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Channel: Farfalle eterne
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Gocce di rugiada

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In questi giorni mi sento attratta dalle gocce di rugiada.
Lo sono sempre stata, ma in questi giorni il richiamo interiore è ancora più forte.
E' come se le cercassi, come se volessi sentire su di me questi gioielli d'acqua.
E desidero condividere con voi delle foto a riguardo.





Il mondo di rugiada
è un mondo di rugiada;
eppure...

Kobayashi Issa




Il mondo della rugiada è un mondo da scoprire, un mondo da ampliare il nostro sguardo.




di Sharon Johnstone




di Sharon Johnstone

le sue due foto ritraggono il soffione






Come dimenticare poi le fate di Fantasia?





E ora guardate questi insetti.



di David Chambon 






di Dean Pennala



Spero che anche voi vi sentiate meravigliati di questo Piccolo Mondo immenso.
foto prese tutte da Pinterest




Ho conosciuto il mare meditando su una goccia di rugiada
Kahlil Gibran



Qual è la voce migliore per i personaggi femminili Disney e non?

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E dopo aver sentito le versioni nella lingua originale del luogo e aver letto cosa ne pensano dei doppiaggi italiani all'estero (vai qui per prima parte e qui per seconda), ora si pone un importante quesito: Qual è la voce più adatta per i personaggi femminili Disney e non?
Specifico ancora che qui si parla di cantato.
Bene, dopo aver posto questa domanda, cosa ho fatto?
Ho guardato tutti i video intitolati Best fitting voice, ho raccolto tutti i dati, li ho aggruppati e ho visto quali sono le voci più ricorrenti per poi riportarli qui assieme ad alcune delle loro citazioni. Molte non le ho riportato perché o ripetono cose dette da altri oppure erano cose che non dicevano molto e, a differenza del post coi doppiaggi italiani all'estero, ho preso in considerazione anche i video che non avevano commenti.
Quindi vi troverete con alcune versioni senza il loro commento
Per scremare il tutto, ho tolto le voci che erano segnalate due volte tranne per quei personaggi che nelle classifiche erano poco ricorrenti.
Come sempre, si tratta di rispettare le loro opinioni al di là della solita frase "Il doppiaggio migliore è quello italiano."
Beh, alcune versioni italiane ovviamente sono state scelte, ma ovviamente non è che c'è una predominanza.
Quindi, siete pronti a fare questo viaggio intorno al mondo e a scoprire quali sono le sonorità ideali di un personaggio, come parlerebbe (o meglio come canterebbe)?





Biancaneve: con 4 segnalazioni Portoghese (Sandra de Castro: Molto briosa e dolce)





Degne di nota: 3 segnalazioni Ebraico (Limor Shapira: Ha catturato la parte dolce e tenera della personalità di Biancaneve ed è così naturale) e con Bulgaro (Ventsilava Stoilova: Ha ogni cosa che serve alla voce di Biancaneve: dolcezza, ingenuità, giovinezza ed è credibile senza essere disturbante o tremolante)





Cenerentola: con 6 segnalazioni Olandese doppiaggio 1990 (Joke de Kuijl: Ha un tocco leggero di classico, è giovane, sognante e non è affatto noiosa; Aggiunge alla sua voce calma e dolce un tocco di maturità che calza con Cenerentola)




Degne di nota: con 4 segnalazioni Francese doppiaggio 1991 (Dominique Poulain: E' sognante, meravigliosa e genuina) e con 3 il Russo (Elena Galitskana: Potrebbe sembrare snob e altezzosa con la sua voce profonda, matura e rauca, ma invece è dolce e cordiale; Anche se profonda, la sua passione mi fa pensare al personaggio di Cenerentola e dà una nuova dimensione al suo carattere)



Alice: con 2 segnalazioni Bulgaro (Iona Padeshka: Non ci potrebbe essere voce migliore per lei: è deliziosa e fanciullesca; La voce giusta per una giovane che sogna il suo mondo)






Aurora: con 5 segnalazioni Danese (Ellen Winther Lembourn: Una voce unica e molto differente, sembra autentica, molto sognante, pura e bellissima, ma con una sua personalità; La sua voce è molto da opera classica, ma non sovrasta con il personaggio)




Degne di nota: con 4 segnalazioni Ebraico (Limor Shapira: Sognante, romantica, leggermente da opera classica) e con 3 il Francese doppiaggio 1981 (Danielle Licari: Danielle sembra un angelo e la sua voce è di una che la gente cercherebbe nelle foreste, non sembra troppo vecchia anzi sembra senza tempo e pura e quel suo lato leggermente addormentato è perfetto per la Bella Addormentata)



Ariel: con 6 segnalazioni Slovacco (Zuzana Stastna: Giovane, fresca e unica, sembra che Ariel sia reale; Lei racchiude tutti gli aspetti di Ariel delle altre versioni )




Degne di nota: con 5 segnalazioni Danese (Sissel Kyrkjebo: E' originale e differente dalle altre e ha la voce meravigliosa che una sirena deve avere), con 4 il Russo (Svetlana Svetikova: Una sirena adolescente leggermente viziata qui; Età giusta, giusta attitudine, tutta ardimentosa e spumeggiante con passione) e con 3 l'Islandese (Valgerður Guðnadóttir: L'eccezionale qualità fredda e misteriosa della sua voce grida "Sirena") e il Francese doppiaggio 1998 (Marie Galey: calza perfettamente con lo spirito libero di adolescente e il suo canto è espressivo e pieno di passione)



Belle: con 3 segnalazioni Francese (Bénédicte Lecroart; una Belle matura, intelligente e sensibile; Non penso che sia una delle voci più speciali ma apprezzo come suona dolce, saggia e in più ha un tocco sofisticato)





e Finlandese (Mervi Hiltunen: Originale, che si fa ricordare e unica, completamente diversa dalla versione francese, ma sempre bellissima e calzante a suo modo; La sua voce è nasale a volte e fastidiosa, ma porta molta personalità ed è un buon esempio di una voce che calza in modo unico)






Jasmine: con 5 segnalazioni il Turco (Otilia Radulescu Ipek: Ha questo tocco orientale, esotico alla sua voce profonda e potente; Una vera principessa orientale da 1000 e una notte; Elegante, esotica, forte e anche insolente)





Degne di nota: con 3 segnalazioni l'Indiano (Suchitra Krishnamoorty; Una perfetta scelta per una principessa non caucasica, la sua voce leggermente matura e rauca calza con il viso di Jasmine), Spagnolo Latino (Analy: La sua voce ricorda quella di Lea Salonga, l'originale, ma aggiunge un tocco personale di profondità e di asprigno ) e Croato (Zrinka Cvitesic: Ha catturato la sua personalità e suona libera, felice e briosa; Non è eccezionale o molto speciale, è semplicemente lei stessa e questo basta; voce dolce e sexy, ma anche molto leggera, ariosa e aspra)





Pollicina: con 2 segnalazioni il Norvegese (Jannike Kruse: Ha un vibrato acuto ed è teneramente fanciullesca)







Odette: con 2 segnalazioni lo Slovacco (Dara Rollins: Concentra perfezione e dolcezza dando così a Odette la natura gentile, maturità e premurosità)






Pocahontas: con 7 segnalazioni il Tedesco (Alexandra Wilcke: Potente e saggia, ma piena di passione e personalità; La voce di Alexandra rispecchia i due lati di Pocahontas: l'indiana orgogliosa e l'adolescente libera)





Degna di nota: con 6 segnalazioni il Francese (Laura Mayne: Più dolce e ancora sembra potente e saggia; La sua voce ha un suono straniero e qualcosa di esotico ma non troppo, sembra davvero una giovane donna che vive nelle foreste )




Esmeralda: con 4 segnalazioni Italiano (Mietta; La voce di Mietta è dolce e calda e la cosa più importante è il calore della sua voce che incarna il suo cuore e l'attenzione per gli altri)






e Ungherese (Koos Réka: Sembra stia pregando, ma questa ragazza canta con potenza; Una vera ragazza gitana che prega per il suo popolo, sento calore ed emozioni nella sua voce spezzata)





Megara: con 4 segnalazioni il Finlandese (Laura Vontilainen)



Degna di nota: con 3 segnalazioni il Greco (Evridiki: La sua voce è così rauca e speciale ed è una delle voci più memorabili che abbia mai sentito; Insolente, grandiosa e fantastica, non ho altre parole e in più è la sua lingua)



Anastasia: con 5 segnalazioni il Russo (Mariya Katz: l'Anastasia nativa, la sua voce è così potente ed espressiva che è adatta al personaggio)



Degna di nota: con 3 segnalazioni l'Inglese (Liz Callaway)




Mulan: Con 5 segnalazioni il Cinese Mandarino (Coco Lee: La sua voce sembra così naturale che sembra venire dalla bocca di Mulan; Penso che Mulan abbia bisogno di una voce androgina, ma anche femminile e inoltre lei sembra davvero forte e potente, ma anche triste e commovente)





Degne di nota: con 3 segnalazioni il Cinese Cantonese (Kelly Chen: C'è qualcosa nella sua voce dolce e chiara che si differenzia da ogni altra Mulan ed ha una delle voci più speciali che abbia mai sentito; Davvero calza con il lato fragile di Mulan e sembra davvero discreta e sussurrata ma rimanendo saggia e toccante ) e il Norvegese (Sissel Heibek: E' più profonda, ma ha l'essenza fragile e le espressioni giuste assieme a grandi abilità vocali di sicuro)




Kayley: con 2 segnalazioni il Finlandese (Nina Tapio)





e il Tedesco (Nena: La voce bizzarra, rauca e disarticolata di Nena è l'ideale per Kayley, non è bella ma è piena di energia, unica, androgina e impacciata)



E' l'unico video che ho trovato




Giselle: con 3 segnalazioni il Turco (Sitare Bilge: Giselle è una miniatura delle principesse Disney originali ed è una principessa di adesso: la sua voce è un perfetto mix di classico e moderno e poi ha così piena di vita che l'adoro; Sitare è così brillante, la sua voce è profonda ma rimane gioiosa ed espressiva e porta molta personalità)






Tiana: con 6 segnalazioni il Greco (Shaya: Ha qualcosa di rauco nella sua voce, ma è ancora potente e piena di quelle emozioni di cui necessita; Sembra davvero stile jazz e in più forte, potente e speciale e questo la rende unica; E' calda e ambiziosa ma non è pretenziosa nel suo cantare)






Rapunzel: con 3 segnalazioni lo Slovacco (Alzbeta Bartosova: Non c'è altra voce che calza Rapunzel come questa)





e il Polacco: Katarzina Popovska (Sembra ogni cosa che Rapunzel è: giovane, dolce, innocente ma piena di energia e personalità)





Merida: con 2 segnalazioni lo Spagnolo Latino (Yuridia)





Anna: con 4 segnalazioni lo Svedese (Mimmi Sandén: La sua voce è perfetta per questo genere di principessa e ha un tocco delizioso ma moderno nel suo cantare)




Degna di nota: con 3 segnalazioni l'Inglese (Kristen Bell: Niente può battere la versione originale, lei è perfetta per il ruolo)




Elsa: con 4 segnalazioni lo Svedese (Annika Herlitz: Questo è il tipo di voce che mi immagino per Elsa; La performance di Annika è oro: ha reso reale Elsa, non la facciata della forte regina che tutti vogliono sentire, ma l'essere umano dietro la maschera)







L'italiano compare ancora con 2 segnalazioni per Megara ed Anna e con 1 per Tiana ed Elsa.



Che dire allora?
Vi sembrano così calzanti?
C'è da dire che la voce gioca tanto anche per sottolineare un lato di un personaggio. Per esempio per Belle con la versione francese si notava molto la sua intelligenza e la sua sensibilità. Invece con la versione finlandese si nota di più il suo essere stramba e unica come poi la vedevano quelli del villaggio.
Inoltre una voce per essere adatta non è che deve essere piacevole.
Deve incarnare le sue doti, le caratteristiche, il positivo e il negativo del personaggio come se fosse una foto (e non intendendo il bello e il brutto).
Una voce come quella di Danielle Licari, parlo della versione francese 1981 di Aurora, così spettrale e anche addormentata non può che risultare perfetta in lei mentre per un altro personaggio queste qualità sarebbero viste come una mancanza.
C'è da dire che per quanto riguarda Biancaneve e Cenerentola, le si sottovaluta molto.
Incarnare dolcezza, purezza, ingenuità (poi Biancaneve ha 14 anni) non è qualcosa che viene così come niente anche perché si rischia di diventare noiosi e irritanti, oppure una voce delle tante, niente di speciale.
C'è anche da dire che ricorrono molto i doppiaggi del luogo d'origine della storia come se proprio catturassero quell'atmosfera.
Per quanto riguarda tipo Mulan, credo che i più l'abbiano in mente come un maschiaccio perché si traveste da uomo. Eppure anche prima aveva difficoltà.
Ma la cosa essenziale è che anche lei ha una sua femminilità, magari non ostentata, però ce l'ha e in questo, nella non ostentazione, nell'essere modeste e semplici, è un tipo di bellezza che richiama molto l'Oriente.
E non solo lei, ma tutti i personaggi hanno una loro femminilità anche per quanto Merida e perfino Kayley.
E' la loro essenza.




P.S.: Per quanto riguarda la versione danese de La Sirenetta ho un po' barato. Per due volte era segnalata la cantante che ha doppiato non solo in danese, ma anche in svedese e in norvegese. Solo che a detta di tutti, parlo della classifica delle voci di Ariel, la versione danese è la migliore in assoluto. Da qui la scelta di accorpare quelle due segnalazioni nella solo versione danese.

Sirene nel mondo

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Quando parliamo di sirene, ci vengono subito in mente, oltre a La Sirenetta, le creature mitologiche dell'Antica Grecia che hanno insediato a lungo i marinai coi loro canti ipnotici.
Naturalmente poi si ricorda che in realtà la sirena come donna con coda di pesce è un'invenzione romantica avvenuta dopo visto che le "vere" sirene avrebbero solo testa e seno di donna e tutto il corpo un uccello.
Questo per noi che abitiamo nell'area mediterranea e che tanto dobbiamo agli Antichi Greci è una cosa normale da considerare.
Eppure...
Eppure esiste solo quel tipo di sirena?
Il mondo è vasto e per di più è coperto in gran parte di acqua.
L'acqua dà la vita, fornisce nutrimento per tutti quelli che ci abitano appresso e allo stesso tempo può essere una forza distruttiva.

Quindi, quali sirene esistono nel mondo?
(Ricordo che delle sirene ne ho parlato anche qui)



Restando in Europa, si potrebbe andare nell'area celtica dove viene ricordata la sirena di Zennor, un paesino della Cornovaglia.
Si narra che un corista di nome Mathey Trewella rimase ammaliato dal canto della sirena e andò a cercarla. Non fece più ritorno e da allora sembra che il canto si senta ancora.
(qui potete leggere la storia completa, in inglese)




La sirena di Zennor di John Reinhard Weguelin, 1900




                                            

Questa qua sopra è la Mermaid's Chair che si trova nella chiesa di San Senara






Questa canzone non c'entra con la storia di questa sirena però può dare l'idea dell'atmosfera. 
Per sapere qualcosa di più, compreso il testo tradotto, leggete qui


Un'altra storia è quella di Lutey e la sirena che alcuni ricorderanno per averla letta sul libro Fate di Brian Froud e Alan Lee ed è stata raccontata ancora prima da Katharine Briggs ne A Dictionary of Fairies.


illustrazione di Wilma Hickson (?)


Siamo sempre in Cornovaglia e Lutey di Cury trova una sirena in difficoltà e la riporta nel mare.
Per averla aiutata, la sirena gli disse che poteva esaudire tre suoi desideri.
I tre desideri riguardavano il proteggersi dalle streghe, l'obbligare un demone a stare al servizio di una strega a fare del bene e che questi fossero trasmessi anche ai suoi discendenti.
La sirena aggiunse altri due desideri ovvero che nessuno della sua famiglia vivesse in povertà e che quando avevano bisogno di lei, potevano chiamarla grazie a uno strumento magico.
Intanto però la sirena provava desiderio per Lutey e non voleva allontanarsi da lui e disse a Lutey di andare insieme nel mare.
Cosa che sarebbe successa se il cane non avesse abbaiato e Lutey così riprese conoscenza.
La sirena cercò di riconvincerlo, ma lui tirò fuori un coltello e la minacciò.
Essendo di ferro (metallo che respinge il popolo fatato compreso quello del mare), la sirena ritornò nel mare cantando:

Addio! Addio!
Non sciuparti amore mio!
Per nove anni aspetterò,
ti terrò in cuore, amore mio, 
e poi ritornerò!

Tutti i desideri di Lutey si esaudirono e i suoi discendenti divennero famosi come guaritori.
Anche la promessa della sirena si avverò. Infatti ritornò esattamente dopo 9 anni e Lutey andò verso il mare dicendo che doveva pagare il suo debito.
Non solo lui, ma ogni nove anni un discendente di Lutey si perdeva in mare.
Il come non si sa.



Poteva capitare, secondo il folklore, che alcune sirene si sposassero con umani e che da questi avessero dei figli soprattutto se questi uomini, come con la storia delle Selkie, le privavano di qualcosa che permetteva a loro di ritornare al mare come un mantello.
Anche perché non sempre le sirene abitavano esclusivamente nell'acqua, ma giravano liberamente sulla terraferma solo che nascondevano quella parte che rivela la loro vera identità.
Le sirene erano viste come degne appartenenti del mondo delle fate e come le fate, avevano un loro modo di fare, una loro morale.
Secondo il mito, l'arpaè una sirena trasformata e per questo si pensa che la musica dell'arpa sia collegata all'acqua.







Spostiamoci più a nord per andare nella terra degli Inuit.




di Kenojuak Ashevak 
(litografia)



di Kaka Ashoona, 1988 



di Ningeokuluk Teevee





La storia di Sedna è un po' crudele e la potete leggere ne Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés
Esistono alcune versioni sulle sue origini. Comunque si tratta di una ragazza umana che viene gettata dal padre in mare e, per lo scontro, le dita della ragazza furono recise. Da esse nacquero tutti i mammiferi marini.
Sprofondando nell'abisso, e ricordiamo che siamo in acque gelate, Sedna diventa una dea.
Una dea rancorosa però. Infatti per ingraziarla, gli Inuit, attraverso riti sciamanici, dovevano intrecciare i capelli neri della dea e solo dopo possono fare la loro richiesta.
Solo quando Sedna si è calmata, la dea libera gli animali così gli Inuit possono cacciarli.





canzone di Heather Dale




Spostiamoci ancora più indietro nel tempo, nell'Antica Assiria dove c'era una divinità conosciuta come Atargartis, conosciuta dagli Antichi Greci come potete leggere qui



di Annie Stegg


La dea, madre di Semiramide, ha amato un pastore mortale e senza volerlo l'ha ucciso. Per la vergogna, si è gettata in un lago e si è trasformata in una sirena.




statua della dea



Un'altra statua raffigura una dea sirena e questa volta andiamo in Africa.
Si tratta di Mami Wata, Mami Wata, il cui nome significa Madre Acqua, ed è venerata nell'Africa occidentale, centrale e meridionale e nell'Africa diaspora ovvero tutti quei luoghi dove le popolazioni africane sono state costrette a migrare.




scultura di Mami Wata nella sua forma di ibrido pesce.
Sta emergendo dall'acqua portando un vaso contenente salute.



Mami Wata ha tre forme: una dove è sirena, una dove è incantatrice di serpenti e una dove è entrambe.




di Laura James



Ma non esiste solo questa dea sirena in Africa poiché esiste il popolo Yoruba (Nigeria, Benin, Togo e Sierra) e nella loro religione tradizionale, chiamata Orisha, c'è Yemaya, madre di tutti gli dei e dea del mare.
Come Afrodite, si crede sia nata dalla spuma del mare.
Si dice inoltre che protegga le gravidanza e, come il mare, ha un carattere ambivalente, uno materno e uno distruttivo.





In Asia c'è Suvannamacha ("Sirena d'oro"), figlia di Ravana, principale avversario di Rama, settimo avatar di Vishnu.



Ravana istruisce la figlia sirena per rovinare il ponte di Rama



E inoltre non dobbiamo dimenticare le Ningyo.
Letteralmente significano "uomini pesce". In seguito è diventato il corrispettivo giapponese di "sirena". 




Illustrazione del 1805 (autore sconosciuto) che riporta la cattura di una sirena
 lunga 10,6 metri a Tomaya Bay





di Katsushika Hokusai, 1808





di Kaname Ozuma




Pensate poi che le sirene maschio (i mermen) siano qualcosa di recente?
Ecco qua invece







Si tratta di Matsya, il primo avatar di Vishnu.
Il suo nome significa appunto pesce in sanscrito.
Vishnu era chiamato come il Preservatore dell'Universo e l'avatar è la sua forma terrena (avatar vuol dire disceso).

Con il termine Matsyāṅganā invece vengono chiamate le sirene 



Alcune fonti me le riportano come la più antica segnalazione di una sirena (vedi qui) mentre Atargartis viene collocata nel 1000 a.C.



Ritornando alle sirene maschili non dimentichiamoci di Dagon, il dio sumero dell'abbondanza e della fertilità





I fenici lo fecero conoscere ai greci che per loro assunse l'aspetto di Tritone, figlio di Poseidone, il dio dei mari.
Invece nel Medioevo divenne un demonio di seconda categoria.
E' noto anche perché lo scrittore Howard Phillip Lovecraft ne trasse uno dei suoi primi racconti pubblicati.


Di sirene nel mondo ce ne sarebbero ancora altre cose da dire.
Poi non sono una studiosa, non sono un'antropologa però credo che oltre al pesce, per quanto riguarda la sirena ci si debba collegare anche al serpente.
In questo post ci sono due esempi di dee sirene che sono viste anche come dee serpenti (Atargartis e Mami Wata)



Il bacio dell'incantatrice di Isobel Lilian Gloag, 1890



Per sapere ancora di più sulle sirene nel mondo andate pure a questo link in inglese dove ci sono ancora più informazioni e storie.
Vi lascio però con questa immagine





Queste pitture provengono dal deserto sudafricano dove prima c'era l'oceano.
Possiamo ben dire che le sirene e il mistero che portano con loro ci accompagnano dalla notte dei tempi.

Intervista a Sara Cavina, giovane artigiana

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Il mondo dell'artigianato è qualcosa che mi attira.
Mi conquista il movimento delle mani.
L'attenzione in ogni minimo dettaglio.
E non trovo alcuna differenza tra loro e chi vuol fare arte.
Ho visto più volte l'aforisma di San Francesco d'Assisi, sempre che sia vera, ovvero "Chi lavora con le mani è un artigiano. Chi lavora con le mani e la testa è un artigiano. Chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista."
Alla fine la parola artista vuol parlare di quello che fai.
Basta parlare sempre.
Bisogna fare.
E poi, vedendo alcune composizioni, mi viene in mente l'ikebana, l'arte giapponese di disporre i fiori.
Perciò ho deciso di intervistare una mia amica, un'artigiana appunto.
Eccola qui.







logo realizzato da Leah Arwen



1) Mi trovo qui con Sara Cavina, giovane artigiana ravennate che crea monili con pietre e cristalli. Dimmi Sara, da dove è nata questa passione?

Ciao Alma! Grazie per l'opportunità di dar voce a Sweetie and Stones Factory! La mia passione si perde nel tempo. Ho sempre provato con il 'fai da te' ovvero il patchwork, il decoupage, il fimo e il filo di rame ma quello che era destinato a crescere con me era il filo di rame! Inizialmente creavo specialmente anelli che poi regalavo fino a che un bel giorno sono stata invitata al Mutoid Benefit Festival come banchettista. È stato bello vedere come le persone apprezzavano i miei lavori. Da li è nato davvero il tutto e anche un nuova parte di me! La passione per i cristalli? Raccoglievo sassi 'sbarluccicosi' quando ero piccola. Conservo tuttora i miei primi tre cristalli regalati da una insegnante della scuola elementare: un occhio di tigre, una piccola famiglia di quarzi e un geode di agata.




2) Vedo che tu usi anche la pietra allo stato grezzo. Personalmente con cosa ti più piace lavorare? Grezzo o lavorato?




Le primissime di Sweetie erano creazioni con cristalli grezzi che sinceramente preferisco a quello lavorato! Tuttavia la naturale evoluzione mi ha fatto arrivare a produrre anche con piccoli cristalli burattati e perline forate! Seguo il flusso,che è una spirale. Vedrai che il grezzo tornerà presto tra le mie mani!




                                                            Malachite grezza con piriti






3) Nelle tue creazioni che cosa cerchi di trasmettere? L'equilibrio tra le parti? 




Quando creo seguo l'ispirazione attimo per attimo. Spesso la forma del cristallo ha plasmato un monile. Mi piace accostare i colori, mi piacciono le cose stravaganti... Ho cercato spesso di dare un tocco artistico e speciale a gioielli che poi doneranno tanto a chi li indosserà con la loro energia! Tuttavia come dicevo, il flusso ora mi ha portato a linee più ricercate, più eleganti e meno stravaganti. Quello che spero di trasmettere è l'amore per i cristalli, contribuire ad accrescere la consapevolezza che Madre Natura ci offre tanto per compiacere i nostri occhi e per stare meglio! Diventeremo tutti piano piano sempre più Cristallini.




4) Molti artigiani nel creare si ispirano a una cultura in particolare. C'è chi preferisce la cultura celtica, chi quella romana, chi quella norrena... Ogni cultura nelle loro creazioni aveva un preciso modo di usare le linee. Tu hai una cultura che preferisci in modo particolare? E cerchi di inserirla anche nelle tue creazioni?





No, sinceramente! Anche se apprezzo molto lo stile celtico! Non seguo linee predefinite forse proprio perché ho imparato da sola e ho uno stile tutto mio!




Ciondolo con Fuchsite, pietra color verde mela 
con tracce di mica che le danno bagliori argentei! 
Agisce sul 4 chakra e ci aiuta a riconoscere i nostri limiti.




5) Vedo che usi molto anche la cristalloterapia. Per chi non la conoscesse potresti spiegarla per favore?




La cristalloterapia è uno dei tanti modi con cui possiamo lavorare su di noi grazie ad una delle tante meraviglie che ci offre la natura!
Per chi non avesse mai sentito parlare di cristalloterapia, questa disciplina prevede il contatto dei cristalli. Essi vengono appoggiati sul nostro corpo abbinando vari cristalli in base alle loro proprietà ed al fine che si vuole raggiungere. Durante un trattamento la persona vivrà un profondo rilassamento e se particolarmente sensibile potrà avvertire sensazioni come freddo, caldo, pesantezza nei punti di blocco,fino a vivere reazioni anche più clamorose come pianto o risata...Questo vuol dire che le vibrazioni del cristallo sono andate a lavorare nei nostri punti deboli sbloccando situazioni o ripristinando il corretto fluire energetico!
In questo periodo del Kali Yuga o Grande Caos l'uomo ha bisogno di fari per non smarrirsi e non è un caso che ora sta riprendendo piede sempre più la cristalloterapia.



6) Oltre al creare gioielli c'è qualcos'altro che fai e lo senti vicino?


Oltre ai gioielli ho altre due grandi passioni.

Amo la musica da sempre e cerco di dare un piccolo contributo all'organizzazione di una serata a Forlì che si chiama The Coven dove, oltre al live e al dj set, cerchiamo di allestire ogni volta un piccolo spazio artistico e spesso ho ingaggiato io stessa gli artisti che hanno esposto!
Poi non meno importante mi interesso da anni di benessere olistico ed esoterismo. La parte esoterica la coltivo per conto mio leggendo. Invece la parte olistica mi impiega anche nella vita in quanto lavoro in una scuola dove appunto insegniamo estetica,massaggi e discipline per il benessere in toto della persona. La scuola si chiama Carisma ed è a Forlì.




Agata



7) C'è qualcosa che ti piacerebbe imparare per perfezionare ancora di più la tua tecnica?

Appena avrò le possibilità farò senz'altro dei corsi per la lavorazione dei metalli. Ne ho già puntato uno che fanno ciclicamente a Senigallia! Mi piacerebbe lavorare con lastre di rame, essere in grado di piegarle, tagliarle e creare delle forme!



8) Se qualcuno è interessato come è possibile contattarti? E dove si possono vedere le tue creazioni?

Potete visitare la mia pagina Facebook Sweetie and Stones Factory e se vi piacesse qualcosa contattatemi per messaggio e spedisco tutto con pagamento tramite poste pay. Nella pagina, se preferite, c'è anche il mio numero di telefono e se faccio dei mercatini lo annuncio sempre!



9) Come ultima domanda ti chiedo solo se c'è qualcosa che ti preme dire, qualsiasi cosa.


Consiglio a tutti di tenere in considerazione come idea regalo gli oggetti di artigianato, fatti con Amore e soprattutto pezzi unici! Oggigiorno visti i tempi conosco sempre più giovani che si 'reinventano' mettendosi in gioco e sfruttando i propri talenti creando e riciclando! È ora di vedere oltre e cambiare partendo proprio da acquisti consapevoli. Sosteniamo il piccolo artigiano come il contadino che vive di fianco a casa nostra!

E se portate un cristallo a casa vostra avrete un piccolo pezzo di universo e della sua infinita perfezione! A tutti consiglierei di avere in casa un bel cristallo di rocca per stemperare la negatività con la sua luce e alzare le energie positive e una shungite vicino al computer per schermarsi dalle radiazioni... Ma se preferite, lasciatevi guidare dalla vostra mano che sa ciò di cui avete bisogno!
Grazie Alma e saluti a tutti da Sweetie!



Grazie a te Sara.



Spero che quest'intervista vi sia piaciuta.
Le sue ultime parole alla fine sono il motivo per il quale ho voluto realizzare quest'intervista.
Dietro a una creazione, c'è un intero mondo, un intero modo di vedere.
E che dire? Io poi sono la felicissima proprietaria di una sua creazione, quella che vedete in questa foto.






Posso dire di essere stata "scelta".
Ero lì che guardavo e avete presente quando lo sguardo alla fine inquadra quell'oggetto in particolare?
La guardavo e pensavo "Ma quando potrei portarla? E' molto vistosa."
Infatti nella sua pagina c'è scritto Per le più audaci... una vistosa magnifica ametista.
E sono stata audace.
Alla fine non potevo che arrendermi ed è stato uno degli acquisti più felici che io abbia mai fatto.




P.S.: So che alcuni appena sentono la parola "cristalloterapia" storcono il naso.
Bene, potete anche non essere d'accordo naturalmente ma non accetto gli insulti. Di sicuro la cristalloterapia non si vuol sostituire al medico, ma questo è un altro argomento.

P.P.S.: Le parti in corsivo sono prese dalla pagina Facebook.


Il gioco del contrasto in teatro

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scena tratta da Il cigno nero



Continua il lavoro con Il Circolo degli Attori (ultimo mio post qui).
Siamo in dirittura d'arrivo con due spettacoli e quello citato nel post qui sopra è il secondo.
Due settimane fa, provando per il primo, però c'è stata una sorpresa.
Il nostro insegnante Cristiano Caldironi, assieme a Christian Amadori, ha fermato un attimo le prove e ci ha fatto fare un esercizio.
Non di riscaldamento però, ma un esercizio qualitativo sul nostro personaggio.
In pratica in questo primo spettacolo noi faremo dei monologhi tratti da Esercizi di stile di Raymond Queneau dove lo stesso evento, una cosa banalissima come lo stare sull'autobus, viene raccontata attraverso stili e modi diversi.
Questi stili sono interpretati da personaggi differenti ovviamente e come tali personaggi, abbiamo un modo diverso di muoverci, di parlare.
Si tratta di più interventi che si susseguono e sono molto brevi.
Eppure, anche se brevi, tutti noi dobbiamo essere dei personaggi completi.
Anche nell'altro spettacolo ognuno di noi ha un monologo, diverso dagli altri e la difficoltà quando si tratta di fare un solo monologo è che in quello che dici ci deve essere tutta la complessità del personaggio.
Cosa c'è stato prima? Da dove arriva?
Inoltre un personaggio non può essere uno stereotipo anche perché questi sono visti e stravisti e il pubblico si annoia facilmente.
Soprattutto in teatro quando l'attenzione deve essere massima ed ogni gesto fatto a sorpresa è ancora più marcato.
Perciò com'è stato eseguito l'esercizio?




In pratica si trattava di stare al centro e di rispondere alle domande come se fossimo quel personaggio, ma le domande non sono riferite al testo che diciamo bensì ad altre cose come se avessimo di fronte una persona.
Com'eri da bambino/bambina? Qual è il tuo colore preferito? Di che cosa hai paura?
Domande simili, molto private.
L'importante era non pensare! 
Non rimuginare troppo sulla domanda e soprattutto sulla risposta.
Dal di fuori sembrava difficile ma vi posso assicurare che una volta dentro il cerchio si rispondeva.
In più eravamo protetti dalla "maschera" del personaggio quindi qualcuno poteva tirare fuori cose personali (io in alcune risposte ho fatto).
Poi si rispondeva alle stesse domande ma come se fossimo il negativo del personaggio.
La contrapposizione.
Anche qui la cosa importante era la stessa: non pensare!
Agisci spontaneamente.
Non rimuginare.
In parole povere: fa'!
E così, come per realizzare una foto, alcune caratteristiche del positivo e negativo vengono prese per fare il personaggio.
Bene, abbiamo una specie di identikit.
Non basta, perché poi di quello che è venuto fuori bisogna tirare fuori l'opposto.




Le due Frida di Frida Kahlo, 1939



Se vi sembra un esercizio fatto a tavolino, bisogna che consideriate tutto il lavoro che c'è dietro quando si realizza uno spettacolo.
Non si tratta solo di esternare.
Anche quando si realizza un'improvvisazione, bisogna tenere conto alcuni elementi come accorgersi di quelli che arrivano, assecondare il lavoro degli altri, portare il lavoro in una direzione...
Inoltre Cristiano Caldironi ci ha fatto un esempio che potevamo comprendere tutti: davvero Giulietta è sempre stata innamorata del suo Romeo?
Allora mi è venuto da pensare quando Romeo uccide Tebaldo, il cugino di Giulietta.
E' da poche ore il suo sposo e già Romeo si macchia di questo crimine.
Qualche giorno dopo mi è venuto un esempio simile riguardo a una fiaba ovvero La Sirenetta (fiaba che per me renderebbe tantissimo in teatro)
Il principe si è appena sposato con colei che lui crede la sua salvatrice. 
La sirenetta sa che quelle saranno le sue ultime ore di vita. Le sue sorelle non possono vederla in quello stato e poco dopo ritornano coi capelli tutti tagliati: li hanno sacrificati alla strega del mare per far sì che questa spezzi l'incantesimo ovvero la sirenetta dovrà uccidere il principe e bagnare i suoi piedi col suo sangue. Così lei potrà ritornare una sirena e non diverrà spuma di mare.
Quindi vediamo la sirenetta, col pugnale in mano, avvicinarsi al principe.
In quel momento lei avrà pensato alla sua salvezza, avendo paura della morte e anche di non potere avere un'anima. Inoltre, vede il principe, l'uomo per il quale lei ha rinunciato al suo mondo, alla sua voce a letto assieme alla presunta salvatrice. 



tratto dall'adattamento giapponese de La Sirenetta del 1975
(vai qui per vedere la prima parte)



Per un attimo, anche solo un attimo, c'era in lei il desiderio di ucciderlo.
Poi, come sapete, ritorna in sé e rinuncia al suo intento.




Portare la contrapposizione può condurre il personaggio a un livello superiore che non sia il solito già visto.
Il fatto di non rimuginarci troppo sopra permette anche all'attore di non cadere nello psicologismo facile anche perché vagheggiando, poi si perde di vista l'obiettivo.


Il bambino interiore

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Se vi parlo del bambino interiore a che cosa pensate?
Magari qualcuno penserà a una sciocchezza new-age oppure qualcun altro penserà alla Sindrome di Peter Pan.
Ebbene non è né l'una né l'altra cosa perché il bambino interiore è una cosa reale.
Non è qualcosa presa da chissà quale cultura riassemblata esclusivamente per vendere libri e non sempre identificarsi col proprio bambino vuol dire che non vuoi crescere.
Avete mai sognato un bambino (o bambina) e pensare che aveva qualcosa importante da dirvi?
E infine vi siete chiesti "Ma quel bambino sono io?!?" con la quasi certezza che sì, era voi?
Se vi interessa sapere cosa significhi il bambino interiore vi consiglio di leggere questo.

Ma com'è il bambino interiore?
Immagino che quello di ognuno sia diverso da ogni altro, ma me lo immagino come un piccolo selvaggio, pronto ad esplorare e ha una grazia tutta sua.
Può ballare in punta di piedi e saltare poi sulla pozzanghera.
Può spalancare la bocca per apparire più grande e poi ridere subito.
Si pittura le mani e le trova splendide.
Rimane incantato.
A volte diventa pensieroso e anche se poi passa, quel momento è serio perché il bambino interiore è serio anche quando gioca, anche quando si diverte e sorride come se non conoscesse la tristezza.



autore non trovato






di Stevie Rae



di Alena Vlasko



una bambina al Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow




di Philippe le Tellier, 1961



di Isabel Pavia



di Benoit Courti



di Elizabeth Blank



Ma il punto è che lui la tristezza la sente e se ne accorge quando non è visto, quando non è ascoltato, quando non è amato.
Credi che le sue ferite non abbiano effetto sul tuo corpo, sulla tua psiche, sulla tua intera persona?





di Mark Demsteader



Credi che la sua voce, i suoi urli, i suoi pianti perché tu lo ascolti, possano essere a lungo taciuti?
E per quanto tempo ci riusciresti?
Un bambino così, se ignorato, potrà magari intralciare la vita.
Se poi ci sono delle cose irrisolte, allora non mancherà di dirvelo, di farvelo notare in ogni modo.
E il punto è che più lo si ignora, più i suoi urli saranno forti solo che magari non vengono riconosciuti e magari si darà la colpa a questo e a quello.
Si cercheranno risposte al di fuori quando invece bisognerebbe fermarsi e tacere per un attimo.
Si tratta di una scoperta che ne vale la pena.
Anche se magari può far paura perché molte volte si tratta di affrontare paure come quella di essere feriti, di essere isolati, abbandonati ma se non lo si fa, si continueranno a portare avanti rapporti guasti con gli altri e con se stessi.
Un bambino così che è contento vi regalerà tutta la gioia che vi possa donare, tutta la creatività.
Di certo non vi difenderà dalle intemperie della vita però saprete che non siete soli.




P.S.: Se scrivo queste cose e altre simili non è di certo perché voglio essere la guru di qualcosa. Diciamo pure che è la mia vita a suggerirmi questi argomenti.

L'arte come chiave dell'Universo

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La Notte Stellata di Van Gogh, 1889. 
Uno dei quadri più famosi al mondo.
Un giorno spero di poter vedere dal vivo questo capolavoro, per poter ammirare meglio i turbamenti del colore, le movenze...
Si può davvero dire che l'universo stia danzando.
Fantasia?
Non direi. Almeno non dopo aver visto questo video (nota: ci sono anche i sottotitoli italiani)






In sé il concetto non mi sorprende più di tanto nel senso dell'arte come un aspetto della scienza. Basti anche a pensare ai lavori di Vasilij Kandinsky e la sinestesia ovvero una stimolazione che associa due sensi contemporaneamente e nel caso del pittore russo la vista e l'udito. 
Mi chiedo se Van Gogh era consapevole di quanto veritiere e profetiche fossero state le sue sensazioni nel dipingere questo quadro.
Anche perché qui non si tratta solo dell'Universo, ma della percezione del cervello.
Si potrebbe parlare di come si vede e quindi basarci sulla meccanica dell'occhio, ma qui, così come per quello che riguarda il nostro corpo, si va al cervello.
Di Van Gogh si potrebbe parlare semplicemente di genio (Caparezza gli ha dedicato una canzone) ma a parte questo, che questo quadro fosse in qualche modo speciale, lo si poteva intuire anche senza sapere quello che viene spiegato nel video che di certo non ne toglie fascino, ma anzi credo che susciti ancora di più la curiosità come essere maggiormente consapevoli di qualcosa.
Anche magari non considerare la pittura non realistica come qualcosa di semplicemente fantastico e perciò non fattibile nella realtà.
E' anche per questo che mi piace la pittura come quella di Van Gogh: perché va oltre.


Semina come un Artista di Austin Kleon

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Ieri pomeriggio ho comprato il secondo libro di Austin Kleon ovvero Semina come un Artista



Dopo il successo del suo primo libro Ruba come un Artista, letto anche quello e parlato brevemente in questo post verso la fine, ecco quello che sembra essere il proseguimento.
Infatti, come lui stesso scrive, se nel primo libro raccontava di come prendere il fascino dagli altri artisti, qui si parla di come affascinare gli altri.
In un certo senso, siamo facilitati: con Internet chiunque può condividere qualcosa, ma come ogni strumento, bisogna saperlo usare ma ancora di più bisogna superare delle nostre riserve.
Per esempio, una volta si parlava solo del progetto finito mentre ora anche il processo è degno di attenzione e di essere documentato.
Con questo libro, Austin Kleon vuole smentire l'immagine dell'artista duro e puro, quello che non accetta che la sua arte venga venduta, quello che conserva la sua arte e non la vuole condividere con nessuno.
Si può dire che l'arte si alimenta dell'arte.
Inoltre viene specificato di non provare un timore referenziale verso i geni e non fare più niente. L'importante è fare.
E poi di non aver paura di essere considerati dei dilettanti o amatoriali.
Se questo vi sconcerta un attimo, vi invito a leggere il libro perché queste parole poi le vedrete magari sotto una nuova prospettiva.

E a proposito di fare, ecco il mio ultimo disegno.




L'ho voluto fare per una mia cara amica (infatti è sua la foto)
A dire il vero non sapevo nemmeno cosa volevo fare. 
Ho lasciato che la mano andasse così come il colore.
Solo dopo mi sono accorta che c'è una strana torsione del corpo ovvero il volto è voltato verso la nostra sinistra, mentre il corpo è orientato verso la nostra destra.
Comunque alla fine l'ho lasciato così, con questa strana torsione del corpo.
Di solito, quando faccio qualcosa, soprattutto se è per qualcuno, sono ancora più critica verso me stessa.
Questa volta ho detto che andava bene così perché la cosa più importante in quel momento era fare. Soprattutto visto che non sto realizzando tutti i giorni come prima.



Ritornando al libro, ve lo consiglio altamente. Quello che ho scritto qui sul libro è solo una sua piccola parte.
Inoltre è di facile lettura, infatti ci ho messo davvero poco, e lo potrete continuare a leggere nel caso vi sentiate smarriti.


Settembre

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Autunno di Stanislaus Soutten Longley



E' settembre da poco (parlo ovviamente del momento in cui sto scrivendo)
Avete passato una buona estate?
Spero di sì.
Io spero che da questo settembre e d'ora in poi le cose si smuovino e non solo per me, ma anche per tutti quelli che si sentono bloccati, per quelli che fanno arte e non, per tutti.
Vi ricordo anche, se non lo sapevate già o ve lo siete dimenticati, di questo concorso di scrittura su Aulonia. 
Trovate tutte le indicazioni sul post e anche il link del riassunto della storia finora raccontata (capirete poi il perché). E' stato realizzato apposta così che voi non abbiate scuse.
Avete tempo fino alla mezzanotte del 30 settembre.


Am aracmand ("Mi raccomando" in romagnolo)



Intanto ben ritrovati e ricordatevi "Libera le farfalle che hai dentro e creerai giardini immensi"



da I am a bunny di Richard Scarry




Una frase che ogni tanto ho bisogno anch'io di ricordare. 
A me stessa


Elogio all'ostacolo di bellezza

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C'è una donna qui a Ravenna che ha fatto dell'ostacolo di bellezza una filosofia di vita. Si chiama Stefania Pelloni e ne avevo giusto parlato qui.



con l'immancabile gatto



Che cos'è l'ostacolo di bellezza?
Vi faccio un esempio.
State preparando qualcosa. Siete tutti precisi, fieri di voi e zac! qualcosa va storto.
Che cosa fare? Buttare il progetto o continuare?
Ma nel continuare, bisogna riformulare la scaletta, l'esito finale non sarà come quello che si era prefissato. Insomma, questo sbaglio impone un cambiamento e quindi stare ancora lì a pensare e, magari, frustrati alla fine lo si rigetta.
Quante volte vi è successo?
Ebbene la sua filosofia nasce dall'esempio dell'artista Friedensreich Hundertwasser, l'artista che vedete all'inizio del link sopracitato, e nel suo dire "La linea diritta non esiste in natura."
La linea diritta è una nostra costrizione e prima e poi irrompe la linea storta.
Una linea storta come esempio di spontaneità che spezza una corrente placida, quasi immobile.
C'è vita nel movimento e nel cambiamento.
Quando qualcosa non va come prefissato, sei costretto a trovare altre strade che magari prima non avevi pensato, anche una cosa banale che da' il suo tocco in più.
Non si tratta di originalità a tutti i costi, ma di elogiare l'imperfezione della vita, la sua imprevedibilità. Ci vuole un gran coraggio in questo e  questi ostacoli di bellezza possono diventare appunto una filosofia di vita.
Potrà sembrare difficile, ma conoscendo lei, il suo entusiasmo, ti fa quasi credere che sia possibile e il suo potere "infettivo"è altissimo.
Quindi cosa fare? 
Vedere nel blocco un'opportunità per esempio. 
Guardare altre strade.
Non limitarsi alle cose che sai fare.
Osa anche se non sei sicuro.
E queste sono solo alcune.


Potrebbero quasi sembrare delle frasi dette da quei motivatori, life coach ecc...
Qui si parte da qualcosa di artigianale, dal lavoro manuale per poi arrivare al concetto.



Vi ricordo ancora il suo blog.

10 settembre: Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio

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Questa giornata è rappresentata recentemente dal nastro giallo
 che ha anche altri significati.
Qui il sito della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio





Troppe, troppe volte ho sentito persone che malgiudicano chi si suicida.

Ha gettato la sua vita... Non ha pensato prima ai suoi cari?... Non sapeva che la vita è un dono e come tale va rispettato?... Ognuno ha i suoi problemi... Si è mostrato solo un debole... E' stato un vigliacco, codardo, egoista...

Ditemi, vi sono familiari queste frasi?
Magari perché le avete sentite oppure provengono da voi stessi?

Qualunque sia la risposta ditemi: avete mai provato ad essere nei panni di chi pensa che ormai la vita è finita? Anzi, non si può neanche chiamarla vita perché già si sentiva morto dentro.
E il coraggio di compiere il suicidio, di quale coraggio state parlando?
Forse per chi ragiona a mente lucida spararsi, buttarsi da un palazzo, tagliarsi le vene può rappresentare una soglia da non oltrepassare mai ma per chi si sente così inghiottito questo non è niente.
Non è questo il coraggio. Il vero coraggio sta nel non decidere di non suicidarsi.




E non prendete come paranoie la depressione, l'autodistruzione ecc...
Ciò che influenza la mente e la psiche ha la stessa importanza di ciò che influenza il corpo.
Anzi, il più delle volte sono correlati.
E le famiglie... Chi può dire com'è veramente una famiglia? Il ritratto che serve da facciata? Non sempre la famiglia è come sentirsi a casa.

Ovviamente ci sono diverse cose da considerare e quello che invito a fare è andare oltre la facciata.



Le persone che muoiono per suicidio dentro di loro si sentono già morte.
Alcune poi si lasciano morire da giorni e magari non se ne accorgono neanche.
Anzi ci sono anche dei gesti che possono far presagire l'atto anche giorni prima come il silenzio, il voler abbandonare ogni contatto con il mondo come se si stesse preparando per il congedo.
Poi magari hanno raggiunto un certo distacco che li fa sembrare come automi.
Altre volte poi succede che la persona era "sorridente, non faceva pensare minimamente che si fosse suicidato".
Ci sembra di guardare con gli occhi e si è ciechi.
E' comunque non è vero che non ne parla. Diverse persone hanno parlato, hanno comunicato (come Amanda Todd) e di sicuro non per attirare l'attenzione.


Ma da questa "morte", da questo dolore si può rinascere.
So che magari non sembra facile.


La vergogna, il trauma, depressione...


In ognuno c'è molto altro dello stigma che ci si porta dietro.
Molti che hanno tentato il suicidio, e che ci sono andati anche vicino, si sono poi battuti per far sì che altre persone non soffrano o almeno che non si sentano sole.
Risentire la connessione con il mondo, usare la propria sofferenza e creare.
Anche distruggere per poi ricreare.
Ci sono diversi modi.
Giorno per giorno.



E se uno si accorge che un suo amico o familiare sia a rischio?
Non sottovalutate la sua presenza. Non giudicatelo. Fatelo sentire importante, di come lui sia...



.



Io mi auguro sinceramente che le persone che pensano o hanno già tentato il suicidio possano sentire sbocciare dentro di loro la forza della vita.





Perché la vita, sentirsi vivi, non è affatto una cosa banale, qualcosa da sottovalutare.
Prorompente come un germoglio che buca il terreno, l'asfalto e fa crescere la sua pianta.



Un bacio a tutti.

Monologhi e racconti

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Quest'estate ho partecipato a due concorsi di scrittura: scrivere un monologo per il blog di Elisa Elena Carollo e scrivere un racconto per quello di Romina Tamerici. Entrambi i concorsi erano in occasione del compleanno dei loro blog ed entrambe le modalità di scrittura (monologo e racconto) rispecchiano i loro blog (nota: vi consiglio di seguirli entrambi)
Avevo già in mente di realizzare un post con ciò che avevo scritto, ma visto che i commenti dovevano essere anonimi, ho dovuto prima aspettare che entrambi i blog svelassero i tre finalisti (potete leggerli qui e qui).
Stavolta non sono entrata in finale in nessuno dei due concorsi e posso anche capirlo: in entrambi i blog c'è stata una grande affluenza che immagino abbia messo in crisi le due blogger.

Quindi, ecco cosa ho scritto io.

Prima i due monologhi



Foglie d'autunno




Era il primo o il secondo anno delle elementari e come al solito, ero tenuta fuori dai giochi. Ero seduta per terra quando mi accorsi di un piccolo angolo in cui c'erano foglie d'autunno impegnate a girare in un vortice. Rimasi incantata a vedere quelle foglie che mi avvicinai e dopo un periodo a fissarle, allungai le mani e le muovevo come se stessi eseguendo una magia. Muovevo le mani in aria "disegnando" così traiettorie che le foglie avrebbero poi seguito. Dopo un po' anche gli altri miei compagni si avvicinarono a me e mi guardavano con stupore.
Poi il vento finì, le foglie caddero e i miei compagni se ne andarono ma la magia non era finita perché la sentivo nelle mie mani.





Una compagna


di Marko Popadic


Se l'ho vista in faccia? Certo che sì. Se per un qualche motivo ti sei affacciato alla morte, non è che puoi dimenticarla. Com'è stato vederla? Non riesco a descrivertelo. Credo sia come vedere di notte l'altro lato della Luna, quello nascosto. No, non c'è nulla di romantico in tutto questo. E come potrebbe esserlo? E' come se qualcosa mi avesse spinto a forza contro un muro ed io ero costretta a vederla, a fissare i suoi bianchi e a sentire la sua risata anche se piano, piano non riuscivo più a sentirla. 

Com'è stato ritornare alla vita? Uno shock credo come avere sparata la luce in faccia appena ti hanno fatto nascere.
No, non sto cercando di essere coraggiosa o cinica.
Anzi, posso dire che oramai è diventata una compagna. No, non desidero di morire e se ci penso non è che la voglia fare finita.
E' solo che... Ormai è diventata una mia compagna e non per questo mi vedrai affiliata a una setta che preannuncia la fine del mondo.
C'è prima di addormentarmi e anche quando sono felice e sto ridendo di gusto. C'è quando sono sola e quando mi sto godendo la compagnia degli altri.
Tutto qui.
Se adesso non mi fa più paura di morire? Non lo so. 
Non saprei prevedere la reazione anche perché potrebbe capitare non me ne accorgerei neanche.
Intanto vivo questa vita e per me va benissimo così.
Anzi, non potrebbe andare meglio.




Questi due monologhi raccontano un frammento di me, della mia vita.
Il primo è un ricordo che ho della mia prima infanzia ed è stato esattamente così, con quelle sensazioni, quella solitudine che sentivo all'inizio e il senso di magia alla fine.
Il secondo invece è una drammatizzazione ovvero un pensiero venuto a me in dormiveglia mentre stavo pensando a cosa poter scrivere ancora. Questa più che altro può essere una confessione: dieci anni fa ho rischiato di morire e l'ho voluto scrivere come lo stessi raccontando a un'altra persona e come se io stessa fossi un'altra.


Passiamo ai racconti


Se solo una piuma...







Sara era una donna forte. Lo è sempre stata. Portava, come se fossero niente, pesi da squarciarle mente e corpo, ma al vederla sembrava che camminasse leggera. Eppure da giorni pensava "Se solo una piuma mi portasse via." Con questo pensiero andò a letto come se fosse un ordine per il mondo onirico.
Ed eccolo il sogno.
Mentre era lì in attesa, ecco la piuma: volava in alto. Ogni volta che si muoveva, spostata da diversi venti, la piuma risuonava.
Sara saltava con le mani in alto: desiderava prendere la piuma.
La piuma alla fine scese leggera come se danzasse sulle punte. Alla fine Sara la prese e le disse: "Ti prego, bella piuma, portami via di qui." La piuma sentì le sue parole e, invece di portarla via, entrò nel suo corpo e decise di restare lì.
Sara sorrise sia nel sogno sia mentre stava dormendo: aveva una piuma che pulsava nel cuore.



La bambina




(ho scelto questa foto per il suo sguardo)





C'era un gran viavai in quell'ospedale e le pareti bianche sembravano appartenere ad un manicomio.
Il chiasso mi rimbombava nelle orecchie, ma io automaticamente me ne distaccavo. Dopotutto ci ero andata per visitare una bambina.
Agli occhi degli altri, questa bambina sembrava essere invisibile: nessuno badava a lei, nemmeno un medico.
Forse la davano per irrecuperabile, ma io so che ce la può fare. Nonostante lei faccia fatica a stare in piedi, abbia le mani e i piedi provati dal peso che hanno portato per anni in silenzio, ho fiducia in lei.
E poi il viso segnato da un pallore estremo con gli occhi che sembravano essersi riempiti così tanto di lacrime da gonfiarsi.
Da quanto non riesce a dormire?
Da quanto se ne sta lì in tensione?
Ogni tanto diceva qualche parola. A qualcuno sarà sembrato che stesse farneticando ma io so che non è così.
L'unica cosa che potevo fare in quel momento era stendermi accanto a lei e ascoltarla.
So che questo momento passerà. Ne sono certa.
Non posso mica abbandonarla a se stessa.
Le ho cantato una ninna nanna.
Il rumore sembrava essere sparito e io la guardavo. Un timido e lieve sorriso si è affacciato sul suo volto.
Nonostante un corpo che sembra essere martoriato, io lo so che dentro di sé conserva gelosamente una scintilla di luce.
Solo io lo so.
Dopotutto lei è la mia bambina interiore e se non ci fossi io ad ascoltarla, chi potrebbe farlo?


Altri due frammenti di me.
Il primo racconto si basa su un mio pensiero, sull'immagine di questa piuma così leggera, su questa sola, unica piuma capace di sollevarmi. Volevo scriverlo su Facebook ma poi ho pensato di trasformarlo in un racconto. Alla fine ho deciso che questa piuma non l'avrebbe sollevata, almeno non come credeva la protagonista del racconto.
Il secondo racconto invece si basa su un mio sogno ovvero io sul letto che ascoltavo questa bambina che stava male. Altre cose poi le ho aggiunte giusto per non far un racconto di due o tre righe.





Come vi sembrano questi miei scritti?
E parlando di racconti e di concorsi, vi ricordo che il 30 settembre scade il mio concorso.



P.S.: Tranne per una foto, non ho trovato l'autore anche se credo che l'ultima appartenga al documentario su di lei. Tutte le foto sono state trovate su Pinterest
P.P.S.: L'anno scorso ho partecipato ad entrambi. Solo il monologoè entrato come finalista, arrivando poi al secondo posto. Mentre ecco il racconto.

Arte blasfema o scomoda?

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Alessandro Lonzi all'opera
foto presa dalla pagina FB Subsidenze



Anna Agati e Alessandro Lonzi sono due miei carissimi amici artisti di Ravenna.
Credono profondamente in questa nostra città tanto da collaborare più volte assieme e creare eventi come il Ravennopoli (potete vederli qui nella terza foto).
Questo evento era in occasione della Candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019, cosa che poi non è avvenuta (ricordo che la nomina è andata a Matera) ma alla fine non importa perché continuiamo a credere che Ravenna sia una città d'arte e non stiamo parlando solo di quella del passato e neppure lo si vuole rinnegare.
Da parte mia si desidera continuare ad andare avanti reinventando e credo che in qualche modo sia il loro stesso pensiero.
Ma a volte anche le intenzioni possono non essere capite. Soprattutto nell'arte dove ognuno si sente il diritto di farsi un'opinione.
Già qualche anno fa parlai dello spettacolo della compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio intitolato Sul concetto di volto nel figlio di Dio e dell'accusa di blasfemia.
Così questa mattina mi capita di andare su Facebook e vedo un articolo di Ravenna e Dintorni dove un politico ha accusato di blasfemia i murales di Alessandro Lonzi realizzati per il festival di street art Subsidenze promosso dall’Associazione Culturale Indastria in collaborazione con l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune e il patrocinio del Gaer (Associazione Giovani Artisti Emilia Romagna) (fonte: Ravenna e Dintorni)
Troviamo  che la religione non debba essere strumentalizzata o provocata con simboli al limite dell'offesa, come nel caso di questi murales... Troviamo di cattivo gusto le corna sopra un Gesù disegnato con le infradito, una signora incita intenta a fare le corna. Troviamo anche di cattivo gusto la vicinanza di simboli che richiamano gli illuminati vicino alla figura S. Patrizio, ciò con il precipuo intento di alludere ad una commistione fra chiesa e poteri forti... Non si capisce la volontà dell'artista, se non quella di provocare il mondo cattolico; non si capisce nemmeno come il Comune possa autorizzare e tollerare certe rappresentazioni grafiche di dubbio gusto. Tutte le iniziative culturali per essere coerenti con il loro scopo appunto “culturale”, dovrebbero osservare dei requisiti morali, etici e di buona educazione, ma forse il Comune di Ravenna nel suo processo di modernizzazione ha perduto questi principi che stanno alla base di una società che si rispetti ed improntata su criteri di democraticità (dall'articolo di Ravenna e Dintorni)
Da parte mia e di chi ben conosce questi due artisti c'è stata come una sorpresa a punto interrogativo.

Nella pagina alcuni hanno commentato citando Charlie Hebdo e Perché non un murales su Maometto? ma mi sembrano scritti solo per provocare e a vuoto.
Il punto è se l'arte deve essere consona e "democratica". 
Se così fosse, sarebbe la sua morte.
L'arte non è nata per essere rinchiusa in un salottino e molti dei capolavori che possiamo vantare di avere qui in Italia e nel mondo non erano stati apprezzati all'epoca.
L'arte è un po' come l'amore perché può destabilizzare. Non serve per confermare chi siamo e rassicurarci. 
La replica da parte dei due artisti si è fatta sentire subito (potete vederlo in questo video di Ravenna Webtv) e mi è piaciuto molto anche il loro modo di esporre le idee, così, semplicemente. 
Mi è piaciuto perché vedo molto che si vuol attaccare perché lo si crede un nemico, anzi Il Nemico mentre invece si vuole semplicemente esporre il proprio punto di vista.


In più ho saputo che tal politico, Marco Miccoli (uno degli organizzatori del festival) e Alessandro Lonzi si incontreranno e io sono davvero curiosa di sapere come andrà.


Aggiornamento 19 settembre 2015: Si sono incontrati e c'è stato un vero e proprio dialogo di condivisione. Perfetto!
Le parole del politico in questo articolo tratto da Ravenna notizie.

La voliera d'oro di Anna Castagnoli e Carll Cneut

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Ci sono quei libri che li aspetti appena vengono annunciati e questo accadeva nel febbraio dell'anno scorso quando Anna Castagnoli nel suo blog Le figure dei libri annunciò l'uscita di un suo libro da scrittrice con le illustrazioni di Carll Cneut.
E intanto aspettavo, riempiendomi di meraviglia gli occhi vedendo man mano le illustrazioni di Carll Cneut nella sua pagina Facebook.
Così ieri, quando lessi, sempre nel blog Le figure dei libri (vedi qui dove potete leggere un dialogo tra scrittrice e illustratore), che il libro è uscito in Italia, edito da Topipittori... Beh, chiamai subito la mia libreria di fiducia per farmelo segnare e stamattina sono andata a prenderlo.
L'attesa è stata ben ripagata?
E di cosa parla?

La voliera d'oro nasce da una frase: La figlia dell’imperatore si chiamava Valentina ed era insopportabile.
Poi andando avanti, questa frase si amplia trasformandola in una piccola tiranna con una moltitudine di vestiti, cappelli, scarpe ecc... ma soprattutto uccelli di ogni tipo e se un servitore non portava ciò che le veniva chiesto, faceva tagliare a loro la testa.


Quello che mi ha più colpito è il fatto che, anche se Valentina è una nobile, non è vestita regalmente.
La troviamo imbronciata, ingobbita (soprattutto quando sulla testa ha uno di quei enormi cappelli), a braccia conserte... Non è difficile vedere nel suo aspetto una bambina qualsiasi.
Eppure c'è un'immagine che più di tutte mi ha colpito: lei nella sua stanza di giochi, piegata sotto il peso di un enorme cilindro.
C'è nel suo sguardo qualcosa che mi colpisce come se lì da sola potesse esprimere veramente la sua solitudine e la mancanza degli uccelli tanto desiderati.
Quando ero bambina invidiavo un sacco gli uccelli, invidiavo la loro capacità di volare. Sentivo che anche se avessi sbattuto le ali, c'era qualcosa che mi teneva legata a terra, quasi imprigionata.




un mio dipinto del primo anno di Accademia



E arriviamo a questi uccelli.
Quando li ho visti per la prima volta (vedi qui) sono rimasta meravigliata dalla loro bellezza e intrigata dall'inquietudine di quegli sguardi fissi e mobili. Mi sembrava che mi stessero guardando.
Li vedi nel libro e la loro bellezza è quasi insostenibile: anche se lo stile è realista, quasi naturalistico, sono enormi e si crea un contrasto tra Valentina che quasi si perde tra questi uccelli.
Poi arriviamo a un punto dove gli uccelli si confondono ovvero dal naturalismo si passa a uno stile molto più da bambino, la fantasia che si sta unendo alla realtà
Inoltre le frasi di Valentina sono scritte in un corsivo tipico da bambini e anche alcune frasi sembrano tipiche del mondo infantile.

Voglio l'uccello dalle ali di vetro!
Voglio l'uccello dal becco di corallo!
Voglio l'uccello che sputa acqua!

Un adulto quasi potrebbe sorridere di fronte a queste richieste e pensa che il becco rosso di un uccello potrebbe ASSOMIGLIARE al corallo però mi immagino che Valentina intenda proprio questo!
Andando avanti, c'è una richiesta che può cancellare ogni altra.
E' come se Valentina finalmente avesse realizzato che cosa desidera veramente e la si vede in una scena che è dritta. Non c'è più nessun peso che la opprime.

Meglio che finisco qui con la storia perché non vorrei svelarvi il tutto.
La mia attesa è stata ben ripagata e di certo lo leggerò ancora.
Una cosa che mi ha stupito nelle illustrazioni è che ogni personaggio è rappresentato di profilo. 
Di recente Anna Castagnoli ha scritto dei post sulla rappresentazioni di personaggi e l'orientamento dei loro volti se sono di profilo o frontali (prima parte, seconda parte) e alla fine della seconda parte si può leggere il motivo di tale scelta.


Perché leggere il libro? Beh, mi è quasi sembrata una fiaba. Non una moderna fiaba, ma una fiaba e basta. Pensando a Valentina e agli uccelli, mi è subito venuto in mente L'imperatore di Hans Christian Andersen col suo usignolo.


di Harry Clarke, 1916


Non si tratta affatto di una reinterpretazione, ma ci sono diversi punti in comune come un desiderio assoluto.
Qualcuno magari potrebbe quasi inorridire nel leggere che una bambina fa decapitare i suoi servi se questi non le portano ciò che lei desidera, ma come una fiaba non bisogna prendere alla lettera.
In Valentina c'è una grande fragilità e credo che ci si possa riconoscere in lei se si ricorda che l'infanzia non sempre è quell'età spensierata spesso tanto raccontata.



P.S.: Quasi in contemporanea a questo libro, Carll Cneut ha realizzato Uccelli da disegnare e da colorare, sempre edito da Topipittori. 
Inoltre ha realizzato qualche mese a Gand, Belgio (sua nazione) una mostra intitolata In my head (vai qui).
P.P.S.: Di Anna Castagnoli ho letto Super 8, un'autobiografia sulla sua infanzia. Ne ho parlato qui
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Luna di Sangue

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Siete riusciti a vedere questa Luna?
Verso le 3 poi si dovrebbe essere tinta di rosso sangue. L'avete vista?



di Grant Brummett


Per onorare questa luna, ho deciso di scrivere questo post.


La cosa particolare è che questa Luna Piena è nel segno dell'Ariete e si potrebbe immaginare che sia stato il dio Marte (governatore del segno) a tingerla così.
Inoltre questa Luna Piena viene chiamata la Luna del Raccolto.
Nell'antichità il dio Marte non era solo il dio della guerra, ma anticamente era invocato anche per l'agricoltura.

Eppure questo sangue non mi sembra quello del sacrificio bensì della spinta rinnovativa, tipica dell'Ariete, segno dove i germogli iniziano a spuntare con prorompente vitalità.




Oracolo di Sangue di Jvudas Berra



di Sean Ellis



Solaris di Eurisko Imaging



di Melanie Delon


Eppure il sangue viene spesso considerato tabù: dallo nascondere o decolorare ogni fotogramma in un film destinato ai bambini per paura che si spaventino (ma un bambino non si sbuccia più le ginocchia?) al sangue mestruale.
Eppure rinnegare il sangue è come rinnegare la vita stessa.
Il vederlo solo come un sacrificio o come qualcosa di assolutamente disgustoso porta a non considerarlo come l'essenza vitale che è.



di Khoa Le





la danzatrice del ventre Shakti Mohan


Sarebbe come perdersi la sua danza mistica e travolgente.






E' un principio di trasformazione come la fase alchemica del rubedo, come il sangue della testa tagliata di Medusa diventa corallo appena viene a contatto con l'acqua del mare.



Perseo e Andromeda di Giorgio Vasari , 1572


Affacciarsi al rosso è un rituale che accomuna ogni cultura e non sto parlando solo del menarca. E' qualcosa che tocca anche gli uomini e qui non sto parlando neanche del fatto di andare in guerra.



di Saad Al-Hakkak



danzatore della Costa di Malabar, Sud India


E' come un filo che si rinnova ad ogni passaggio d'età



Linfatico di Asley Blanton



Concorso di scrittura su Aulonia: il finale

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Aulonia vi ringrazia ;)



E alla fine eccoci all'esito finale del concorso di scrittura su Aulonia per il raggiungimento delle 10.000 visualizzazioni.
Ricordo che la richiesta era di scrivere il seguito all'ultimo post del mio secondo blog ovvero Una nuova partenza.
Il post vincitore sarebbe poi stato il post successivo.
Non chiedevo una cosa da poco perché non si tratta solo di immaginare un seguito, ma anche che sia in linea con tutto il resto.
Inoltre pensando a quello che era stato scritto, mi immaginavo il post successivo.
Ma di cosa stiamo parlando? 
Allora, soprattutto lo spiego per chi non lo ha presente, abbiamo qui Zoe, ovvero Aulonia in veste umana senza nessuna memoria di ciò che era, in casa sua, sprofondata nel suo letto. Sua madre la chiama e così Zoe vede poi accanto a sua madre una donna anziana mai vista prima.
Infine scopre che questa signora è venuta a prenderla.


Ecco. Questa è la fine. Fino a poco fa.
Quindi, come è stato proseguito poi?
Ci sono stati 3 partecipanti ed eccoli qua nell'ordine in cui mi sono arrivati.




di Romina Tamerici (questo il suo blog)


Il tempo per guardare indietro non esiste. 
Mai.
Ma andare avanti è difficile, a volte. 

E ogni cambiamento è un salto nel vuoto, più o meno drastico, più o meno doloroso. 

Lasciare la stabilità momentanea per seguire un'estranea è del tutto folle, ma una strana sensazione sembra ricordare a Zoe che è tempo di avere delle risposte. E quindi bisogna cercarle. Ma risposte a cosa? A quali domande?


Tessendo i fili dei suoi pensieri, Zoe non sa se essere impaurita o felice per quella nuova avventura, ma tenendo in una mano la piccola valigia scura, si avvia verso l'anziana che è venuta a prenderla. 


Lei le protende la mano e Zoe l'afferra. La sensazione della pelle rugosa a contatto con la sua così giovane la pervade fin nella sua profonda essenza. 



Sì, è l'inizio di qualcosa di nuovo. 

Eppure la sensazione è quella di un ritorno.

Strano, perché il tempo per guardare indietro non esiste. 







di Daniele Riva (questo il suo blog)


“Sono pronta”


Zoe prende lo zaino e un pensiero le attraversa la mente. Una visione, piuttosto. Ma confusa, come se fosse costituita da tante tessere di mosaico che non combaciano perfettamente.

Una luce alabastrina. Un lago smeraldino.

“Andiamo” dice la donna anziana e la visione scompare come succede nella fiabe che Zoe ama leggere. Inafferrabile. Eppure qualche cosa le rimane nell’inconscio. Forse riuscirà a ricordare un giorno.


La casa della donna è un piccolo villino nel verde. Nel crepuscolo sembra quasi galleggiare come una ninfea dal fiore rosa. Nel lago vicino nuotano cigni bianchi e Zoe si sente invadere da un senso di purezza.


La donna apre la porta, le stanze della casa prendono luce da grandi antiche vetrate: l’effetto è quello di un acquario dove anziché nell’acqua si nuoti nella luce. Una luce dorata e lattiginosa in cui la coscienza sembra perdersi e il tempo rallentare. È soltanto il tramonto che va ormai svanendo: il sole precipitato tinge di riflesso il villino. Quando la donna si china per accendere il fuoco nel camino, Zoe riesce finalmente a sputare la domanda che non era riuscita a fare: “Chi sei?”






di Iolanda Romano (questo il suo blog)


Zoe decise di seguire l'anziana donna, andando incontro al suo destino, piena di angoscia, poiché non sapeva cosa l'attendeva.
Amava sua madre, ed ovviamente si preoccupava per lei, ma dentro di sé sapeva che le sue esitazioni non erano dovute tanto al destino che aspettava la madre, una volta che l'avrebbe "abbandonata": era sempre stata una donna forte e se la sarebbe cavata benissimo anche senza di lei. 

Non era il destino della madre a preoccuparla tanto, ma il suo: abbandonare quella casa, che era sempre stato il suo nido, sua madre, che le era sempre stata di conforto, e gettarsi a capofitto in quell'avventura, che non pareva proprio partire col piede giusto. 

Molti amano le novità, i viaggi, le avventure , ma lei no, no di certo: forse a parole si lamentava della sua vita monotona, ma in fondo al suo cuore amava il suo rifugio, e le avventure, beh, le bastava leggerle nei libri o viverle nella sua mente, non aveva mai sentito l'esigenza di viverle di persona.

Ma ora non c'era più tempo: doveva andare. La voce che la chiamava era inquietante e perentoria, e sentiva che doveva obbedirle. 

Anche stavolta,sentiva di non essere padrona della sua vita, sentiva che stava andando incontro all'ignoto non perché lo volesse, ma perché, in qualche modo, era stata chiamata e DOVEVA rispondere.
"Forse è così che deve andare.." Disse tra sé sollevando le spalle.
Raccolse la sua roba, diede un bacio alla madre e si avviò verso l'uscio, dove l'anziana donna l'attendeva.
"Era ora: credevo ti saresti tirata indietro"
"Stavolta NO." replicò Zoe.






E' stata una scelta difficile e sappiate che non ho fatto preferenze per uno o per un altro ma alla fine ho deciso.
Il motivo? Questo è uno dei passaggi fondamentali, uno di quelli che possono sconvolgere la vita di qualcuno.
Mi è piaciuta la delicatezza nella narrazione e anche la sospensione come se ci fosse il tempo per pregustare l'attesa e il non sapere dove si andrà.

Qual è lo scritto che ho scelto? Beh, per scoprirlo andate qui nel blog di Aulonia :)


Ringrazio enormemente anche gli altri due blogger che hanno voluto partecipare e siate pur certo che i miei ringraziamenti non sono convenevoli
Inoltre ringrazio tutti quelli che, anche non partecipando al concorso, hanno voluto condividerlo come hanno potuto.
Ci sono stati anche quelli che avevano pensato di partecipare, ma per un motivo non ce l'hanno fatto. Anche a loro va il mio sentito grazie.
Inoltre, con mia grande sorpresa, mi è arrivata un'e-mail sull'iniziativa di "Disegna Aulonia a modo tuo" con questo disegno di Gilda Profeti. 
Dire che mi ha commosso è poco. E' da quando ho voluto prolungare l'iniziativa che non mi era arrivato niente e spero tanto che questo non sia l'ultimo.
Godetevi questo prezioso contributo.




Come suo pensiero allego ciò che mi ha scritto nell'e-mail: Mi è piaciuta molto la tua storia e i temi trattati, te lo dico da scrittrice (eeeh, scribacchiatrice più che altro :D ) e ho voluto rappresentarla mentre districa fili, non propriamente bambina, in un universo non esattamente idilliaco.


Quindi grazie a tutti voi, alla vostra generosità e spero che continui, che voi continuiate a seguire la storia di Aulonia, questa mia piccola creatura alla quale io voglio un'immensità di bene.
E poi chissà quale sarà il prossimo concorso. Chi lo sa :)
Un bacio sia da parte mia che da Aulonia.

Il Quetzal e la Libertà

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Quando ero bambina e leggevo I Quindici (trovate qui la prima parte dei post su questa enciclopedia), rimasi letteralmente folgorata da un uccello, il Quetzal.




Animale nazionale del Guatemala (infatti compare nella loro bandiera), venerato dai popoli precolombiani questo uccello è caratterizzato nel maschio di avere piume verde iridescenti ed una lunga coda.










Nel 2004 volli rappresentare un uccello che cercava disperatamente la libertà.
Ecco il dipinto preso dal catalogo della mia prima mostra personale (qui potete vedere gli altri cataloghi)



Vi posso garantire dal vivo che questo quadro ha colori molto più vibranti di come sono qui.
Quelle pennellate veloci che si vedono sono le mie dita.
L'ho dipinto interamente con le dita.
Ho voluto rappresentare un uccello con le zampe incatenate e che la sola cosa che può fare è cercare di sbattere le ali velocemente.
Ma la sofferenza di questo quetzal non mi sembrava finita che alla fine ho fatto dei tagli alla tela.
A qualcuno potrebbe sembrare quasi una cosa del "Non si fa!" ma al momento era quello che mi sentivo di fare.
Ebbene, quello che lessi qualche anno dopo, mi lasciò stupefatta.
In un libro su animali di mio fratello lessi appunto che il Quetzal, lo splendente Quetzal è il simbolo della libertà, che mal sopporta la prigionia e infatti, come un guerriero, preferisce lasciarsi morire. Inoltre che aveva un canto melodioso prima dell'arrivo dei Conquistadores e il vedere la sua terra dilaniata, ha portato il Quetzal ad emettere suoni striduli.
Così dice la leggenda e inoltre continua che solo quando la sua terra sarà libera, potrà cantare melodiosamente.
(fonte: Le più incredibili curiosità sugli animali, Focus Junior)





Poi, andando a cercare altre fonti, lessi che il suo petto rosso scarlatto testimonia il sangue versato dell'invasione e che prima anch'esso era verde smeraldo.



di Nell Fallcard


Anche questa parte ovviamente fa parte della leggenda ma serve anche a far capire l'importanza.
Le sue lunghe piume ispirarono poi Il Serpente Piumato.




Il termine "quetzal" serve ad indicare appunto qualcosa di prezioso, di divino.



di David Seibel



di Robert Bateman



di Mike DiGiorgio




di Davide Swartz



di Anita van Sambeeck


Considerato uno degli uccelli più belli in assoluto, quello che più mi fa commuovere è proprio la sua simbologia come se lui fosse testimone di un tempo andato, di un antico splendore.
E quel quadro che ho tagliato alla fine non l'ho buttato. Rimane con me.
Di sicuro non si vuole arrendere.

Io e il mio blog

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Per chi scrivi il blog?
Quali sono le tue motivazioni per tenere un blog?


A volte mi rimbalzano queste domande.
Come può essere catalogato il tuo blog?
Beh, entrare nel mio blog Farfalle eterne è come incontrarmi.
Un giorno parliamo di una cosa ed un giorno magari parliamo di tutt'altro però tutto accomunato dalla voglia di scoprire, dalla voglia di sondare e di condividere.
E inoltre della voglia di tenere cura.
Se c'è qualcosa che penso possa far piacere a qualcuno, non solo sto lì a pensarlo, ma glielo faccio presente.
A volte ho un po' il timore di disturbare (quando chiamo al telefono non manco mai di dire, dopo aver salutato, "Spero di non disturbarti.") e almeno qui nel blog posso sentirmi libera di dire, scrivere, di mettere immagini.
Ma c'è anche un'altra cosa che è fondamentale per il mio blog: non solo scrivo per gli altri, per la voglia di condividere ma anche per me stessa.
Non so se questo intento egoistico possa deludere qualcuno, ma vedete quando scrivo lo faccio anche per ricordare a me stessa.
Ovviamente non dimentico mai i miei lettori e sono grata assolutamente per tutti i commenti che mi lasciate, per le e-mail e le richieste ricevute e alle quali ho avuto molto piacere di rispondere (se queste poi non sono arroganti e fintamente ironiche).
E' con immenso piacere che vi informo di alcuni miei progressi nel campo dell'arte, del teatro perché alla fine ho creato questo blog per mostrare la mia arte.
Ma poi la cosa è sfuggita un po' di mano e così il blog ha preso un'accezione più estesa.
Per questo dico sempre di guardare le etichette che trovate a destra, ma anche così non so se qualcuno possa capire.
Se ritornassi indietro, cambierei qualcosa?
Per molti eventi della mia vita, credo che se avessi la possibilità, lo farei ma per quanto riguarda il mio blog alla fine credo di no.
Come ho detto prima, leggere il mio blog è come incontrarmi.
Ecco, chi sono io?



Quando ero bambina, una delle grandi domande che mi facevo era: "Chi c'è dietro a questi nostri occhi?"



La Nebulosa Elica



Rifacendo adesso la domanda, tutti mi hanno risposto con un semplice "Noi."
Eppure questa risposta, per quanto mi riguarda, non la trovo soddisfacente anche perché non capisco cosa intendano con quel "Noi.".
E, fatta al singolare, cosa si può intendere rispondendo con "Io"?
Lo intendi a livello superficiale oppure a un livello più profondo? Ne parli a livello razionale, logistico oppure a livello inconscio?
Da una domanda così, magari non si riesce a cavare un ragno dal buco eppure c'è qualcosa della quale sono sicura: ci sono più io nella stessa persona.
Come a volte scrivo, soprattutto su Facebook, non sono un essere monolitico.
E anche tutti quei miei post che sembrano motivazionali tipo "Dentro di te c'è molta più forza di quella che pensi di avere." alla fine servono anche a me stessa.
A volte vedo quei video dei life-coach dove dicono di aver superato una gran difficoltà e condividono la loro esperienza con tutti e penso alle difficoltà che dovranno venire. Come reagiranno? Alla luce di ciò che hanno superato in precedenza, riusciranno ad avere maggior prontezza?
E quando mi immagino i guerrieri mi chiedo: "Ce l'hanno un momento in cui non sanno cosa fare? Come agire?"
Come reagiscono questi guerrieri pronti all'azione quando si dovranno confrontare con un momento di stasi?
Di fronte alla fragilità e al non sapere che cosa la vita ci possa riservare, pensi che le tue fondamenta siano abbastanza solide?




dal film d'animazione Spirit


In questo momento mi sento fragile e no, non si tratta di una contraddizione alla forza che citavo prima.
E così a volte leggo il mio blog come se fossi una semplice lettrice.
Perché sì, non sono una persona incrollabile, non sono forte come una roccia. Preferisco essere forte come un corso d'acqua che frantuma quella roccia.
Non si tratta neanche di qualcosa che intendo mandare via questa mia fragilità.
Molto di ciò che mi commuove è fragile e so che in questa fragilità si nasconde una forza incredibile.
Parlo di bisogno.





Questo è il quadro "Bisogno d'amore", quello che poi ha generato la piccola Aulonia.
Il bisogno...
Avete presente quando si vedono video di persone menomate, diversamente abili che compiono imprese incredibili?
Quando li vedo penso all'amore che li circonda come due mani che insieme rappresentano un fiore che sboccia oppure a forma di calice.
E quando mi sento così penso alla fragilità, al bisogno della cura ma è qualcosa che vorrei sentire anche su di me come una carezza, come un "Ci sono."e non soltanto perché sentito come un dovere.
Devo per caso vergognarmi di questi stati di debolezza?
E cosa c'entra questo con il mio blog?
Beh, in questi casi il blog può essere un'ancora e non solo per i messaggi che leggo.
Vi faccio un esempio.
Mi piace tantissimo scrivere lettere che non spedirò mai: sono lettere a me stessa.
A volte li rileggo dopo tanti anni e mi commuovo.
Così anche il blog.
Si può dire che questo blog mi sta aiutando.
E' un po' come tenessi un diario sapendo che altri lo leggeranno.
Ho confidato alcuni aspetti di me nel blog e, credo che lo capirete, altri li tengo nascosti, preservati in me.


Si può dire che io e il blog corriamo agli stessi livelli.
Non si tratta solo di informazione, di divulgazione, ma anche molti miei stati emotivi, molte mie letture del momento sono stati frutto per generare dei post.


Spero che questo post non sia stata una noia a leggerlo.
In questo momento mi sentivo di scriverlo.
Alcuni elementi che mi sembravano certezze, ora sembrano non esserlo più (il blog continua).
E a volte mi chiedo a cosa daranno luce queste incertezze.
Come si trasformeranno e come mi trasformeranno.
Senza contare che mi trovo in una situazione precaria comune a molti altri (senza un lavoro, vivo in casa con mia madre...)
Come il mio canto si trasformerà?



il mio primo video su Youtube pubblicato il 31 gennaio 2010


Dove mi condurrà la voce che mi guida?






Grazie a tutti quelli che hanno letto questo mio sfogo di certo non diretto a voi.
Eppure sentivo la necessità di scrivere ciò.
Grazie infinite.




Mokuren dalla serie animata Proteggi la mia Terra



La storia del brutto anatroccolo ovvero come una fiaba può essere mal compresa

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Stavo ascoltando Il brutto anatroccolo nella versione delle Fiabe Sonore (qualche giorno fa ho scoperto che c'è un canale tutto su di loro) e ho pensato a questa fiaba, a quanto è stata mal compresa.





Sarà famosa, una delle fiabe più note e rappresentative di Hans Christian Andersen, ma terribilmente mal compresa.  
Perché dico ciò?
Provate a pensare a cosa rappresenta adesso "Eri un brutto anatroccolo e adesso sei un splendido cigno."
Che cosa vi viene in mente?
Di certo, almeno alla stragrande maggioranza, pensereste a una persona, soprattutto di sesso femminile, che nell'infanzia era brutto e sgraziato e crescendo diventa splendido, bello da far invidia.
Mai considerazione fu più sbagliata.


Non importa che sia nato in un recinto d'anatre: l'importante è essere uscito da un uovo di cigno.
(Hans Christian Andersen)





di Christian Birmingham



Qui non si tratta di diventare più bello.
Se quel "brutto anatroccolo" si fosse ritrovato in un nido di cigni sarebbe stato considerato per quello che è ovvero un piccolo cigno, ma questo lui non poteva saperlo.
Lui sin dall'inizio era subito caratterizzato e per giunta sembra che inizi male: il suo uovo non si schiude con tutti gli altri.
Eppure sa nuotare benissimo, meglio di tutti gli altri.
Solo che questa sua dote non basta perché viene subito giudicato secondo i parametri di chi giudica.



di Milo Winter, 1916 circa



di Theo van Hoytema, 1893


E visto che l'anatroccolo non è ancora consapevole di se stesso perché influenzato da quello che gli viene detto, non può fare a meno di crederci ma in cuor suo sa di voler essere altrove e riconoscersi in qualcos'altro.
Non è tanto la bellezza dei cigni a stupirlo quando era ancora un "brutto anatroccolo". E' come se dentro di sé avesse già la consapevolezza di fare parte di quel gruppo, ma prima di farne parte si è dovuto scontrare con altri gruppi come quello con la vecchia, il gatto e la gallina.


di Nika Goltz


Solo che anche questi lo giudicavano secondo i loro parametri (come fare uova e fare fusa) e il brutto anatroccolo, pur di essere accettato, ci prova ma non ci riesce. Non può riuscirci.
Non è la sua natura.



di Shigeru Hatsuyama, 1925




E qual è la sua natura? Desideri che si manifestano dall'interno e non per sentito dire (l'acqua) e quello che gli riesce meglio.

Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.
(Albert Einstein) 

da PensieriParole
Per fortuna, il brutto anatroccolo non si è fermato e di certo non si chiedeva tanto "Ah, se fossi più bello, mi vorranno bene."
E neanche il caldo della seconda casa, dopo aver rischiato la morte per congelamento, poteva andargli bene se veniva trattato come un giocattolo.


Poi si arriva alla fine in primavera e qui il brutto anatroccolo desidera essere ucciso dai cigni, da quelle creature favolose che aveva visto volare tempo fa.
Quello che muore è la sua passata concezione di sé e quando umilmente chinò il suo collo, poté vedere la sua figura prendendo coscienza di sé come se fosse caduto un velo che lo copriva.



di A. W. Baynes, 1889



di Salvador Dalì (litografia)


La consapevolezza è quello che gli permette a non fare la stessa fine di Narciso.



di John William Waterhouse


Narciso poté vedere il suo viso nel riflesso ma non si riconobbe.
Il brutto anatroccolo, ora cigno, comprese bene ora chi era e si avvicinò ai cigni e da loro non fu accettato, ma accolto.



di Christian Birmingham




di Gennady Spirin


di Vilhelm Pedersen 
(il primo illustratore di Andersen)


Perché dico che non fu accettato, ma accolto?
Perché l'accettazione non basta. E' come far entrare nel proprio spazio qualcuno di estraneo, ma rimane comunque un estraneo. E' come spedirlo in un angolo e dirgli "Che c'è? Sei comunque nel nostro spazio. Non era questo che volevi?"
Nell'accoglienza è come riconoscere in quella persona uno di noi, uno appartenente al proprio gruppo.


Non importa da chi sei nato e dove. Non è detto che tu ti riconosca in questi e se succede, non colpevolizzare te stesso per non essere ciò che gli altri desiderano, non adattarti.
Il cammino può essere doloroso e magari crederai di aver trovato il tuo posto quando non è così. Continua.
Credo che tutto ciò vada ben oltre la semplice bellezza esteriore.



di Dittekarina



P.S.: Per il Brutto Anatroccolo consiglio il libro Donne che corrono coi lupi che, tra le tante fiabe che analizza, parla appunto dell'importanza del gruppo, del riconoscersi in esso.


P.P.S.: Sull'argomento ne parlò anche Iolanda Romano nel suo blog Amapolas Y Glicinias. Clicca qui.
Invece sul paragone brutto anatroccolo/ Hans Christian Andersen potete andare nel blog Fiabe in analisi di Marcella Andreini. Clicca qui

Due anni con Pinterest

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E sono due anni con Pinterest.
Se all'inizio avevo già postato 75 pin, adesso posso dire di aver centuplicato i pin.




Ecco la cronologia dei post su Pinterest a partire da quando ho creato il mio profilo.

Il magico meraviglioso mondo di Pinterest
Un anno con Pinterest
Benvenuta 50esima bacheca di Pinterest
5000 (e più) pin su Pinterest



Intanto ho creato nuove bacheche ed eccole qua. Infatti riporterò quelle nuove e se desiderate vedere le altre, vi invito a dare un'occhiata all'ultimo post sopracitato.
Come sempre, l'immagine che vedete è quella che è stata più pinnata.



Abalone, my cradle
41 pin, 90 followers


Quando ero bambina, rimanevo incantata da una conchiglia.
Solo più avanti scoprii che quella è un Abalone detta, per la sua forma, orecchio di mare.
A me ricorda molto una culla (cradle)
Nell'immagine qui sotto potete vedere la sua madreperla.
Curiosità: le perle di abalone non possono essere coltivate: l'abalone è emofiliaco perciò se viene iniettato un elemento irritante per formare la perla, questo sanguinerà fino a morire.
Perciò le perle di abalone sono molto rare.







Astrology
88 pin, 94 followers


Eh sì!
Come ho specificato in alcuni post (vedi qui e qui), l'astrologia è uno dei miei interessi.
So bene che alcuni storceranno il naso, ma vedete io non cerco di convincere nessuno, non desidero fare proseliti, quindi se siete curiosi, se anche voi siete interessati, siete i benvenuti.





163 pin, 105 followers


Da un anno ormai mi sto molto interessando ancora di più al mondo dei cristalli.
Okay, magari la cristalloterapia è un altro interesse che può far storcere il naso, ma aldilà di questo ditemi una cosa: davvero rimarreste insensibili di fronte alla bellezza di questi doni della Terra?




72 pin, 89 followers


Del colibrì ne ho parlato qui e continuo a rinnovare il mio amore per questo minuscolo uccello (il più piccolo del mondo).
Il suo simbolo, la gioia, e quale foto migliore di questa?
Un abbraccio a tutti voi.



foto scattata a Roraima, Brasile



19 pin, 90 followers


La luce per me è un fattore importante (non è un caso se diversi miei dipinti hanno "luce" nel titolo) e di certo non posso negare l'esistenza dell'ombra e ovviamente dall'oscurità.
Nella bacheca ci sono riferimenti a Jung (Marie Louise von Franz è stata una sua allieva e collaboratrice) e del suo lavoro sugli archetipi.



Marie Louise von Franz: La creatività qualche volta ha bisogno dell'oscurità, di essere ignorato. Questo è molto ovvio nella naturale tendenza di molti artisti e scrittori di non mostrare i loro dipinti o i loro scritti prima che questi non siano finiti. 



28 pin, 90 followers


La lince, questo animale misterioso... Quanto la amo!
Vi invito a scoprirla e state attenti: i segreti sono la chiave per questo animale



Luna della Lince di Carol Cavalaris




15 pin, 90 followers


E dopo aver realizzato il post su Persefone, ho avuto il bisogno di fare questa bacheca e di trattare l'argomento del rinnovamento in linea con ciò che ho scritto nel post.



di Rebecca Guay




212 pin, 99 followers



Il corvo e la cornacchia, la loro simbologia, il ruolo nei miti...
Venite pure e abbandonate i pregiudizi (se li avete)




di Kyosai Kawanabe, 1887




12 pin, 90 followers


E anche questa volta, dopo aver realizzato un post, ho voluto realizzare la bacheca.
Questa poi è l'ultima che ho creato.






205 pin, 92 followers


Ed è capitato di aver visualizzato l'immagine di un cigno. Quindi quale miglior maniera per inaugurare una nuova bacheca?




il coreografo Matthew Bourne con Adam Cooper, 
uno dei danzatori del Lago dei Cigni tutto al maschile, 
fotografati da Richard Avedon


172 pin, 97 followers


E i Tarocchi... 
Nella bacheca ci sono molte letture, ma anche la simbologia.
In questa bacheca tratto gli Arcani Maggiori ovvero le 22 carte che partono dal Folle e finiscono col Mondo.






25 pin, 91 followers


Semplicemente l'albero che adoro dall'infanzia.






Al prossimo appuntamento!


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