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Channel: Farfalle eterne
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Omaggio a Demetrio Stratos

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Io oggi compio 30 anni e il 13 giugno 1979 è morto Demetrio Stratos. 





Da quando ho iniziato a fare teatro lui per me è come un maestro. Nella sua ricerca del far suonare la voce, ho ritrovato i miei giochi dell'infanzia dove inventavo delle storie e interpretavo TUTTI i personaggi cambiando a loro le voci. Era un gioco inconsapevole, ma erano i miei primi tentativi di esperimento di esplorare la mia voce e la sua ricchezza.



Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1945 da genitori greci, le lingue si dimostrano subito un interesse per lui





Ο τζίτζιρας ο μίτζιρας ο τζιτζιμιτζιχότζιρας ανέβηκε στη τζιτζιριά στη μιτζιριά στη τζιτζιμιτζιχοτζιριά να φάει ένα τζίτζιρο μίτζιρο τζιτζιμιτζιχότζιρο
La cicala, la micala la acalormicala
stava salendo cicalia micalia
acalormicalia per raccogliere la cicalopappa la micalopappa
la acalormicalopappa

Ecco a voi un documentario:





Una ricerca vocale che vuol far assumere alla voce lo stesso ruolo di uno strumento vocale un po' come lo scat:


 




o anche nella tradizione della commedia teatrale il grammelot riportato da Dario Fo nel suo Mistero Buffo




Tutte questi suoni senza alcun senso compiuto non sono cose a noi estranee perché ancora prima di saper parlare quando abbiamo pochi mesi di vita emettiamo suoni e il ciò si chiama lallazione.

L'importante è l'intenzione di voler esprimere qualcosa lasciando che sia la voce a guidarci
Stratos rimase appunto incuriosito da questa "tecnica vocale" quando diventò padre.


Tanti auguri a me e OLLETSAC a tutti voi:







Una curiosità: in realtà Demetrio è il suo cognome. Il suo vero nome è Efstràtios Dimitrìu

La luce delle fate

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musica: Danza della fata confetto tratta da Lo Schiaccianoci di Pyotr Ilyich Tchaikovsky.
Ovviamente non c'è niente di soprannaturale in quella luce intermittente. E' dovuta a una scatola per scarpe fucsia posta vicino alla finestra.
Però guardando quella luce mi sembrava quasi di vedere una fata.
Lo stupore di una bambina, lo stesso di chi magari vede per la prima volta l'arcobaleno, la stessa commozione che avevo quando la settimana scorsa ho visto per la prima volta le lucciole illuminate di notte.







Vigilia di mezza estate di Edward Robert Hughes


da Una tomba per le lucciole di Isao Takahata






Anna dei Tetti Verdi (noto da noi come Anna dai capelli rossi) di Hanuol








Lucciola e ragazzo di Taeeun Yoo


Campanellino di Roy Best, 1931


di Charles Robinson


Garofano, Giglio, Giglio, Rosa di John Singer Sargent, 1885-86 ca,


Librarsi su una farfalla blu di Isa Outhwaite


La costellazione sulla mia parete





Come si fa a non amare tutto ciò? Come si fa a non essere felici vedendo tutto ciò?

Come?!


I momenti struggenti e felici non possono cancellare la vita.
Qualunque cosa succeda.



Io e la mia voce

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Qualche tempo fa avevo postato un video dove in uno spettacolo teatrale  della non-scuola cantavo la prima canzone di Ursula (clicca qui). Ebbene avevo anche detto che in quel video ho solo cantato una minima parte (ovviamente per esigenze dovute allo spettacolo) perché fa parte del mio "repertorio" (più che altro mi piace farlo) il dialogo tra Ariel e Ursula e anche le due canzoni ovvero fino alla trasformazione della Sirenetta in umana.





Ovviamente rispetto il testo, ma l'intonazione, il modo di esprimermi (tranne alcuni passaggi che li ho tenuti fissi) non solo diversi da come si sente nel film, ma anche ogni volta è una cosa diversa. Non c'è niente di prestabilito solo che io mi muovo libera tra le persone e diciamo che loro sono in mio potere: non sanno cosa aspettarsi e un'inquietudine si aggira tra chi mi assiste, ma c'è anche del divertimento come potete sentire a un certo punto.

La voce è come una sorgente alla quale attingo. A volte è impetuosa, a volte calma, a volte non lascia scampo, a volte è timorosa.
La voce inoltre modella anche il tuo modo di stare.
Bisogna solo lasciarla libera di scorrere dentro il tuo corpo per mostrarne la piena potenza.

Alla fine tutti rimangono meravigliati da come riesco a gestire la mia voce (basta pensare anche a questo video nel quale interpreto Maria Callas) e io li ringrazio sempre.
Così quando mi chiedono se ho fatto qualcosa, se ho studiato teatro rispondo che ho fatto dei laboratori teatrali della non-scuola e che quando ero bambina inventavo delle storie e io interpretavo tutti i personaggi cambiando a loro la voce.
La cosa poi più divertente è che chi non mi conosce e non ha mai visto niente di mio, crede che io sia una personcina talmente a bene con la vocina sottile e molto timida. 



Ebbene, sono un paradosso continuo. 
E sapete una cosa? Mi va benissimo.

Tanti auguri di farfalle a tutti voi (600esimo post)

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Ieri c'è stata la festa dei miei 30 anni.
Mi hanno portato in questo luogo, un giardino che conosco (ci sono degli atelier di pittori) e per l'occasione pieno di farfalle.

Ero commossa.
















A tutti voi auguro tante farfalle eterne.
Anche se la vita vi sembra bastarda provate a guardarvi intorno e soprattutto dentro di voi: sentirete senz'altro sbocciare la vostra farfalla eterna



Dov'è la mia mente? di Kate Powell




di Kate Powell



Farfalla di Takeji Fujishima, 1904



E se sentiamo il cuore di farfalla, alla fine spunteranno anche le ali e abbatterà quella pesantezza.


Farfalle d'estate di Lily Greenwood

Di natura gentile e volatile è l'anima, sempre in movimento.


di Arthur Rackham tratto da Peter Pan nei giardini di Kensington





Tante farfalle eterne a tutti voi e grazie di tutto


In attesa della nascita di Aulonia

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disegni di Leonardo da Vinci, 1510 ca.

E così Aulonia, stavolta, nascerà come umana al 100%. Riuscirà a conservare il suo lato più autentico?
In attesa di vederla, eccola qui come feto.
Un mondo sconosciuto lontano quanto gli abissi.
Come saranno i suoni? Com'è questo mondo che circonda il feto?

 Forse è come un mondo in apnea


Due pescatrici Ama di Fosco Maraini
(presto parlerò del suo libro L'isola delle pescatrici)

musica del video: Underwater World di Martyn Harvey



P.S.: Avete visto il video? Se siete lettori di Aulonia sin dall'inizio della sua storia, le sue parole non vi sembreranno nuove. Andate qui.

Aulonia su Facebook

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E anche la mia piccola creatura si è modernizzata: ha la sua pagina Facebook.



Lei che si occupava delle armonie dei fili che compongono i corpi , come se la caverà con la rete di Facebook? 
Collasserà? Continuerà?
Che cosa le diranno?


Diranno che sei una disgraziata!

Perché?

Perché mi cacci sempre nei guai. Sono per caso la tua marionetta?

Cara Aulonia, devi capire che sei un personaggio inventato e di certo non posso mica farti rigirare gli indici.

Sì, ma prima decidi che sarò umana al 100% (non vedo l'ora) e adesso mi butti nella fossa dei leoni?!

Che?

Facebook!!!

Coraggio.

E se non vado bene?

Non ti preoccupare. Vedrai che ti lascerai amare e poi ti difenderò io a spada tratta!

Ora sì che mi sento protetta.

Dopotutto sei una mia piccola creatura e quindi ti voglio bene. Se ti scaravento in queste situazioni è perché tu possa crescere e maturare.

Mantenendo però il mio lato più autentico.

Già

E chiamalo facile!!!



Comunque cari lettori, i "capitoli" della storia di Aulonia vengono riproposti anche su Facebook. Piano piano caricherò tutti i "capitoli" che compongono il blog (contraddistinti da un numero così si capisce il senso di lettura).


Alla prossima avventura!!!

Amanti degli anime, a rapporto!!!

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Essendo nata nel 1983, è matematico che io sia cresciuta con gli anime o come li chiamavano noi da piccoli, i carttoni.

Ebbene, pensate che in Giappone, loro terra d'origine, gli anime sono molto di più, sono una vera e propria cultura e immagino che quello che è arrivato da noi (come i cosplayer) è ancora poco: pensate che Doraemon è stato nominato Ambasciatore degli Anime nel Mondo. Mica male per un gatto venuto dal futuro.

E pensate che i giapponesi hanno fatto delle parodie delle sigle che sono nello stesso spassose e minuziose nel dettaglio.

Nota: Non tutte le parodie sono state fatte da giapponesi. Per esempio è riportato nella descrizione che la parodia di Slam Dunk è taiwanese.



Grazie al mio colpo tu riderai fra 10 secondi








Avete visto che non siamo tanto così irreali?
Hanno persino replicato le nostre mosse.





Ok, va bene ridere, ma questi tre chi sono?





Non ti preoccupare Kenshiro, se non ridono li punirò io in nome della Luna





Ci siamo anche noi




Siamo gli ultimi e perciò siamo i migliori!
Yeah!





E sempre a proposito di sigle, se provate a guardare quelle originali, noterete che in alcune ci sono diverse cose in comune.






R.I.P. Margherita Hack

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Quando qualcuno vicino a me moriva (tipo i miei nonni) mi dicevano che era diventata una stella.
Ora anche Margherità Hack sarà diventata una stella?
Se fosse, sarebbe più vicina alle stelle che mai però forse è nell'osservarle che si cela il mistero dell'universo, la tendenza al voler scoprire.




Addio Margherita.








di Toshio Ebine


di Konstantin Kalynovych


Le stelle cadono di Toshio Ebine


Addio.

L'essenza della voce

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La voce come un'essenza luminosa che si manifesta.



testo:
I hear your voice on the wind
And I hear you call out my name
"Listen, my child," you say to me
"I am the voice of your history
Be not afraid, come follow me
Answer my call, and I'll set you free"

I am the voice in the wind and the pouring rain
I am the voice of your hunger and pain
I am the voice that always is calling you
I am the voice, I will remain

I am the voice in the fields when the summer's gone
The dance of the leaves when the autumn winds blow
Ne'er do I sleep thoughout all the cold winter long
I am the force that in springtime will grow

I am the voice of the past that will always be
Filled with my sorrow and blood in my fields
I am the voice of the future, bring me your peace
Bring me your peace, and my wounds, they will heal

I am the voice in the wind and the pouring rain
I am the voice of your hunger and pain
I am the voice that always is calling you
I am the voice

I am the voice of the past that will always be
I am the voice of your hunger and pain
I am the voice of the future
I am the voice, I am the voice
I am the voice, I am the voice


canzone de The Celtic Woman

L'ombra di Peter Pan

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Primo post: Peter Pan in canzoni
Secondo post: Peter (il) Pan

Il film disneyano su Peter Pan inizia come la drammaturgia: Peter Pan va' nella casa dei Darling per riprendersi la sua ombra.
Poi che nel testo teatrale ci siano diverse cose in più è un altro fatto.
Quando pensiamo ai film disneyani spesso si pensa solo a carinerie, cuccioli pucciosi eppure c'è un lato quasi terribile in alcuni dei suoi film basti pensare a Biancaneve quando si addentra nel bosco dopo che il cacciatore ha cercato di ucciderla.
Di solito quando si vuole presentare il protagonista è una regola non mostrarlo tutto.
Bisogna far crescere l'attesa.






Devo dire che questo sorriso/ghigno mi intrigava sin da piccola.
Lo percepivo come qualcosa di non completamente umano e infatti Peter Pan ha abbandonato la sua "umanità".
In queste due immagini riconosco, adesso che sono cresciuta, il demone Peter Pan.
Anzi mi sembra tanto un trickster da quel sorriso.
Cos'è un trickster? E' una creatura (può essere uno spirito, un dio, un animale ecc...) che ha la caratteristica di essere scaltro, di essere ingannevole e di scombinare le vite. E' una creatura imprevedibile, ambigua e considerata anche più vicina al sacro.
Anche Hermes (che già l'avevo collegato a Peter Pan qui) può essere definito un trickster così come Puck, il folletto servitore di Oberon ne "Sogno di una notte di mezz'estate"


di Arthur Rackham

Peter Pan perdendo la sua "umanità", ha reso labile il contatto con l'ombra.
Noi come esseri umani sappiamo che c'è l'ombra ad accompagnarci, ma per Peter Pan è qualcosa di vivo appena ne perde il controllo.



Peter Pan è un'ombra, ma della sua ombra non ne può fare a meno.
E' il "ricordo" della sua umanità anzi in quell'ombra l'autore può averci collegato la morte del fratello maggiore, il figlio preferito della madre e Barrie stesso ne ha preso le sembianze (ne avevo già parlato qui verso la fine).
C'è anche da dire che il comportamento di Peter Pan può sembrare contraddittorio. Appena sente, a pochi giorni di vita, che cosa hanno deciso per lui i suoi genitori decide di abbandonare la culla. Trascorre del tempo nei giardini di Kensington allevato dalle fate. Poi ritorna nella casa dei suoi genitori e vede che intanto è nato un nuovo bambino e i suoi genitori non pensano più a lui.
E' come se desiderasse che lo aspettassero per sempre.
E invece quel bambino ha preso il suo posto.

Dalla prefazione di Carla Muschio ne Peter Pan nei giardini di Kensington ed. Grande Fiabesca con le illustrazioni di Arthur Rackham

Le donne di Peter Pan

(...)
Cominciamo dalla madre. La madre di Peter Pan è una "madre buona", che lo ama quando c'è e lo piange quando lo perde. Dopo che è volato via lo aspetta lasciando la finestra aperta. Peter nel suo ritorno a casa vede tutto questo, gioisce e si rassicura constatando di non aver perduto con il suo comportamento l'affetto materno ma, invece di restare con lei diventando un bambino vero, sceglie di volarsene via ancora per un po'. Vorrebbe essere atteso e amato eternamente, senza peraltro concedersi mai. La madre, invece, concluso il lutto per Peter Pan volato via, giustamente partorisce un altro bambino e chiude la finestra. E' la legge della vita e solo Peter non la capisce, perché ha il cervello di un neonato. E' tragico e patetico che Peter si senta trattato male e abbandonato quando è stato lui a trattare male e abbandonare.
Purtroppo nella sua immaturità affettiva Peter non sa far di meglio: volendo solo ricevere senza mai dare, finisce per restare sempre solo.
(esaminando la situazione con Mamie)
C'è qualcosa di patetico e senile nel comportamento di Peter. Ha meno di una settimana di vita ed è un miracolo che si regga in piedi, eppure, essendo già vissuto molto a lungo, è totalmente deluso dalle femmine e dalla vita. A differenza del saggio Salomone, che è "un anziano ancora giovane", Peter , pur con tutto il suo fervore di attività, è irrimediabilmente vecchio dentro.
E' forte nel lettore (e soprattutto nella lettrice) il desiderio di stigmatizzare l'immaturità affettiva di Peter. Non va però dimenticato che si tratta di un personaggio letterario, non di un uomo vero, e per di più un neonato, che ha bisogno di aiuto per imparare ad amare. Essendo volato via così giovane da casa Peter non riceve questo aiuto, proprio come il povero Barrie, che crescendo con una madre depressa deve essersi trovato nella stessa difficoltà.


Una cosa che ho notato guardando il film disneyano è la presenza delle ombre.








In diversi film disneyani c'è la presenza dell'ombra (fateci caso), ma qui può assumere un diverso significato.
Che cosa rappresenta l'Ombra?

L'Ombra è ciò che si avvicina di più all'Incubo.
Nella mitologia romana l'Incubo è un demone maschile che giace sopra ai dormienti (soprattutto quelli femminili).


di Johann Heinrich Fussli, 1790-'91


di Johann Heinrich Fussli, 1781


Sappiamo bene quanto l'Incubo sia temuto così come l'Ombra.
Rappresenta ciò che non vogliamo vedere, ciò che ci dà fastidio. La immaginiamo putrida e fatiscente, disgustosa nel vedere. Ci percuote nell'animo e piuttosto si preferisce non vederla.
Eppure sia l'Ombra che l'Incubo hanno la sua utilità. Ci costringono a guardare.
L'Incubo è come un rapimento e l'Ombra visualizzata da sola è come una presenza onirica al suo massimo potenziale.
All'Ombra non importa essere politicamente corretta.
L'Ombra rappresenta il nostro negativo eppure con questa parola non intendo dare un giudizio. E' un po' come con le fotografie: ci sono i negativi e le diapositive. Entrambi sono importanti.
Aver paura della propria Ombra è come aver paura della nostra essenza.

L'Ombra assomiglia all'Anima: non è fatta per essere "comoda" così come l'Incubo può essere rivelatorio e quello che all'apparenza può essere mostruoso come un orco alla fine diventa un compagno di vita.


da Nel Paese dei Mostri Selvaggi di Maurice Sendak, 1963

Anche quando si lascia quel "luogo".




P.S.: Da bambina mi chiedevo: "Ma perché Wendy gli cuce l'ombra? Non gli fa del male? E perché è lei a proporre di cucire?"






Immagino che l'ombra sia come un tessuto (infatti era stata messa nel cassetto dove c'erano rocchetti e tutto l'armamentario per il cucito), una seconda pelle.
Ci vuole una saggezza paziente per cucire e questo fa ritornare al filare.

Romagna mia, la canzone non tanto

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Nota bene: ovviamente ciò che dico è una mia opinione, è quello che sento e di certo non voglio convincere altri, contrari a ciò che scrivo a qua, a "passare" dalla mia parte.
Vorrei sia chiaro che la mia intenzione non è affatto quella di offendere, solo di esprimere una mia opinione verso questa canzone che, come mi è stato confermato, non è stata creata originariamente come inno della Romagna, ma è stata resa tale dai miei corregionali.




In questi giorni sento un gran parlare della canzone Romagna mia.
Immagino che la conosciate, la canzone che è diventata simbolo della Romagna.


versione strumentale di Secondo Casadei



versione cantata da Nilla Pizzi




Eppure, a costo di inimicarmi alcuni miei corregionali, dico che questa canzone non mi piace.




Una canzone folkloristica dovrebbe rappresentare la sua terra, no?
Ebbene, sentendo Romagna mia non mi fa pensare alla Romagna.
Poi è chiaro che il dialetto romagnolo è molto differente, dipende da zona a zona (cambia persino per pochi chilometri per non dire metri tra una zona all'altra)

Il dialetto romagnolo è una lingua sporca. Siamo nella periferia della regione (poi Ravenna non è neanche toccata dalla via Emilia), poggiamo i piedi ancora sulla palude.

Io parlo poi del dialetto sentito dai miei nonni materni (venivano da Massa Lombarda).
Per me il dialetto romagnolo era una lingua che non si trascriveva, si parlava soltanto. Infatti adesso che sono morti entrambi, l'ho un po' perso, ma ricordo ancora il suono.
Facendo poi teatro mi sembra che il dialetto romagnolo sia come un esercizio di riscaldamento della voce dove si cerca di "masticare".

E' una lingua "scomoda" dove se sentite dei vecchi, li sentirete parlare forte e bestemmiare, boia d'un patàca. 
E il bello che spesso vengono usate queste "gentili" interazioni per amicizia, senza nessuna malevolenza.

Eh sì, siamo una terra strana.


Volete sentire il dialetto romagnolo?
Ecco una versione riguardo a Il re leone (e il bello è che una traduzione esatta)


le tre voci sono tutte dello stesso doppiatore, un ragazzo di Cervia (Ra)

E questo è niente.

Pensi alla Romagna e pensi alle osterie, alla goliardia


che magari è liscio però la trovo familiare.

Questa canzone è di origini forlivese e infatti, tranne alcune parole, non è che riesco a tradurla tutta.

Penso al romagnolo e penso a Ermanna Montanari con la sua voce abissale.






Il ballo liscio poi, se ci pensiamo, non è poi tanto antico visto che il suo inizio si collega tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900.

Che cosa c'era prima?

Quali sono i stati i canti che hanno accompagnato i miei antenati?



P.S.: So bene che Romagna mia parla della nostalgia verso la propria terra e magari qualcuno mi dirà che se non lascio la terra, non potrò capirla. Va bene, ma io parlo della musica, delle sensazioni che mi dà, che vanno oltre il testo.


Aggiornato e Modificato

La festa del Tanabata

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Certe leggende di altri nazioni sono davvero particolari e una di queste è il Tanabata, festeggiata il 7° giorno del 7° mese (in certi posti si festeggia ad agosto)



Tanabata di Bertha Lum

Che cosa racconta questa leggenda di origine cinese?

Anticamente sulle sponde del Fiume Celeste (Via Lattea) viveva il sovrano di tutti gli dei e imperatore del cielo, Tentei, la cui figlia Orihime (Vega) passava le giornate a tessere e cucire stoffe e vestiti regali per le divinità.
Lavorava talmente tanto che non aveva neppure il tempo di pensare a se stessa e ai propri interessi. Giunta all'età adulta però, il padre mosso da pietà, poiché alla figlia non era mai stato concesso altro che lavorare il fuso, le scelse un marito: era un giovane mandriano, di nome Hikoboshi (Altair), anch'egli un gran lavoratore, la cui attività consisteva nel far pascolare buoi attraverso le sponde del Fiume Celeste.
Per i due giovani fu amore a prima vista. Essi si innamorarono follemente l’uno dell’altra ed erano talmente felici che, presi dall’amore e dalla passione, trascorrevano ogni giornata insieme, dimenticandosi di tutto il resto, anche dei loro doveri. Di conseguenza, Orihime non tesseva più la sua tela, lasciando gli dei senza abiti, e i buoi di Hikoboshi vagavano senza controllo per tutto il cielo. Questo scatenò la rabbia di Tentei, che non poteva tollerare questa situazione e, per porvi rimedio, fu costretto a punire severamente i due sposi. Orihime e Hikoboshi furono separati ai due lati del Fiume Celeste e costretti a tornare ai loro doveri.
La principessa era disperata, non poteva vivere senza il suo amato e continuava piangere ininterrottamente. Tentei, commosso dalle lacrime della figlia, consentì allora che i due si potessero incontrare, ma solamente una volta l’anno, il settimo giorno del settimo mese. Da allora, uno stormo di gazze giunge ogni anno, ed esse creano un ponte con le loro ali, cosicché Orihime possa attraversare il Fiume Celeste e riabbracciare il suo tanto amato Hikoboshi.
fonte: Wikipedia



La città adornata, festival di Tanabata di Hiroshige Utakawa, tra il 1856 e il 1858


Festival Tanabata a Edo di Hiroshige Utakawa, 1852

Che cosa si fa nei Tanabata?
Lasciate che ve lo dica Nana (sette)








cliccate per leggere
da destra a sinistra



In pratica, si tratta di scrivere i propri desideri in particolari fogli verticali di carta detti tanzaku e legarli ai rami di bambù.

Ecco un altro anime dove compare la festa ovvero La malinconia di Haruhi Suzumiya.
Il titolo è Rapsodia della foglia di bambù.


E ce ne sono tanti altri.

Se siete incuriositi di questa festa e di come è nata la leggenda leggete qui.


E voi che desiderio esprimeste?
Son certa che almeno uno ce l'abbiate, non ditelo a me.
Scrivetelo!

Non si avrà il bambù però scrivere un proprio desiderio di certo male non fa.
No?


Macchia Nera Awards

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Vi informo che è in atto il Macchia Nera, il premio italiano per i blog.



Che vincano i migliori...e magari avessi anche un solo voto :)

qui sotto trovate le indicazioni.




AEON, il primo manga di Angela Vianello

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Avevo già parlato di Angela Vianello qui e ora ve ne parlo perché è uscito AEON il suo primo manga (la storia è anche di Giampaolo Groff) e lo potete trovare in versione ebook



E' il 3000 a.c. l'alba di una nuova civiltà, il sole nasce sotto un altro segno zodiacale, l'uomo è appena uscito dall'eta della pietra.

Enoch, sciamano in quell'epoca lontana, si trova ad aver a che fare con una razza extraterrestre che gli rivelerà segreti descritti da lui stesso in un libro giunto fino a noi, oggi.?Alcuni di questi segreti, però, cadono nelle mani sbagliate. Ad appropriarsene sono nientemeno che dei terrestri che li usano per governare gli uomini e tenerli sotto controllo. Sono gli ''oscuri'.?Aeon parla di questa cospirazione e di come al giorno d'oggi sia necessaria oltreché implicita una svolta: l'uomo deve riappropriarsi della sua antica conoscenza.




(se andate nelle informazioni del video trovate i link di dove potete scaricarlo e varie indicazioni)


I protagonisti sono gli stessi di White ovvero Davide e Giada (qui la prima puntata) come aspetto e nome però Angela ci tiene a sottolineare che le due storie sono completamente diverse.
AEON è stato creato prima di White (nel 2010 e finito nel 2011) ed è un'opera davvero ambiziosa.
Aeon significa "eone" ed è proprio della storia della Terra (dal 3000 a.C) che si vuole raccontare, dal suo sviluppo fino ai giorni nostri.
Mi rendo conto che questa frase vi può indurre a fare certi collegamenti.

Comunque lasciate che vi dia dei punti che vi potrebbero far amare questo manga.


AEON è un'opera fantascientifica che riguarda la Terra. Appena lo si legge, ci si potrebbe immaginare già di visualizzarlo come un film. Ci sono poi diverse parte mute che in un fumetto sono una trappola (il fumetto deve discorrere senza parole, solo con le immagini) ed è una prova superata.

AEON è un manga fatto da un'italiana. E' un manga e lo si riconosce come tale. Se poi è fatto da un'italiana, cosa c'entra? L'importante è l'opera compiuta, il risultato finale. Di solito quando si parla del manga in Italia, vengono in mente le fan-art solo che in molte di queste non vedo originalità e soprattutto non vedo una voglia di costruirsi lo stile. Quello che vedo, in maggior parte, sono solo delle scopiazzature senza capire la struttura del personaggio, la sua tridimensionalità. Nel manga il disegno del corpo umano è il più delle volte una stilizzazione e a volte ho visto, in alcuni manga, alcuni errori madornali (se guardate i primi manga de Il grande sogno di Maya le gambe sono chilometriche. Ora si è corretta)
Il fatto poi che sia fatto da un'italiana le dà ancora più merito perché si vede che ha affrontato l'opera non come qualcosa di estraneo, ma come un qualcosa che le appartiene.

AEON è una scommessa. E nel vero senso della parola. Il web ormai rappresenta un'opportunità impagabile per giovani artisti e creativi (e tra di loro mi aggiungo anch'io). Ci vuole sempre qualcuno che però decida di scommettere, quelli che una volta erano chiamati talent scout (si chiamano ancora così?). Il numero però fa sempre la differenza.

AEON è ambientato in Italia. Le sequenze di Davide e Giulia sono ambientate a Roma e chi ci abita può riconoscere quei luoghi perché sono reali. Già per questo, stringerei a mano ad Angela. Perché nel fumetto italiano, anche quello Bonelli, i personaggi sono ambientati all'estero? Ho messo Bonelli perché ho letto in un loro albo la risposta alla domanda che "poiché il pubblico italiano è esterofilo, allora si interessa di più alle avventure di un John o Jane piuttosto che di un Giacomo o di Gianna" (può darsi che i nomi siano diversi, ma il discorso era quello). Già, se parti così credo che non riuscirai a farmi interessare dell'Italia neanche se tu ci provassi. Invece se tu ti dici: "Voglio che i miei lettori si sentano coinvolti perché si riconoscono, voglio far scoprire a loro le bellezze dell'Italia, che non abbiamo niente da invidiare ai paesi stranieri." Inoltre è importante scrivere quello che si conosce. Un mio amico fece più o meno questo discorso dicendo che, per esempio, in America hanno il trita-rifiuti. E' un esempio banale, ma fa parte della loro vita. Oppure che ci sono le scale antincendio, quelle esterne. Per noi sono roba da film. Poi non so se tutti i fumetti italiani sono ambientati all'estero (a parte Zerocalcare poi non so chi altro), comunque lo è la stragrande maggioranza.

AEON parla di due ragazzi estranei al mondo del reality. Ormai il reality è entrato nelle nostre case e non sto parlando solo del Grande Fratello. Parlo anche di un modo di essere. Davide e Giada si sentono estranei a questo mondo. Questo non farà che amarli sin da subito. In più li si amerà per come si incontrano e per le emozioni che sentono: è buffo e tenero allo stesso tempo vederli proprio come dei veri adolescenti imbarazzati.

AEON è a colori E che colori!!! Ve lo dico io che non amo tanto la colorazione digitale (o un certo modo di fare) ma qui la colorazione è ottima. Non ci sono davvero parole.


Spero che questi punti vi abbiano incuriosito ad acquistare questo e-book e per chi lo desiderasse sapere, costa 4.99 per un tomo (il primo) con circa 150 pagine.


Se per caso volete dare un'occhiata (gratis) alle prime pagine, basta cliccare qui. Andate in fondo e cliccate sulla copertina.



Buona lettura!!!

Peter Pan e l'assenza

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Secondo post: Peter (il) Pan



di Arthur Rackham per Peter Pan nei giardini di Kensington


Il Novecento viene ricordato come un secolo molto dedito all'infanzia e attento alle sue problematiche.
Anzi, si inizia a pensare all'infanzia non come un'età spensierata bensì come un'età complessa.
S'inizia a scoprire che persino gli infanti hanno una loro sessualità (ovviamente senza la malizia tipica degli adulti). Tutto sempre con innocenza.
Eppure, nonostante tutti questo, credete che l'approccio verso i bambini sia cambiato?
Guardo in giro e non è che vedo molti cambiamenti.
Mi sembra che Peter Pan denunci particolarmente l'assenza dei genitori e non sto parlando riguardo ai bambini orfani. O meglio la loro incapacità proprio perché non sono capaci. E non perché essere genitori è il lavoro più faticoso del mondo, ma perché non ci provano neanche ad esserlo.


Ecco cosa dice Kahlil Gibran nel suo Il Profeta riguardo ai figli:

E una donna che aveva al petto un bambino disse: Parlaci dei Figli.
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, 
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.


Ecco, ora vi chiedo, quanti genitori si comportano così? E quanti considerano i loro figli come una loro proprietà solo perché sono stati loro a "crearli"?
Quale arroganza.


Peter Pan amava ascoltare le fiabe raccontate da Wendy perché così poteva raccontarle ai Bambini Sperduti.
Quando si incontrano, Peter Pan chiede a Wendy se il principe ha ritrovato Cenerentola. Lei risponde di sì.
Wendy racconta le fiabe quindi agli occhi di Peter Pan è una Mamma e va benissimo così com'è. Non vuole che cresca.
Diversi studi recenti hanno dimostrato che se i bambini conoscono il mondo delle fiabe sin da piccoli hanno un valido sostegno nei momenti di sconforto, paura e solitudine.
Questo non vuol dire che avranno sicuramente una vita serena, ma conoscere il mondo delle fiabe è come conoscere il proprio potenziale nascosto.
Il punto è che crescendo, le immagini spesso tendono a essere impoverite da una razionalità arida e gli unici voli di fantasia sono quelli creati da sostanze stupefacenti. 


di Greg Hildebrant


di Alice Woodward


Altro che polvere di fata.


Nel post precedente, si parla di una "buona madre" che piange il figlio appena scomparso.
Ok, ma in Peter Pan e Wendy, quando Wendy chiede a Peter Pan di sua madre, questo le risponde che è scappato appena ha sentito che cosa la madre aveva in progetto per suo figlio.
Cazzo, non ha neanche un mese e già abbiamo in prospetto la sua vita intera.
Quindi, scappando dalla madre, è come se rifiutasse non lei (abbiamo visto che lui poi ritorna) bensì questo suo modo di pensare.
Alla fine sente il bisogno della madre (ricordiamo che ha ancora pochi giorni quando l'ha lasciata quindi si può ben pensare a quale legame lui abbia voluto rompere) e sebbene alla fine si dimostri così immaturo, di certo non ci sentiamo tanto di colpevolizzarlo di fronte a questa sua scelta e, anche se commette qualche innocente cattiveria, lo perdoniamo.
E' forte la volontà nel vedere lui una nostra proiezione, come un'ombra, perché più o meno tutti da bambini ci siamo sentiti soli.



di Roy Best

Tremendamente soli.



di Arthur Rackham per Peter Pan nei giardini di Kensington


Il mio gatto Totoro

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Oggi è un mese che Totoro sta con me


No, non ho adottato quel Totoro (anche perché non credo che la mia casa sia abbastanza grande per lui), ma un delizioso gattino tutto grigio.

Ecco a voi alcune foto.


Pepe e Totoro
(l'Orsetto del Cuore è stato adottato da Totoro come suo pupazzo da smangiucchiare)


 
Dura la vita per un gattino, vero?


Mangiare, dormire, attaccare qualsiasi cosa non importa se oggetto, mani o piede?


Totoro e Chicco


Chicco: Ma sei ancora qui?
Totoro: Sì, perché?


Totoro: Chissà perché se n'è andato. Forse perché giocavo con la sua coda?


shhh. Non disturbate gatto che dorme


Mi sa che Chicco si è rassegnato nell'averlo accanto


Primo piano di Totoro nel quale è stato fermo (e non dormiva)
I miracoli accadono


E se le foto non bastano ecco a voi un video:





Ciao, mio caro folletto dalle orecchie a punta.


R.I.P. Tonino Accolla, voce di Homer Simpson

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Oggi è morto Tonino Accolla dopo una lunga malattia.
Così scrivono.

I doppiatori sono voci nell'ombra e il più delle volte non vengono ricordati.
Alcuni però diventano leggende viventi: la voce è qualcosa di abissale, scava in profondità.
Questo vale per Tonino Accolla, voce tra gli altri di Eddie Murphy e di Homer Simpson. E a proposito di Homer Simpson, mentre guardavi l'ultima stagione non ti sembrava più come prima non soltanto perché non avevano la stessa comicità irriverente, la stessa satira delle prime stagioni ma anche perché le voci sostituite di Bart e Marge Simpson proprio non riuscivi, nonostante immagino l'impegno delle due doppiatrici, ad ascoltarle e soprattutto non riuscivi ad ascoltare lui, Accolla.
Non ti sembrava più lo stesso e ti chiedevi cosa gli fu successo e in giro per Internet circolavano immagini come queste.


Ecco al vederla adesso questa immagine, mi dispiace tanto.


E' vero che la sua voce non era più quella di prima (a volte sembrava che avesse qualcosa in bocca) ma di sicuro non immaginavo che fosse malato.
Ora ricollego la sua voce dell'ultima stagione alla sua malattia, ma non sono un medico e in più non so neanche che malattia abbia avuto.
La mia è una supposizione.

In seguito dei video.

Eccolo ad Amici ad insegnare il doppiaggio:


(chissà se hanno imparato a saper usare la voce)

E per ricordare il lavoro del doppiaggio ecco un backstage dei Simpson.
Lui non c'è, ma è giusto per rendere un omaggio non solo lui, ma anche al lavoro del doppiatore.

 

Per scoprire gli altri suoi ruoli andate qui




N.B.: Ho messo questo video non per offenderlo, ma perché a risentirlo adesso mi viene un misto di risata e tenerezza.

e soprattutto non poteva mancare




D'OH anche a te Tonino e grazie.

Aggiornamento 15 luglio 2013:
Ecco un'intervista






"Beethoven non aveva ritmo, Jovanotti sì" parola di Giovanni Allevi

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Giovanni Allevi, l'evoluzione della musica?

Lasciamo perdere che a me Jovanotti non piace (ne avevo parlato qui), ma dire che Beethoven non aveva ritmo è una stro**ata colossale.
Cosa crede di fare, cosa crede di voler rappresentare? L'alternativo?!
Ora a me piace la musica alternativa (mi piace Bjork per esempio), ma fare l'alternativo è qualcosa che proprio non è nelle mie corde.
E' quasi un atteggiamento di superiorità, un po' come il voler fare il "bastian contrario" a tutti i costi, come il voler dire qualcosa fuori dal coro perché sai che hai un tuo pubblico che penserà di te: "Finalmente qualcuno che la pensa al contrario di tutti quei pecoroni."
Ora, per dire una cosa fuori dal coro non è che puoi dire la prima ca**ata che ti viene in mente. Ci vuole una giusta conoscenza e da un musicista, immagino che la si dovrebbe aspettare.




Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, ho imparato il ritmo. Con lui ho capito cos’è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l’innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo. (Giovanni Allevi al Festival di Giffoni)


Per quanto riguarda l'approccio di musica classica per un bambino, vi posso raccontare un po' della mia "esperienza".
Quando ero ai primi anni della scuola elementare, nella materia sulla musica ci facevano ascoltare la musica e noi disegnavamo le nostre impressioni.
Poi vedere il film Fantasia mi ha aiutato molto e insieme mi ha appassionato. 



Ho sentito che poi ad alcuni Fantasia non piace e di sicuro non starò lì a criticarli.

Ovviamente l'ascoltare musica classica non mi fa dire che la musica moderna fa schifo (a parte alcune canzoni). 
Poi se Beethoven vivesse adesso è molto probabile che usi anche strumenti "moderni" ma dire che bisogna "modernizzare" la musica classica non so, credo che le si tolga molto potere.
Si può reinterpretare la musica, ma modernizzare...Boh!

Anche perché l'arte, tutta l'arte, è sempre in continua evoluzione.


immagine trovata su Google







Gli amanti farfalla

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Del fatto che la farfalla possa rappresentare l'anima ne avevo già parlato qui (Psiche in greco vuol dire sia anima sia farfalla).
Ora vi voglio raccontare di una leggenda cinese ambientata a Ningbo che parla di due amanti sfortunati come Romeo e Giulietta ovvero Zhu Yingtai, giovane fanciulla, e Liang Shanbo.
Se poi ci mettiamo che Zhu Yingtai si traveste da ragazzo per studiare, dopo aver convinto suo padre, e che Liang Shanbo capisce solo più tardi la vera identità della ragazza, beh oltre a "Romeo e Giulietta" mi sa che abbiamo anche un po' di "Come vi piace".
Comunque dopo aver scoperto che Zhu Yingtai è una fanciulla e che dovrà andare in sposa ad un altro, la salute di Liang Shanbo ne risente tanto da morire.
Così Zhu Yingtai decide di andare alla sua tomba chiedendo di unirsi a lui.
Alla fine si vedono due farfalle uscire dalla tomba, libere di volare insieme.



autore non trovato

Questa leggenda è molto famosa in Oriente e simboleggia appunto la coppia.
Sono chiamati "gli amanti farfalla" tanto che quando i cinesi vedono una coppia di farfalle pensano subito a loro, ai due amanti




Su di loro è stato fatto un balletto



un concerto



e alcuni film

qui il primo film, un musical del 1963. E' molto lungo: poco più di 4 ore!!!
(non ha sottotitoli)



qui la seconda parte

Alcune scene del film del 2008 al quale hanno aggiunto anche scene wuxia (=arti marziali cinesi)




Corso a Macerata "Il camaleonte acrilico" con Simone Rea

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Carissimi, domenica 4 parto e vado a Macerata per seguire un corso tenuto da Simone Rea ovvero "Il camaleonte acrilico." (importante: in quei giorni molto probabilmente non sarò al computer anche perché io non me lo porto da casa)


preso dal suo blog (vedi qui)


Il corso è dal 5 al 10 ed è tenuto da La Fabbrica delle Favole (nel link potete vedere gli altri corsi).



Chi è Simone Rea?
La prima volta che l'ho sentito è stato attraverso un video di Anna Castagnoli nel suo blog Le figure dei libri (che consiglio altamente se volete fare gli illustratori, se il disegno è una vostra passione oppure anche solo vi piace) dove in un video lo intervistava sulla sua tecnica:



Così quando ho letto che lui realizzava un corso e per di più sull'acrilico (che io uso per dipingere)...
APRITI CIELO!!!!

Credo dire che io sia emozionata è poco!!!



Altri post su di lui:

Qui dove potete trovare i video su una loro conferenza Come si diventa illustratori
Qui  Dal testo all'illustrazione: la tecnica


Inoltre Simone Rea ha avuto una menzione d'onore al Premio Ilustrarte 2012 con il suo lavoro sulle Favole di Esopo (vedi qui) e selezionato per la Mostra Illustratori, Bologna Children's Book Fair 2011 (vedi qui) e ha avuto una menzione speciale per il concorso Illustrateatro (vedi qui)


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