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Spiritualità contro la New Age

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Quando ci si interessa all'esoterismo e alla spiritualità dei vari popoli, automaticamente bisogna essere consapevoli che non tutto quello che viene pubblicato è reale, ma viene adattato ai gusti di chi lo legge. La parola "New Age" per me rappresenta qualcosa da stare alla lontana e capisco perché diverse persone che sono venute a conoscenza, anche direttamente, con una cultura specifica siano restii poi a diffondere ciò come poi viene raccontato bene in questo post.



Guaritore Lakota


E in quel post c'è un termine che trovo perfetto ovvero turisti spirituali.
Cercando poi su Google, vedo che il turismo spirituale è davvero un affare, ma lo si considera soprattutto per luoghi di culto cristiani come conventi, duomi e chiese. Inteso spiritualmente in senso generale, questo viaggio potrebbe essere anche una buona cosa dettata dalla curiosità, ma il punto è che ci sono alcune persone che, pensando di avvicinarsi meglio a quella cultura specifica o anche più, usano i loro stessi termini oppure altri che non c'entrano affatto. Credo che abbiamo tutti l'idea di come possa essere uno sciamano: una persona saggia che guarisce e ogni tanto va in trance assumendo sostanze psicotrope.



sciamano siberiano Evenk




ricostruzione di una donna sciamano del Mesolitico
nella zona germanica


Diverse persone credono che per avere un'esperienza sciamanica basti il Peyote o funghi che danno gli stessi effetti, piante per giunte sacre per i popoli che ne fanno uso.
Ed è questo il punto: non basta un semplice viaggio psichedelico perché tu abbia fatto una sostanza sciamanica. Usare i loro stessi oggetti non rende istantaneamente quella persona uno sciamano o comunque una persona illuminata.
Ho sentito di persone che dopo aver assistito anche a una sola lezione, si siano già sentite in diritto di insegnare.
Capite perché questo non possa andare bene? C'è una tale presunzione e egoismo nel pensare che basti una semplice esperienza (magari falsata) per sentirsi già pronti.
Se davvero ci fosse più umiltà in questo, molti falsi maestri non ci sarebbero. 
Eppure il boom c'è.
Mi ricordo che più di dieci anni, quando si fece un incontro con un pellerossa nei giardini della Rocca Brancaleone qui a Ravenna, lui disse che rimaneva stupito da quest'affluenza enorme di persone e che fino a qualche anno fa erano neanche una decina.
Che ci siano dei veri interessati, non lo escludo ma quanti lo fanno soltanto perché va di moda?
Capisco perché la persona che ha scritto il post linkato inizialmente abbia deciso di non tramandare la sua conoscenza: sarebbe come tradire non solo questa sapienza, ma anche la vita delle persone che sono venute prima.
Inoltre nei libri ci può essere il rischio come di leggere qualcosa che è stato tradotto, adattato, prosciugato. Oppure che quella sapienza venga poi amalgamata con un'altra che non c'entra affatto.Anche se magari tra diverse religioni e spiritualità ci sono delle somiglianze, non bisogna poi dimenticare che ogni popolo si è basato con ciò che era il suo ambiente, gli animali e le piante che avevano attorno e questi fattori sono importantissimi.Non sono affatto irrilevanti.Per questo quando ho letto che sia l'Oriente sia gli Indiani d'America (terre saccheggiate ampiamente del loro sapere e commercializzate) hanno espresso fermamente il loro disappunto per queste pratiche new age (vedi qui per quanto riguarda i Veda e qui per gli indiani Lakota), ero soddisfatta.Si tratta semplicemente di rispettare queste culture e riconoscere le differenze.Per esempio anche la parola sciamano è riduttiva e nei diversi luoghi ci sono parole più specifiche come il curandero nell'America Latina o bo e udgan nella Mongolia (il primo termine è per i maschi e l'altro per le femmine).



Maria Sabina, una curandera



una udgan


E non basta rifugiarsi nello studio per conoscere.
Bisogna saperlo vivere nel nostro quotidiano.

Poi ci sono altri insegnamenti nella new age come il perdono a oltranza, il pensiero positivo a tutti i costi ecc... e anche se sembrano tutti insegnamenti che possano far bene, in realtà sono alquanto pericolosi.
E' come un voler anestetizzare la vita, non riconoscerla nella sua complessità, obbligarsi a sentirsi positivi perciò sforzarsi e non sentire quei sentimenti cosiddetti negativi quali rabbia, gelosia e invidia per quello che sono ovvero delle energie che possono essere utili e dirci qualcosa che al momento non riconosciamo.
Anche parole come energia, anima, vibrazione e altre ancora sembrano essere sminuite perché appena le si dice si pensa subito a qualcosa di irreale, come sollevati da una nuvola rosa e vagheggiare "liberamente" come in un film allucinato.

Tutto ciò non si tratta di voler semplificare, ma di volerlo ridurre a qualcosa che non ha sapore.




P.S.: Parlando con un mio amico, sono venuta a conoscenza che oltre alla new age, adesso c'è la next age. Temo che alla fine, anche se magari dicono cose diverse, in sostanza siano lo stesso.


Intervista a Simona Sanfilippo e storia di una sua creazione

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Galeotto fu il bassotto.
Quale bassotto?
Ma quello mostrato nel blog Roba da Disegnatori, del quale il bassotto è il simbolo, in questo post.
Grazie al bassotto, ho potuto conoscere Simona Sanfilippo.
La seguivo già da prima per il blog incantaMenti, ma quel bassotto mi ha spinto a contattarla,
Di Simona Sanfilippo ne avevo già parlato in questo mio post parlando di un suo giveaway
L'idea di trasformare Aulonia in un pupazzetto è collassata, ma non poteva finire qui: volevo che mi creasse qualcosa! Lo desideravo tanto!
E così le ho chiesto di crearmi un animale.
All'inizio è stata una dura decisione, ma posso dire che Simona mi ha messo a mio agio.
Alla fine l'animale scelto, nato dopo un dialogo intenso, dove si parlava di animali che possano rappresentare la propria anima, fu il cervo e chi mi segue da tempo sa quanto io amo questo animale.
Ed il cervo era completamente bianco
Così a Simona ho fatto vedere la mia board di Pinterest sui cervi e quello che l'aveva colpito di più era questo



di Catherine Hyde



L'aveva colpita per la sua stilizzazione.
A vederlo e a pensarci, sembrava un animale raffigurato nelle caverne preistoriche e mi piaceva l'idea di un'arcaicità, dell'animale ridotto all'essenziale e pur sempre riconoscibile come il toro di Picasso.





Si può dare il via all'animale e tutto andava bene per il cervo finché...
Finché Simona mi manda questa foto





Mi stava chiedendo se alla fine desideravo che ci mettesse le corna (ero indecisa se fare cervo o cerva), ma tutto quello che vedevo era "Ha delle gambe davvero tozze."
Così, imbarazzata al massimo, glielo dissi e lei mi rispose, molto garbatamente, che per fare sì che si sentisse bene la lana, le gambe si sono ridotte.
Di certo non potevo dire "No, grazie." così le proposi di trasformarlo in un unicorno e lei ha acconsentito con vero piacere.

Ed ecco come è "cresciuto" l'unicorno.













E ora vi posso lasciare all'intervista che le ho fatto.



Da quel che hai scritto una volta su Facebook, hai trovato la realizzazione dell'unicorno diversa da altre in precedenza. E' perché ogni realizzazione è unica o in questa hai trovato altre difficoltà? 

Sì, la realizzazione dell'unicorno è stata unica nel suo genere, indipendentemente dal fatto che dovesse essere un cervo o meno.
Il lavoro su quella creatura è stato molto simile alla creazione della volpe grigia (nota mia: della volpe grigia ne ho parlato nel post del suo concorso) perché non si trattava di realizzare un animaletto "buffo o giocoso" ma piuttosto qualcosa che avesse un senso profondo, a livello spirituale.
E forse quella è stata proprio la parte più difficile perché si trattava d'interpretare "la sostanza spirituale" di un animale piuttosto che la sua forma vera e propria.
Che fosse cervo o poi unicorno, doveva posseder in sé un senso, un valore interiore legato al suo significato.
Anche per questo ho suggerito di lasciarlo senza occhi, perché altrimenti quella parte l'avrebbe reso più "umano" e reale invece di lasciargli l'aura di sogno o spirito che doveva avere in base a ciò che io e Alma ci eravamo dette.






E in effetti confermo il suggerimento di Simona ovvero di non metterci gli occhi. Mi è bastato vederlo con delle perline attaccate con uno spillo per vedere sparita tutta la forza dell'unicorno.
Ma dimmi Simona, questo approccio nell'interpretare la sostanza spirituale dell'animale la porterai avanti oppure sarà un'eccezione?

Mi piacerebbe moltissimo portare avanti questo aspetto grazie agli animali in lana perché, un po' come nelle illustrazioni, vive in me una doppia anima. Quella legata al gioco, allo spirito bambino e alla creazione di personaggi dolci e buffi, e l'altra, più legata alla spiritualità personale.
Perciò sì, potendo scegliere, vorrei realizzare altri animali che conservino un'anima all'interno.


In effetti sarebbe anche un'ottima concezione: non solo un pupazzo per bellezza e gioco, ma anche come totem. Quasi quasi mi viene da pensare che sia stato l'unicorno a voler prevalere. Senza nulla togliere al tuo lavoro, ovviamente. Inoltre nei bambini piccoli c'è una sorta di animismo, anche verso un pupazzo che diventa il loro protettore.
Da quando hai iniziato a creare, anche con le illustrazioni, fino ad ora, hai visto in te una crescita?


Sai che ci ho pensato anch'io?
Che forse l'unicorno ti fosse in qualche modo destinato più del cervo.
E stai serena, questa lunga lavorazione penso avesse proprio un suo senso "evolutivo" .
Oh sì, una crescita c'è stata eccome. Sia nella conoscenza stessa dei materiali, più approfondita ,che nella scelta di alcuni piuttosto di altri.
Menomale che si cresce e ci si evolve 
Dalla vita è bello imparare e la creatività è un buon metro per valutare gli avanzamenti di percorso.
Direi che ho percepito in me una crescita tecnica ma soprattutto interiore e quindi di rapporto con la creatività stessa ed i suoi risultati pratici.
Tanti errori e sperimentazioni sono serviti a migliorare e a prendere confidenza.
Insomma, sforacchiarsi le dita con l'ago da lana ha insegnato certamente ad avere più presenza nel qui ed ora



E con questa frase finale ho deciso di terminare l'intervista.
Stamattina mi alzo e vedo questa foto





Che posso dire se non... Voglio abbracciarlo subito!!!
Sono davvero commossa. 
E' una meraviglia che va oltre le aspettative!


E come cliente posso dirvi una cosa, abbiate fiducia di chi vi sta realizzando qualcosa.
Un'idea molte volte si deve scontrare con la realtà. Anzi, molto spesso.
Sentendo diverse contestazioni su clienti impossibili, bisognerebbe proprio ascoltarli di più anche nei loro dubbi.
Di certo non li fanno per remare contro.
Se davvero vi volessero remare contro, sarebbe una decisione stupida perché è il loro mestiere e così facendo, ci rimetterebbero.
E visto che loro conoscono il loro mestiere, sanno meglio come un'idea si va a concretizzare.
Io ho avuto grande fiducia in Simona così come l'ho sentita in lei verso di me.



L'uso delle foto mi è stato gentilmente concesso da Simona Sanfilippo
Ogni altro utilizzo è vietato

Evviva i colori, evviva la vita (800.000 visualizzazioni)

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di Steve McCurry


Ho superato le 800.000 visualizzazioni e così ho pensato di realizzare un post sul colore.
Sin da quando ho aperto questo blog, ho parlato del colore visto che è una mia passione come si può vedere in questo post: La fenomenologia del colore e nel suo seguito.
Sul colore ho realizzato il mio primo spettacolo




(qui dove ne parlo)





E sempre sul colore ho realizzato questo post con alcuni video su di essi considerandoli anche nel loro lato opposto perché se il rosso può essere il colore del sangue, è anche quello della vita che pulsa. (leggi qui)

Che cos'è il colore se non una celebrazione della vita, del suo essere diversa, un dono immenso della natura?


Alcuni dicono che la vita bisogna vederla in rosa, ma sarebbe davvero uno spreco.
Sarebbe una costrizione, il limitare la spontaneità della stessa
E nei colori inserisco anche il bianco e il nero, che non sono solo colori assoluti ma presentano gradazioni..
Per esempio del bianco abbiamo l'avorio, il bianco crema, il bianco di zinco, di titanio così come del nero abbiamo il nero di Marte, di carbone, il nero bitume (li si può leggere qui o vederli qui)



Colore come quelli dell'arcobaleno



di Steve Tosterud


E la cosa straordinaria è che i colori rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto sono gli stessi che uno ad uno ci sono nei chakra dalla base della colonna vertebrale alla sommità della testa.







In noi risiede un arcobaleno.



Colori come la sinestesia dove si associano due o più sensi.




Credi di essere uno sinesteta?
Puoi metterti alla prova al Synesthete.org



Colore come celebrazione della vita.
E anche i colori cupi sono invitati.



di Steve McCurry


Qui potete vedere delle foto realizzate durante l'Holi festival in India, e anche in altre zone dell'Asia, un evento dedicato alla primavera. In effetti la si fa al Solstizio di Primavera, ma la data può variare.
Si celebra la primavera, l'amore, la vita, la gioia e il gioco.
Anche la foto iniziale è stata scattata durante questa festa




autore non pervenuto


Il colore è un potere che influenza direttamente l'anima
Wassily Kandisky


Il colore è una potente vibrazione.
(la mia bacheca di Pinterest dove vedrete queste immagini e molte altre ancora)



autore non pervenuto



Atalanta per l'8 marzo

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Come una ragazza...





Da ieri sto leggendo Artemide di Jean Shinoda Bolen, già autrice de Le dee dentro la donna e Gli dei dentro l'uomo
Dello spirito indomito di Artemide ve ne parlerò più avanti, ma qui vorrei parlare di Atalanta perché al rivedere questo video mi viene in mente: "Vai Atalanta, fa' vedere come riesce a correre una ragazza."




Atalanta e Ippomene di Guillame Coustou il Vecchio




Chi è Atalanta?
Il mito greco più conosciuto che la riguarda è la corsa di Atalanta con Ippomene che le lancia le mele d'oro, ma oltre questa storia, o meglio prima, c'è dell'altro
Atalanta era una principessa arcadiana che venne rifiutata alla sua nascita perché femmina e portata così nel bosco.
Quello che poteva essere una tragedia, in realtà si rivelò la sua più grande fortuna perché un'orsa, si dice mandata dalla dea Artemide, andò da lei crescendola come sua figlia.



di Leo e Diane Dillon


Questo le ha permesso di vivere in un mondo, quello selvatico, che se no come principessa non avrebbe potuto sperimentarlo.
Crescendo assieme all'orsa, diventa lei stessa una velocista per non parlare delle tecniche di combattimento.
Ha tentato di arruolarsi come Argonauta, ma per il fatto di essere femmina non è stata accettata perché si diceva che avrebbe portato scompiglio visto che era l'unica donna.
In altre versioni del mito sembra che lei sia riuscita ad essere una degli Argonauti magari perché cambiata di aspetto (uno stratagemma che non è inusuale nel mito greco. Basta pensare quando Atena rende irriconoscibile Ulisse appena lui sbarca a Itaca).

Uno dei più grandi pregiudizi verso ragazze simili è che siano dei maschiacci, che siano frigide e poco interessate all'amore.
Artemide poi è considerata una delle tre dee vergini assieme a Estia, la dea del fuoco sacro, e Atena, la dea della strategia e dell'intelligenza.
Ma che cosa vuol dire vergine nell'Antica Grecia?
A differenza del significato odierno, vergine voleva dire "una in se stessa" e questo valido soprattutto per tutte le donne, loro protette.
Ovvero che aveva delle relazioni, ma di certo non per compensare la sua metà.
Vuol dire rapporto paritario.
Quando, dopo l'amore con Meleagro che la segnò profondamente visto che il suo amato muore, ritorna all'Arcadia, il re suo padre decide di farla sposare ma lei dice che potrà sposare colui che potrà superarla nella corsa.
Nel frattempo in cui è stata lontana, Atalanta si è fatta conoscere per le sue doti di guerriera e corridore, ma i pretendenti vedevano solo in lei la possibilità di poter diventare re, un mezzo per accrescere il loro status sociale.
Solo Ippomene era sinceramente innamorato anche perché si sentiva triste per la perdita di Atalanta del suo amato Meleagro, morto mentre finalmente loro due, e soprattutto lei, cominciava a vederlo come il suo amore.
Perciò chiese aiuto ad Afrodite (Jean Shinoda Bolena nel suo saggio Le dee dentro la donna la considera una dea differente dalle altre, una dea alchemica) e lei gli porge queste tre mele dorate da lanciargliele durante la corsa.
Così Ippomene fece e Atalanta, attirata dal riflesso della prima mela d'oro, si lasciò distrarre. 
Poco prima della terza mela, lei si chiese se lasciarlo vincere o no.
Alla fine cedette.
Perse ma perché riconobbe in Ippomene il suo compagno.
Il mito finisce qui ma sembra che in altre versioni continui considerando anche che Ippomene si sia dimenticato di ringraziare Afrodite.


Comunque Atalanta è un archetipo che si può riconoscere in molti personaggi di finzione di adesso come Mulan, Merida di The Brave, Fantaghirò e Lady Oscar.
Sono donne che potrebbero sembrare non femminili, delle maschie eppure c'è molta femminilità in loro, un modo diverso di esserlo e questo credo anche in Jane Eyre.
Modi non ovvi della femminilità perché alla fine quello che conta è permettere a se stessi di esplorare il proprio mondo interiore e esteriore senza che qualcuno ti dica "No."
Se per caso qualcuno lo dice, magari si può chiedere loro "Perché no?"
E se ancora si continua, ci saranno altre strade da perseguire nelle quali ci si possa esprimere liberamente.



di Leo e Diane Dillon


Qualunque cosa che faccia parte di voi, che vi faccia sentire vivi, anche se può sembrare anormale e lontano da un senso comune, ha il diritto di esistere.
E non ascoltate quelli che dicono "Ah, ma te sogni. Il mondo reale non è fatto così." oppure "Si è sempre fatto così."
Perché in questo caso vi stanno semplicemente mentendo.


Tantissimi auguri per la Giornata delle Donne.
Oggi e nei giorni futuri.

7 anni di Farfalle eterne

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7 anni di Farfalle eterne.
Anzi, con Farfalle eterne, il mio blog pesciolino.
Ci credete che un po' sono stupita anch'io?
Così come sono stupita di tutto quello che mi ha portato.
Per esempio non solo i commenti, ma anche e-mail di persone che mi chiedono delucidazioni sull'ombra di Peter Pan, sulla mia tesi dell'Accademia (vedi qui e qui) e sulle fiabe (qui avete una tag intera).
O come la frase che ho creato come sottotitolo "Libera le farfalle che hai dentro e creerai giardini immensi" viene citata anche senza mettere un link al mio blog.
Così come in questi anni ho un po' diminuito i post ma nessun mese è rimasto senza e, se avete notato, ultimamente ho aumentato l'affluenza dei post.
Una delle frasi che più mi vengono dette è "Ma quanta ne sai?".
A dir la verità, molte delle cose che ho scritto qui le ho sapute tramite il blog.
Sì perché cercando e ricercando materiale per il post, sono venuta a conoscenza di cose che prima non sapevo.


Per questo settimo compleanno, ho raccolto qui i 10 post che sono stati i più condivisi tramite Google+




R.I.P. Keiji Najazawa, nato a Hiroshima  (ATTENZIONE: presenza di immagini disturbanti)


Questi 10 post possono fare un riassunto del blog?
Direi in parte.
Troviamo delle interviste che io ho fatto, post su altri blogger, post su artisti, sull'arte e sulle fiabe per non parlare di dove parlo dei miei lavori.
Ma credo che anche i primi post siano già una traccia, anche se ancora da sistemare, di quello che è il mio blog.
Che cos'è il mio blog?
Credo che mi assomigli molto per il mio essere poliedrica, di curiosità instancabile, molto affezionata alle immagini, ai loro colori e sensazioni... E posso dire di essere cresciuta anche attraverso il blog.
Per esempio avere un blog mi ha permesso di confrontarmi con altri che magari non sono della mia stessa idea e sfoghi come quelli su Gina Pane, l'Iperrealismo e il Carinooooooooo?!? adesso non sono così frequenti.
Continuo a non essere molto d'accordo ma diciamo che se mi capita in una discussione, non sto poi più così tanto a infervorarmi, a cercare di far capire a tutti i costi.
Inoltre non considero il post come qualcosa che appena scritto è già finito.
Capita che lo modifichi ancora e non soltanto, per fare un esempio, mettere un altro video perché quello che avevo caricato non è più disponibile, ma aggiornarlo anche quando so che qualcosa successa adesso possa essere attinente a un post del passato oppure quando trovo una nuova informazione.
A volte è successo di ammettere anche la mia ignoranza (perché sì, non sono una sotutto come qualcuno crede) verso qualcosa che avevo già scritto in passato.
Insomma, si tratta di un blog in continua crescita e non sto parlando solo di numeri.
Si tratta del suo contenuto, dei rapporti che si sono andati a creare e di alcuni che col tempo se ne sono andati.


Che dirvi se non grazie, immensamente grazie?


E' anche per voi che cerco di realizzare al meglio un post, cercando le immagini più adatte e consone, informazioni attinenti...
A volte mi capita, ancora adesso, di cestinare qualcosa che magari per scriverlo, ma soprattutto per cercare, ho impiegato ore e va benissimo così.
Non lo considero tempo sprecato.


Ancora grazie e spero che mi seguirete ancora, che commenterete, che condividiate quando lo volete e tutto questo anche per coloro che ancora non sono giunti al mio blog oppure l'hanno fatto per breve tempo e vorranno tornare.


Come dico sempre: siete i benvenuti
In tutti questi 7 anni e ancora.


10.000 pin: tutte le mie board di Pinterest (prima parte)

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L'altro ieri si festeggiavano i sette anni del mio blog.
Ora invece sono qui a mostrarvi le immagini più pinnate di tutte le mie board di Pinterest (per questo realizzerò due post perché in tutto ho, per ora, 74 board) per un semplice motivo: ho 10.000 pin.




A dire il vero si potrebbe dire che ho un po' barato nel senso che non ho 10.000 immagini distinte, ma ce ne sono alcune che compaiono in più board.
Questo ovviamente non l'ho fatto per fare numero, ma essenzialmente perché quella stessa immagine è riconoscibile in diverse bacheche.
Non solo.
Per me Pinterest non è solo una raccolta di immagini, l'album di figurine che avevamo da bambini. E' come una raccolta del sapere.
Per questo credo che non mi stanco a prendere immagini qua e là.
Ora, come ho fatto per i diversi post qua sotto, tranne il primo che era più una presentazione

Il magico meraviglioso mondo di Pinterest
Un anno con Pinterest
5000 (e più) pin su Pinterest
Benvenuta 50esima bacheca di Pinterest
Due anni con Pinterest

Come ho fatto per le altre volte prenderò l'immagine più pinnata per ogni bacheca.
A volte è capitato che l'immagine sia la stessa degli altri post o comunque sempre lo stesso autore.
Per variare, allora ho scelto di prendere un'altra immagine.



Abalone, my cradle 

Qui sotto abbiamo la magnifica iridescenza della madreperla della conchiglia Abalone e il suo nome scientifico è Haliotis ovvero orecchio di mare per la sua forma.
Da questa conchiglia possono ovviamente "nascere" perle (e ricordo mai per un granello di sabbia come spesso si pensa), ma non possono essere coltivate perché l'Abalone è emofiliaco.
Detto ciò, lasciamoci davvero cullare da queste onde. 







Le illustrazioni alchemiche hanno sempre un loro fascino (qui una mandragora).
Credo sia meraviglioso vedere come viene illustrata qui la Natura, il potere che viene dato ad essa, anche agli elementi chimici.
E' un modo per leggere la Natura e arrivare all'anima delle persone.



Mandragora, British Library, Harley MS 1585



Sono passati da poco i 150 da quando è stato scritto e ancora per me rimane inimitabile.
Come ho detto negli altri post, non si trovano nella bacheca immagini relativi al film burtoniano. Adesso dovrebbe uscire anche il film che si chiama come il seguito di Alice ovvero Attraverso lo specchio ma credo che avrà ben poco a che fare. Inoltre Tim Burton non si è allontanato dal film visto che sarà produttore.
Comunque ci saranno altre immagini derivanti dal film disneyano degli anni '50, foto, altri film come quello di Jan Svankmajer, curiosità (tipo perché si dice matto come un cappellaio) e illustrazioni.




di Vladimir Clavijo-Telepnev






La Natura... Maestra assoluta, artista e musa.
A volte ci si chiede "Ma dai, come può essere così perfettamente equilibrato? Ma come possono esistere quei colori in natura?" e a volte succede che è così. 
Altre volte invece scopri che in realtà è stato modificato al computer come per questa foto che ho voluto mantenere e scrivere appunto di aver scoperto poi che è photoshoppata con un link alle immagini false che spesso ricorrono su Pinterest.
E ora godiamoci questo tramonto.






Fiabe e animazioni... due mie passioni.
Per adesso non ci sono tanti video anche perché trovarli poi coi sottotitoli spesso non è così facile.
E poi a volte capita che il video o diventa privato oppure viene eliminato del tutto.
Quindi spero che quel poco che ci sia, sia di vostro gradimento.









Prima o poi capita a tutti gli artisti di sentirsi bloccati, di non sapere quello che si sta facendo oppure chiedersi se quello che si fa sia giusto o no. Iniziare anche a dubitare del proprio lavoro e chiedersi se davvero l'arte, il fare arte sia la propria strada.
Ecco, proprio per questo motivo, ho voluto realizzare questa bacheca che naturalmente serve anche a me.



E' irrealistico pensare che i tuoi primi tentativi siano di successo 
come quelli di chi ha anni di esperienza alle spalle. 
Datti il tempo di imparare, lavora dura e migliora 
di Emm Roy



Astrology

Ecco, come qualcuno lo saprà, ho aggiunto da un po' di tempo ormai una bacheca sull'astrologia (recentemente ho intervistato un astrologo). So che ci sono persone che storcono il naso appena sentono di ciò e ci può anche stare. Nel senso che non siamo tutti obbligati a piacere le stesse cose, ma così come io non vengo a convincervi, così chiedo che chi non è interessato si astenga da commenti denigratori.
Solo una cosa mi preme di dire, soprattutto a quelli che si interessano astrologia e a volte la leggono nei giornali: non esiste solo il segno solare, quello del nostro giorno di nascita e l'immagine qui sotto può essere utile a capire che cosa simboleggia ogni pianeta in ogni segno.
E' giusto una traccia anche perché non ci sono tutti i pianeti.








E alla fine ho voluto realizzare una bacheca sull'orso.
Soprattutto quando il dicembre scorso ho preso il quarto volume delle Fiabe Sonore (esce a novembre) che contiene anche quella di Biancarosa e Rosella, fiaba che ho ascoltato e amato da piccola.



di Katerina Plotnikova


Beauty gestures


E continuano i gesti di vanità, il guardarsi allo specchio e vedere un altro aspetto di sé.
Anche il solo pettinarsi può mettere in moto qualcosa in noi.



di William McGregor Paxton, 1909




Ah, la danza del ventre, la mia danza preferita.
Per ora la faccio a casa ormai da qualche anno e so bene che ho tantissimo da imparare, tantissimo da mettere a posto, ma credetemi quando vi dico che muovere i fianchi, farli roteare è come sentire tutto il tuo corpo, e anche dentro, muoversi. Muovere la schiena, spostarla dal suo solito asse e tenere i fianchi dalla parte opposta... Sembra davvero una danza interiore che può far sentire completa una donna.
Ora, nell'immagine qui sotto, siamo ai livelli di professionisti, ma provate a muovere i fianchi, a sbloccarli. Credetemi quando vi dico che è salutare e in questo invito, includerei anche gli uomini.
Forse vi sentirete scomodi all'inizio. Ma provateci, anche più di una volta.
E non badate a quanta pelle nuda abbiano le danzatrici. Non si tratta affatto di una danza sessualizzata. E' un inno alla gioia della vita.



Mira Betz



Capelli blu e bianchi.
Capelli blu: il colore della magia
Capelli bianchi: il colore della saggezza
E a volte questa simbologia non basta, altri significati ce ne stanno. I colori non sono unilaterali.




Nastya Zhidkova, foto di Danil Golovkin




Gatti, informazioni sui gatti, immagini e illustrazioni di gatti e l'immagine più pinnata è questa, basata su un quiz "Qual è il tuo nome di Warrior Cat? Basato sui libri di Erin Hunter. A quale clan appartieni?" (vai qui
La cosa curiosa è che io manco conosco questa serie di libri però ho pensato che potesse interessare e infatti... E' l'immagine più pinnata, commentata. Nel momento in cui scrivo ha 1022 pin, 261 mi piace e 151 commenti dove ognuno dice chi è e si parlano tra di loro.
Misteri di Pinterest.




P.S.: naturalmente il colore degli occhi del gatto è stato modificato





Il colore ci circonda, ci affascina ma quanto conosciamo del colore? Quanto sappiamo del passaggio dalla luce verso i nostri occhi per vedere il colore? 
E inoltre quanti colori ci sono? Che cosa simboleggiano? Come ci fa sentire il colore?
In più immagini e foto dove il colore è predominante assoluto tenendo conto anche delle combinazioni tra i colori.
E qui abbiamo delle uova di pettirosso e no, questa volta il colore non è stato modificato.







Dalle potenti vibrazioni del colore passiamo ai colori di Mary Blair, Santa Mary Blair, protettrice delle combinazioni dei colori che vedi la sua arte (ha collaborato molto per la Disney) e ti chiedi: "Come fa il colore ad essere così vivo? Come fa a gestire così tanti colori in una tavola sola? Qual è il suo segreto?"
Lei poi era amatissima da tutti quelli della Disney anche da Walt stesso e gli dispiaceva che il più delle volte la forza della sua arte, della sua maestria veniva attenuata nel film



Cenerentola





Ecco, passiamo a un altro argomento che forse in molti storceranno il naso.
Ma anche se non credete alla cristalloterapia, vi invito a vedere la board perché davvero come si fa a rimanere insensibili di fronte a certe bellezze?
Qui abbiamo l'ametista, una pietra considerata un must assoluto per iniziare.







Il cervo, uno dei miei animali preferiti in assoluto... E devo dire che sono rimasta stupita nel sentire di questa antica dea che si chiama Elen of the Ways (io mi chiamo Elena).
Così come ho scritto per i 7 anni del blog, molte dei fatti, curiosità che vengo a conoscenza mi capitano così, a volte anche senza cercarli



Dreaming the Way of Elen di Wendy Andrew





Una piccola bacheca dove cerco di racchiudere quei momenti di delizia tra le coppie (adesso ci sono solo dei film ma in futuro voglio metterli anche quelli di vita reale), Momenti passati insieme e anche di assenza dell'altro dove comunque si sente la sua presenza nell'ambiente.



da L'amore che resta di Gus Von Sant



Una delle ultime bacheche realizzate.
Qui ho voluto proprio onorare la divina natura del bambino selvatico. Selvatico, non selvaggio. Si parla di selvaggio quando trattiamo di una persona incivile. Selvatico è invece quando appartiene alla selva, comunque alla natura.
Infatti, proprio prima di realizzare la bacheca, mi era venuto questo pensiero. Ovvero che il bambino è la forma dell'anima nel suo stato selvatico.
Ci sono bambini che appartengono alle tribù, ma non si tratta solo di una loro qualità.
Ogni bambino ha il suo lato selvatico e non sto parlando neanche di fare i capricci anche se magari alcune volte sono una loro espressione quando non vengono ascoltati.
Ci sono molti bambini con animali, anche cuccioli, e qui sono rimasta dubbiosa nel metterli perché vedete molte volte vedo filmati dove si aggira un cerbiatto e viene avvicinato da un bambino.
Ma purtroppo non è qualcosa di commovente come leggo spesso volte, perché accarezzare un animale selvatico così cucciolo vuol dire imprimere a loro il nostro odore con il rischio che non venga conosciuto dalla madre e così allontanato.
Poi sì ci sono casi dove magari un intervento bisogna farlo per esempio il cucciolo è da solo e la sua mamma non c'è più.
Comunque si tratta più di qualcosa di simbolico. Anche visualizzare intensamente di noi che ci avviciniamo ad un animale può dare effetti prodigiosi



da Selvaggia di Emily Hughes


P.S.: Tenete d'occhio questa bambina perché fra qualche giorno, non so quando, la ritroverete qui nel blog




Poter creare qualcosa con le proprie mani, anche nel trucco.
E' sempre qualcosa di delizioso e salutare.
Per l'immagine ho dovuto mettere il link perché era troppo grande.


vai qui




E parlando di arte e creare, non poteva mancare una bacheca, una delle più vecchie, che sostituisce il vecchio quaderno dove tagliavo immagini tratte dai giornali o prendevo manuali per sapere bene come disegnare una mano in una data posizione, la prospettiva, le pieghe dei vestiti e tutta roba simile per non parlare di trucchi quando si tratta di maneggiare un dato strumento artistico dagli acquarelli ai Copic.
Ho anche aggiunto le acconciature lungo la Storia (a partire da quelle egizie) più alcune references che possono essere utili.






Eastern Illustrations 


Devo dire che le illustrazioni orientali le trovo magiche.
Soprattutto quando usano lo spazio come parte della tavola e non sempre da riempire.
Si sente l'atmosfera, il "respiro" della tavola.



di Miho Hirano



Enchanted World


Questo mondo così martoriato non manca di farci vedere la sua bellezza,
La bellezza salverà il mondo, così diceva Dostoevskij nel suo L'idiota e speriamo davvero.






Facce di ogni mondo e sono contenta che come immagine più pinnata ci sia lei che nel servizio di Julian Holtom che cerca di dare una nuova luce a tutti i sopravvissuti che hanno perso o mai conosciuto la bellezza che è imperfezione, la confidenza e l'autostima. 
C'è una foto di lei che sorride ed è splendida. Eccola qui.
Ma venite a vedere le altre facce. Ognuna racconta un'emozione, una storia.






Form of the scent


Qualche giorno fa ho partecipato a un corso e a un certo punto ci siamo avvicinati ai profumi o meglio agli oli essenziali.
Davvero, quanto viene sottovalutato il benessere che danno gli odori.
Magari indossiamo dei profumi per conquistare, oppure per apparire bene (e alcuni ne mettono così tanto che l'odore diventa repellente) però per sentirci bene.
Inoltre quanto conosciamo del profumo, di tutto quel mondo?
Ecco questa è una bacheca che oltre ad immagini che sono boccette di profumo e pubblicità o persone che annusano, è molto costituita dal sapere.







Ovviamente non poteva mancare una bacheca dove ci sono le farfalle come protagoniste e infatti questa è una delle più vecchie.
Cos'altro dire se non lasciare che tutte queste farfalle sboccino da voi?



There is Love in You di Christian Schloe



I capelli in movimento per me sono straordinari da vedere. Sanno di vita.
Che siano mossi dal vento o dall'acqua, per me è indifferente.



studio preparatorio di Pierre Paul Prud'hon




Bellezza nascosta. Non perché c'è qualcosa da nascondere, ma per il suo essere intrigante, per il mistero che vi si cela.




di Edward Weston





Gli ibridi tra l'essere umano e gli uccelli.
Nell'antico sogno di volare o comunque di sopraelevarsi, l'uomo e la donna si sono cosparsi di piume e qui vediamo tante persone, anche bambini, che hanno piume oppure il braccio a un certo punto è un'ala.




Bird of Prey di sayda




Il collibrì. Questa minuscola farfalla piumata che ronza come una mosca portatrice di gioia.
Come non rimanere affascinati di fronte a questa meraviglia della Natura e alla sua straordinaria capacità di adattare l'animale all'ambiente e al suo cibo?



di Ester de Roij





E qui ricito una frase che ho scritto in uno dei primi post dove parlavo di Pinterest:
Sono un'anima imperfetta, un'anima combattente e amorevole, luminosa e oscura.
Sono un'anima bellissima.







E a proposito di ibridi non potevo non trattare le sirene, anche loro appartenenti alle prime bacheche.
Anche qui non si tratta solo di una raccolta di immagini e illustrazioni derivanti anche da fiabe, ma anche del sapere, delle leggende, di come le sirene appartengono al mondo intero (vedi questo mio post)





di Chiara Bautista




La mia prima bacheca in assoluto.
Dopotutto la voglia di fare anche Pinterest tra i social network mi è venuta dopo aver fatto il corso di illustrazione a Bologna con Alessandra Fusi e Morena Forza (qui il resoconto)
E qui abbiamo una meraviglia in pastello di Isabella Mazzanti che è nota anche come Isa Bancewicz




di Isabella Mazzanti 




La conoscenza degli archetipi, la consapevolezza dell'oscurità in noi, dei nostri lati ombra.
Possiamo credere alla religione che vogliamo, possiamo anche non crederci, ma alla fine c'è qualcosa che non dobbiamo mai sottovalutare ed è il nostro mondo interiore.







Ci sono foto che ti dicono qualcosa, semi di una nascita creativa. E allora eccoli qua.
Poi questa foto in particolare è stata usata da un'illustratrice, Susanne Janssen, per basare un suo libro ovvero Hansel e Gretel (qui l'analisi completa fatta da Anna Castagnoli nel suo blog Le figure dei libri)



di Emmett Gowin




E che ci volete fare? Io del Giappone rimango affascinata.
Rimango affascinata della fioritura del ciliegio, delle terme, dei loro giardini, di tutto quello che sembra un Giappone lontano dal tempo e ho paura che prima o poi scompaia.
C'è anche da dire che il Giappone è una terra piena di contraddizioni e spero un giorno di poterlo visitare. Chissà.


Guerriera al Jidai Festival, Kyoto



Little Mermaid (The) 


La sirenetta... All'inizio tutte le immagini della Sirenetta stavano nella bacheca delle sirene. Poi visto che ce n'erano tantissimo, ho deciso di creare una bacheca apposta. Alla fine, ovvero qualche giorno fa, ho ripinnato alcune immagini della Sirenetta nella bacheca delle sirene quando si vede ovviamente che c'è una sirena.
Quando anni fa, da bambina, lessi la fiaba originale mi ricordo che non solo fui triste perché il principe non l'ha sposata ma anche e soprattutto perché la sirenetta non aveva l'anima (un tema ricorrente anche in Ondine). Poi, forse un mio tentativo di ristabilire, pensai che magari la sirenetta non aveva l'anima perché lo è. Dopotutto fanno parte dell'elemento acqua che appunto gestisce il nostro corpo emotivo.



illustrazione di Helen Jacobs




Ed ecco finita la prima parte.
Spero che queste immagini siano di vostro gradimento.
E se non vi bastano, siete i benvenuti nelle mie bacheche
La seconda ci sarà mercoledì. Promesso.

10.000 pin: tutte le mie board di Pinterest (seconda e ultima parte) + piccola iniziativa per voi lettori

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A volte succede anche questo e non per il motivo che dicevo nel post precedente.
Te ne dimentichi e Pinterest non ti dice che l'hai già pinnato 
perché magari l'immagine viene da una fonte differente


Avete gustato ben bene il post precedente?
Perché come promesso, ecco la seconda parte e questa volta ci saranno anche delle sorprese alla fine, ma prima illustriamo le bacheche con l'immagine che è stata più pinnata.





Partiamo subito con uno dei miei animali preferiti: la lince.
Animale silenzioso e schivo, custode dei segreti nella simbologia, il suo famoso occhio di lince permette di vedere oltre, ma la sua medicina è difficile da avere.



di Chris Achilleos







Questo fiore così particolare che assieme all'orchidea, costituisce uno dei miei fiori preferiti.
La sua simbologia profonda del Cosmo che emerge dal Caos non mi lascia indenne.
Già io ho fatto alcune foto su questo fiore e qui vediamo che dal fior di loto nasce un unicorno, un animale che sta diventando molto presente nella mia vita (vedi qui)





Nascita di un unicorno nel cuore di un fior di loto di Susan Seddon Boulet



Love for Nature


L'amore per la Natura... Beh che dire? Non sarà una bacheca affollata ma spero che lo sentiate questo mio sentimento con le immagini che ho scelto.
Intanto l'immagine più pinnata è di quest'albero che da quel che era segnato, ha mille anni ed è in Galles.
Un grande vecchio.



Albero di mille anni, Galles




Miyazaki's world 


Miyazaki e il suo mondo dove puoi vedere volteggiare al vento fili d'erba e quest'immagine è straordinaria
Sembra davvero mettere pace.


da Kiki - Consegne a domicilio


Mother Moon

La luna, madre luna e noi i figli.
Ma spesso non solo i figli. Spesso siamo la luna con i suoi cicli.
Quando poi parlavo nella prima parte che queste bacheche per me rappresentano anche sapere beh in questa bacheca potete trovare non solo immagini e illustrazioni sulla luna, ma anche canzoni, le pietre e i cristalli legati alla luna, le fasi della luna e che cosa simboleggiano nel paganesimo, la Luna in astrologia... Insomma, un bel po' di roba e non è la sola bacheca.
Andiamo avanti.



L'Anima della Luna di KimAmI




Sì ho voluto dedicare una bacheca alle muse e sapete una cosa? Spesso si ha l'idea che la musa sia passiva eppure molte volte è partecipe della creazione dell'opera d'arte. Non è solo uno strumento (e sarebbe un po' brutto da dire) ma è come se musa e artista (e qui il genere non sempre è inteso come musa=donna e artista=uomo anche se costituisce la maggioranza) insieme procreano l'opera d'arte.
Qui poi sembra che la musa sia come un'entità divina e a volte succedeva che l'artista vedeva nella sua musa non una donna in carne e ossa, ma qualcosa di sublime e perciò intoccabile che però può finire in tragedia (vedi anche il rapporto tra il pittore pre-raffaellita Dante Gabriel Rossetti ed Elizabeth Siddal)




Autoritratto con la musa in sogno di Marc Chagall



Dalla musa alla ninfa.
Se per musa si intende più l'arte, per la ninfa si parla di natura. 
Così come ci sono i musei, esistono anche i ninfei.
Eppure la Natura è essa stessa fonte d'ispirazione. Quindi possiamo parlare di ninfe come ispiratrici dell'arte?
Dopotutto avevo già parlato un po' di tempo fa della ninfolessia.




Gertrude Hoffman, foto di Frank Bangs, 1917 ca.



E se avevo parlato qualche bacheca del fior di loto, adesso parliamo delle orchidee.
Fiori particolari, quasi unici per le loro bizzarrie, per le loro capacità di adattamento e rappresentano tra i fiori più diffusi nel mondo.
Sono come dei fiori alieni e si dice appunto che quando ti innamori delle orchidee, te ne innamori per sempre.
Oltre a immagini e foto di orchidee, anche con personaggi famosi, si trovano anche consigli per le cure.



una Miltonia





E parlando di fiabe, non ci sono solo libri illustrati ma anche dipinti e qui potete trovarne alcuni.
Non aspettatevi però una galleria intera.



La Bella Addormentata di William Henry Margetson



Sulle perle potete trovare di tutto.
Qui un abito ricamato da perle, ma si possono trovare oltre a immagini, anche curiosità, come si tengono, canzoni anche di lavoro durante la raccolta delle perle e anche una canzone che fa parte di un'opera lirica.
Troverete un mondo sulla perla.


abito da sera russo del 1913






Fra un po'è primavera e Persefone ritorna alla luce dopo il soggiorno nell'Ade.
Quest'illustrazione è perfetta per simboleggiare il ritorno, il rinnovo della Primavera ogni anno e sempre nuova.



Il ritorno di Persefone di Kinuko Y. Craft




Questa bacheca l'ho realizzata quando ho fatto tutti quei post su Peter Pan (vedi qui, qui, qui e qui). Poi non ho fatto più niente e quasi contemporaneamente anche questa bacheca si è un po' fermata. Ma continua ad esserci.
A voi l'esplorazione.


studio preparatorio di Renae de Liz
uno dei creatori de L'ultimo unicorno


Pótnia Therôn - The Lady of Beasts


Una delle ultimissime bacheche nata durante la lettura del libro Artemide di Jean Shinoda Bolen.
Quasi tutte le dee sono signore degli animali, ma soprattutto Artemide lo è.
Da bambina poi alla materna disegnavo sempre me stessa con gli animali.
Ancora adesso, quando mi capita di approcciarmi con degli animali li saluto sempre e non parlo solo di gatti e cani.



di Katerina Plotnikova


L'arte preraffaellita... L'adoro.
Me ne sono innamorata alle medie vedendo su un giornale un dipinto di Edward Burne Jones.
Non ci sono molti dipinti, ma non vi preoccupate.
Alcuni poi sono sparpagliati in altre bacheche. 
Per questo dico che a volte una stessa immagine può comparire in più bacheche.



Lamia in ginocchio di John William Waterhouse




Raperonzolo, una delle mie fiabe preferite in assoluto. Sin da bambina.
Ci sono molte immagini e foto, anche riferimenti a fiabe precedenti alla versione dei Grimm che la ricordano come Persinette di Charlotte-Rose de la Force o Petrosinella di Giambattista Basile.
Qui sotto abbiamo un'illustrazione che per come è fatta, la considero ben più di una fan-art del film disneyano.



la Rapunzel disneyana in stile klimtiano di Mickey89Eli



Raven and Crow, the Obscure Lights

Questi due animali così bistrattati e calunniati in realtà sono tra gli animali più intelligenti, tra quelli che utilizzano oggetti per risolvere situazioni, sanno riconoscerti e ti danno un nome che questo verrà poi comunicato ad altri della sua stessa specie.
Si considera anche che raven e crow in realtà non sono sinonimi ma il primo indica il corvo, mentre il secondo indica la cornacchia e ci sono anche foto di come distinguerli.
Anzi, il primo discorso sembra essere più valido per il corvo che per la cornacchia che quest'ultima sembra avere un potere simbolico inferiore al corvo.



Ravenheart di whitecrow-soul



Resplendent Quetzal (The)

Il Quetzal, un uccello che mi ha affascinato sin da bambina come ho scritto qui.
E come possono le sue piume non affascinare? Erano considerati autentici gioielli.
Ma andando nel post, si può vedere come questo uccello non sia un uccello simbolico solo per le sue piume.


di Anita van Sambeeck



Sono sculture, dure e solide che siano fatte di marmo o di terracotta come qui sotto. 
Eppure sembra straordinario come alcune sculture diano il senso della leggerezza come il tocco di una mano sul viso o il velo



Afrodite che si toglie il sandalo (terracotta)
figura votiva dal Santuario della Madre degli Dei e Afrodite, Pella
tardo 4°-1° secolo a.C.




I serpenti, animali velenosi che sono dei Guaritori. Sembra un controsenso? In realtà no poiché anche in medicina, molti veleni in realtà vengono usati per guarire. L'importante è la dose.
E inoltre il bastone di Asculepio è adornato da due serpenti, da due saettoni per essere precisa.
Ma del serpente la sua simbologia negativa è compartecipe di quella positiva così come la sua immagine viene travisata e questo non soltanto nel Cristianesimo ma anche nell'Antica Grecia dove Apollo sconfigge Pitone. Sembra il Sole vittorioso sulle Tenebre ma in realtà leggendo il libro La follia che viene dalle Ninfe di Roberto Calasso (libro del quale ho trattato parlando delle ninfe) si ha un altro tipo di lettura. 
Il serpente poi per il suo veleno rappresenta una sfida, soprattutto di trasformazione. Quasi un'operazione alchemica
Inoltre non bisogna sottovalutare la sua capacità di cambiare pelle.




Angelina Jolie in Alexander


Shamanism around the World

Sciamanesimo attraverso il mondo.
Ci possono essere dei punti in comune ma anche differenze e troppo spesso la parola "sciamano"è usata impropriamente senza sapere esattamente che cosa sia.
Per esempio confondere un trip allucinogeno come un vero e proprio viaggio sciamanico.
Di questo argomento ne avevo parlato giusto qualche settimana fa in questo post.
C'è troppa voglia di sperimentare tutto senza approfondire.
Intanto in questa bacheca potete vedere artefatti, diversi tipi di sciamani nel mondo appunto e anche una ricostruzione di come poteva essere una sciamana nell'antichità.




di Luis Tamani Amasifuen, 
sciamano e pittore visionario 
che documenta i suoi incontri quando usa Ayahuasca, una pianta sacra




La Disney, quanto la amo. E da grande curiosa soprattutto di quello che c'è dietro la creazione di un'opera, qualunque essa sia, sappiate che troverete curiosità, arte concettuale, bozzetti su scene che poi non sono state approvate così come scene inedite perché non comparse nella versione finale del finale (e magari erano anche pronte)...
Insomma, tantissimo materiale che spero vi soddisfi e sappiate che non intendo finire qui con questa bacheca così come con le altre.



Arte concettuale di Lisa Keene per Rapunzel




Sleeping Beauty

Un'altra delle mie fiabe preferite e vi ricordo di averla analizzata in questo post.
Considerata come l'emblema della passività della donna, in realtà credo che nasconda molto di più.
Vi consiglio, se vi capita di trovarlo, di leggere il libro Il femminile nelle fiabe della psicanalista junghiana Marie-Louise Von Franz




di Arthur Rackham









Il ragno, un altro animale bistrattato e temuto, considerato alla stregua di un mostro dei sogni (e in effetti nella bacheca ci sono alcune immagini che non fanno sentire al sicuro) in realtà 






Symbolism (Art)


Il Simbolismo e la sua arte. 
Corrente europea del primo Novecento vediamo tra i pittori Alphonse Mucha, Gustave Moreau, Odilon Redon, Gustav Klimt... ed ecco Frantisek Kupka, un pittore che conoscevo. E dire che questo suo dipinto lo trovo assolutamente straordinario. Leggo che era uno dei maggiori esponenti dell'orfismo, coinvolto molto nella Teosofia e nella Filosofia orientale.
Vedendo questo quadro non me ne stupisco.




L'inizio della vita di Frantisek Kupka



Swan's (f)light


Un cigno è venuto a me come una visione e allora ho pensato di creare questa bacheca.
Lasciatevi avvolgere da queste ali bianche, a volte ombreggiate di rosa o di turchese.
Tra foto, fiabe, leggende e miti, questi cigni vi sapranno condurre lontano.




di Maria Edith





Sweet Dreams


Sogni, dolci sogni. Ma anche incubi.
Il sonno rappresenta per me quasi una terra di confine, una terra che non posso esplorare e a volte da bambina mi chiedevo curiosa, quando vedevo uno dormire, che cosa sognasse e dov'era.
Dormire, sognare, è come ritornare in un feto.
Di notte, soprattutto quando mi è capitata una giornata no, chiedo alla notte di morire (inteso metaforicamente) per poi risvegliarmi come se, durante il sonno, mi fossi cambiata la pelle.




di Ron Compton




Tarot 


I Tarocchi... Ho aperto questa bacheca quando ho incominciato a interessarmene ma per me rimangono ancora un mistero. Comunque tengo ancora aperta questa bacheca che ha diversi modi di leggere le carte. Ma quello che mi interessa di più è rappresentato dalle immagini che possono rappresentare degli archetipi e così i loro significati.










C'è una Dea in me così come c'è una Dea in tutte le altre. 
Ma non è che gli uomini devono sentirsi temuti o lontani. Anche loro sono i benvenuti.
E inoltre consideriamo che sia l'uomo sia la donna conservano sia una parte femminile sia una parte maschile e questo non coincide con il proprio orientamento sessuale.
Quindi c'è una Dea in me chiunque sia questo me.



di Aleksander Korman





Ho provato qui a concentrarmi sul tocco.
Prima ho voluto prendere immagini che sembrassero gioielli particolari tattili così come capi di abbigliamento dalle forme non tipiche e anche il tessuto.
Poi alla fine ho preso altre immagine che mi diano proprio il senso del tocco: il lavoro delle mani, ma anche una carezza ed è proprio su questi ultimi tipi che desidero continuare la bacheca.




tessuto tinto con la tecnica giapponese dello Shibori




Ho parlato molte volte dell'unicorno anche le volte passate che quasi mi dispiaceva per l'altro ovvero Pegaso. Nato dalla decapitazione di Medusa, questo splendido animale, indomito e credo vicino alla Luna. Medusa poi come Gorgone rappresenta una Dea Oscura. 
Si narra di come Atena l'abbia maledetta, ma ci sono letture antecedenti di questo mito che non vedono in Medusa una vittima.
Inoltre Pegaso, come ogni altro cavallo alato, rappresenta doppiamente l'indomabilità: sia nel suo essere cavallo, sia nell'avere le ali.



di Kinuko Y. Craft



Veiled women

Una donna velata non deve spaventare.
Non è il velo ad essere il nemico della donna.
O almeno il velo come quel sottile tessuto che anzi esalta la donna e il suo corpo.
Per questo, non bisogna pensare alle donne di questa bacheca come a delle oppresse.
Anzi, il velo può essere uno strumento della propria femminilità oppure il passaggio per un'altra vita.
Insomma, il velo non è solo uno strumento di oppressione.



di Francis A Willey




Così come per la Luna, anche con Venere abbiamo immagini sul pianeta, sulla dea, le pietre, cristallie  anche fiori che le corrispondono senza dimenticare come potete vedere qui sotto l'astrologia.











Signore d'altri tempi, non tanto lontane eppure quasi atemporali




 una Ziegfeld girl, foto di Alfred Cheney Johnston



Visionary art

Che cosa fa di un dipinto la sua visionarietà? Come per qualsiasi forma d'arte, che cosa la rende visionaria?
C'è per caso qualcosa che la stabilisce al 100%?
Non ne sono sicura e qui ho provato a raccogliere qualcosa.
Magari alcuni possono esserlo tipo i dipinti surrealisti o quelli che si poggiano sull'esoterismo, ma non credo che sia una questione nel campo dell'arte da prendere sottogamba.
A proposito, cercando su Google ho trovato questo post che inserisce la psiche. 



di Willow Arlenea




L'acqua... Il mio elemento preferito.
Non ho altro da aggiungere se non invitarvi nella bacheca.



Ondina di Paul Gauguin




Quanto adoro il salice piangente. Sarà l'albero simbolo della malinconia, ma a me mette tanta serenità e pace. E poi anche la sua simbologia. Nello zodiaco celtico non sarò un salice, ma di sicuro questo albero ha un posto importante per me. 






Wild Wolf 


Sebbene la figura del lupo cattivo delle fiabe sembra essere lontana nel tempo, in realtà, a vedere un certo servizio che potete vedere in questo mio post, quest'immagine sembra ancora predominare e qui parliamo di un pregiudizio.
Anche perché nelle fiabe non si può parlare del lupo in sé anche se viene nominato così.
Eppure questo pregiudizio, come quello sul gatto nero, sembra ancora attivo e qualsiasi accusa priva di fondamento va benissimo per poterlo sterminare.
Solo che così si crea un danno enorme.



di Chiara Bautista


Ed è con questo ultimo sguardo che finisce questa rassegna?
A dir la verità no perché ho lasciato una bacheca per ultima e poi ci sono altre curiosità, ma tranquilli che non vi impegnerà troppo tempo.

Proprio ieri ho creato l'ultimissima (ovviamente per ora) bacheca e si tratta della Geometria Sacra. Mi è venuto in mente di creare questa bacheca dopo aver creato quella sull'arte visionaria proprio perché vedevo come molti dipinti che si poggiano sull'esoterismo, usavano appunto la Geometria Sacra.
Che cos'è? E' usata molto per costruire palazzi e, a livello esoterico, la si potrebbe considerare quasi la scrittura di Dio inteso non nel senso del Dio cristiano, ma proprio di una forza divina.
La si può trovare ricorrente nella natura e per farvi capire un po' meglio vi invito a vedere questo cortometraggio di Paperino ovvero Paperino nel mondo della matemagica





Se mi avessero insegnato la geometria, la matematica con tutte queste connessioni credo che mi sarei appassionata di più a queste materie, soprattutto alla geometria.

Comunque ecco la bacheca  Sacred Geometry (The) e questa volta, invece di mettere l'immagine, vi invito subito ad entrare in bacheca
La Geometria Sacra è come un linguaggio per decifrare il mondo.




Rimane un'ultima bacheca, ma stavolta non è propriamente mia poiché sono stata invitata a farne parte e ho accettato.
Si tratta di questa Beautiful Handmade Jewellery.


Ecco, ora posso dire di aver finito e ho un'iniziativa per voi.
Tra tutte le immagine che sono servite da anteprima delle bacheche di questo post e di quello precedente, quale vi è piaciuta di più?
Condividetela spiegando il perché.
Oppure potete scriverlo qua sotto sempre mettendo anche il motivo.
Grazie mille per essere arrivati alla fine di questo viaggio tra le mie bacheche.





P.S.: Ovviamente anche dal mio blog sono prese delle immagini. Siete curiosi di sapere quali? Ecco qua con il finale del link punto it e qua con punto com

Intervista alle libraie di Momo

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La notizia di una futura apertura della Libreria per ragazzi Momo (il nome prende dal libro omonimo di Michael Ende, già autore del celeberrimo La storia infinita) non mi era passata inosservata anche perché conosco da alcuni anni Sara Panzavolta, una delle libraie assieme ad Alice Keller e Veronica Truttero.
In più questa notizia era già stata accolta con gioia da alcune case editrici come la Topipittori, una delle case editrici specializzate per l'infanzia e che costituisce un'autentica gemma, un'eccellenza nell'editoria italian) con questo post dove le tre ragazze si raccontano.
Inoltre, da quando ho iniziato a fare corsi di illustrazione (prima con Simone Rea, poi con Morena Forza e Alessandra Fusi e infine, per ora, con Daniela Volpari), avevo interesse enorme di voler portare qui a Ravenna l'illustrazione, fare in modo che nella mia città potessero venire illustratori e fare corsi di illustrazione. Ma mi veniva detto che da sola era molto difficile, che sarebbe stato meglio cercare un'associazione al quale appoggiarmi e infine si è riaffacciato ancora nella mia vita il teatro.
Comunque conservo ancora questo sogno.
Quindi quando ho sentito di questa libreria, la mia gioia era a mille.


La Libreria è a Ravenna in via Mazzini, 36. Tra l'altro via molto conosciuta da me perché poco lontano c'era anche la Galleria Art Studio Em di Marcela Vrzalova dove nel 2004, a 21 anni, ho tenuto la mia prima mostra personale ed altre ancora.
Dico c'era perché purtroppo ora è chiusa.
Sabato 5 marzo, giorno dell'inaugurazione.
Arrivo puntuale e già c'è la folla. 
Non riesco molto a parlare con Sara e così parlo con Veronica ovvero di qualcosa che avevo pensato di realizzare a loro: un'intervista.
Le ho detto di questo mio blog, appunto Farfalle eterne, dove parlo anche di illustrazione e dei bambini e mi piacerebbe molto intervistarle.
Bene, dopo essermi ripresentata in un altro giorno, così per accordarci meglio, arriviamo a ieri.
Prima però vi lascio con alcune foto che ho realizzato alla libreria.












postazione cassa



dipinto di Marco Paci realizzato durante l'inaugurazione


















Ed ecco l'intervista. Veronica Truttero non c'era.
Alcune domande le ho fatte dopo aver letto ciò che hanno raccontato tipo al post dei Topipittori.
Tra parentesi trovate note mie.



Partiamo subito con una domanda secca. Perché una libreria di questo tipo?

Sara Panzavolta: Io sono cresciuta coi libri, lavoro per i bambini e nella didattica. Un libro è uno strumento per insegnare ai bambini.
Alice Keller: Ho frequentato molto le librerie. Le trovo un rifugio molto accogliente e mi è sempre piaciuto leggere, scrivere letteratura per l'infanzia. La sentivo più mia. Ho conosciuto Sara e Veronica, abbiamo potuto confrontarci sul come realizzare un progetto.



Avere una libreria di questo tipo, specifica per i ragazzi, vuol dire avere anche un certo tipo di mentalità tipo la scelta dei libri. Me ne potete parlare?

S.P,: Sì, la selezione è una delle caratteristiche principali delle librerie indipendenti, di quelle che ci contraddistinguono.
A.K.: In parte scegliamo i libri in cui crediamo molto e inoltre abbiamo pensato di ampliare il gusto e scegliendo tematiche che pensiamo essere importanti e utili per i nostri lettori. Non abbiamo molti personaggi seriali che si possono trovare dovunque tipo nei supermercati.



Immagino che aprire una libreria non vi basti. Avete dei progetti?

S.P.: Abbiamo pensato a questo luogo per realizzare laboratori per bambini, incontri con gli autori, mostre di illustrazione e visite guidate nelle scuole. L'abbiamo pensato come un luogo che sia spazioso e accogliente dove le persone possono togliersi il cappotto.



Avete pensato anche a libri che possano far presa agli adulti?

A.K.: Stiamo cercando piano piano di conoscere il nostro pubblico e così tutte le fasce d'età.



Quando avete girato per le librerie d'Italia e anche per il Salone di Montreuil (Fiera di illustrazione e libri per l'infanzia in Francia), vi si è aperto un mondo? 

S.P.: A me personalmente si è aperto un mondo nuovo al master dell'Accademia Drosselmeier. Personalmente già conoscevo qualcosa, ma il mio bagaglio si è ulteriormente arricchito e soprattutto questo è un mestiere dove non si conosce mai abbastanza.
A.K.: Io in realtà avevo già cominciato a scrivere per bambini. Ero già stata colpita da questo mondo. Il momento folgorante è stato quando ho presentato un soggetto assieme a Aurora Cacciapuoti, un'illustratrice e a Marta Casarini, un'altra scrittrice, alla Fiera di Bologna (sempre Fiera dell'illustrazione e libri per l'infanzia) l'anno prima di frequentare l'Accademia Drosselmeier.
Alla Fiera ho incontrato persone che lavorano per l'editoria ragazzi della Rizzoli come Beatrice Masini e l'Accademia poi mi ha dato degli appigli.



Vi racconto un aneddoto. Molte volte sono andate in librerie anche diverse e lo scenario è quasi sempre lo stesso. Chiedo al libraio "Dove sono i libri illustrati?" E il libraio non capisce. Allora chiedo "Dove sono i libri di illustrazione?" E il libraio mi chiede se voglio libri di fotografia, libri d'arte ecc... Allora, anche un po' spazientita, chiedo "Dove sono i libri per i bambini?" E il libraio alla fine mi indica il reparto, molte volte là in fondo. Che cosa mi potete dire voi che avete una libreria specializzata per l'infanzia e i ragazzi?

S.P.: E' vero che la letteratura per ragazzi sicuramente è di nicchia. In realtà sono opere dove dietro c'è un lavoro inimmaginabile e niente è lasciato all'improvvisazione. Aprire una libreria di questo tipo a Ravenna è far conoscere un mondo che merita di essere portato all'attenzione: purtroppo quando si dice "libro per bambini", sembra che lo si voglia sminuire.
A.K.: Non dimentichiamo che siamo in una regione fortunata. Per esempio abbiamo Nati per Leggere (associazione culturale di volontariato che si propone di leggere ad alta voce libri ai bambini in alcune strutture). Ci sono asili e scuole con biblioteche che sono molto fornite...
E' vero che questo tipo di editoria è una nicchia, ma siamo in una rete.



Sarà questo campo di editoria una nicchia eppure ci sono libri per ragazzi che rimangono sempre nella memoria e alcuni sono anche dei long-seller (libro che riesce a vendere anche a distanza di tempo e decenni, anche di secoli) come alcuni classici dell'infanzia come Il piccolo principe e Tom Sawyer. E questi libri diventano classici al pari di tanti altri classici come quelli di Pasolini (mi era capitato di vedere in quel frangente un libro su Pasolini)
Qual è il vostro libro preferito, a parte Momo, o anche autore? 

S.P.: Il mio autore d'infanzia preferito è Roald Dahl. Sarò banale ma ho letto quasi tutto di lui da Matilde a Le streghe. Lui parla dell'infanzia con la lingua dell'infanzia. 
A.K.: Da una parte ci sono libri che ho letto adesso e che adoro come L'isola del tempo perso di Silvana Gandolfi e Vacanze all'isola dei gabbiani di Astrid Lindgren così come poi ho letto Pippi Calzelunghe (libro per il quale la Astrid Lindgren è conosciutissima). Mi sono piaciuti questi libri perché mi sono immersa nella storia.



Avete qualcosa da dire ai lettori del blog?

S.P.: Leggete! Leggete tanto e leggete bene.
A.K.: Va' da Momo che ti passa (frase del libro Momo perché tutti quelli che parlavano con Momo, stavano immediatamente meglio e tutto si chiariva. Quindi quei personaggi hanno adottato questo slogan)



Bene, l'intervista è finita.
Gironzolo ancora un po' e alla fine decido di comprare Pippi Calzelunghe nell'edizione della Salani per il 70esimo anniversario dell'uscita del libro.
Quasi quasi non me ne volevo andare.
Questo è davvero uno di quei luoghi dove ti piacerebbe soggiornare, circondata non solo da libri ma anche da immagini e colore.
Ci si può davvero sentire al sicuro, confortati e risanati. Quindi...

Va' dalla Libreria Momo che ti passa.




ceramica di Milena Fugazzaro



qui il loro sito
qui il loro canale Youtube
qui la loro pagina Facebook




P.S.: Desidero sottolineare che anche se non è presente nelle foto, nella libreria c'è una mostra di illustrazione che i loro autori hanno voluto donare alla libreria. Questi infine saranno dati a coloro che hanno partecipato al crowfunding.


Il canto del mare (il seguito)

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"E poi? Che succede?"
Di solito capita che dopo aver letto una storia, la fine non sia abbastanza. Si vorrebbe sapere di più.
E così mi è capitato con questo mio racconto che ho scritto per un giveaway.
Spesso chi leggeva mi diceva che desiderava sapere cosa è successo poi a questa donna, al bambino.
All'inizio volevo lasciare il finale aperto, ma poi visto alcune richieste (detta così poi sembra che erano chissà quante persone), ho voluto realizzare un finale.
All'inizio ci volevo mettere di mezzo l'amore ovvero che lui, grazie a questo canto, trova la donna della sua vita ma alla fine mi sembrava scontato e così ho scritto questo.
Spero vi piaccia e... Buona lettura





Una donna che cantava. Di fronte al mare.
Era tutto quello che in fondo lui ricordava, ma all'epoca era un bambino.
Non aveva neanche dieci anni e il dubbio era sempre quello: "Ma quella donna me la sono inventata?".
Dubbio che saliva sempre di più con la crescita e soprattutto dopo aver constatato, con enorme delusione, che quella donna non c'era più il giorno dopo l'incontro.
L'attese ma niente, la donna del mare non veniva.
Ci ritornò in un altro giorno di tempesta ma anche in quel giorno la donna non arrivava, tranne i suoi genitori che gli urlavano di entrare subito a casa.
Lui se la immaginava che sarebbe rimasta sempre lì anche con una tempesta più furiosa.
E se invece la tempesta l'avesse risucchiata?
No, perché avrebbe dovuto? Dopotutto lei cantava per aiutare la tempesta, non per combatterla e, come detto da lei stessa, avrebbe cantato tutto ciò di cui il mare aveva bisogno.
E poi una donna che canta di fronte al mare in tempesta di certo non si sarebbe lasciata intimorire da alcunché.
C'era un altro dubbio che in lui, bambino, cresceva ovvero "Se lei non c'è più è per colpa mia."
Non voleva ammetterlo neanche a se stesso ma aveva paura che il fatto di essere stata ascoltata da un bambino, abbia causato in lei danni gravissimi come se lei fosse un segreto, qualcosa che non si doveva incontrare.
Sapeva che se l'avesse detto coi suoi genitori, entrambi avrebbero riso di questa sua stupidaggine, come senz'altro l'avrebbero chiamata.
Non lo disse neanche alla sua amata nonna materna.
Chiese persino a chi di solito frequentava quella spiaggia se la conoscevano, ma nessuno sapeva dargli una risposta.
E questo non sapere lo distruggeva nell'anima soprattutto il dubbio che magari era per colpa sua se lei non veniva più e che così non cantava più.
Per lui, lei era come una dea.
Gli anni passarono e la vecchia casa al mare, dove lui e i suoi genitori stavano, era stata venduta da un pezzo, qualche mese dopo la scomparsa della donna del mare.
All'inizio fu per lui uno shock perché gli sembrava che oltre alla donna, gli privassero anche della casa, ma dopo un po' si abituò all'idea di vivere in città e piano piano si dimenticò della donna del mare, di come era fatta in viso e della melodia del suo canto.
La sua vita sembrava procedere bene, molto placidamente eppure in fondo si sentiva insoddisfatto.
Ne parlava con chiunque, coi suoi amici, con la sua fidanzata, coi suoi genitori ma tutti non gli davano ascolto e questo gli provocò grandi disagi.
"Sto bene, ho tutto quello che si possa desiderare. Ho degli amici, una fidanzata che amo e che lei mi ama, un lavoro... Perché allora mi sento come se mi mancasse qualcosa?"
L'idea di andare da uno psicologo lo atterriva: aveva paura che la diagnosi fosse stata che lui era paranoico.
Anche se magari non era così, l'idea di una possibile diagnosi che gli avrebbe sconvolto la vita lo faceva andare in panico.
"No, tanto meglio stare nell'ignoranza." così pensò e credette che fu la miglior decisione della sua vita.
Ma dentro di sé, una voce gli diceva: "Tu credi?"
Un giorno poi, proprio per caso, gli capitò di andare da sua nonna materna.
Se la ricordava bene sua nonna, severa quanto basta e accogliente allo stesso tempo.
Magari lei poteva consigliarlo meglio.
Dopo averla abbracciata, la nonna gli chiese il perché di quella faccia.
"Eh, non ti si può nascondere proprio niente." e così le raccontò tutto.
La nonna ascoltò in silenzio con attenzione e poi, con un sorriso, gli disse:
"Sai mio caro, mi ricordi di quando da bambino eri disperato perché la donna del mare non c'era più."
La donna del mare... Quelle parole risuonarono in lui e tutto divenne così chiaro: il senso della perdita di una donna che gli sembrava importante, la paura di centrare qualcosa nella scomparsa però...
"Però questo vorrà dire che sarò insoddisfatto a vita. Non troverò mai quella donna e così non mi sentirò mai a posto."
Al sentire quelle parole, la nonna guardò un attimo davanti a sé, si tolse un attimo i suoi occhiali, li pulì bene con un panno, se li rimise e sospirando gli rispose:
"Mio caro, dà ascolto alle parole di questa povera vecchia. Io ho vissuto la mia vita e di certo ho vissuto più anni di te. Ho perso tante di quelle persone che non saprei neanche ricordare il numero, ma di certo so che le ho amate tanto. A volte, soprattutto da giovane, mi chiedevo "E se..." immaginando me stessa in altri percorsi se avessi agito diversamente, per tenere legate a me delle persone. Ma in fondo sapevo che tutto ciò era inutile e quindi io ti consiglio di rasserenarti e non te lo dico perché vederti così impotente mi fa stare male, ma vedi questi pensieri sono come dei piccoli parassiti. All'inizio non ci fai neanche caso, ma poi diventano sempre più numerosi e il peggio è che alla fine possono diventare parte integrante di te distruggendo quello che tu sei veramente."
Lui la ascoltava e le dava anche ragione, ma...
"Vedi nonna, il fatto è che mi sembra di qualcosa di irrisolto ed io non so davvero cosa fare."
La nonna lo guardò ancora e gli pose una semplice domanda:
"Come ti faceva sentire quella donna, sentire il suo canto?"
Lui sospirò. Ormai ricordava bene quello che poteva essere, ricordo o visione.
"Bene, mi faceva sentire bene. E invincibile."
"E allora" gli chiese ancora la nonna con un sorriso "qual è il problema?"
Il ragazzo sbarrò gli occhi. Gli sembrava di essere preso in giro. Se al posto della nonna ci fosse stato un suo amico, certamente gli avrebbe urlato contro, ma rimase lì immobile ad occhi spalancati.
Poi lentamente la guardò negli occhi con uno sguardo di disapprovazione.
Alle sue orecchie quella domanda era come se il suo stare male era solamente vedere problemi inesistenti. Un paranoico, insomma.
La nonna continuò con un sorriso: "Se lei ti ha fatto sentire bene dovresti essere contento. Anzi, dovresti ringraziarla. Può anche darsi che tu te la sia immaginata oppure che tu l'abbia davvero incontrata, ma qualunque cosa sia e cosa significhi, dovresti ringraziarla per questa apparizione nella tua vita. Troppe volte ci dimentichiamo di chi in una giornata ci ha regalato un sorriso, un bacio, un abbraccio, un regalo inaspettato e non per forza quest'ultimo deve essere materiale. Sono come tesori e dovresti accudirli con cura. Anzi, tu puoi dire di aver ascoltato quel canto, di averci parlato con quella donna e sono sicura che lei, perché io credo sinceramente che tu l'abbia incontrata, si ricordi con affetto di questo bambino, di te. Purtroppo spesso capita di non riuscire a dire alle persone quello che vorremmo dire anche se magari facciamo mille promesse a noi stessi, ma la vita è sempre più avanti di noi di un passo. E così può capitare che persone che vorremmo sempre vicine sono lontane, distanti oppure anche morte. Proprio per questo bisognerebbe onorare la memoria di questi ricordi preziosi e non solo quando queste persone non ci sono più, ma anche quando sono in vita. Onorando questi ricordi, onorerai loro, ciò che c'è stato e quello che accadrà. Facendo questo nel tuo presente, rimanendo non ancorato del passato e schiavo del futuro. Sii fiero e felice."
Delle lacrime silenziose caddero. Gli sembrava che quelle parole lo avessero finalmente dissetato.
Voleva tanto ringraziare la nonna, ma la sua voce non usciva se non rotta per l'emozione. Così le mostrò il viso piangente e le sorrise.
La riabbracciò senza dire niente e la nonna capì
Quando uscì, ancora aveva le lacrime che piano piano cadevano.
E poté finalmente ricordare la melodia di quel canto, i tratti del viso della donna e come lei se ne stava fiera e dritta come un faro di fronte al mare in tempesta.



di Charles Folkard


Che ne dite?
Come potete notare, al ragazzo non ho dato un nome. Non sapevo proprio che nome dargli.
In un certo senso, mi ha ricordato un altro mio racconto quello della felicità, ma almeno questo ha un finale lieto qualunque cosa succeda o meglio ricordando le parole della nonna.
Grazie mille a tutti voi.




P.S.: Giusto per precisare, non lo scrivo il seguito di questo racconto. Semmai ne scriverò altri sempre qui sul blog, ma credo che per quanto riguarda questa storia, il finale sia perfetto così com'è.


Il sogno nei film

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Qualche giorno fa sono stata contattata da Ottavia Salzano chiedendomi se sapevo dire 5 film che parlano di sogni anche lucidi.
Lei ed altri visitatori di Sognipedia hanno stilato una classifica con cinque film.
Eccola qua.
In fondo poi si trovano i riferimenti ai macchinari usati nelle trame del film e curiosità

Di alcuni film non posso parlare come Vanilla Sky, Paprika (ma prima o poi questo lo guarderò) e The cell perché non li ho visti.
Di Fino alla fine del mondo ho proprio dei flash perché l'ho visto che ero bambina al cinema.
Posso invece parlare di Inception.






Non l'ho visto quando è uscito, ma circa un mese fa o anche di più.
Che cosa posso dire?
Come montaggio, recitazione, suspance non ha nulla da invidiare ad altri film, ma è proprio dal punto di vista onirico che manca.
Stanno lì a spiegare che cosa sia un sogno lucido, che cosa succede quando l'inconscio di uno interferisce con un altro nei sogni ed è proprio in questi brevi momenti che si può vedere la realtà spaccata da un imprevisto.
Sì perché c'è ben poco di onirico in quei sogni. Spiega e non mostra, se non raramente.
Se per caso mi fosse capitato di vedere un frammento del film, anche le scene di quando si trovano nella neve, non c'è niente che mi farebbe capire che sto guardando un sogno per di più condiviso.
Mi sembrava un normalissimo film di spionaggio e i protagonisti non sfruttavano ampiamente le possibilità date in un sogno lucido.

Che cos'è un sogno lucido?
In un sogno lucido si ha la consapevolezza di stare sognando e quindi non si è sognatori passivi, ma attivi. Chiedersi se si sogna è già un buon indizio per sapere se si è in un sogno lucido e da qui si ha la possibilità di modificare il sogno.
Alcune modifiche del sogno in Inception erano molto legate alle condizioni fisiche del sognatore mentre dorme, ma nel sogno lucido c'è la possibilità di modificare il sogno.
Vi faccio un esempio. In un sogno arriva un mostro, una bestia che vi insegue e quello che riuscite a fare è scappare. In un sogno lucido potete affrontarlo e magari basta questo per vederlo trasformato o anche "smascherarlo".
Vedo Inception e lo trovo lineare. Può sembrare strano visto che si parla di sogni dentro a un sogno e che più vai in quel sogno, si allarga la percezione del tempo, ma se considero il sogno singolo lo trovo lineare, anche troppo.
Per esempio, se lo si vuole, può capitare di volere volare o di fare dei balzi per aria.
L'azione di Christopher Nolan, il regista, mi è sembrata molto come quella di un chirurgo che seziona le diverse parti, ma manca quel di più che permette il sogno, quell'estro che era cercato molto dai pittori.

Per esempio Salvador Dalì a volte per dipingere ricorreva proprio ai sogni. Dormiva su una sedia e aveva in mano un oggetto (non ricordo se era un cucchiaio o altro). Quando l'oggetto cadeva perché lui si era totalmente addormentato, il rumore della caduta lo faceva svegliare e dipingeva l'ultima immagine che aveva impresso.



Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio, 1944



E parlando di Salvador Dalì e sogni non si può non citare il suo contributo al film di Alfred Hitchcock nel film Io ti salverò dove il pittore realizza la scenografia del sogno del protagonista interpretato da Gary Cooper e con Ingrid Bergman.





Di altri film sui sogni consiglio dei film che ho già trattato qui nel blog e ve li ricordo anche se non saranno 5.


L'arte del sogno di Michel Gondry




Stéphane, interpretato dall'attore messicano Gael Garcia Bernal, fin da piccolo soffre di quella che si può chiamare distorsione della realtà o anche confusione tra realtà e sogno.
Questo lo porta a volte a non essere consapevole quando sta sognando o no.
Stéphane è un creativo e s'innamora di Stéphanie e per conquistarla userà tutta la sua inventiva anche se con qualche difficoltà



Waking Life- Risvegliare la vita di Richard Linklater




Sognare e non risvegliarsi più.

Per alcuni può essere un ottimo modo per evadere dalla realtà spesso avvertita come opprimente, ma così come ci si può sentire prigionieri dalla realtà, cosa fare se si è prigionieri dei sogni?



Inserisco un altro film ovvero

Valzer con Bashir di Ari Folman




L'ho inserito proprio perché presenta delle sequenze oniriche e sono particolari per un motivo.
Il film è ispirato a una storia. Anzi, si può dire autobiografico.
Il regista Ari Folman ha partecipato alla guerra in Libano agli inizi degli anni '80. 
Il film è ambientato ai giorni nostri dove un sogno lo colpisce e che lo riconduce a quei anni di guerra per disseppellire un ricordo e scoperchiando questo vaso di Pandora, altri sogni verranno così come delle persone coinvolte nel sogno e che in quegli anni hanno partecipato con lui a quella guerra.


Ho qui inserito film che trattano di sogni anche perché la parola onirico non sempre specifica il sogno, ma quello stile irreale che fa ricordare i sogni.
Un po' come i film di David Lynch o a Jan Svankmajer (considerato appunto il David Lynch meno conosciuto) oppure anche a Federico Fellini o Tim Burton (quello del passato per me).
Spero anche di vedere il film La danza della realtà di Alejandro Jodorowsky del quale avevo visto già La montagna sacra.
Inoltre il regista di The Cell, Tarsem Singh ha realizzato un film che è una delizia per gli occhi ovvero The fall.
Inception per me sarebbe stato perfetto se avesse unito la creatività del sogno, ma capisco che forse Christopher Nolan è interessato ad altri aspetti della mente e del sogno.
Sarebbe poi curioso vedere come questo stesso film possa cambiare se realizzato da diversi registi che hanno un tocco onirico e come si differenzia tra di loro.


E voi? Avete film dedicati ai sogni che potete consigliare?
E cosa ne dite dei film nella classifica iniziale?



P.S.: Per poter realizzare un sogno lucido siate rilassate prima di coricarvi e pensate, anzi visualizzate ciò che volete sognare. Durante il giorno pensateci, guardate come se voi foste in un sogno.

Innocenza

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di Laura Makabresku


Parlare di innocenza in questi tempi.
Sarò ingenua? Sentimentale? No, consapevole.
L'innocenza non è solo il contrario di colpevolezza.
Non è solo una qualità che appartiene ai bambini, ignari di come possa essere il mondo.
Negli archetipi, l'Innocente è il punto di inizio del viaggio dell'Eroe.
E' l'apertura, la fiducia nel mondo ed è facile vedere in ciò un bambino, ma per proseguire il suo viaggio, l'innocente dovrà assaggiare sperimentare il mondo e assaggiare così l'amarezza.
Molte volte si parla appunto della perdita dell'innocenza e nelle fiabe spesso viene rappresentata nel perdersi nel bosco e/o affrontare il personaggio cattivo o comunque l'antagonista.
Quindi poi l'innocenza sarà perduta per sempre?



                                                                     di Laura Makabresku

Io non direi.



A volte quando si dice che nella vita è importante rialzarsi dopo ogni caduta, io mi chiedo allora: "Sì, è importante ma cambierà qualcosa nel modo di vedere il mondo?"
Perché spesso capita che magari qualcuno si rialzi però veda il mondo in maniera diversa e se in questo può essere un bene, non lo è quando il cambiamento ti incattivisce.
Avete presente quando uno dice: "Poiché gli altri sono stati stronzi con me, allora io lo sarò con tutti gli altri."?
E l'innocenza?
Per questo mi affido alle parole della curandera (sciamana, in spagnolo guaritrice ed è dell'area americana centrale  e meridionale come il Messico e i popoli andini) e psicanalista junghiana Clarissa Pinkola Estés in quel libro che per me è una Bibbia ovvero Donne che corrono coi lupi.
Sta parlando della Donna Scheletro, leggenda inuit, e della fiducia soprattutto nella parte della storia dove il pescatore si addormenta di fronte alla Donna Scheletro e in lui scende una lacrima.


dalla narrazione di Alberto Villoldo e illustrato da Yoshii



(...) Per innocente s'intende spesso una persona che non sa, un sempliciotto. Etimologicamente significa non dannoso, non colpevole. In spagnolo (nota: l'autrice è molto legata al Messico essendo anche la terra della sua famiglia d'origine) inocente è una persona che cerca di non far del male a nessuno, ma è anche capace di curare il male che le hanno fatto, le ferite che le hanno inferto.
La Inocente è spesso il nome dato alla curandera, colei che guarisce gli altri. Essere un innocente significa saper vedere chiaramente di che cosa si tratta e porvi rimedio. Queste sono le possenti idee che stanno dietro l'innocenza. E' considerato non soltanto un atteggiamento teso a evitare il male agli altri o a sé, ma anche una capacità di ristabilirsi e reintegrare se stessi (e gli altri). Riflettete! Che grazia per tutti i cicli dell'amore!


Ma integrare in sé questa innocenza, intesa non più come ingenuità, è altrettanta amara se non di più.
Se la prima amarezza serviva per sperimentare il mondo, la seconda amarezza è necessaria per non abbandonarsi all'idea che il mondo sia solo un cumulo di macerie e rassegnazione.
Inoltre non voler fare del male può significare anche che quel male lo si è sperimentato e quindi sai bene che cosa possa significare. Lo si sa non soltanto perché ci si è informati, si è studiata la materia ma anche perché è stato vissuto.


Credo che conosciamo tutti Audrey Hepburn. 





fotografie di Bob Willoughby
realizzate durante il film Verdi Dimore di Mel Ferrer
dove compare appunto un cerbiatto


Quest'attrice nota per la sua grazia e l'eleganza, qualche anno prima di morire nel 1993 decide di abbandonare al cinema e dedicarsi all'infanzia lavorando per l'UNICEF e viaggiando verso alcuni dei luoghi più poveri della Terra come l'Etiopia, il Bangladesh, il Sudan, in Somalia...
Audrey Hepburn ha avuto un'infanzia segnata dalla Seconda Guerra Mondiale e lei stessa conobbe da bambina la povertà che la segnò poi nel fisico e non solo.
Suo figlio Luca Dotti disse che per certi versi, sua madre si sentiva anche un po' in colpa nell'essere sopravvissuta.
Chi ha lavorato accanto a lei ricorda sempre la sua gentilezza, la sua grazia non solo nel vestire ma anche nel modo di porsi.
Chi può dire che cosa nascondesse nel suo animo? E che cosa pensava nel vedere povertà e guerra che sembrano non finire mai?
Fare il possibile con la consapevolezza che non tutti si salveranno.


Avrete notato che in tutte le foto ci sono dei cerbiatti e ovviamente non è un caso.
Di sicuro l'intento non è puntare sulla carineria anche se capisco quanto questi cuccioli possano suscitare tenerezza. (nota: io poi adoro tutta la famiglia)
Il cerbiatto, come animale spirito guida rappresenta appunto l'innocenza, la gentilezza e la cedevolezza per non parlare dell'amore incondizionato.
Così come per la Cerva.



di Mark McInnis


Potrebbe quasi sembrare facile dimostrare gentilezza, ritornare all'innocenza iniziale conservando la propria consapevolezza, ma si tratta di un'autentica sfida.
Innanzitutto perché queste qualità non possono essere false e approfittatrici.
Inoltre non sempre si ha voglia di essere innocenti.
E allora? Si tratta di sforzare se stessi?
No, perché si tratta sempre di qualcosa che non è sentito.

Clarissa Pinkola Estés diceva che l'innocente è colui che sa vedere chiaramente e sa porvi rimedio. Questo semplice atto del vedere non sempre è facile perché, per porvi rimedio, io mi devo staccare un attimo dal mio giudizio e non sempre l'esperienza vissuta conta perché lo stesso fatto può avere esiti differenti che dipendono dal tipo di persona.
Vuol dire anche vedere ogni singola possibilità, vedere come le strade si dipanano e considerare i diversi aspetti.
Inoltre questo insegnamento non è accompagnato dal torpore, ma da un'acuta vigilanza e una fiducia sul proprio intuito.
Anzi, si tratta di vere e proprie guide quando si tratta di rassegnarsi a uno stile di vita che non contempla l'altro come un altro se stesso anche se differente; quando sembra che la propria vita stia seguendo uno schema dove tutto è già prestabilito; quando ci si allontana da se stessi e più si va avanti, più sembra che non si stia vivendo.
Perché un'altra sfida riguarda il come ci vediamo, il come ci siamo trattati, che cosa ci siamo fatti mancare perché magari pensavamo di non meritarlo, perché non era per noi (magari dicendoci una bugia)
Ed io, come sempre, vi mando un dolce abbraccio.

La trilogia del limite, di Suzy Lee

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Da domani sarà gran festa per il mondo dell'illustrazione: si apre la Fiera del Libro per Ragazzi (o Bologna Children's Book Fair, qui il sito).
Anche quest'anno starò qui a casa. L'ultima volta, che è poi la seconda in tutto, che ci sono andata è stata due anni fa.
Intanto però desidero parlarvi di un libro che secondo me spiega perfettamente il lavoro dell'illustratore ovvero La trilogia del limite di Suzy Lee, autrice e illustratrice coreana.







Tutto nasce da un'e-mail che le è stata mandata riguardo a un suo libro L'onda e in particolare a questa pagina.







La bambina a sinistra allunga la mano ma questa non si vede nella pagina successiva.
In più si nota come manchino parti dei gabbiani in alto.
Tutto ciò aveva fatto nascere in chi ha scritto l'e-mail il dubbio che qualcosa fosse andato storto nella stampa del libro (evento che qualche volta succede), ma tutti i libri presenti in libreria e anche in quelli di un'altra presentano lo stesso "difetto".

Nel mondo dell'illustrazione c'è una regola non scritto ovvero di non inserire niente che possa essere importante dove le due pagine si incontrano.
Anche se le due pagine sono contrassegnate da un numero differente e presentano quella riga in mezzo, insieme le vediamo come un'unica pagina.
Questa è una regola, ma può essere ignorata o meglio ancora, rotta?
Quello che potrebbe essere quasi scambiato come lo sbaglio di un principiante diventa invece la forza di questo libro e di altri due ovvero Mirror e Shadow.
Insieme questi tre libri compongono quella che verrà poi chiamata La trilogia del limite.

E così quel limite viene usato come un confine che sia uno specchio o il mare o l'ombra e i confini possono rompersi, invadere l'altro spazio ed è sia divertente che illuminante vedere come lo spazio venga modificato.

Inoltre Suzy Lee ci accompagna con un linguaggio chiaro lungo il processo della creazione facendoci leggere le note e facendoci notare piccoli elementi che sembravano essere messi lì per caso e invece hanno una loro importanza. Per esempio il ruolo dei gabbiani ne L'onda e questo lo si può vedere in relazione alla bambina e all'evento diventando come il coro negli spettacoli dell'Antica Grecia.

E a proposito di spettacoli, da quando ho cominciato a interessarmi più seriamente sull'illustrazione, ho notato come questo mondo sia molto vicino al teatro, molto più della pittura (la mia tesi di laurea la feci sul rapporto tra pittura e teatro, leggi qui e qui). Anche se alcuni pittori e correnti artistiche si sono dati al teatro, vedo un rapporto più vivo con il mondo dell'illustrazione.

Tutti e due i mondi sono in relazione a un testo scritto (anche quando non è presente come nel caso dei tre libri di Suzy Lee) e questo può essere rappresentato anche dallo storyboard.
L'illustrazione però non deve rappresentare il testo in maniera didascalica. Anzi, può inserire ciò che nel testo non c'era senza sconvolgerlo.
Ma soprattutto è la relazione con lo spazio.
Molti esercizi di riscaldamento nei laboratori teatrali riguardano appunto la relazione con lo spazio, il muoversi tenendolo in equilibrio; la simmetria e la contrapposizione non solo dei corpi, ma anche nelle reazioni e nelle relazioni tra i personaggi... Tutto deve essere armonico anche quando si rappresentano dei conflitti.
L'illustratore qui diventa una specie di factotum del teatro: regista, attore, drammaturgo... E' un po' come se stesse facendo un teatrino dei burattini.


E il disegno? Il disegno, il suo valore estetico non è il fine ultimo, ma un mezzo. Molti pensano che per fare illustrazione basta piazzare un bel disegno sulla tavola perché tanto verrà ammirato solo quello e solo quello importa, ma così non è.
A tutti quelli che desiderano approcciarsi all'illustrazione, consiglio appunto di fare un corso. Anche quelli brevi di uno o tre giorni possono lasciarti tanto su cui riflettere e lavorare.
Intanto a tutti, anche a quelli che sono già illustratori, a quelli che sono curiosi sul mondo dell'illustrazione, consiglio vivamente questo libro di Corraini Edizioni, 20 euro.
Non ve ne pentirete.

Mostra "I volti e la storia" di Biagio Piccolo a Ravenna

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Qualche giorno fa sono stata contattata via e-mail da Alessandra Maltoni per chiedermi una collaborazione e io sono sempre emozionata in ciò.
Dice di aver visto il mio blog e che le piacerebbe un mio interessamento al suo Centro Servizi Culturali (qui la sua pagina FB) informandomi anche di una mostra in via Massimo d'Azeglio, 2.
Bene, ci incontriamo.
Mi fa sapere che ha letto la mia intervista fatta alle libraie della libreria Momo.
Tutto ciò mi riempie di orgoglio e le chiedo di parlarmi di questo Centro che ha.
Mi risponde che l'ha aperto proprio da poco dopo varie esperienze nella didattica e il suo intento è creare una scuola privata con corsi sulla cultura e sulle lingue.
Intanto, si prodiga anche nella presentazione di eventi e mostre come a questa che mi ha invitato.
Entrare è stato come essere accolta dal colore.

































Colore, colore, come se non esistesse altro, dato in una maniera prorompente e mi trovo davanti una persona molto gentile, a modo.
Rimango affascinata da questa intensità anche perché un po' mi riconosco.
Non faccio fatica a immaginarlo mentre dipinge.
Dopo aver parlato con Alessandra Maltoni, mi presento al pittore ovvero Biagio Piccolo, un signore napoletano che ha poco più di 70 anni.
Mi racconta la sua vita e cercare di riassumerla qui sarebbe impresa ardua. 
Comunque si potrebbe dire una vita segnata da diverse mancanze sia fisiche che emotive.
Ma alla vista di quel colore c'era qualcosa che mi suggeriva "Okay, ma ci deve essere dell'altro."
E posso dire che si tratta di generosità e fiducia, qualità che lungo la sua vita gli sono state ampiamente riconosciute.
Si potrebbe discutere ampiamente di come alcuni quadri abbiano un tocco di Picasso (anzi sembra lo stesso pittore che dice A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino), di come ci possa essere qualche traccia di astrattismo russo o di fauvismo ma così si perde di vista lui, la sua persona e in realtà questi dipinti sono un inno alla vita, ai suoi cambiamenti, a una voglia incrollabile di vivere anche quando si tratta di affacciarsi all'angoscia.
Lungo l'esplorazione rimasi colpita da un quadro.
Purtroppo non l'ho potuto fotografare perché era sotto un arco che quasi faceva da grotta al quadro oscurandolo un po' e in più il colore predominante è il nero. Si tratta, come poi mi ha spiegato, di una rappresentazione sua e proprio in quel momento sentiva angoscia. Guidato da quell'emozione, dipinse una raffigurazione di lui da vecchio (il titolo dell'opera è appunto Il vecchio) con sopra un cappello bianco.
Sembra una maschera (più avanti mi dirà che ha lavorato molto nella commedia dell'Arte mostrandomi movenze da Arlecchino di uno spettacolo scritto nel 1400), una maschera amara come quella che si vede qua sotto.





Guardandola mi sembra di vedere una colata di colore che sgorga dal suo occhio destro.
Se sia stato voluto o no, non so eppure se prima il colore era netto come una presenza specifica e chiara, con la sua musica, qui abbiamo uno sfondo che potrebbe ricordare un paesaggio in mezzo alla nebbia.
Ma anche di fronte a un quadro dai colori vividi sembra nascondersi qualcosa.




In questo quadro sono raffigurate tre teste e mi diceva che si tratta di un fatto che non si può raccontare a parole. Anche una persona generosa ha dei suoi spazi, delle sue stanze dove desidera che non siano oltrepassate.
Rispetto il suo volere e rimango stregata da quel fiore a destra, un bocciolo di rosa.
Capisco perfettamente quando si tratta di dipingere per esorcizzare un evento traumatico (ne ho parlato qui) e vedo questo bocciolo che si apre, che si innalza come un'onda o come una scia profumata, un respiro colorato.
Il dolore, l'angoscia ci sono, anche di fronte al non sapere che cosa succederà in futuro, di fronte a un passato che sembra perseguitare ma poi c'è la vita che non è solo una bastarda, che ci accompagna e ci avvolge col suo colore/calore.


La mostra di Biagio Piccolo si trova in via Massimo d'Azeglio, 2 e chiude l'8 aprile quindi consiglio a tutti i miei concittadini di venire, di lasciarvi avvolgere anche voi da questi quadri, di parlare con Biagio.
C'è il mattino dalle 10.30 alle 13 e il pomeriggio dalle 17 alle 20.

Clizia di Alessandro Lonzi (Mediometraggio)

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Quest'anno partecipo a diversi progetti e in uno di questi faccio la comparsa.
Si tratta del mediometraggio di Alessandro Lonzi intitolato Clizia.



(tratto dalla pagina Facebook)



Di lui e della sua arte ve ne ho parlato altre volte sul mio blog (vedi qui. qui e qui).
Chi è Clizia?
(da Wikipedia) Clizia è una ninfa della mitologia greca. Ripudiata dall'amato, il Sole, viene raffigurata nelle vesti di una fanciulla piangente oppure mentre si compie la sua trasformazione in girasole anzi per la precisione in Eliotropio tipo di pianta conosciuta ai tempi dei Greci.
Clizia è una delle giovani amate dal Sole. Il dio però si innamora di Leucotoe, figlia del re Orcamo, e, assunte le sembianze della madre della ragazza, si introduce nella sua stanza e la seduce. Ingelosita e offesa, Clizia riferisce l'accaduto al padre di Leucotoe, che, in preda all'ira, ordina di seppellire la figlia viva in una buca profonda. Disperato, Apollo cosparge il luogo della sepoltura di un nettare profumato; dalla terra inumidita nascerà la pianta dell'incenso. Clizia, ripudiata da Apollo, passa i giorni a seguire con lo sguardo il percorso del carro del Sole, finché, consumata dal dolore, si trasforma in girasole, il fiore sempre rivolto verso il Sole.




di Evelyn de Morgan, 1887






di Frederick Leighton



di Charles de la Fosse


Non è la prima volta che il regista si confronta con la mitologia greca. 
Basta guardare questo video sempre diretto da lui e basato sul mito di Daphne.




Sempre un mito di trasformazione e che vede tra l'altro il dio del Sole.
Questa volta però si tratta di un progetto più ambizioso, di maggior durata e che vede la partecipazione di diversi artisti ravennati e per un progetto simile ci vuole un budget che al momento non si dispone e si spera che tramite il crowfunding si possa realizzare, ma lasciate che sia lui a dirvelo.





Basta anche che tanti diano poco e insieme si ottiene molto.
Ecco dove potete donare.


Come ho detto io faccio la comparsa, sarò la Driade dell'Uva (qui potete vedermi alla fine mentre faccio la prova trucco), e per me si tratta di una nuova esperienza essere filmata.
La recitazione teatrale e quella filmata hanno diversi punti di differenza.
Per esempio essere filmati permette agli spettatori di essere condotti anche verso i primi piani dell'attore quindi ogni cosa che lui fa non ha così tanto bisogno di essere sostenuta come per il teatro.
In teatro non puoi fare un breve cenno, quasi impercettibile, che magari può essere visto solo dalla prima fila.
Nell'essere filmati si tende ad abbassare un po' il "tono" (non inteso di voce) della recitazione.
Inoltre in teatro si recita dall'inizio alla fine ma quando sei filmato, si rispetta di più l'ambiente del set per far sì che i continui spostamenti influiscano sul budget.
Questo comporta anche un'ulteriore sfida: non viene rispettata l'evoluzione del personaggio, ma diventa frammentario. Quindi bisogna sapere esattamente tutto il percorso del personaggio e sapere a che punto sei in quel preciso punto, quali sono le tue emozioni, i tuoi pensieri, le tue motivazioni ecc...
Per me questo non è un problema perché io ci sarò solo in una scena e poi anche se interpreto una parte piccola, interpreto una Driade ovvero una ninfa degli alberi, una creatura non umana.
Mi aspetta un bel lavoro ovviamente niente in confronto a quello dei miei colleghi. Ci sono per esempio Marte, Venere, Apollo ecc... ma una caratteristica della mitologia greca è di quanto umano ci sia negli dei dell'Olimpo e parlo delle loro emozioni quali gelosia, rabbia, invidia e desiderio.
Ogni emozione, anche quelle cosiddette negative, vengono esaltate.


Spero che possiate partecipare al crowfunding.
Non lo dico solo perché ci sono anch'io. Lo dico soprattutto perché sarebbe ingiusto che un progetto che impiega così tante persone, la loro arte soprattutto, non possa esserci oppure venire ridotta per un budget insufficiente.
Intanto potete seguire già da voi i progressi nella pagina Facebook così potete vedere anche i protagonisti, i costumi e altro ancora.
Questo post poi sarà il primo che dedicherò a questo mediometraggio perché seguirò gli sviluppi.
Grazie a tutti voi.



Curiosità:
Il nome Clizia deriva dal greco e significa proprio “colei che si inclina”, ovvero, secondo la polisemia del verbo, “colei che si inclina, si muta e ha la dedizione verso qualcosa” (da qui)

Biancaneve di Michelangelo Rossato (+ intervista)

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Ormai lo sapete: vado pazza per le fiabe e le reinterpretazioni mi piacciono. A patto che abbiano senso.
Purtroppo non lo si può dire per diversi film che stanno uscendo.
I libri illustrati, in questo caso, possono riservare certe sorprese.
Appena ho visto la copertina della versione di Biancaneve di Michelangelo Rossato, me ne innamorai subito alla follia e quando lessi questo post, avevo una sola azione da fare: dovevo prendere questo libro a tutti i costi.





Così feci domenica e alla sera lo sfogliai poco prima di dormire.
Rimasi stregata dalle illustrazioni e mi sentivo tanto un'esploratrice nello scoprire i simboli delle forme e dei colori oppure nel vedere i tanti rimandi ad alcune popolazioni antiche come nel caso delle pettinature.
Per esempio Biancaneve ha un'acconciatura che ricorda le donne della popolazione amerinda degli Hopi


di Edward S. Curtis



Così contattai l'autore per fargli i miei complimenti e per chiedergli se accettava di essere intervistato da me.
Ecco qui.



Mi trovo qui con Michelangelo Rossato autore e illustratore di Biancaneve edito da il Gioco di Leggere Edizioni. Raccontaci di te Michelangelo e di come hai iniziato ad appassionarti alle fiabe.


Ciao a tutte e a tutti. Mi chiamo Michelangelo Rossato, sono nato vicino a Venezia e fin da bambino ho sempre avuto un grande amore per le immagini dei libri, soprattutto le illustrazioni delle fiabe classiche. Tra i miei primi ricordi ci sono le incisioni di Dorè delle fiabe di Perrault e una splendida Biancaneve illustrata da Kubasta.











Dopo il liceo mi sono affacciato al mondo dell'illustrazione grazie alla scuola Ars in Fabula di Macerata, dove ho continuato i miei studi artistici. Mi sono laureato in Illustrazione con una tesi riguardante i legami tra fiaba e società matriarcali.









Ho notato come ci sia una forte presenza lunare nella fiaba sia nell'essere citata che rappresentata dalla matrigna. Ci vorresti spiegare questo legame?


Biancaneve può essere letta come una fiaba lunare. Se leggiamo il testo dei Grimm fra le righe possiamo cogliere degli indizi che evocano la ciclicità della natura e la sua danza di vita, morte e rinascita. I tre colori che aprono la fiaba, ad esempio, sono i colori della luna (bianco, rosso, nero) e sono anche i colori delle Triplici Dee del passato. Anche le figure femminili presenti nella storia sono legate alle fasi lunari: la bambina Biancaneve (la luna crescente), la madre Regina (la luna piena) che diventa megera (la luna calante). Le fiabe sono antichissime, dense di materiale archetipico. Parlano di un tempo lontanissimo in cui si praticavano riti che abbiamo dimenticato. È affascinante rileggerle e poterci trovare mille significati e interpretazioni.




Biancaneve ha un'acconciatura che ricorda molto le donne della popolazione degli Hopi. E' stata questa una scelta stilistica oppure ha un suo significato?


È una scelta estetica ma ha anche un significato profondo. L'acconciatura si chiama Poli Inta ed è la pettinatura iniziatica delle bambine Hopi. È la zia materna che acconcia la nipote con questa particolare pettinatura "a farfalla". Gli Hopi o "popolo della pace" hanno origini matriarcali: l'iniziazione femminile era centrale nella loro cultura.
Biancaneve è una fiaba con molti riferimenti alle antiche iniziazioni femminili matriarcali.




I sette nani non mi sono apparsi come dei semplici minatori ma come delle creature che appartengono al bosco come se loro stessi fossero del bosco. Non hanno un'apparenza umana. Per te cosa rappresentano?


I Grimm non descrivono i nani. Ci dicono solo che sono sette. Quindi mi sono divertito a immaginarli come volevo: non li ho rappresentate come persone nane, ma come i nani del folklore: creature ctonie, figli della terra, che non hanno nulla a che fare con gli umani. Li ho disegnati come se fossero fatti della stessa materia degli alberi. Per me sono degli spiriti guida, personaggi discreti e misteriosi.









Spesso nell'illustrare una fiaba nota si può correre nel rischio di rappresentare ciò che è già stato fatto in precedenza. Questo può lasciare spazio alla sperimentazione come hai fatto tu. Ci puoi raccontare i passaggi essenziali per decidere cosa illustrare e come?


Quando si affronta un classico per me è fondamentale cercare di fare tabula rasa di quanto è stato creato in precedenza e affidarsi al testo. Se leggiamo le fiabe dei Grimm, notiamo che non ci sono descrizioni, e che lasciano moltissimo spazio all'immaginazione. Il problema è che siamo ancorati a immagini mediatiche, da cui a volte non è semplice slegarsi. Bisogna diffidare dalla "ricerca per immagini" di google (che sempre di più sta diventando l'unica fonte d'ispirazione, o meglio, di riciclo!) e ricominciare ad allenare l'immaginazione. Solo così è possibile dare vita ad immagini autentiche, non "prefabbricate". Leggere con attenzione il testo, farsi tante domande, pensare.




Guardando le illustrazioni, alcuni potrebbero dire che siano più per gli adulti per la ricercatezza e la complessità. Eppure credo che da bambina ne sarei rimasta affascinata anche se magari non capivo tutta la simbologia che c'è dietro. Che ne pensi? Hai avuto riscontri da parte dei bambini?

Ricevo moltissimi disegni da parte di bambini e bambine ispirati al libro. A loro è piaciuto molto, anche da quelli più piccoli. La convinzione che i libri per bambini debbano essere necessariamente semplici e facilmente comprensibili è qualcosa di molto recente, che abbiamo inventato noi adulti. Ugo Fontana, tra i miei illustratori preferiti del passato, realizzava illustrazioni raffinatissime e molto elaborate, ed è stato il padre dell'illustrazione italiana per bambini e ragazzi.
Se le illustrazioni di un libro sono misteriose, sofisticate, e lasciano degli interrogativi, stimolano positivamente l'immaginazione di chi le osserva. Questo lo dicono anche i neuropsicologi. Le bambine e i bambini sono affascinati anche da immagini che noi reputiamo complesse o troppo raffinate, persino da quelle spaventose. E non è fondamentale che capiscano tutto. Ci sono libri della mia infanzia che non ho ancora smesso di "esplorare" e di capire.
Un libro dura per tutta la vita.


Hai dei progetti dopo Biancaneve? Ce ne puoi parlare?

Posso dirti che sto lavorando a un'altra fiaba classica, con un'ambientazione molto diversa da Biancaneve.


L'intervista può concludersi e ti ringrazio molto per la tua disponibilità. Ma prima ti chiedo se c'è qualcosa che desideri dire, un messaggio per chi legge 

Grazie a te Elena. Vi saluto consigliando di leggere, per chi non la conoscesse già "La fantasia è un posto dove ci piove dentro" dalle Lezioni Americane di Italo Calvino.





Grazie a te Michelangelo per aver accettato di essere intervistato.
Quando poi ha parlato di Ugo Fontana, mi sono venute in mente le sue illustrazioni per Il principe rospo delle Fiabe Sonore (era segnato come Una).
Fu innamoramento istantaneo.
Purtroppo vedo sempre più come si stiano impoverendo le fiabe e non sto parlando solo degli ennesimi film che escono, ma soprattutto delle considerazione che molti adulti hanno verso di esse considerandole addirittura obsolete.
Eppure le fiabe sono sempre prodighe di tesori e questo libro lo è: aprirlo è come trovare un mondo antico che agisce ancora sul nostro presente, sul nostro mondo interiore.
Detto questo vi lascio con il book trailer






Qui invece trovate il sito di Michelangelo Rossato

Qui invece la sua pagina FB


E inoltre ringrazio tutti voi e spero di avervi incuriosito non solo a prendere questo libro, ma anche a considerare maggiormente le fiabe, con occhio (e orecchio) attento se già non lo facevate prima.


Domande per voi sul mondo di Aulonia

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La storia di Aulonia procede anche se l'ultimo postè datato 27 gennaio 2016 e state pur certi che non ho intenzione di abbandonarla.
Questa volta vi propongo un'iniziativa ovvero di rispondere a delle domande che vi farò.
Non saranno tanto delle domande per testare il gradimento (anche se magari mi potrebbero essere utili) ma più che altro un modo per farvi entrare nel suo mondo.

Avvertimento: se ti inoltri solo adesso nel suo mondo, non guardare le domande adesso perché ci sono degli spoiler.




Ecco qua:


1) Da quanto tempo conosci Aulonia?



2) Qual è la tua parte preferita della storia e perché?

3) Secondo te, che cosa incarna Aulonia?

4) Aulonia diventa un'umana al 100% e deve conservare se stessa anche se non ha memoria di ciò è stata. Che cosa le consigli?

5) Hai la possibilità di incontrarla e hai una sola domanda da farle, di qualsiasi argomento tu voglia. Che cosa speri che lei ti risponda?

6) Che domanda invece tu pensi che lei faccia a te? E sapresti risponderle?

7) Il compito di Aulonia è di toccare i fili che compongono le persone e di sciogliere i nodi. Facendo così è capace anche di sentire il suono, l'armonia, come se suonasse un'arpa, che tutti i fili compongono. Di quale persona vorresti tu toccare i fili?




Vi chiedo solo una cosa: lasciatevi andare con le risposte.
In questo caso non esistono risposte stupide o intelligenti, ma solo risposte sentite.
Inoltre non si tratta di un concorso quindi non è che si tratta di fare bella figura o no.


Ma non dovete rispondere qui.
Infatti le risposte vanno mandate alla mia e-mail: vigele_83@libero.it con oggetto "Risposte per Aulonia" e vi chiedo anche di iscrivervi al blog di Aulonia.
Poi io raccoglierò tutte le risposte e farò un post dove le inserisco.
Avete tempo fino al mese prossimo ovvero mezzanotte del 18 maggio così chi non la conosce, ha la possibilità di farlo.

Per leggere la sua storia nell'esatto ordine andate qui. Per facilitare meglio la comprensione ho numerato i post. Dopo aver letto quella pagina, andate sul fondo e cliccate su "Post più recenti" e continuate così finché non arrivate al post numero 59.
Tranquilli, i post non sono molto lunghi.
Può essere utile anche ai vecchi lettori per rinfrescare la memoria.

Spero di leggervi in tanti.

Sbaglia come un artista

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Sono una pessima artista. Sbaglio in continuazione.
Sto bene ragazzi e non mi sto autocommiserando. Anzi, vi invito in questo post e poi capirete il perché di questa frase.


L'altro ieri avevo ricondiviso su Facebook il disegno di una mia Andriade e ridendo e scherzando con un amico mi è venuta in mente di fare un'Andriade che sia una Sibilla. Sapete quelle profetesse del mondo antico che stilavano responsi e oracoli dal contenuto criptico e non sempre chiaro.
E così ieri sera, mentre stavo aspettando che iniziasse il corso di teatro, ho disegnato questa figura.
nota: Andriade è un termine che ho ideato. E' una commistione tra "andros" (uomo, inteso ovviamente in generale) e driade che è una ninfa degli alberi.





Non è ancora bene definita. Nel senso che come idea ho bisogno di svilupparla però già per me questo disegno significa tanto.
Era da diverso tempo che non disegnavo a matita e ho visto come lo stare fuori da casa mi faccia stare meglio e mi renda più propensa nel disegno.
Questo l'ho visto molto anche quando andavo in altre città a fare i corsi di illustrazione anche perché ho notato come quando ero in gruppo, mi sentivo più serena.
Comunque ecco il disegno.
Di sicuro avrò sbagliato qualcosa e magari più avanti arriverà il momento nel quale non mi piacerà affatto.

Sembra quasi che la vita di uno che disegna sia divisa tra il disegnare e il farsi letteralmente schifo.
Qualche giorno fa vedo questo fumetto nella pagina FB di Roba da Disegnatori (oltre al blog, vi consiglio anche di seguire la pagina se avete Facebook)


nota: self loathing è il disgusto di sé


Uno che è magari estraneo a questo mondo e sentendo ciò potrebbe quasi dire "Ma chi te lo fa fare se senti questo?"
Sapete, non è una cosa facile da spiegare e non si riesce a farne a meno.
Detta così, poi sembra tanto una dipendenza e alcune reazioni potrebbero essere anche simili come l'eccitazione quando sulla carta si sta realizzando ciò che hai nella testa (capita anche se raramente) oppure l'ossessione di qualcosa, un'idea, un tema ecc...
Il mondo del disegno è molto più complesso da "Ma io pensavo che faceste solo disegnetti."
Comunque alla fine sembra "Sì, ho sbagliato." come quando si è a teatro e hai detto una battuta al posto di un'altra, oppure te l'eri completamente dimenticata.
Di certo non ti puoi fermare e giustificarti, ma vai avanti.
Finito lo spettacolo, ci ripensi e ti fai una risata.
Il mondo non è cascato.
Dico ciò perché quasi due anni mi è successo qualcosa di simile e sono andata avanti.

L'errore è qualcosa con la quale prima o poi qualsiasi artista deve fare i conti. Non solo chi disegna.
Ed errore intendo il continuo provare e riprovare.
Anche perché se vuoi migliorare, dovrai pure sbagliare.



da La via dell'artista di Julia Cameron







Dobbiamo smetterla di pretendere da noi stessi l'impossibile perché migliorare e nello stesso tempo fare bella figura non è possibile. Ricordate che al fine di recuperare l'artista che è in voi, dovete essere pronti a essere pessimi artisti concedendovi la possibilità di considerarvi principianti. Convincendovi della necessità di essere cattivi artisti, potrete arrivare a essere artisti e forse, con il tempo, anche molto bravi. Quando nelle mie lezioni affronto questo tema, spesso gli allievi mi si rivoltano contro: "Ma lo sai quanti anni anni avrò quando finalmente potrò suonare il piano/recitare/dipingere/scrivere in un modo decente?"
Sì, rispondo. Gli stessi anni di quelli che avrete anche se non lo farete.



Ed è proprio da quello che lei dice che ho scritto quella frase iniziale.
Anzi, permettiamoci di essere dei pessimi artisti, di sbagliare, di essere degli amatori.
Di essere imperfetti.
Se poi andate a vedere le vite di alcuni che hanno raggiunto il top come Steve Jobs, Michael Jordan, anche Abraham Lincoln e altri ancora, vedrete come il fallimento è stato una parte essenziale del loro successo.
Inoltre considerate che anche quelli che chiamiamo geni assoluti, dal quoziente intellettivo galattico hanno fatto degli errori lungo il loro percorso eppure si continua a vederli come modelli irraggiungibili.
Sapete, io magari potrei prendere come fonte di ispirazione un artista ma io sono io e non quel pezzo grosso. In tutto questo non c'è rassegnazione, ma solo la volontà di sviluppare se stessi.
E quindi non abbiate paura di fare e sbagliare.
(Questo ovviamente lo dico anche a me stessa)
Qui un post sul tema con frasi della performer Marina Abramovic





P.S.: Per il titolo mi sono ispirata ai due libri di Austin Kleon Ruba come un artista e Semina come un artista, libri che vi consiglio di prendere.

Intervista a Maja Rogulich, un'anima preziosa

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Ci sono alcune persone che anche il solo conoscerle, averle come amiche, ti fa dire "Come sono fortunata."
Persone con le quali hai un'affinità incredibile e non importa da dove venite o quanto sia la differenza di età.
Una di queste che sto presentando tramite quest'intervista, è una mia carissima amica che quest'anno compie 60 anni, ma al vederla, al sentirla, non glieli daresti.
Si chiama Maja Rogulich (il cognome ha l'accento sulla o e il ch si pronuncia come una c dolce), è nata a Spalato (Split) in Croazia e dall'età di 4 anni è stabile qui a Ravenna. Ha una vivacità mentale che la fa sembrare più giovane e nello stesso tempo una profondità di animo.
Tutto ciò potrebbe sembrare che siano delle frasi fatte anche perché si tratta di una delle mie più care amiche.
Per questo preferisco passare subito all'intervista





Ciao Maja. Eccoci qua. Per favore, parlami del tuo percorso artistico.

Il primo incontro artistico è stato con Maria Greco, Maestro di musica che a quel tempo dirigeva la Corale Polifonica di Ravenna. Questo perché mio padre, che cantava alla Corale di Spalato, ne ha cercò una a Ravenna. Quindi andando alle prove con mio padre, ho incominciato coi canti di polifonia di Giovanni da Palestrina (nota: uno dei più grandi compositori musicali del 1500, compositore di madrigali, magnificat...)







Vergine bella, che di sol vesta,
coronata di stelle, al sommo sole
piacesti si che 'n te sua luce ascose,
amor mi spinge a dir di te parole:
ma non so 'ncominciar senza tu 'aita
e di colui ch'amando in te si pose
invoco lei che ben sempre rispose,
chi la chiamo con fede.
Vergine, s'a mercede
miseria estrema de l'umane cose
già mai ti volse, al mio prego t'inchina;
soccorri alla mia guerra,
ben ch'i sia terra e tu del ciel regina.


Avevo quattro anni e mezzo.
Nello stesso tempo mio zio Giuseppe Tesselli, detto Fì, mi insegnava le operette, le orchestre brasiliani con contaminazioni europee tipo Franck Pourcel e con mia cugina Ebe, tutto quello che c'entrava con la musica jazz.





Quando ho avuto 8 anni, ho iniziato a cantare alla Polifonica.
A 15 anni sono ritornata, dopo uno spostamento, e ho cantato sotto la direzione di Giuseppe Montanari e William Galassini (nota: due direttori d'orchestra)
Ho smesso di cantare a 34 anni.
A 14 e 15 anni ho collaborato il direttore d'orchestra Paolo Olmi nell'organizzazione di alcuni concerti per le scuole con l'associazione musicale Angelo Mariani.
A 23 anni ho collaborato all'interno dello staff del Negrillo (nota: locale degli anni 80 a Marina di Ravenna) per i concerti jazz. Vennero nomi come Kenny Drew, Toni Esposito con la sua orchestra e altri ancora.





Ho anche organizzato per il Festival di Jazz di Ravenna alla Rocca Brancaleone e vennero Woody Herman, Max Roach, Charles Mingus...




(E la sua storia potrebbe continuare ancora)


Congratulazioni per tutto ciò. Ma dimmi, tutto questo percorso artistico ti ha poi portato a una ricerca spirituale?

Tutto questo ha aperto dentro di me ampie strade di ricerca, spaziando dalla musica, letteratura, poesia, architettura e anche Alta Moda, quest'ultimo per influenza di mia madre Anka Ivanišević che è stata una sarta di alto livello..
Quello che mi ha spinto è stata una grande curiosità che spaziava dall'architettura musicale a quella estetica come se nell'arte ci fosse un disegno comune e io posso dire di averlo visto e seguito.
Era tutto lì, come una ragnatela, tutto interconnesso.
C'era un'armonia tale che da una singola cosa ne scaturivano altre come se vibrassero.
Per esempio: quando ho visto per la prima volta le architetture di Tadao Ando, ho sentito una familiarità con le architetture musicali di Adone Zecchi che ha musicato in polifonia contemporanea il Paradiso di Dante con il brano Donne ch'avete intelletto d'amore.





Tempio dell'acqua 





(non ho trovato il brano indicato musicato da lui ma ho trovato questo di cui Adone Zecchi è l'autore)


E questo è solo uno dei tanti incontri meravigliosi.




Grazie. In cosa sei impegnata adesso?


Da diversi anni realizzo scialli, foulard e coccarde in seta dove io stessa realizzo tutto dall'inizio cucendo e dipingendo a mano (nota: potete vedere foto di lei all'opera in questo post del 2012)






velo






coccarde da mettere al collo







qui si vede il Battistero degli Ariani


Mi piacerebbe che le donne potessero indossare abiti preziosi inteso anche nel senso di materiali come il bisso, la seta... e tutto questo per dare un senso alla loro preziosità.
Spero che quest'attività si ampli. Speriamo che mi segua la mia buona stella.
Per il futuro vorrei cantare e dipingere la seta guardando il mare.






foto scattate ad ottobre con l'aiuto di una mia amica che fa fa modella



Grazie mille e ora ultima domanda. C'è qualcosa che ti preme dire ai lettori del blog?


Io sono stata una bambina molto fortunata perché l'arte stessa è stata la mia sorella maggiore. Mi ha fatto percorrere le vie della gioia e dell'entusiasmo.
Quindi vorrei che tutti i bambini potessero fruire dell'arte a 360 gradi, sin dalla nascita.
Per i giovani consiglio di ascoltare i silenzi profondi della propria anima e di farsi sedurre da essa.





Che dire?
Ripeto, io mi sento molto fortunata ad avere un'amica come lei e come altre persone che sono accanto a me.
La sua arte, il suo modo di essere traspare in quello che fa.
E' una persona limpida e fresca e spero tanto, con tutto il cuore, che lei possa espandere se stessa.
Questa mia intervista è un piccolo tentativo e l'ho fatto con immenso piacere.


Il demone del pasticcio nel disegno

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A volte succede che quando sono all'opera nel disegno, venga fuori il demone del "Ma sì! Scombiniamo tutto e facciamo un gran pasticcio! Buahahahhahahhahahahah!!!"
Nei primi tempi era più un "Cosa ho fatto? Dov'ero quando l'ho fatto? Oddio, è orrendo! E' inguardabile. Niente, lo butto."
Adesso è più un "E ora? Lavoriamoci ancora su. Poi deciderò."





Così ho scritto due giorni fa su Facebook.
Il 12 maggio dalle 18 c'è una raccolta fondi e la presentazione del mediometraggio Clizia di Alessandro Lonzi (di questo progetto ve ne ho parlato già qui) e io mi sono proposta per fare dei disegni da venderli. Parte del ricavato andrà alla raccolta fondi.
Stavo facendo un disegno con uno di quei pennarelli giapponesi ad inchiostro quando poi... 
Ci butto l'acqua e inizio a muovere il foglio in modo che l'acqua lo copri tutto.
Dopo che ho gettato l'acqua che era rimasta il dubbio era: "Che faccio? Cosa mi è preso?"
Molte volte ho gettato fogli oppure tralasciato disegni perché non erano come li immaginavo e qualcosa è andato storto.
E' un po' come volerci mettere il caos in quello che fai, l'entrare in una stanza e cominciare a scalciare tutto e scaraventare oggetti non tanto per rabbia, bensì per puro piacere.
Solo che poi viene il fatidico senso di colpa anche per l'impotenza di rimediare a quello che sembra solo un pasticcio sconclusionato.
Però anche il voler gettare a volte capita che non ci si riesca e così spesso lo si accantona nei suoi simili.
Questa volta mi sono detta "Bene, se pasticcio deve essere, che pasticcio sia."
Scherzosamente ho scritto poi che sarebbe meglio fare una preghiera al demone del pasticcio per aiutarmi.
Non ho fatto foto del prima perché c'era ancora un senso di vergogna assieme al "Che diavolo salterà fuori?"
Comunque alla fine ecco qui il mio lavoro













questa perfetta per la ricorrenza di domani, 
la festa della mamma



Bene, ma tutto ciò non dipendeva solo da me.
Visto che ho realizzato ciò per un progetto non mio, mi premeva che piacessero a quella persona e così avvenne chiamandolo espressiva/espressionista.
Per me fu un sollievo totale e così oggi mi cimentai in un altro lavoro usando i pastelli a cera.







Ed ecco il risultato finale.







Entrambi i lavori hanno come firma AlmaCattleya per Clizia 2016


Ma i lavori non sono finiti qui perché ho in mente di realizzarne altre due usando in uno la matita e nell'altro la penna.

Sono davvero felice di questo progresso nella mia carriera artistica, dell'usare questo demone del pasticcio a mio favore, non solo nella pittura.
E chissà dove mi porterà.





P.S.: Giusto per la cronaca, qualche settimana fa avevo scritto questo post, Sbaglia come un artista


Iside, la scandalosa e la magnifica

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Domenica scorsa ho deciso di realizzare una nuova bacheca su Pinterest e questa volta alla dea Iside (sì, in inglese è Isis e non ha nulla a che fare con il gruppo terroristico omonimo).



di Susan Seddon Boulet


Essa fa parte del pantheon egiziano e il suo nome in origine è Aset. (nota: Isis è la traduzione greco-latina da cui appunto proviene l'italiano Iside. A volte, per un migliore adattamento, viene chiamata Isi.)
Iside rappresenta una forma della Grande Madre. Lei stessa è protettrice della natura, della magia, dell'agricoltura, dei bambini; il suo nome indica in origine la sua posizione regale (il trono) ed una vera regina è pari al suo re.
Suo sposo è il dio Osiride e in alcune pitture lo si può vedere col caratteristico colore verde della pelle.
Entrambi sono figli di Nut, la dea del cielo e di suo fratello Geb, il dio della terra. 



Nut coperta di stelle rappresenta La Via Lattea. Sotto Geb
In mezzo troviamo Shu, figlio di Ra (dio del sole) e padre dei due dei.
Shu rappresenta l'atmosfera



Già qui si potrebbe aprire una parentesi e notare come una dea governi il cielo e un dio invece la terra in contrapposizione a un pensiero comune che vede i ruoli inversi. Ma sapete, non in tutte le cosmogonie del mondo è così. Anzi, può capitare che a governare il sole sia una dea come Amaterasu della religione scintoista in Giappone (dalla quale si diceva che discendevano tutti gli imperatori) e Tsukuyomi è invece il dio della luna sempre in Giappone.


Ritorniamo a Iside e al mito che la vede accanto a Osiride.
Ma in realtà che cosa rappresenta Iside?
Qual è la sua funzione?
Iside, per amore verso suo sposo, usa il suo stesso potere di guarigione per unire lo smembramento di Osiride.
Lei inoltre rappresenta come un ponte tra le dee Inanna dei sumeri e Ishtar dei babilonesi e le dee dell'Antica Grecia delle quali si può dire che hanno un frammento della stessa dea egiziana come l'amore per Venere e il principio di Dea Madre per Demetra.
Iside stessa poi fu venerata anche dai greci e romani.
Prima di Iside poi nell'Antico Egitto c'era Hathor, sposa di Ra, come dea egizia dell'amore oltre ad essere dea della vita e ad avere il potere sull'Oltretomba
Ma non solo. Come lo può essere la Natura, questa dea poteva essere amorevole e distruttiva così come lo era Inanna.
Iside è un nome con il quale viene ricordata poi anche se Hathor non viene sostituita.




Io sono la generatrice dell'universo, la sovrana di tutti gli elementi, l'origine prima dei secoli, la totalità dei poteri divini, la regina degli spiriti, la prima dei celesti, l'immagine unica di tutte la divinità maschili e femminili: sono io che governo col cenno del capo le vette luminose della volta celeste, i salutiferi venti del mare, i desolati silenzi degli inferi.

Indivisibile è la mia essenza, ma nel mondo io sono venerata ovunque sotto molteplici forme, con riti diversi,sotto differenti nomi.

Perciò i frigi, i primi abitatori della terra, mi chiamano madre degli dei, adorata in Pessinante, gli attici autoctoni, Minerva Cecopria, i ciprioti bagnati dal mare, Venere di Pafo, i cretesi abili arcieri, Diana Dictinna, i siciliani trilingui, Prosperina stigia, gli abitanti dell'antica Elensi, Cerere Attea, Giunone, altri Bellona, gli uni Ecate, gli altri Rammusia.

Ma le due stirpi degli etiopi, gli uni illuminati dai raggi nascenti del Dio sole all'alba, gli altri da quelli morenti al tramonto, e gli egiziani, valenti per l'antico sapere, mi onorano con riti che appartengono a me sola e mi chiamano col mio vero nome, Iside Regina.


da Le Metamorfosi 5, XI di Apuleio




E a proposito di prendere caratteristiche da altri popoli, Iside divenne madre di Horus.




Ci sono molte statue e raffigurazioni con Iside che allatta Horus.
Spesso sento dire: "Ma come può una vergine partorire un bambino?" (riferito ovviamente alla Madonna con Gesù).
Non dimentichiamo che, come può capitare quando si traduce una lingua, spesso il significato originario viene in parte modificato.
Così adesso noi intendiamo per vergine colui o colei che ancora non ha fatto sesso e, come nel caso della Madonna, rimane immacolata.
Anticamente si intendeva per vergine, e questo anche per le dee greche vergini ovvero Estia, Atena e Artemide, chi è una in tutto, integra e indipendente.
Il suo destino dipende da sé.
Purtroppo vedo come ci sia un certo "femminismo" che vede le donne superiori agli uomini e come gli uomini siano oggetti, ma così si sta facendo lo stesso gioco di ciò che succede da migliaia di anni. E per queste donne non esistono casi dove sia l'uomo ad essere oppresso neanche se è violentato da una donna.


Iside si dispera per amore del suo uomo, ma questo non la rende schiava. Lei è una regina.


dall'Oracolo della Luna di Caroline Smith e John Astrop




Perché io sono la prima e l'ultima, 
Io sono la venerata e la disprezzata, 
Io sono la prostituta e la santa, 
Io sono la sposa e la vergine, 
Io sono la madre e la figlia, 
Io sono le braccia di mia madre, 
Io sono la sterile, eppure numerosi sono i miei figli. 
Io sono la donna sposata e la nubile, 
Io sono colei che dà la luce e colei che non ha mai procreato, 
Io sono la consolazione dei dolori del parto. 
Io sono la sposa e lo sposo, 
E fu il mio uomo che mi creò. 
Io sono la madre di mio padre, 
Io sono la sorella di mio marito, 
Ed egli è il mio figliolo respinto. 
Rispettatemi sempre, 
Poiché io sono la scandalosa e la magnifica.




Questo inno a Iside, parte di un poema ritrovato nel Papiro di Ossirinco del II secolo a.C, rivela come non ci sia una scissione tra la Puttana e la Santa, così come con altre contraddizioni che potrebbero annullarsi e invece ribadiscono la sua identità.
Non dimentichiamo poi che la vita stessa include la morte, la dolcezza si affianca con la spietatezza così come queste ultime sono due aspetti della forza.
Qui potete leggere in fondo il testo completo di questo inno



di Susan Seddon Boulet



Di Iside si potrebbe parlare ancora, del suo velo collegato ai Misteri, delle sue ali che vengono usate anche nella danza del ventre, ma intanto spero di avervi incuriosito su questa dea.






Non bisogna dimenticare che il culto di Iside giunse nei tempi antichi persino in Italia, a Roma e soprattutto a Benevento










Inoltre non bisogna dimenticare la Compagnia di Iside in originale The Fellowship of Isis che ha sede in Irlanda.





Di Iside si potrebbe parlare ancora, del suo velo collegato ai Misteri, delle sue ali che vengono usate anche nella danza del ventre, ma intanto spero di avervi incuriosito su questa dea.




P.S.: Ci sono simboli egiziani, tipo l'occhio di Horus, che vengono definiti come maligni. Un simbolo però può essere modificato, anche secondo l'uso che viene fatto. 
Per esempio la svastica, in origine è un simbolo positivo, di sicuro ben lontano da come è stato usato dai nazisti.
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