno Nuovo con Aulonia

$
0
0
E stanotte, dopo che tutti i botti hanno cessato di far rumore, sono andata al computer e ho scritto un nuovo capitolo per Aulonia (leggi qui)
Anzi per Zoe perché, ricordo visto che è passato un po' di tempo, Aulonia è rinata stavolta in forma umana al 100% senza aver un solo ricordo di quello che era.
Reincarnazione?
Credo sia molto di più di questo.
Alla fine non credo sia un caso se io abbia scelto il buio per inaugurare il nuovo anno.
Innanzitutto l'incontro col buio era già da tempo che pensavo di scriverlo.
All'inizio inizio pensavo al buio come a una sorte di bestia gigante con la quale Zoe facesse amicizia. 
L'avevo pensata come se Zoe "riconoscesse" nel buio la bestia.
Alla fine, dettata anche da questa notte che ricordo è (era) anche la notte delle fate (spero non si siano spaventate per i troppi botti :D ), ho preferito che l'incontro fosse più semplice.
Tempo fa avevo espresso dei miei pensieri, anzi dei miei dubbi, riguardo al fantasy.
E dire che a me piacciono le fiabe (ma và?) e il mondo fantastico.
Una contraddizione? Boh.
Comunque vi espongo quale è il mio rapporto col fantastico.
Sin da bambina mi sembrava che alcune cose fossero diverse da come me le raccontavano, ma quando ero io a raccontarle a loro venivo subito presa in giro.
E io ero interdetta perché mi dicevo "Perché ridete? Io lo vedo. E' lì. Non me lo sto inventando."
Ve ne accorgerete meglio dalla prossima puntata (che non sarà fra una decina di mesi ;) )
Da queste basi concrete parte il mio mondo immaginario e continua ancora adesso.
Per questo non faccio fatica a vedere in questo mondo il fantastico perché di questo stesso mondo si nutre.
Almeno questo è quello che mi riguarda.
Se anche voi desiderate condividere il vostro rapporto con il fantastico, ne sarei felicissima.

Comunque, alla fine ho pensato alla notte per reintrodurre Zoe e non solo perché è figlia della Luna ma anche perché il buio rappresenta l'ignoto e in un anno appena cominciato credo che l'ignoto faccia la sua bella figura.


Detto questo, io ed Aulonia/Zoe vi auguriamo un felicissimo anno nuovo pieno di fiducia anche verso l'ignoto.





P.S.: La foto non è stata fatta stanotte, ma a fine dicembre 2009.
P.P.S.: Il fatto di sentirsi protetti dal buio è dovuto perché io stessa da bambina mi sentivo così. Comunque anche se ci possono essere dei dettagli autobiografici, non è che tutti lo siano.
P.P.P.S.: Per qualche motivo, il post di Aulonia è segnato il 31 dicembre mentre l'ho scritto verso le 4 di mattina. Misteri di Blogger.

Per Charlie Hebdo

$
0
0
Vorrei sfogarmi, vorrei stare lì e gridare.
Ma preferisco il silenzio.
Non per omertà, ci mancherebbe, ma perché è già stato fatto troppo rumore.
A partire dagli spari?
Oh no, credo da molto prima.
Ogni volta che si parla di satira e di Islam, c'è sempre qualcuno che ride e dice "Ahahahah, non avete il fegato per dire qualcosa contro gli islamisti e Maometto. Non avete le palle."
Ed oggi sapete bene cosa sia successo.
La sede di un giornale satirico di Parigi è stata attaccata da terroristi.
Ecco, li chiamerò così.
Terroristi.
Senza aggiungere altro.
Alcune volte mi sono scontrata con più e più persone sul fatto che l'Islam non sia solo quello che fanno vedere, quello che preferiscono far vedere.
In quello che hanno fatto, non ci trovo nulla di differente di chi ha commesso attentati terroristici qui in Italia e all'estero e non solo in nome di Allah.
Come ho visto per esempio poco fa su Facebook, si stanno dedicando diversi fumetti a tutte quelle persone (finora riconosciute) che sono morte.
Alcuni dicono anche che quei fumettisti se la sono cercata.
Anche Falcone e Borsellino si sono cercati la morte?
Non mi sembra un paragone azzardato.
Anche tutti quelli che hanno dato la loro vita per la libertà (e non le libertà) se la sono cercata?
Ogni regime, ogni associazione terroristica sa bene quanto l'immagine sia importante, quanto facilmente può essere diffusa e così come le parole possono scardinare.
Ogni persona che cerca di mettere in dubbio qualcosa è pericolosa, ma ci sono gli estremisti e non.
La libertà di opinione include anche l'ascolto.
Come hanno scritto alcuni, non cediamo alla violenza, alla furia cieca.
Intanto questo è un giorno di lutto e non solo per Parigi, per la Francia.
Spero che questo mio post non sia visto come una cosa trita e ritrita.
Lo faccio perché come disegnatrice mi tocca, ma anche come essere umano.

La libertà nel disegno

$
0
0
Che squillino le trombeeeeeee!!!!!
Sono felicissima e supergasata perché, dopo tanto diverso tempo che non prendevo una matita oppure la prendevo e facevo uno scarabocchio mosso e incompleto, ho fatto un disegno!!!!
Il brutto è che non riesco neanche a postarlo perché lo scanner non va (uffa!!!) ma sono così felice!!!
E vi dirò: sembra che alla fine il disegno non ne sia mai andato. E' come se fosse rimasto silenziosamente accanto a me se non addirittura dentro.
E che dire?
Il disegno è il mio primo amore. E' stata la mia prima forma di comunicazione. Il primo modo che avevo da bambina per dire "Ci sono anch'io.".
E dal disegno è nato il mio amore per le immagini.
E' stato come una chiave per un mondo che mi ha aiutato innumerevolmente volte.



Così ho scritto il 28 dicembretutta esaltata su Facebook.
Curiosi di vedere il mio schizzo?
Eccolo







Non sarà perfetto come disegno, ma dopotutto gli schizzi non hanno bisogno di essere perfetti.
Sono come delle impressioni, semi che stanno per nascere e hanno la stessa forza e potenza di un germoglio che perfora l'asfalto.
A volte quando si vuol fare di uno schizzo un disegno completo e finito, è difficile mantenere nel disegno la stessa freschezza dello schizzo.
Nel farlo mi sono sentita libera come una bambina, libera di giocare e non c'è niente di meglio di uno sguardo fanciullesco per fronteggiare un blocco.
Anzi, io lo chiamo blocco però magari non è così. 
Forse qualcosa in me è in procinto di nascere e io non sono in blocco, ma forse in attesa come gravida di qualcosa.
Mentre disegnavo, sentivo come se il disegno fosse una presenza vicina a me.
Come se ci fosse una guida accanto a me.
Sarà questa donna nata chissà dove ad essere la mia guida?
Può darsi.
E dove sta guardando?
Cos'è che ha visto?
Alcuni misteri rimangono tali nel disegno.
Comunque sono davvero felice e ringrazio un mio caro amico per aver fotografato il mio disegno così che io possa farlo vedere.


Big Eyes: considerazioni sul fare arte e su me

$
0
0
Sono appena tornata dal cinema e, come capirete dal titolo, ho visto l'ultimo film di Tim Burton.





Cosa dire del film? Benritrovato Tim!!! Finalmente un film all'altezza.
Anzi, tranne in alcuni momenti, mi sembra un film non burtoniano, almeno non nel senso classico.
Qui mi sembra che si sia impegnato a raccontare la storia vera di un'artista, di una persona e come artista, come persona mi sono sentita toccata da ciò.
Di occhi grandi e teste enormi adesso c'è un'esagerazione infinita eppure trovavo nei dipinti di Margareth Keane un'inquietudine, qualcosa che non sapeva come esprimersi.
Mi sono interessata a lei quando ho saputo, diversi mesi addietro, che Tim Burton avrebbe fatto un film su tale artista.


 i veri personaggi
Walter e Margaret Keane
 


 Margaret e Amy Adams che per il suo ruolo da protagonista 
ha ricevuto recentemente il Golden Globe
Ampiamente meritato




Prima non la conoscevo affatto.
Magari l'ho vista da qualche parte, ma non sapevo chi fosse e di sicuro non sapevo che cosa si celasse in tutto ciò.
Devo dire che il film mi ha trascinato dentro di sé e come artista mi si pongono delle domande, riflessioni come giustamente scriveva su Fb un'illustratrice.
Quanto è importante il sapersi vendere ed è molto più importante del talento?
La risposta potrebbe essere scontata, ma così non è.
Lasciamo perdere un attimo il film.
Il sapersi vendere oramai è considerata un'arte anche essa stessa.
Saper intrattenere, creare storie ad arte appunto, essere convincenti ed anche sottili in questo.
Ma soprattutto essere onesti perché chi ne ha viste tante di mostre e di lavori, potrebbe soppesare ogni singola parola.
E rendetevi conto che nell'era di Internet, nell'era della condivisione, è più facile che le proprie bugie vengano scoperte.
E le proprie creazioni? Che cosa sono?
Sono come figli, parti (inteso sia come frammenti sia come gestazione) di se stessi?
Ogni volta che creavo qualcosa era come un voler consegnarlo al mondo e quando esponevo, ero felice delle attenzioni che ricevevano.
Ed ero così felice quando la mia piccola bambina era così apprezzata, poter dire "Lei viene da me."




Anzi, le emozioni che suscitava (e che puntualmente mi venivano espressi sia sul quaderno che a voce) non erano quasi mai di felicità.
Incuteva quasi un sentimento di malinconia e anche di essere nudi di fronte a quello sguardo e a me faceva impressione come alcuni afferravano alcuni sentimenti che mi hanno portato a dipingerla.
Ecco, alla fine ho parlato di me stessa, ma sapete... 
Potete chiamarla vanità, egocentrismo (poi faccio teatro che per alcuni sarà il massimo della vanità e egocentrismo), ma il punto è "Perché?"
Perché voglio esprimere quello e non altro?
Che emozioni mi dà il continuo esporre una parte di me stessa.
La risposta più semplice sarebbe Perché sì.
Uno magari si chiederebbe "Ma quello che dipingi, che crei ecc... ti fa stare bene?"
Dipende da cosa si intende con stare bene.
Non sempre ho avuto un buon rapporto coi miei quadri.
Alcuni li ho maltrattati, cancellati.
Per alcune opere ho usato anche delle forbici perché mi sembrava che le pennellate non fossero abbastanza intense.
E' quasi un atteggiamento compulsivo, magari.
E' quasi come uno specchiarmi.
Vedo il mio riflesso e nel tracciare il mio profilo, sto delineando il mio concetto di arte, la mia intenzione di fare arte.
A Margaret Keane viene chiesto il perché di quegli occhi grandi.
Ovviamente non ve la spoilero, ma ci sta.
E' un'affermazione così diretta e priva di fronzoli che ho visto quello che lei intendeva.
Perché desidero essere un'artista?
Non mi saprei immaginare diversamente e non ricordo neanche l'esatto momento nel quale dicevo: "Voglio fare l'artista."
Di sicuro ero una bambina piccola.
Non saprei immaginare le mie mani diversamente da come si muovono mentre disegno, mentre dipingo, mentre recito.
Ogni arte ha il suo movimento almeno per quanto mi riguarda.
Alcuni pensano che l'arte serva per sopperire un bisogno incessante, una ferita.
Di sicuro è un bisogno.
Se mi dovessi chiedere Perché sono un'artista? sarebbe come chiedermi Perché sono qua al mondo?
Potrei darmi mille risposte, ma magari non sono sufficienti.
E poi, desidero davvero scoprirlo il Perché?
Davvero, devo cercarlo?
Non credo.
E sarei disposta ad accettare un simile trattamento come quello che ha subito Margaret?
Sono situazioni dove ci si deve trovare e adesso l'idea che una donna venda arte non è più strano come anni fa.
Il vedere il film mi permette anche di vedere, di rendermi conto di una cosa: "Ne vale davvero la pena?"



Posso magari tribolarmi perché qualcosa non mi viene, perché non so cosa fare per vendere i miei quadri se non continuare ad esporli e partecipare in alcuni eventi, perché non so cosa fare per recitare al di fuori, in produzioni nazionali e internazionali (perché no?).
Di certo non rinnegherò il mio essere arte, il mio fare arte e non saprei neanche scegliere quale arte io preferisca.
Certo, il disegno è stato il mio primo amore (come dicevo qui), il mio inizio ma sono cresciuta e maturata molto anche attraverso la pittura e il teatro.
Mi hanno permesso di sperimentare, di vedere cose di me (anche non piacevoli) che prima non mi rendevo conto.



Spero di non avervi annoiato con questo mio post.
Ho deciso di non fare una recensione perché mi sento emotivamente molto coinvolta e non so se la farò in futuro.
Comunque, come avrete capito dalle poche note iniziali, lo considero un film da vedere e credo possa piacere anche a chi non si occupa di arte.







P.S.: Vedendo il film, mi viene da pensare che ci sono alcune persone che desiderano vivere negli anni '50 perché è tutto più glamour, la donna si cura di più, è sempre ben truccata.
Ora, mi sa che l'effetto nostalgia mette una bella patina perché ogni epoca ha le due facce della medaglia e, come vedrete anche dal film, essere una donna non era facile. 
Alcuni diranno neanche adesso. Okay, ma a certe domande come Suo marito è d'accordo (o cosa ne pensa non mi ricordo bene) all'idea che lei lavori? beh è qualcosa che non ci dovrebbe neanche stare.

Il mio primo video su Youtube compie 5 anni

$
0
0
E fra 10 giorni questo mio video compie 5 anni.





Il mio canale Youtube in realtà lo avevo aperto nel 2008, ma lo usavo soprattutto per raccogliere i video nelle playlist che creavo.
E non dimentichiamo il poter commentare i video degli altri.
Così ho potuto fare conoscenze, sempre a livello virtuale, e c'era chi mi incoraggiava a realizzare un video.
Alla fine quel momento è arrivato e la mia intenzione era quella di condividere un momento.
Niente di chissà che (come ho voluto rispondere anche a un certo messaggio)
Ma sapete una cosa?
A distanza di anni, ho potuto vedere che in questo video c'è una mia visione del mondo.
Ovvero che il reale e il fantastico sono molto più vicini e strettamente legati.






Questo è un video che ho realizzato un anno e mezzo fa, un video nato semplicemente per caso dopo aver notato il riflesso causato dalla luce del sole che batteva su una scatola di scarpe fucsia.


Quindi sì alla fine, quel primo video, seppure breve, per me ha voluto dire tanto e lo fa ancora adesso.
Non è un video fatto per caso e non saprei dire se è nato da chissà quale illuminazione.
Semplicemente mi sembra di essere stata nel momento giusto.



C'è una voce nel mondo che desidera essere ascoltata.
Varie voci.
Un'infinità di voci.
Inclusa la propria.


Quindi tantissimi auguri al mio canale di Youtube (se desiderate scoprire gli altri miei video ecco qui l'elenco) e mi auguro che siate in ascolto delle voci attorno a voi e ovviamente non intendo le voci denigratorie.
Un bacio a tutti voi e grazie per seguirmi.

Viewing all 367 articles
Browse latest View live